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Autore: izayoi007    03/11/2008    3 recensioni
Diversi anni dopo un'ipotetico seguito del manga: una missione conclusa nel migliore dei modi, si rivelerà portatrice di conseguenze inaspettate.
Naruto potrà mai essere più "bambino" di quanto già non sia?
E Sasuke? Sasuke odia i bambini. Riuscirà a sopportarlo senza cedere all'irrefrenabile impulso di ucciderlo con le sue stesse mani?
Non fatevi ingannare dall'ironia della presentazione. A tratti comico, ad altri serio e riflessivo; situazioni di diverso genere si alterneranno all'interno della storia. Non tutto è come sembra...
Sasuke/Naruto principalmente [friendship and brotherhood only]
Genere: Drammatico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1.

 

 

- NARUTO! -

Il biondo, tempestivamente, si girò di scatto al richiamo del compagno di squadra ma, rallentato nei movimenti dalla stanchezza per via del prolungarsi eccessivo della battaglia, non riuscì a sfuggire all’attacco nemico.

Colpito da un poderoso calcio allo stomaco, lo shinobi della foglia ruzzolò grossolanamente sul terreno per diversi metri. A frenare la sua corsa, un grosso albero alle sue spalle contro cui rovinò dolorosamente.

Un gemito sofferente gli sfuggì dalle labbra dischiuse e poco dopo, quando si decise a rialzare le palpebre, strizzate per la fitta alla schiena e allo stomaco, davanti a sé riconobbe la figura del suo assalitore.

Poco più in là, Sasuke alle prese con un altro ninja avversario, gli gettava occhiate allarmate di tanto in tanto.

Strinse i denti e cercò di rialzarsi ma un altro calcio volò al suo viso, scagliandolo nuovamente a terra.

- Arrenditi moccioso, presto tu e il tuo amico smetterete di soffrire! - ghignò l’altro, guardandolo mentre si ripuliva il rivolo di sangue che colava giù dalle sue labbra. Naruto sorrise leggermente e puntò gli occhi, accesi da una luce determinata, in quelli neri e anonimi dell’avversario. Arcuò ancora di più le labbra quando notò la reazione spaesata del suo avversario, quindi ribatté convinto.

- Può essere, ma non sarai certo tu a porre fine alle nostre sofferenze, dattebayo!  -  si risollevò, prima che l’avversario potesse anche solo ribattere e gli lanciò contro uno shuriken che questi evitò facilmente ma, quando fece per rispondere al colpo, si trovò bloccato da dietro. Impreparato, spalancò gli occhi e girò lievemente il capo solo per vedere il Naruto che aveva davanti scomparire in uno sbuffo di fumo e ritrovarsi bloccato in una presa ferrea dall’originale dietro di lui, con un kunai puntato alla gola. Il metallo della lama brillò pericolosamente e qualche secondo dopo, la testa dell’avversario rotolò, macabramente recisa, al suolo.

Il ninja biondo represse a stento una smorfia disgustata; odiava dover uccidere e anche ora, dopo anni, evitava il più possibile di farlo, limitandosi a quando era strettamente necessario.  

Con un sospiro profondo si voltò, trovandosi davanti il suo compagno ancora alle prese con il ninja avversario. Non pensò nemmeno di avvicinarsi e aiutarlo, sarebbe stato uno smacco incredibile all’orgoglio del gelido Uchiha.

Sasuke ansimò, preparando il colpo e finalmente, quando la giusta  quantità di chakra arrivò al suo braccio, il brillio azzurrognolo e lo stridio acuto annunciarono che era pronto. Abbassò il braccio e, carico, si lanciò sullo shinobi. Quest’ultimo schivò efficacemente il primo attacco ma quando, rialzandosi, si ritrovò davanti Naruto con le braccia conserte, credendolo una minaccia, deviò lateralmente e gli lanciò contro un kunai accessoriato di una particolare carta-bomba.

Il biondo della foglia, che non si aspettava  minimamente un’azione simile, spalancò le iridi acquamarina e si lanciò il più lontano possibile dal punto in cui si era piantato il kunai. Tossì  convulsamente poiché eri sì, riuscito ad evitare l’esplosione ma non  lo sgradevole effetto degli effluvi  che gli entrarono nelle narici e nella bocca, facendogli arricciare il naso infastidito.

Quando il fumo si diradò, finalmente il ragazzo riuscì a scorgere, poco più in là, completamente liberi dal fumo, l’uomo loro avversario e Sasuke, sopra di lui, con un una mano, ancora carica, piantata nel suo petto.

Il nemico rantolò e vomitò sangue, poi piantò gli occhi vacui in quelli di Naruto e, inaspettatamente, ghignò divertito.

Un brivido scese lungo la schiena del ninja biondo.

- Ci avete sconfitto, ma almeno avrò la mia piccola vendetta! - sibilò ambiguo, ma prima che potesse fare una qualsiasi mossa, il moro sopra di lui gli scoccò un’occhiata di sufficienza ed estrasse brutalmente la mano dal suo petto, abbandonando il suo cadavere a terra. Si voltò a guardare il compagno di squadra si accigliò notando il suo sguardo vacuo e gli occhi spalancati nel vuoto.

- Dobe! Ehi, Dobe rispondimi! - quando non ricevette risposta si avvicinò al compagno e gli schiaffeggiò lievemente la guancia.

- Naruto, ehi, idiota riprenditi! - con un sussulto violento, il ragazzo tornò alla realtà e rivolse lo sguardo all’amico moro.

- Sa-Sas’ke…- mormorò confuso. Uchiha sbuffò lievemente e si ritrasse, spolverandosi la giacca da jonin.

- Andiamo…la missione è terminata…- borbottò stizzito poi si voltò e con ultima occhiata attenta, si incamminò per tornare al villaggio.

 

 

***

 

 

La mano ammantata di luminoso chakra verde sfiorò delicatamente la pelle del ventre poi si ritrasse. Sakura sospirò e sorrise al ragazzo davanti a lei, mentre questi si risistemava gli abiti.

- A posto Naruto…non hai riportato danni eccessivi, sia tu che Sasuke-kun! - Il biondo si lasciò andare ad un ampio sorriso e si alzò dal lettino su cui si era steso per la visita di controllo.

Scoccò una rapida occhiata a Sasuke che si stava rivestendo in un angolo del piccolo ambulatorio, dopodiché si voltò verso la compagna dai capelli rosa per ringraziarla.

- Grazie, Sakura-chan! - esclamò contento, illuminando la stanza con uno dei suoi radiosi sorrisi. Sakura gli sorrise di rimando e gli appoggiò una mano sulla spalla.

- Di nulla, ma cercate di stare più attenti quando andate in missione solo vuoi due! Ah…a proposito, Kakashi-sensei mi ha avvisata che fra una settimana circa, tutto il team 7 sarà impegnato in una missione, quindi cercate di non farvi troppo male fino ad allora! - li ammonì con tono scherzoso. Naruto annuì e Sasuke si limitò ad un breve cenno con il capo poi, entrambi uscirono dall’ospedale.

- Andiamo a casa Dobe, sono stanco…- borbottò l’Uchiha, incamminandosi verso villa Uchiha con il compagno di squadra giacché, da quando era tornato, i due amici aveva stabilito di vivere insieme nel vecchio quartiere Uchiha per scacciare da entrambi l’opprimente senso di solitudine che gravava sui loro cuori e poiché si ritenevano praticamente fratelli, avevano trovato quella soluzione pratica e piacevole, godendo reciprocamente della compagnia dell‘altro. Naturalmente nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso a voce alta.

- Ne, bastardo, smettila di chiamarmi “Dobe”!! - sbraitò il biondo, agitandogli un pugno davanti al viso serio. Ovviamente Sasuke non lo prese minimamente in considerazione e si dileguò con uno sbuffo di fumo. Naruto sbraitò agitandosi come un bambino, nonostante i suoi vent’anni.

- Ehi! Aspettami Sas’ke-temee!! -

 

 

***

 

 

 

Sasuke guardò nuovamente di sottecchi il compagno seduto dall’altro capo della tavola e scrutò la sua espressione pensierosa.

Corrucciò le labbra e aggrottò la fronte; il biondo non era mai stato tanto silenzioso o assente come in quel momento e decisamente tutto ciò era strano a dir poco. Rimase in silenzio ancora qualche istante poi appoggiò lentamente le bacchette sul tavolo, incrociando le braccia pallide.

- Allora Naruto, posso sapere che hai? - domandò, in tono irritato. L’altro sussultò, risvegliato dai suoi pensieri e si voltò a guardarlo, con sguardo perso. Mise a fuoco la sua figura rigida, in attesa di una risposta e bofonchiò sbrigativo.

- N-niente! Perché? - cadde il silenzio e i due si scrutarono per qualche istante, infine, Sasuke, i cui livelli di irritazione stavano salendo a velocità sostenuta, fulminò Naruto con lo sguardo.

- Mi prendi in giro, idiota? Ti conosco - mio malgrado - praticamente da una vita e credi che mi beva la tua risposta così? Mi credi davvero così stupido? - sibilò a denti stretti, fissandolo in tralice. Alla risposta affermativa del biondo si trattenne a stento dal lanciargli contro il proprio piatto, limitandosi ad emettere una sorta di basso e minaccioso ringhio.

- Scherzo! Scherzo! Solo, non preoccuparti, sto bene, davvero! Sono solamente rimasto un po’ turbato dalle parole di quel ninja oggi…chissà che intendeva…- l’ultima parte della frase la mormorò solo, come se stesse riflettendo tra sé e sé.

Uchiha arcuò un sopracciglio, scettico e ghignò brevemente.

- Tu, turbato dalle parole di qualcun altro?! Smettila Dobe con queste sciocchezze, non è certo da te farti influenzare così dalle parole di qualcun altro e, inoltre, pensare troppo non fa per te, finiscila prima che ti si fonda il cervello. Liberarmi del tuo cadavere dopo, sarebbe una seccatura immensa…- sputò acido. Appoggiò il mento sul palmo aperto della mano destra e accostò il gomito dello stesso braccio al basso tavolino su cui avevano appena consumato il loro pasto.

Com’era prevedibile, Naruto, a quelle parole si infuriò e sbatté un pugno sul tavolo, alzandosi in piedi di scatto, sbottando incollerito e con voce vagamente stridula.

- Temee!! Tralasciando il fatto che ti ho detto mille volte di non chiamarmi “dobe” e anche che te ne ho dette altrettante che non devi insultare me e la mia intelligenza…Che diavolo significa che liberarti del mio cadavere per te sarebbe solo una immensa seccatura, eh?! -

- Esattamente quello che ho detto, Dobe . - fu allora che Naruto ringhiò e si allontanò a passo pesante dalla stanza, farfugliando improperi a mezza voce, diretti al moro, tra i quali egli comprese solo un confuso “ io vado a letto, Teme”.

Sasuke ghignò fra sé e sé: almeno quell’idiota aveva smesso di crucciarsi inutilmente.

 

 

 

***

 

 

Fu un forte rumore di stoviglie che si schiantavano fragorosamente al suolo, a svegliarlo dal sonno leggero ma piacevole in cui era caduto.

Schiuse le palpebre di scatto, irritato.

Naruto, idiota.

Fu il primo pensiero coerente che il suo cervello, ancora annebbiato dalla piacevole foschia stordente del sonno, concepì.

Seccato all’inverosimile già da sé quando si svegliava tranquillamente, bruscamente riportato alla realtà da quel baccano insopportabile, Sasuke Uchiha non sentì mai così forte come in quel preciso istante, l’istinto di ammazzare dolorosamente il proprio compagno di squadra, nonché migliore amico e “fratello”.

Prese un profondo respiro e cercò di convincersi che non sarebbe valsa la pena di farsi dichiarare nuovamente “mukenin di grado S” solo per quell’idiota e, ancora di più, questa volta seriamente, sarebbe stata realmente una grossa seccatura doversi occupare del suo fastidioso cadavere.

Si alzò e con la faccia più truce e al contempo gelida che avesse mai fatto, si diresse verso il luogo da cui provenivano quei suoni agghiaccianti; sembrava che il biondo avesse intenzione di smantellargli la cucina.

Quando arrivò nella suddetta stanza i suoi occhi si sgranarono per poi ridursi a due fessure.

- Naruto…-  ringhiò a voce bassissima che, paradossalmente, in mezzo a quell’immane confusione, venne udita perfettamente dall’interessato, il quale gelò sul posto.

Sasuke guardò il compagno, con la vista ancora appannata dal sonno, che, in piedi su uno sgabello, reggeva fra le piccole mani una padella e un pacco di farina davanti ad uno stipo con le ante aperte. Sulla testa una grossa pentola che gli ricopriva quasi tutto il capo e attorno a lui, per terra e sparse un po’ per tutta la cucina, le restanti pentole e gli utensili che solitamente erano conservati nei vari armadietti.

Sentì la rabbia fargli affluire il sangue al viso e arrossare la pelle candida. Digrignò i denti e strinse i pugni.

- Mi puoi spiegare che diavolo stai combinando?! - sibilò minaccioso. Il biondo gli lanciò uno sguardo perso ma con una luce di ovvietà all’interno delle iridi chiare, stranamente più grandi di quanto ricordasse.

- Cucino la colazione, ma…- venne tempestivamente interrotto dal moro che sbatté un pugno contro la parete poi indicò, con l’indice, la stanza.

- No - sbottò - tu non stai cucinando, tu stai cercando di distruggermi la cucina, usuratonkachi! -. Il biondo lo guardò ancora più disorientato, il faccino infantile si corrucciò,  poi fece per replicare ma, ancora una volta, Uchiha lo interruppe.

- Non mi interessa. Qualunque idiozia stia per uscire da quella tua stupida bocca, non mi interessa. Pulisci e rimetti in ordine. Subito. E in silenzio. - dopodiché si voltò e sparì nel corridoio, deciso a tornare in camera e rimettersi a dormire.

Avanzò borbottando improperi irripetibili di ogni sorta fino a che, come folgorato da qualcosa, non si bloccò in mezzo al corridoi con lo sguardo fisso e una gamba ancora solleva nell‘atto di avanzare il prossimo passo. 

Si sfregò gli occhi con il braccio poi si massaggiò le tempie, infine prese un profondo respiro.

Perché Naruto aveva avuto bisogno di uno sgabello per arrivare ai pensili della cucina, quando solitamente ci arrivava senza problemi?

Perché il suo viso, la testa e persino le mani gli erano parsi assurdamente più piccoli del normale, mentre gli occhi così grandi e luminosi - quasi ingenui come quelli di un…bambino?!

Sgranò gli occhi e scosse ripetutamente il capo in senso di diniego poi fece dietro front e percorse il corridoi a ritroso a grosse falcate. Arrivato di nuovo in cucina spalancò per l’ennesima volta la porta e fissò con le iridi scure spalancate dallo shock e dall’orrore della presa di coscienza, la piccola figura che ora era di fronte a lui e lo fissava di rimando.

Scrutò in silenzio il bambino biondo dagli immensi occhi azzurri, fino a che questi, finalmente, si decise a parlare, regalandogli un enorme sorriso.

- Né, nii-chan, finalmente sei tornato! Prima non mi hai lasciato dire nulla! Ma è lo stesso…piuttosto, chi sei? E cosa ci faccio io qui?! -

Le labbra di Sasuke si piegarono in una smorfia quasi disgustata ed emise un composto verso strozzato. Se non fosse stato un Uchiha, avrebbe spalancato la bocca ed avrebbe emesso un urlo agghiacciante. 

 

 

***

 

 

Dieci minuti più tardi, Sasuke Uchiha sedeva compostamente, con aria seria, di fronte al piccolo tavolino del soggiorno, mentre un Naruto in “versione mini”, lo scrutava perplesso dall’altro capo del tavolo. Aprì la bocca, insicuro e pronunciò stentoreo.

- Ehm…nii-chan…-

- Zitto. -

- Ma… -

- Ho detto silenzio. E poi ti ho detto di non chiamarti “nii-chan”.- il piccolo Naruto richiuse la bocca, imbronciato.

Non capiva che stesse succedendo.

Si era svegliato in una casa immensa che non era la sua ma, ad una prima occhiata, sembrava non esserci nessuno a parte lui, perciò, quando il suo stomaco aveva brontolato, si era avventurato nella cucina affamato, cercando di prepararsi qualcosa da solo, come aveva sempre fatto. Poi, dal nulla, con uno sguardo mostruoso e un’aria incredibilmente furiosa, quello strano ragazzo moro si era presentato davanti a lui dandogli dell’idiota e intimandogli di rimettere in ordine. Insomma, non era colpa sua se aveva fame e non arrivava ai mobili!

D’un tratto la voce del moro lo fece sussultare.

- Dunque…ricapitoliamo: tu sei Naruto - cosa che reputo assurda, dato che il Naruto che conosco io ha vent’anni e alto quasi quanto me e a Konoha c‘è solo un Naruto, almeno con i capelli biondi e gli occhi azzurri, ma…beh, sorvoliamo…- non sai chi sono io, come sei arrivato qui e cos’è successo nelle ultime ventiquattro ore? - Naruto annuì solamente: quello strano ragazzo lo spaventava.

Sasuke assottigliò gli occhi e lo fissò sospettoso poi sbuffò. Non capiva. Insomma, che era successo durante la notte che aveva potuto ridurre Naruto in quello stato? Perché quello era Naruto, era indubbia la cosa: aveva gli occhi azzurri, i capelli biondi e il suo solito sorriso ampio, quasi accecante.

Cercò di riflettere cosa aveva potuto causare una cosa simile ma nulla gli sovvenne che avrebbe, per assurdo, potuto restringere il suo chiassoso compagno di squadra, a quel moccioso petulante, dalla voce più stridula e  fastidiosa e gli occhi più grandi ed espressivi che avesse mai visto. Sforzò ulteriormente i numerosi neuroni del suo cervello fino a che un particolare ricordo, un dettaglio, fulminò il suo cervello e le parole del ninja che aveva ucciso nella missione precedente, gli attraversarono il cervello come un fulmine a ciel sereno.    

 

- Ci avete sconfitto, ma almeno avrò la mia piccola vendetta! -

 

Ecco cosa intendeva quel maledetto shinobi! Beh, decisamente uno scherzo di cattivo gusto. Ad ogni modo, non riusciva a comprendere cosa potesse essere stato a causare un simile processo. Insomma, a quanto pareva doveva essere qualcosa che sortiva il suo effetto dopo un determinato arco temporale ma, ciò che lo lasciava più perplesso, era che lui sembrava non esserne stato colpito…che razza di tecnica aveva usato, quel ninja da due soldi, allora?

Ancora una volta spremette le meningi e finalmente il ricordo della battaglia gli fece tornare in mente il momento in cui l’avversario aveva lanciato la carta bomba e Naruto, che seppur non sembrava esserne stato colpito, aveva respirato quello strano fumo colorato e dall’odore strano che invece lui non aveva inalato.

Si premette una mano sul visto e finalmente comprese: doveva essere stato quello, magari conteneva una strana sostanza o un veleno particolare che faceva regredire le cellule del corpo fino a far tornare bambini.

L’unica soluzione era farlo visitare da Sakura o Tsunade.

Sbuffò e si concentrò su Naruto che lo guardava sospettoso, fino a che un piccolo borbottio gli fece comprendere che il biondo aveva fame. Naruto arrossì e gli sorrise nervosamente.

- Né, nii-chan…ho fame! Hai del ramen?! - Sasuke ringhiò.

- Ti ho detto di non chiamarmi nii-chan! -

- Va bene, nii-chan! -

Ora sì, che avrebbe voluto ammazzarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Bene, molto bene. Qui si conclude il primo capitolo di questa mia nuova storia. Si tratta di un lavoro all’apparenza leggero, una lettura poco impegnativa e senza troppe pretese. In realtà, essa racchiude delle tematiche importati che verranno a galla nel corso della storia, più o meno velatamente. Non sottovalutate quindi i discorsi e le vicende che si susseguiranno, poiché si riveleranno essere tutti fondamentali per lo sviluppo della storia e per il peso dei vari messaggi di fondo. Anche le cose all’apparenza più banali avranno la loro importanza.  Ed anche se il tutto verrà presentato in maniera più o meno comica, non mancheranno i momenti di serietà e riflessione. Seppur il tutto si snoderà in pochi capitoli (già scritti e che aggiungerò ogni tot di giorni, devo ancora decidere quanti).                                                                     Come avrete notato, non mi sono soffermata più di tanto sulle modalità e i motivi del ritorno di Sasuke a Konoha. Il motivo è uno solo, semplicemente non mi interessava. O meglio, non era quello ciò su cui si voleva concentrare la mia attenzione e su cui volevo far cadere la vostra. Quello del ritorno di Sasuke è un tema che non mi serviva e non mi interessava affrontare in quest’occasione. Semplicemente volevo far puntare la vostra attenzione su altro.

Uno dei temi fondamentali di questa mia storia, e forse il più evidente, sarà l’amicizia e la “fratellanza”  che lega Naruto e Sasuke. Attenzione, solo questo. Non sarà presente nel corso della storia alcun accenno vagamente yaoi o shonen ai, seppur a tratti il rapporto fra i due potrà sembrarvi ambiguo, non vedeteci qualcosa che non c’è.

Mi dispiace deludere le fan dello yaoi ma se vorrete seguire lo stesso la mia storia ne sarà ben lieta. Infondo, potrebbe essere comunque una piacevole lettura (lo spero almeno! XD).

Bene, credo di aver concluso. Un saluto e un grande ringraziamento a chi leggerà e, soprattutto, recensirà. Bacioni, Izayoi007

 

  
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