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Autore: Impetuosa    03/11/2008    2 recensioni
Len, un giovane uomo obbligato a combattere, si troverà davanti ad una delle più grandi scelte di utta la sua vita.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole si stagliava sull’ orizzonte; era arrivata l’ora di tramontare e di abbandonare quelle terre desolate da morte e distruzione.
Un’ altra notte, un’ altra ancora prima di ricominciare quella guerra senza fine che durava ormai da anni.

Len era l’unico di tutto il campo che non dormiva.
 
Stava sdraiato sulla schiena e guardava il sole che si allontanava sempre di più.

Sentiva il suo respiro, lento e regolare come il battito del suo cuore.

Era preoccupato, il giorno dopo avrebbe dovuto affrontare l’ ennesima battaglia.

Len era poco più che un ragazzo, aveva 23 anni allora.

Sulla testa aveva un cespuglio di capelli rossi come il fuoco.

La cosa che più colpiva nel giovane uomo erano gli occhi; grandi, espressivi, ma soprattutto di un azzurro intenso.

Len non sopportava di indossare l’armatura, gli stringeva sulle spalle e sui polpacci, ma , purtroppo, il suo destino era quello di combattere.

Il suo più grande sogno era quello di fare l’insegnante; voleva trasmettere tutto il sapere alle giovani menti ed istruirle affinché potessero cambiare il destino di quel mondo ingiusto.

Purtroppo tutti i bambini dagli otto anni in poi erano utilizzati in guerra.

Appena erano in grado di camminare venivano presi e trasportati in caserme, dove imparavano l’arte, se così si può definire, della guerra.

Ad ogni bambino veniva insegnato il corretto utilizzo delle armi, il corretto modo di montare a cavallo e gli veniva impressa in mente l’ idea che uccidere, raziare, depredare e distruggere i villaggi fosse la cosa giusta da fare.

Ovviamente, il bambino, che non è ancora in grado di compiere da solo le scelte giuste, assimilava ed apprendeva tutto ciò che gli veniva detto.

Così si creavano delle vere e proprie “macchine da guerra”.

Da quando era nato, Len si era sempre opposto a questo genere di cose, anche se aveva ricevuto lo stesso trattamento.
Per mano sua erano morti più di 10.000 uomini.

Aveva le mani e lo spirito macchiati di sangue, e ogni notte, sentiva i lamenti dei bambini che aveva massacrato, le grida delle donne che aveva violentato e il sangue denso e caldo che gli scorreva sulle mani e gli impregnava i vestiti.

Era tormentato tutte le notti da questi incubi.

Aveva cercato di dimenticare, di sotterrare il suo passato, ma non ci era riuscito.

Il dolore e la morte erano sentimenti troppo forti da dimenticare.

 Si addormentò verso le tre di notte e alle sei si destò. Bardò la sua cavalcatura, montò in sella e partì al galoppo verso l’orizzonte.

Aveva deciso di opporsi finalmente alla guerra, aveva capito che l’unico modo per espiare le sue colpe era cercare di impedire ad altri di commettere il suo stesso errore.

Si appostò vicino alla foresta ed attese di udire il suono del corno, che annunciava l’inizio di una nuova battaglia…

Non dovette aspettare molto, verso le sette sentì l’inconfondibile marciare dell’ esercito ed il galoppo dei cavalli nella radura.
Era giunta l’ora di fermare la guerra, era giunta l’ora di dimostrare al mondo che, una sola persona può fare la differenza.

Dalla radura si vide la lunga linea in movimento formata dall’ esercito nemico, Len era in prima fila.

Gli era stato affidato il compito di uccidere il generale nemico in un corpo a corpo;appena ricevette il segnale, spronò la sua cavalcatura verso la linea nemica.

Subito dopo si vide un magnifico arabo grigio galoppare verso Len, in sella c’era il generale nemico.

Appena lo vide, Len lasciò cadere la sua lancia in segno di resa; il generale ne rimase stupito e gli chiese:
“ Tu, che hai tanta sete di guerra e vendetta, proprio tu che hai ucciso più di diecimila persone indifese lasci cadere la tua lancia davanti a me? Raccogli la tua arma e combatti da uomo!”

Len rispose con calma, alzando la voce in modo che tutti potessero sentirlo:
“No, ne ho abbastanza.
Questa è una guerra inutile, molti di coloro che la combattono non sanno nemmeno la motivazione!
Io mi rifiuto di lottare ancora, e per cosa dovrei combattere?
Per un ideale che non condivido? Per una terra straziata dalla morte? NO!”

Appena finì il suo discorso Len smontò da cavallo.

Si girò e rimase in attesa.

Il generale spronò il suo purosangue arabo al galoppo e conficcò la lancia in pieno petto a Len.

Egli cadde in ginocchio mentre la guerra ricominciava, ed egli morì sentendo lo stridere delle armi.

Ma non morì invano, lasciò un ricordo a tutti i soldati che avevano assistito alla scena!

Morì per la pace!

  
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