Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |      
Autore: Dragon Shiryu    05/12/2014    2 recensioni
"Impiccheranno Geordie con una corda d'oro,
è un privilegio raro.
Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1
“Run run run”


Era notte fonda e il cielo minacciava di far scatenare tutta la sua potenza nei prossimi minuti, ma, nonostante queste promesse, qualcuno non aveva affatto paura di quella minaccia, ma anzi.
Il galoppare di un maestoso purosangue color bianco latte procedeva svelto come se non ci fosse un domani, ma al fantino sopra di esso non interessava della fatica che l’animale stava compiendo in quel momento.
 “Resisti, mio amato… Sto giungendo a salvarti anche a costo della mia stessa vita!” continuava a ripetere fra sé quella persona alla quale dei biondi capelli e un grazioso e largo vestito ondeggiarono sia a causa della corsa che del vento che stava cominciando a soffiare pian piano in quella buia e fitta foresta.
Una giovane donna continuava a insistere nel suo movimento e ad ogni passo ordinava all’animale di fare tutto il possibile per giungere a destinazione, ignorando totalmente le espressioni di sofferenza che si stampavano sul muso di quest’ultimo .
In fondo non mancava molto all’obiettivo finale, o almeno è quello che lei continuava a pensare dando gli ultimi ordini al ronzino, quando iniziò a percepire sulla sua pelle candida le prime gocce di pioggia che cominciavano a farsi ben sentire sul suo viso.
E fin dai primi rombi nel cielo era certa dell’arrivo di un temporale coi fiocchi, visto che pure il vento accarezzava con violenza sia sui suoi boccoli che sulla criniera dell’animale, il quale ai primi tuoni ebbe i primi segni di impazienza tipici delle bestie.
La bionda continuava a tenere ben salda la sua presa al redine, grazie al quale era ancora ben ancorata al cavallo, ma non appena nel cielo si affacciò anche il primo fulmine, il cavallo impennò in aria le sue zampe anteriori nitrendo tanto forte che ci fu un eco che si espanse per molte zone della foresta, tant’è che perfino tutte le fiere notturne, spaventate dalla situazione, scapparono via spaventati.
- Calmati, bello! – urlò Elisabeth cercando di rimanere in sella - È solo uno stupido fulmine… e ciò non ci deve affatto stoppare!
Ma la pioggia non aveva intenzione di fermare la sua discesa e batteva talmente forte sui rami degli arbusti da rendere ancora più pauroso quel luogo, illuminato solo da una piccola lampada ad olio che Beth, così come la chiamavano tutte quelle persone che la conoscevano, riusciva a malapena a tenere nella sua mano.
Tutta quella situazione continuava a dar molto fastidio all’animale anche se, nonostante si  fosse dopo qualche minuto calmato, non ebbe il tempo di respirare un attimo, visto che, sotto esplicita richiesta di lei, riprese la sua corsa verso l’ignoto, visto che solamente la padrona sapeva la meta di quel lungo viaggio iniziato la sera.

- Sei pazza Beth? - si sorprese un’anziana donna -Vuoi andare da lui nonostante la tua condizione di ragazza madre e incinta?
- Devo farlo, madre… - le rispose con un tono di voce convinto mentre, seduta ad una sedia, guardava i suoi piccoli gemelli di 4 anni giocare allegramente accanto al caminetto -  Io lo amo! E poi sono ancora troppo giovane per rimanere vedova!
- Eppure entrambi sapevate del pericolo che correva Geordie nel racimolare il denaro necessario per far mandare avanti questa famiglia! - replicò, anche se era ben chiaro che si stesse preoccupando solamente di sua figlia.
In effetti il marito della ragazza, un giovane di 20 anni e suo coetaneo, per guadagnare qualche sterlina cacciava belve selvatiche nelle zone intorno al piccolo villaggio, un po’ come facevano la maggior parte degli uomini che abitavano vicino a Londra, sede del re Giacomo I d’Inghilterra, per poi vender il pellame al mercato di Bohenny.
- E se parto immediatamente, forse farò in tempo a salvarlo e a riportarlo a casa. Anche se non avrò l’aiuto di nessuno!
-Figliola… - incominciò a impensierire la nonna dei due gemelli – Ma dovresti saperlo che qua la gente ha rispetto per il proprio re, nonostante gira sempre di più la voce che sia uno debole di carattere e facilmente raggirabile, e tutti ci guarderanno strano non appena metterai piede fuori dall’uscio!
Ma oramai la ragazza non l’ascoltava più.
Era già in piedi a preparare lo stretto necessario per poter partire: qualche vivere, una lampada ad olio e un piccolo sacchetto di pelle marrone nascosto nella scollatura del suo vestito celeste in modo da non destare sospetti.
- Badate ai miei due figli fino al mio ritorno! – e, senza ricevere una risposta dalla signora rimasta incredula dal gesto della figlia, uscì di corsa dalla sua umile abitazione di legno.
La gente si sorprese osservandola scappare via dalla casa di legno, non capendo nulla di cosa fosse successo al suo interno, ma nonostante ciò nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi alla giovane, notando sul suo grazioso viso un mix fra l’arrabbiato e il deciso.
Per questo motivo, l’unica cosa che decisero di fare è vederla abbandonare il piccolo villaggio e dirigersi verso i suoi confini.

La loro corsa proseguì senza una sola fermata ma mentre gli zoccoli del cavallo continuarono a calpestare le pozzanghere d’acqua che, nel frattempo, si erano trasformate in vere e proprie fanghiglie a causa del terreno e del diluvio, la giovane cominciava malapena a vedere la strada da percorrere.
Ma oramai i suoi capelli erano completamente bagnati e sporchi e il suo vestito oramai inzuppato sia a causa degli schizzi di melma causati dal movimento delle zampe dell’animale su di essa che per l’acqua piovana che continuava a scendere giù ininterrottamente.
- Seppur il bosco non è molto esteso, mi sembra di cavalcare per ore! - si sorprese la ragazza arrestandosi per un attimo per la gioia dell’animale, il quale, finalmente, poté riprendere un po’ di fiato.
All’improvviso, senza nessun preavviso, un altro rombo nel cielo oscuro, per poi proseguire con un potente lampo che, illuminando il territorio circostante, fece così tanto spaventare il cavallo che impazzì del tutto cercando di far disarcionare la fantina.
- Ma cosa… - furono le sue uniche parole pronunciate dopo che, nel momento in cui smise di guardarsi attorno nel cercare di riprendere la giusta strada, cercava di mantenersi ben salda sulla sella.
Ma questa volta riusciva a malapena a restare in possesso delle redini di Milk, questo è il nome dell’animale, tant’è che all’improvviso quest’ultimo riuscì nella sua impresa per allontanarsi poi delirante e confuso in mezzo agli albero, scomparendo infine alla vista della sfortunata.
- Maledizione! –bestemmiò Beth credendo oramai che la sua misera missione fosse del tutto fallita.

I suoi passi si fecero più svelti ad ogni minuto che passava, quando alla fine prese la decisione di correre del tutto e, ignorando lo sguardo incredulo della gente, si avviò verso un misero ponte di mattoni che divideva il villaggio e un piccolo ma fitto boschetto.
- Dove andate, bella fanciulla? – la fermò all’improvviso un mendicante che passava di là con quello che sembrava il suo unico bene di valore, ovvero un grazioso cavallo dal manto color latte - Volete far visita alla corte di Londra?
- E perché dovrei parlare con uno sconosciuto?- e lo guardò strano.
- Semplice curiosità, signorina… - e questi si aggiustò il suo mantello che avvolgeva  del tutto il suo fragile e scheletrico corpo- Non voglio che una graziosa ragazza vada in giro per i boschi, soprattutto con questo tempo.
Essa decise di non pronunciare nessuna parola e vide la mano dell’uomo indicarle il cielo ma, dopo aver deciso di seguire con lo sguardo la destinazione, non notò nulla di particolare.
- Vi anticipo solo che tra poco arriverà un acquazzone che colpirà queste zone. Anche se credo che oramai sarete abituata al questo clima variabile…
-In giro nei boschi? – ripeté la biondina ignorando volutamente tutta la frase sentita - Allora datemi il vostro cavallo, così arriverò a Londra in minor tempo possibile!
L’estraneo strinse forte le redini del suo destriero, perché temeva la reazione della ragazza al suo rifiuto, cosa che effettivamente avvenne.
- Non vi preoccupate… Ve lo restituirò, potete starne certo! - promise prendendolo per un braccio e, una volta allontanato con violenza l’uomo dalla sua posizione, vi appoggiò sopra alla sella i viveri e, una volta salita sopra,  cominciò ad avviarsi.
- Ma sapete almeno cavalcare Milk?
- Per chi mi avete presa? - e senza voler sentire più sentire una parola, incominciò ad accelerare l’andatura in modo tale da superare al più presto il ponticello e sparire tra i boschi .

Ora non sapeva che ore fossero, ma ciò non le importava: oramai sembrava del tutto finito.
Cavallo e rifornimento andati e scomparsi, del tutto inzuppata e stesa quasi per terra con la fiamma della volontà che andava spegnersi pian piano.
E, mentre controllava che il sacchetto fosse ancora al suo posto, la lampada, dopo aver percorso qualche centimetro, si fermò in una misera pozzanghera la quale, a causa del vetro di protezione rotto dall’impatto col terreno, aveva fatto del tutto spegnere la fiamma, facendola completamente rimanere sola e nel quasi buio assoluto in quel bosco, che si illuminava solamente dai lampi provenienti dal quel cielo dalle tinte oscure.
E  sembrava come se fosse tutt’uno col posto circostante.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Dragon Shiryu