CAPITOLO 1.
- NARUTO! -
Il biondo, tempestivamente, si girò di scatto al
richiamo del compagno di squadra ma, rallentato nei movimenti dalla stanchezza
per via del prolungarsi eccessivo della battaglia, non riuscì a sfuggire
all’attacco nemico.
Colpito da un poderoso calcio allo stomaco, lo shinobi
della foglia ruzzolò grossolanamente sul terreno per diversi metri. A frenare
la sua corsa, un grosso albero alle sue spalle contro cui rovinò dolorosamente.
Un gemito sofferente gli sfuggì dalle labbra dischiuse
e poco dopo, quando si decise a rialzare le palpebre, strizzate per la fitta
alla schiena e allo stomaco, davanti a sé riconobbe la figura del suo
assalitore.
Poco più in là, Sasuke alle prese con un altro ninja
avversario, gli gettava occhiate allarmate di tanto in tanto.
Strinse i denti e cercò di rialzarsi ma un altro
calcio volò al suo viso, scagliandolo nuovamente a terra.
- Arrenditi moccioso, presto tu e il tuo amico
smetterete di soffrire! - ghignò l’altro, guardandolo mentre si ripuliva il
rivolo di sangue che colava giù dalle sue labbra. Naruto sorrise leggermente e
puntò gli occhi, accesi da una luce determinata, in quelli neri e anonimi
dell’avversario. Arcuò ancora di più le labbra quando notò la reazione spaesata
del suo avversario, quindi ribatté convinto.
- Può essere, ma non sarai certo tu a porre fine alle
nostre sofferenze, dattebayo! - si risollevò, prima che l’avversario potesse
anche solo ribattere e gli lanciò contro uno shuriken che questi evitò
facilmente ma, quando fece per rispondere al colpo, si trovò bloccato da
dietro. Impreparato, spalancò gli occhi e girò lievemente il capo solo per
vedere il Naruto che aveva davanti scomparire in uno sbuffo di fumo e
ritrovarsi bloccato in una presa ferrea dall’originale dietro di lui, con un
kunai puntato alla gola. Il metallo della lama brillò pericolosamente e qualche
secondo dopo, la testa dell’avversario rotolò, macabramente recisa, al suolo.
Il ninja biondo represse a stento una smorfia
disgustata; odiava dover uccidere e anche ora, dopo anni, evitava il più
possibile di farlo, limitandosi a quando era strettamente necessario.
Con un sospiro profondo si voltò, trovandosi davanti
il suo compagno ancora alle prese con il ninja avversario. Non pensò nemmeno di
avvicinarsi e aiutarlo, sarebbe stato uno smacco incredibile all’orgoglio del
gelido Uchiha.
Sasuke ansimò, preparando il colpo e finalmente,
quando la giusta quantità di chakra
arrivò al suo braccio, il brillio azzurrognolo e lo stridio acuto annunciarono
che era pronto. Abbassò il braccio e, carico, si lanciò sullo shinobi.
Quest’ultimo schivò efficacemente il primo attacco ma quando, rialzandosi, si
ritrovò davanti Naruto con le braccia conserte, credendolo una minaccia, deviò
lateralmente e gli lanciò contro un kunai accessoriato di una particolare
carta-bomba.
Il biondo della foglia, che non si aspettava minimamente un’azione simile, spalancò le
iridi acquamarina e si lanciò il più lontano possibile dal punto in cui si era
piantato il kunai. Tossì convulsamente poiché
eri sì, riuscito ad evitare l’esplosione ma non
lo sgradevole effetto degli effluvi
che gli entrarono nelle narici e nella bocca, facendogli arricciare il
naso infastidito.
Quando il fumo si diradò, finalmente il ragazzo riuscì
a scorgere, poco più in là, completamente liberi dal fumo, l’uomo loro
avversario e Sasuke, sopra di lui, con un una mano, ancora carica, piantata nel
suo petto.
Il nemico rantolò e vomitò sangue, poi piantò gli
occhi vacui in quelli di Naruto e, inaspettatamente, ghignò divertito.
Un brivido scese lungo la schiena del ninja biondo.
- Ci avete sconfitto, ma almeno avrò la mia piccola
vendetta! - sibilò ambiguo, ma prima che potesse fare una qualsiasi mossa, il
moro sopra di lui gli scoccò un’occhiata di sufficienza ed estrasse brutalmente
la mano dal suo petto, abbandonando il suo cadavere a terra. Si voltò a
guardare il compagno di squadra si accigliò notando il suo sguardo vacuo e gli
occhi spalancati nel vuoto.
- Dobe! Ehi, Dobe rispondimi! - quando non ricevette
risposta si avvicinò al compagno e gli schiaffeggiò lievemente la guancia.
- Naruto, ehi, idiota riprenditi! - con un
sussulto violento, il ragazzo tornò alla realtà e rivolse lo sguardo all’amico
moro.
- Sa-Sas’ke…- mormorò confuso. Uchiha sbuffò
lievemente e si ritrasse, spolverandosi la giacca da jonin.
- Andiamo…la missione è terminata…- borbottò stizzito
poi si voltò e con ultima occhiata attenta, si incamminò per tornare al
villaggio.
***
La mano ammantata di luminoso chakra verde sfiorò
delicatamente la pelle del ventre poi si ritrasse. Sakura sospirò e sorrise al
ragazzo davanti a lei, mentre questi si risistemava gli abiti.
- A posto Naruto…non hai riportato danni eccessivi,
sia tu che Sasuke-kun! - Il biondo si lasciò andare ad un ampio sorriso e si alzò
dal lettino su cui si era steso per la visita di controllo.
Scoccò una rapida occhiata a Sasuke che si stava
rivestendo in un angolo del piccolo ambulatorio, dopodiché si voltò verso la
compagna dai capelli rosa per ringraziarla.
- Grazie, Sakura-chan! - esclamò contento, illuminando
la stanza con uno dei suoi radiosi sorrisi. Sakura gli sorrise di rimando e gli
appoggiò una mano sulla spalla.
- Di nulla, ma cercate di stare più attenti quando
andate in missione solo vuoi due! Ah…a proposito, Kakashi-sensei mi ha avvisata
che fra una settimana circa, tutto il team 7 sarà impegnato in una missione,
quindi cercate di non farvi troppo male fino ad allora! - li ammonì con tono
scherzoso. Naruto annuì e Sasuke si limitò ad un breve cenno con il capo poi,
entrambi uscirono dall’ospedale.
- Andiamo a casa Dobe, sono stanco…- borbottò
l’Uchiha, incamminandosi verso villa Uchiha con il compagno di squadra giacché,
da quando era tornato, i due amici aveva stabilito di vivere insieme nel
vecchio quartiere Uchiha per scacciare da entrambi l’opprimente senso di
solitudine che gravava sui loro cuori e poiché si ritenevano praticamente
fratelli, avevano trovato quella soluzione pratica e piacevole, godendo
reciprocamente della compagnia dell‘altro. Naturalmente nessuno dei due
l’avrebbe mai ammesso a voce alta.
- Ne, bastardo, smettila di chiamarmi “Dobe”!!
- sbraitò il biondo, agitandogli un pugno davanti al viso serio. Ovviamente
Sasuke non lo prese minimamente in considerazione e si dileguò con uno sbuffo
di fumo. Naruto sbraitò agitandosi come un bambino, nonostante i suoi
vent’anni.
- Ehi! Aspettami Sas’ke-temee!! -
***
Sasuke guardò nuovamente di sottecchi il compagno
seduto dall’altro capo della tavola e scrutò la sua espressione pensierosa.
Corrucciò le labbra e aggrottò la fronte; il biondo
non era mai stato tanto silenzioso o assente come in quel momento e decisamente
tutto ciò era strano a dir poco. Rimase in silenzio ancora qualche istante poi
appoggiò lentamente le bacchette sul tavolo, incrociando le braccia pallide.
- Allora Naruto, posso sapere che hai? - domandò, in
tono irritato. L’altro sussultò, risvegliato dai suoi pensieri e si voltò a
guardarlo, con sguardo perso. Mise a fuoco la sua figura rigida, in attesa di
una risposta e bofonchiò sbrigativo.
- N-niente! Perché? - cadde il silenzio e i due si
scrutarono per qualche istante, infine, Sasuke, i cui livelli di irritazione
stavano salendo a velocità sostenuta, fulminò Naruto con lo sguardo.
- Mi prendi in giro, idiota? Ti conosco - mio
malgrado - praticamente da una vita e credi che mi beva la tua risposta così?
Mi credi davvero così stupido? - sibilò a denti stretti, fissandolo in tralice.
Alla risposta affermativa del biondo si trattenne a stento dal lanciargli
contro il proprio piatto, limitandosi ad emettere una sorta di basso e
minaccioso ringhio.
- Scherzo! Scherzo! Solo, non preoccuparti, sto bene,
davvero! Sono solamente rimasto un po’ turbato dalle parole di quel ninja
oggi…chissà che intendeva…- l’ultima parte della frase la mormorò solo, come se
stesse riflettendo tra sé e sé.
Uchiha arcuò un sopracciglio, scettico e ghignò
brevemente.
- Tu, turbato dalle parole di qualcun altro?! Smettila
Dobe con queste sciocchezze, non è certo da te farti influenzare così dalle
parole di qualcun altro e, inoltre, pensare troppo non fa per te, finiscila
prima che ti si fonda il cervello. Liberarmi del tuo cadavere dopo, sarebbe una
seccatura immensa…- sputò acido. Appoggiò il mento sul palmo aperto della mano
destra e accostò il gomito dello stesso braccio al basso tavolino su cui
avevano appena consumato il loro pasto.
Com’era prevedibile, Naruto, a quelle parole si
infuriò e sbatté un pugno sul tavolo, alzandosi in piedi di scatto, sbottando
incollerito e con voce vagamente stridula.
- Temee!! Tralasciando il fatto che ti ho detto mille
volte di non chiamarmi “dobe” e anche che te ne ho dette altrettante che non
devi insultare me e la mia intelligenza…Che diavolo significa che liberarti del
mio cadavere per te sarebbe solo una immensa seccatura, eh?! -
- Esattamente quello che ho detto, Dobe . - fu
allora che Naruto ringhiò e si allontanò a passo pesante dalla stanza,
farfugliando improperi a mezza voce, diretti al moro, tra i quali egli comprese
solo un confuso “ io vado a letto, Teme”.
Sasuke ghignò fra sé e sé: almeno quell’idiota aveva
smesso di crucciarsi inutilmente.
***
Fu un forte rumore di stoviglie che si schiantavano
fragorosamente al suolo, a svegliarlo dal sonno leggero ma piacevole in cui era
caduto.
Schiuse le palpebre di scatto, irritato.
Naruto, idiota.
Fu il primo pensiero
coerente che il suo cervello, ancora annebbiato dalla piacevole foschia
stordente del sonno, concepì.
Seccato
all’inverosimile già da sé quando si svegliava tranquillamente, bruscamente
riportato alla realtà da quel baccano insopportabile, Sasuke Uchiha non sentì
mai così forte come in quel preciso istante, l’istinto di ammazzare
dolorosamente il proprio compagno di squadra, nonché migliore amico e
“fratello”.
Prese un profondo
respiro e cercò di convincersi che non sarebbe valsa la pena di farsi
dichiarare nuovamente “mukenin di grado S” solo per quell’idiota e, ancora di
più, questa volta seriamente, sarebbe stata realmente una grossa seccatura
doversi occupare del suo fastidioso cadavere.
Si alzò e con la
faccia più truce e al contempo gelida che avesse mai fatto, si diresse verso il
luogo da cui provenivano quei suoni agghiaccianti; sembrava che il biondo
avesse intenzione di smantellargli la cucina.
Quando arrivò nella
suddetta stanza i suoi occhi si sgranarono per poi ridursi a due fessure.
- Naruto…- ringhiò a voce bassissima che,
paradossalmente, in mezzo a quell’immane confusione, venne udita perfettamente
dall’interessato, il quale gelò sul posto.
Sasuke guardò il
compagno, con la vista ancora appannata dal sonno, che, in piedi su uno
sgabello, reggeva fra le piccole mani una padella e un pacco di farina davanti
ad uno stipo con le ante aperte. Sulla testa una grossa pentola che gli
ricopriva quasi tutto il capo e attorno a lui, per terra e sparse un po’ per
tutta la cucina, le restanti pentole e gli utensili che solitamente erano
conservati nei vari armadietti.
Sentì la rabbia
fargli affluire il sangue al viso e arrossare la pelle candida. Digrignò i
denti e strinse i pugni.
- Mi puoi spiegare
che diavolo stai combinando?! - sibilò minaccioso. Il biondo gli lanciò uno
sguardo perso ma con una luce di ovvietà all’interno delle iridi chiare,
stranamente più grandi di quanto ricordasse.
- Cucino la
colazione, ma…- venne tempestivamente interrotto dal moro che sbatté un pugno
contro la parete poi indicò, con l’indice, la stanza.
- No - sbottò - tu
non stai cucinando, tu stai cercando di distruggermi la cucina,
usuratonkachi! -. Il biondo lo guardò ancora più disorientato, il faccino
infantile si corrucciò, poi fece per
replicare ma, ancora una volta, Uchiha lo interruppe.
- Non mi interessa.
Qualunque idiozia stia per uscire da quella tua stupida bocca, non mi
interessa. Pulisci e rimetti in ordine. Subito. E in silenzio. -
dopodiché si voltò e sparì nel corridoio, deciso a tornare in camera e
rimettersi a dormire.
Avanzò borbottando
improperi irripetibili di ogni sorta fino a che, come folgorato da qualcosa,
non si bloccò in mezzo al corridoi con lo sguardo fisso e una gamba ancora
solleva nell‘atto di avanzare il prossimo passo.
Si sfregò gli occhi
con il braccio poi si massaggiò le tempie, infine prese un profondo respiro.
Perché Naruto aveva
avuto bisogno di uno sgabello per arrivare ai pensili della cucina, quando
solitamente ci arrivava senza problemi?
Perché il suo viso,
la testa e persino le mani gli erano parsi assurdamente più piccoli del
normale, mentre gli occhi così grandi e luminosi - quasi ingenui come quelli di
un…bambino?!
Sgranò gli occhi e
scosse ripetutamente il capo in senso di diniego poi fece dietro front e
percorse il corridoi a ritroso a grosse falcate. Arrivato di nuovo in cucina
spalancò per l’ennesima volta la porta e fissò con le iridi scure spalancate
dallo shock e dall’orrore della presa di coscienza, la piccola figura che ora
era di fronte a lui e lo fissava di rimando.
Scrutò in silenzio
il bambino biondo dagli immensi occhi azzurri, fino a che questi, finalmente,
si decise a parlare, regalandogli un enorme sorriso.
- Né, nii-chan,
finalmente sei tornato! Prima non mi hai lasciato dire nulla! Ma è lo
stesso…piuttosto, chi sei? E cosa ci faccio io qui?! -
Le labbra di Sasuke
si piegarono in una smorfia quasi disgustata ed emise un composto verso
strozzato. Se non fosse stato un Uchiha, avrebbe spalancato la bocca ed avrebbe
emesso un urlo agghiacciante.
***
Dieci minuti più
tardi, Sasuke Uchiha sedeva compostamente, con aria seria, di fronte al piccolo
tavolino del soggiorno, mentre un Naruto in “versione mini”, lo scrutava
perplesso dall’altro capo del tavolo. Aprì la bocca, insicuro e pronunciò
stentoreo.
- Ehm…nii-chan…-
- Zitto. -
- Ma… -
- Ho detto silenzio.
E poi ti ho detto di non chiamarti “nii-chan”.- il piccolo Naruto richiuse la
bocca, imbronciato.
Non capiva che
stesse succedendo.
Si era svegliato in
una casa immensa che non era la sua ma, ad una prima occhiata, sembrava non
esserci nessuno a parte lui, perciò, quando il suo stomaco aveva brontolato, si
era avventurato nella cucina affamato, cercando di prepararsi qualcosa da solo,
come aveva sempre fatto. Poi, dal nulla, con uno sguardo mostruoso e un’aria
incredibilmente furiosa, quello strano ragazzo moro si era presentato davanti a
lui dandogli dell’idiota e intimandogli di rimettere in ordine. Insomma, non
era colpa sua se aveva fame e non arrivava ai mobili!
D’un tratto la voce
del moro lo fece sussultare.
-
Dunque…ricapitoliamo: tu sei Naruto - cosa che reputo assurda, dato che il
Naruto che conosco io ha vent’anni e alto quasi quanto me e a Konoha c‘è solo
un Naruto, almeno con i capelli biondi e gli occhi azzurri, ma…beh,
sorvoliamo…- non sai chi sono io, come sei arrivato qui e cos’è successo nelle
ultime ventiquattro ore? - Naruto annuì solamente: quello strano ragazzo lo
spaventava.
Sasuke assottigliò
gli occhi e lo fissò sospettoso poi sbuffò. Non capiva. Insomma, che era
successo durante la notte che aveva potuto ridurre Naruto in quello stato?
Perché quello era Naruto, era indubbia la cosa: aveva gli occhi azzurri, i
capelli biondi e il suo solito sorriso ampio, quasi accecante.
Cercò di riflettere
cosa aveva potuto causare una cosa simile ma nulla gli sovvenne che avrebbe,
per assurdo, potuto restringere il suo chiassoso compagno di squadra, a
quel moccioso petulante, dalla voce più stridula e fastidiosa e gli occhi più grandi ed
espressivi che avesse mai visto. Sforzò ulteriormente i numerosi neuroni del
suo cervello fino a che un particolare ricordo, un dettaglio, fulminò il suo
cervello e le parole del ninja che aveva ucciso nella missione precedente, gli
attraversarono il cervello come un fulmine a ciel sereno.
- Ci avete sconfitto, ma almeno avrò la mia piccola vendetta! -
Ecco cosa intendeva
quel maledetto shinobi! Beh, decisamente uno scherzo di cattivo gusto. Ad ogni
modo, non riusciva a comprendere cosa potesse essere stato a causare un simile
processo. Insomma, a quanto pareva doveva essere qualcosa che sortiva il suo
effetto dopo un determinato arco temporale ma, ciò che lo lasciava più
perplesso, era che lui sembrava non esserne stato colpito…che razza di tecnica
aveva usato, quel ninja da due soldi, allora?
Ancora una volta
spremette le meningi e finalmente il ricordo della battaglia gli fece tornare
in mente il momento in cui l’avversario aveva lanciato la carta bomba e Naruto,
che seppur non sembrava esserne stato colpito, aveva respirato quello strano
fumo colorato e dall’odore strano che invece lui non aveva inalato.
Si premette una mano
sul visto e finalmente comprese: doveva essere stato quello, magari conteneva
una strana sostanza o un veleno particolare che faceva regredire le cellule del
corpo fino a far tornare bambini.
L’unica soluzione
era farlo visitare da Sakura o Tsunade.
Sbuffò e si
concentrò su Naruto che lo guardava sospettoso, fino a che un piccolo borbottio
gli fece comprendere che il biondo aveva fame. Naruto arrossì e gli sorrise
nervosamente.
- Né, nii-chan…ho
fame! Hai del ramen?! - Sasuke ringhiò.
- Ti ho detto di non
chiamarmi nii-chan! -
- Va bene, nii-chan!
-
Ora sì, che avrebbe
voluto ammazzarlo.
Bene, molto bene. Qui si conclude
il primo capitolo di questa mia nuova storia. Si tratta di un lavoro
all’apparenza leggero, una lettura poco impegnativa e senza troppe pretese. In
realtà, essa racchiude delle tematiche importati che verranno a galla nel corso
della storia, più o meno velatamente. Non sottovalutate quindi i discorsi e le
vicende che si susseguiranno, poiché si riveleranno essere tutti fondamentali
per lo sviluppo della storia e per il peso dei vari messaggi di fondo. Anche le
cose all’apparenza più banali avranno la loro importanza. Ed anche se il tutto verrà presentato in
maniera più o meno comica, non mancheranno i momenti di serietà e riflessione. Seppur
il tutto si snoderà in pochi capitoli (già scritti e che aggiungerò ogni tot di
giorni, devo ancora decidere quanti).
Come avrete notato, non mi sono soffermata più di tanto sulle modalità e
i motivi del ritorno di Sasuke a Konoha. Il motivo è uno solo, semplicemente
non mi interessava. O meglio, non era quello ciò su cui si voleva concentrare
la mia attenzione e su cui volevo far cadere la vostra. Quello del ritorno di
Sasuke è un tema che non mi serviva e non mi interessava affrontare in
quest’occasione. Semplicemente volevo far puntare la vostra attenzione su
altro.
Uno dei temi fondamentali di questa
mia storia, e forse il più evidente, sarà l’amicizia e la “fratellanza” che lega Naruto e Sasuke. Attenzione, solo
questo. Non sarà presente nel corso della storia alcun accenno vagamente yaoi o
shonen ai, seppur a tratti il rapporto fra i due potrà sembrarvi ambiguo, non
vedeteci qualcosa che non c’è.
Mi dispiace deludere le fan dello
yaoi ma se vorrete seguire lo stesso la mia storia ne sarà ben lieta. Infondo,
potrebbe essere comunque una piacevole lettura (lo spero almeno! XD).
Bene, credo di aver concluso. Un
saluto e un grande ringraziamento a chi leggerà e, soprattutto, recensirà. Bacioni,
Izayoi007