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Autore: Audrey White    05/12/2014    1 recensioni
Questa storia parla di una ragazza, che non si sa perché e per come, ha degli strani contatti con il mondo Paranormale! In particolare con uno... un certo uomo alto, magro, snello... Ma perché la perseguita? Cosa vuole ottenere da lei? Perché le impedisce di vivere la sua vita come tutti gli altri? Elizabeth, questo il suo nome, dovrà far appello a tutto il suo coraggio e forza di volontà per scoprire la verità dietro questo maledetto, intricato mistero.
Genere: Horror, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Slender man
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
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Lo Strano Caso di Elizabeth Storm

Chapter 2

Come al solito andai a fare colazione e come al solito non guardai in faccia nessuno.
Quell'idiota di un ominobianco mi aveva letteralmente scocciato. Non solo ero già depressa di mio su una cosa successa dieci anni fa.. adesso la stessa situazione
era capitata il giorno prima!
- Amore.. come stai oggi? Per fortuna il pallore di ieri se n'è andato.. ma ti vedo un po' giù.. cos'hai? - 
Mio padre e mio fratello la guardarono increduli. Io ero sempre giù quindi perché fare una domanda del genere?
Mia madre aveva capito.. quindi riformulò la domanda..
- Più giù del solito.. - 
I due tornarono a guardare nel loro piatto.
- Se te lo dicessi mamma.. non ci crederesti mai.. - La guardai con occhi vuoti. 
Mia madre mi diede l'impressione che si fosse irritata o addirittura schifata del mio sguardo. Come darle torto? Mi facevo schifo anch'io dopotutto.
- Amore.. sai che con la mamma puoi parlare di qualsiasi cosa.. vero? - 
- Tzè.. come quella volta.. quando non mi hai creduto.. quando sono iniziati i miei problemi.. - 

- Mamma! Mamma! Ho visto un mostro! - 
- Ahahahahah - 

- Ma tesoro.. non dire così.. Io.. - Fece per toccarmi ma io mi scansai in tempo.
- Basta! Non sono più una bambina! Basta! - Scappai fuori casa per attendere l'autobus. Avevo pensato di chiedere a mia madre se quel giorno avrei potuto starmene a 
casa.. ma sinceramente era meglio la scuola! Era meglio lui che i miei genitori.. Perché anche se non sembrava mi sentivo viva con lui nei dintorni, mi sentivo diversa, speciale per qualcuno.



- Corso di .. Arte.. Non riesco a capire perché mia madre mi abbia iscritto proprio qua.. Io faccio schifo in disegno, accidenti! - 
- Non prenderla come una tragedia.. è bello disegnare invece! - constatò Amy.
- Tu dici?.. Mah.. - 
- Pff.. a te non piace mai nulla! - 
- Sarà.. ma avrei preferito rugby a 'sto punto.. tutto l'odio che ho dentro potevo sfogarlo almeno.. - 
- Solita esagerata! - 
- Oggi potrete fare un disegno a vostra scelta. Avete un quarto d'ora. Buon lavoro -  Ecco l'insegnante che dava le istruzioni per il compito di oggi. Amy, appena la prof
 aveva finito di parlare, aveva già iniziato a disegnare. Mi venne in mente di disegnare il mio amico bianco. Non so perchè, ma più che spaventata ora ne ero attratta, 
quella strana cosa bianca mi incuriosiva sempre più. Lo disegnai, quindi, in primo piano con lo sfondo di un parco giochi perchè si diceva colpisse nelle zone
 maggiormente frequentate da bambini. Utilizzai solo tonalità di grigio quindi potevo fare il tutto in matita. Amy finì prima di me, mostró il disegno all'insegnante tutta 
contenta, si guadagnó una B+, aveva realizzato un bel vestito da abbinare con una acconciatura con chignon e diadema, adatto ad una festa insomma.
 Mi alzai anche io imbarazzata, sembrava di essere ancora alle elementari a mostrare disegni idioti alla maestra, era per questo che non sopportavo Arte. 
La prof rimase soddisfatta del mio lavoro, le piaceva l'originalità dell'opera, del.. mostro. Gli feci notare che era un mostro che nel web già esisteva (e non solo nel web..) 
cosi invece della A- che mi sarei potuta guadagnare mi mise una misera C.
- Ellie, Ellie. La tua sincerità te l'ha messa in quel posto - era Amy.
- Si, dovevo starmene zitta. Peró avrebbe potuto controllare sul web se esisteva o meno e il giorno dopo mi avrebbe messo una F. - 
- Questo è vero ma ti pare che a lei freghi qualcosa di cercare sul web?.. -
In effetti l'insegnante odiava il computer, preferiva fare le cose a mano. E disprezzava tantissimo paint e photoshop. Diceva sempre "Una foto è bella cosi com'e', perchè modificarla?" E ancora "Non vedo perchè i bambini debbano disegnare su paint quando ci sono i fogli di carta fatti apposta per quello." 


Suonó la campanella. Ora di Musica.
Mi sedetti vicino ad un ragazzo di nome Ryan, era carino e mi faceva il filo dal primo anno, non sapendo se gli piacessi ancora lo evitavo e ci parlavamo poco. 
Lui mi salutó con il suo sorriso sgarciante. Del tipo lui sorride e i denti gli brillano. Il solito narciso. Anche per questo lo evitavo. 
- Ciao Elizabeth - mi fece. 
- Ciao Ryan, ti pregherei di non chiamarmi col nome di nascita, accetto Ellie - 
- Ah va bene Ellie -
Dopo un pó durante la lezione continuava a farmi dei cuori, io feci finta di niente poi sul quaderno scrisse "My darling Ellie" con tanto di cuore accanto. 
Lo cancellai col bianchetto. Ryan adesso mi aveva veramente stufato. Era un donnaiolo, si diceva che ogni notte stava con una diversa. 
Quindi potete immaginare quale fosse l'unica cosa che volesse da me.
- Suoni con me? - eravamo nella lezione di Musica quindi per altri poteva risultare una domanda del tutto innocua dato che nelle lezioni ognuno portava uno strumento e 
suonavamo dei brani. Io avevo il clarinetto e lui la chitarra. 
Non gli risposi. Lui continuó.
- Oh andiamo.. Lo so che adori suonare il flauto... - 
- Io suono il clarinetto, tesoro, che guarda caso è bello lungo. Non il tuo piccolo flauto dolce. -
- Tsk.. Pompina..d'oh! - gli diedi un calcio sulla gamba.
Era sempre il solito. Quando mi presero nel gruppo di clarinetti lo trovavo interessante, ma quando conobbi Ryan avevo il terrore facesse battute a doppio senso sul mio
povero.. hmm.. strumento.. musicale.

Finalmente era finita la lezione, intervallo. Potevo andare in bagno per parlare con "mister faccia di marmo" quando mi sentii una mano appoggiata sulla mia schiena. 
Era Amy. 
- Vieni con noi? Andiamo in giardino a fare merenda. - Con lei c'erano Catherine e Alice.
- No, scusa, devo andare un attimo in bagno. Vi raggiungo dopo."
Corsi in fretta e furia, da dietro Amy che urlava - Oook - 
Arrivata in bagno, era tutto affollato, ragazze chiuse nei bagni, altre che si truccavano, altre che facevano foto e dicevano: - Questa è bella! La mettiamo su Facebook. - 
Che palle. Dovevo aspettarmelo che le ragazze all'intervallo stavano nei bagni. 
Rassegnata uscii dal bagno e andai in giardino. Mi ero ripromessa di ritornarvi appena finite le lezioni. 
Divertita con le amiche, la campanella suonó. Avevo.. biologia, cazzo. 

Passata mezz'ora chiesi alla Signorina Stickens di andare nuovamente al gabinetto.
 Con mia grande sorpresa non mi sgridó e mi permise di andare. Arrivata al bagno, mi misi davanti al  rubinetto del giorno prima. 
Respirai a fatica, alzai lo sguardo, sullo specchio non c'era nessuno. 
Cosi mi voltai ed eccolo lì. Respirai a fatica, le gambe stavano cedendo. Mi fissava, come se sapesse che avrei voluto sfogarmi con lui, aspettava la mia risposta. 
Con le mani mi reggevo ai bordi del lavandino. Mi feci coraggio, volevo dirgli che per colpa sua non vivevo più come prima, che da quella notte mi sentivo diversa, 
se ora non riuscivo a cercare la felicità nelle piccole cose era colpa sua.
 Ma tutto quello che riuscii a dire fu: - Pe-per colpa tua.. Io.. - cominciai a piangere. 
Abbassai lo sguardo, respirai per poi rialzarlo per continuare il discorso ma lui non c'era più. Avevo sprecato un occasione... 
"Quell'idiota vuole solo prendermi in giro."
Rassegnata tornai in classe.


Finita la scuola Amy mi invitó a uscire con lei, decidemmo per le tre. Con noi sarebbero venute anche Catherine e Alice. Tornata da scuola mi distesi sul letto. 
Cercai in tasca dove fosse il cellulare.
- Dove l'ho messo? Ah eccolo.. - quando lo presi accanto al cellulare c'era anche un foglietto di carta stroppicciato, lo aprii piano.. C'era... Lui! Disegnato. 
Non era il mio disegno, era un piccolo omino dal volto bianco con lo smoking che non poteva che ricordare lui. Lo aprii ancora un pó, c'erano delle scritte. 
Non volevo leggerle. Così richiusi il foglio e me lo rimisi in tasca. Toc, toc. Era mia madre: - Posso entrare? -
- Si mamma vieni pure. -
Parlammo per un pó, mi chiese come era andata a scuola. Gli parlai della C che avevo preso, ovviamente della F non lo seppe mai. 
- Ellie, piccola mia..  Se hai bisogno di qualcosa, sappi che io ci sono sempre per te - mi sorrise, ma che gli era preso? - Lo so mamma, grazie - ci abbracciammo. 

Arrivò l'ora, come promesso mi recai alla piazza dove, con le mie amiche, avevo stabilito l'incontro. Appena Amy mi vide venne ad abbracciarmi.
- Ehiiiiii - 
Anche le altre fecero lo stesso.
- Ciao ragazze - dissi.
Amy aveva pianificato tutto: shopping era il primo punto della sua lista. 
- Ragazze, oggi avevo intenzione di fare qualcosa di diverso da solito.. ma per smuoverci un po' prima shopping! -  
Amy e Cathe erano estasiate, io e Alice per nulla.
Che cosa avremmo fatto di diverso?

 Entrammo in un centro commerciale. Rimasi con la bocca aperta, era alto quattro piani, quattro piani belli pieni che erano collegati da un scala mobile lunghissima. 
Nel primo piano c'erano solo negozi per bambini. Passammo al secondo.
La scala mobile era stupenda e mi divertivo a vedere le persone da cosi in alto che manmano diventavano tanti puntini neri. Al secondo piano c'erano per lo più negozi
 di videogiochi, io, Amy e Cathe eravamo già dentro a uno di essi appena salimmo con la scala mobile. Amy prese un videogioco per Wii che consisteva nel premere 
la nota giusta al momento giusto impugnando il telecomando Wii come una chitarra elettrica. Cathe notó invece un videogioco che portava il suo nome. 
- Oh questo si chiama come me! - Io e Amy la raggiungemmo. Indicava un videogioco per Play Station 2 di nome "Catherine",lo conobbi subito.
- Oh si, io ci ho giocato, è un po' horror, non credo proprio ti possa piacere. - le dissi. 
- Vabbè, me lo compro - 
- Ma guarda che è difficile da.. - mi interruppe.
- Non posso prendere quello che voglio?! - 
- Si.. Peró.. - lei mi fissó contrariata - Vabbè se poi non ci sai giocare non chiedermi aiuto - 
- Non c'è ne sarà bisogno -  Vabbè, evitai di rispondere, tanto sapevo che mi avrebbe chiesto aiuto per il gioco e magari anche scusa. 
Mi guardai anch'io attorno, ne trovai uno per il PC.
"Slender The Arrival" si chiamava. Non potevo crederci.. in effetti sapevo che di Slenderman se ne parlasse molto in web.. ma addirittura un videogioco...
Avrei voluto comprarlo, come già detto la figura dello Slender mi attirava ma preferii lasciar perdere.
Come me ne andai, mi voltai un secondo per ammirare di nuovo il gioco.
Ed ecco che.. vidi la custodia aprirsi, lo Slender uscire direttamente da lì.
- Ma... - feci, non era possibile! Non qui! - E' sicuramente una soggezione... - Cercai di convincermene mentre mi saliva la nausea. 
Ad un tratto ebbi un mal di testa fortissimo che non mi permise di reggermi in piedi e caddi. 
- Elizabeth... - Cos'era quella voce?! Possibile che abbia parlato.. lui?! Lo Slender era davanti a me..
- Va-vattene via! Sparisci, accidenti! - 
- "Ma come.. Non volevi forse parlarmi..?"
- Non.. non ora! Ti prego, vattene! - Indietreggiai con le gambe appoggiate al pavimento. 
Immaginatevi un uomo alto due metri guardare una povera ragazzina distesa a terra. 
- Vatteneeeee! - urlai.
Di quel che accadde dopo, purtroppo, non lo ricordai mai.


- Ellie.. tutto bene?! - era Amy dietro di me. 
- Do.. dove sono? - 
- Nel bagno del McDonald's.. era l'unico bagno più vicino. -
- Ah.. capisco. Ma dove sono stata appoggiata?.. - 
- Ehm.. - guardò le altre.
- Cosa?! Mi avete lasciato sul cesso!? Cristo che schifo! - 
- Dai su, mangiamo qualcosa, ti va? - 
- Ok.. - 

Uscite dal centro commerciale Amy finalmente rivelò quali furono le sue intenzioni fin dall'inizio.
- Vi ricordate che vi ho detto che oggi avremmo fatto qualcosa di diverso.. Ecco, ho pensato di andare a fare un giro.. nel bosco più vicino! - 
Le altre rimasero allibite. Io ricevetti una breve scossa in testa, come se delle onde sonore mi avessero perforato il cranio. 
Un tizio di mia conoscenza probabilmente era d'accordo con Amy.
Ma allora.. ci stava spiando? 
Mi guardai attorno, come potevo vederlo tra la folla..?
- Ma cosa andiamo a fare? - fu Alice a parlare. 
- Io amo i boschi! Ellie oggi ha disegnato un mostro nell'ora di Arte.. così mi è venuta voglia! Sarebbe ancora piú figo se ci andassimo di notte. - 
Catherine trattenne un piccolo urlo, Amy se ne accorse.
- Ok magari di notte no.. - fece - Ma ora si. Sono solo le cinque! È pieno giorno ancora. - 
 Rimanemmo tutte perplesse a fissarci.. Solo Amy sembrava veramente convinta dell'idea. 
- Non credo sia una buona idea... -  Sbottai io 
- Quante storieee! - Amy poi guardò verso le altre - Allora siamo d'accordo!.. - 
''Ma perché?''

Così aspettammo l'autobus che ci avrebbe portato a una stazione radio affacciata alla foresta.
Una volta arrivato, mentre salivamo, Cathe cambiò espressione, non sembrava più tanto convinta della scelta presa precedentemente. 
- Tra poco è buio... - bisbigliò. Ci sedemmo, io accanto a lei. Ero l'unica che si era accorta della sua incertezza e paura... Cosi le dissi: - Tutto bene, Cathe? - 
- Sii.. - sembrava non riuscisse più a respirare, aveva gli occhi paralizzati verso il basso. Era visibilmente inorridita e stranamente pallida.
- A me non sembra.. - feci io.
- Ti dico che sto bene! - 
- Ok.. - 
Arrivammo davanti alla stazione radio. 
- Siamo venuti fin qui per.. Questo? - fece Alice - E il bosco? Dov'è il bosco? - 
- Signoreee, voltateviii... ORA! - Amy sembrava veramente entusiasta così la ascoltammo e ci girammo. Rimanemmo meravigliate. 
Mentre Cathe era stesa lì per terra.. Di fianco a noi..
- Hai visto Ca.. Oh cazzo, è svenuta!! - quasi lo dissi urlando.
- Tsk, è più fifona di te Ellie, e ce ne vuole hahahaha. Lasciala lì e andiamo noi - scherzò di cattivo gusto Amy.
- Senti - ora il suo atteggiamento mi aveva stufato - Cathe se l'è fatta sotto! E apparte te e Alice non mi pare che noi altre avessimo tanta voglia di andare nel bosco... - 
- Dici cosi solo perchè hai paura di vedere.. Lui?! - Amy mi aveva lasciato di stucco. Solo a lei avevo rivelato di aver visto "tutto scheletro niente faccia" da piccola. 
Meno male che ancora non gli avevo detto di averlo visto anche a scuola recentemente, esattamente la mattina stessa in bagno. 
- Amy.. Per favore, non fare la stupida.. - 
- Ahahahahahah ma tu pensi sul serio che ti creda? .. Secondo me son tutte palle per stare al centro dell'attenzione, vorresti essere ''speciale per qualcuno'' 
ma non lo sei! Quindi smettila di raccontare troiate solo per farti notare! Sei una ''normalissima'' ragazza come tutte noi.. Quindi non darti arie! - 
- Magari fossi davvero come voi.. - bisbigliai. Lei non sapeva che era tutto vero. Volevo veramente vivere una vita come la loro... 
- Sei patetica! Andiamo Alice! - 
La seguì.

Poco dopo Catherine si riprese.. 
- Ahia la testa.. dove sono? - 
- Distesa su una panchina, ti ci ho messo io.. Ahah, sai eri svenuta.. - 
- Hahaha.. Prima te, poi io.. Che ci è preso? Hahaha.. - 
- Già vero! Hahaha - E stranamente anche per motivi molto simili.
- Scusa per prima. - 
- Non devi dirmi nulla, so che avevi paura.. - Da felice che ero, divenni rabbuiata. 
- Piuttosto.. Amy e le altre sono andate nel bosco, io.. No.. - 
- Avevi paura? - 
- No.. Ehm.. Si.. - 
Ridemmo assieme. 
- Scusa di nuovo per.. quell'altra cosa..  -  Continuó lei.
- Mh? - 
- Per il videogioco, non voglio litigare con te per una sciocchezza simile. - 
- Oh ma non ti preoccupare, non ci stavo già più pensando. - 
Già! Peccato che mi rivenne in mente il gioco di Slender e mi sentii male di nuovo.
- Ellie, tutto apposto? .. - 
- Sì, sì, scusami.. - 
Aspettammo l'autobus e tornammo a casa.

Verso le 11 di sera, io ero già a letto ma non dormivo ancora e sentii mia madre parlare al telefono..
- Come? Amy?...  No, non è a casa nostra, perchè?... Come sparita?! Non è più tornata a casa?! Oddio... Chiama la polizia, io faró lo stesso. - 
Avevo giá capito tutto.
Slenderman l'aveva presa.
Cosi mi ritornó in mente quel bigliettino. Lo cercai nella maglia e lo aprii. C'era scritto: "Woods". Girai il foglio.. C'era scritto altro:"HELP ME!!!!" Il biglietto parlava chiaro, mi aveva letto nel pensiero. Salvare Amy era già nei miei piani e il fogliettino mi stava provocando. Voleva mandarmi in quel bosco. Lui voleva mandarmi in quel bosco. Avremmo potuto finire il nostro discorso.. esattamente dove l'avevamo lasciato. Probabilmente lo sapeva già... 
Ed io avrei accettato il suo invito.. con molto piacere. 
   
 
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