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Autore: Oneipo_    06/12/2014    1 recensioni
Lo sapevi che in Giappone, quando si riparano le ceramiche rotte, non si nasconde il danno ma lo si sottolinea, riempiendo d'oro le linee di frattura? Perché credono che quando una cosa ha subìto un danno e ha una storia, diventi più bella.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Prologo)
 

Storie di vita e di eroi.




La musica pompa sulla cassa vicino al bancone del bar in maniera insistente, facendo muovere a tempo persone di ogni genere e ogni età, risucchiati dall'atmosfera cupa e il forte odore di fumo che impregna l'aria. Lei se ne sta lì, con i gomiti appoggiati a un tavolo, una mano che tiene stretta una Corona ormai calda, gli occhi spenti. Le tequile ingoiate tutte di un colpo le stanno facendo girare la testa fino ad arrivare a un senso di nausea che si sta impegnando di frenare con tutte le sue forze. Qualcuno le ha dato in mano quella birra e lei non è stata neanche in grado di alzare lo sguardo per vedere chi fosse.
«Fanculo», impreca.
Delilah la sta osservando da lontano, mentre si muove sinuosamente attaccata a uno sconosciuto che le farà compagnia quella notte e fuggirà dal suo letto la mattina seguente, senza che si siano neanche detti il proprio nome.
«Ella! - urla avvicinandosi - non avresti dovuto bere così tanto.»
Ella scuote la testa e si alza all'improvviso, senza dare retta un secondo di più alla voce che continua a chiamarla.
Alla fine il suo stomaco ha vinto sulla sua forza di volontà.

 
Sono le dieci e quaranta e la sigaretta tra le sue dita si consuma velocemente, senza che lui abbia fatto neanche un tiro. L'ha accesa automaticamente perché è questo che fa quando qualcosa lo preoccupa, quando si ferma a pensare e invece vorrebbe solo dormire, o uscire, o guardarsi un film. Liam è rientrato da poco e si è addormentato velocemente, lo sa perché non gli ha neanche rivolto parola, stanco dalle ore di lavoro, ma si è diretto nella sua stanza e ha chiuso a chiave la porta. Louis controlla il suo cellulare con un intervallo di due secondi a volta e bestemmia ciccando la sigaretta consumata. Nella sua testa il pensiero fisso di essere sbagliato, di amare in modo sbagliato, di essere nato alla rovescia. Sua madre che - forse - avrebbe pianto, suo padre che - di sicuro - lo avrebbe ucciso.
La voglia di prendere e mollare tutto: quella casa da quattro soldi, l'università che finge di frequentare, il lavoro da commesso che detesta. La voglia di scappare senza una meta perché la vita è così breve per piangersi addosso.
Il suo telefono suona e "mi ero addormentato", legge sul display dei suoi messaggi.
Sbuffa. Sorride. Impreca di nuovo. Accende un'altra sigaretta e stavolta tira a pieni polmoni.

 
Shannon ha diciassette anni, una borsa nuova di zecca e i capelli rossi. Cammina per Oxford Street insieme ai suoi amici, sorridendo a una battuta di Veronica che non ha capito, ma poco le importa. Ha voglia di vivere la notte, di ubriacarsi a un pub e salire sulla London Eye, suonare ai campanelli delle case nel Barnes e aspettare l'alba. Vuole godersi la sua giovane età fino in fondo e chissenefrega se, a quest'ora, dovrebbe stare a casa a preparare il compito di matematica.
A lei Londra piace di notte, quando le luci si accendono e colorano le strade, quando si sente la musica dai bar e lo sferragliare della metropolitana, quando le persone non hanno più il bisogno di correre e si fermano per passeggiare e stringersi nelle sciarpe di lana.
A lei Londra piace quando Trisha ride troppo forte e qualcuno si gira a guardarla, quando Dallas si accende uno spinello e "se vedete uno sbirro, correte", quando le vetrine colorate si riflettono negli occhi di Cameron. Le calze rovinate sulle ginocchia, un cappotto troppo corto e la schiena scoperta, le Vans nere che le ha regalato suo fratello. Shannon è un gelato alla vaniglia e mirtilli, una Coca-Cola bevuta di fretta, lo smalto colorato alle dita, i cappelli strani in testa. È allegria, spensieratezza, rientrare tardi la sera e marinare la scuola, rotolarsi per Hyde Park, andare in bicicletta a casa di sua nonna.
E a Shannon, Londra piace soprattutto quando l'unico suono tra le vie isolate proviene dal rumore dei passi suoi e della sua compagnia di amici.

 
Sistema sulla testa un frontino colorato e indossa la maglia sportiva che ha comprato al negozio in centro, prima di uscire dagli spogliatoi. Sorride a qualche ragazza, abbraccia il suo asciugamano arancione, stappa la sua bottiglietta piena d'acqua per bere un sorso e prepararsi.
Aline insegna danza classica alla Inside Gym ed è l'unica cosa che le piace della sua vita. Se potesse, butterebbe all'aria i suoi vestiti costosi, le chiavi del suo appartamento a Soho, quella collana che suo padre le ha regalato lo stesso giorno in cui le ha abbandonate, la sciarpa di Burberry che si era sempre rifiutata di indossare. Brucerebbe ogni cosa, ma non la sua passione per la danza e gli sguardi delle sue allieve ogni volta che le vede muoversi sul parquet della palestra o sul legno di un palcoscenico.
Aline ha un forte accento francese, che odia e che sta cercando di migliorare, ha il naso un po' all'insù e i capelli a caschetto. Nella sua vita si fida solo di tre persone: sua madre, sua sorella e il suo migliore amico. Il suo sogno è di diventare una ballerina famosa, a fianco di Roberto Bolle o Natalia Osipova, e vorrebbe essere nata negli anni '60.
 
Le sue allieve la salutano da lontano, con i capelli legati in perfette cipolle e le scarpe da danza già ai piedi. Aline sorride e le incita a entrare nell'aula per i primi riscaldamenti. L'aria è consumata e la grande vetrata un po' appannata. Accende lo stereo e fa dei respiri, la musica parte, rimbomba tra le pareti, le arriva dritta al cuore, e Aline pensa che in fondo anche questo le basta.







 
Come potete notare, se trovando questa storia vi siete soffermati un attimo sulla mia pagina, non sono nuova di qui,
ma l'ultima volta che ho davvero pubblicato qualcosa risale a Gennaio 2013 e , lo so che è un sacco di tempo fa.
Non ho mai smesso di scrivere, ho solo smesso di pubblicare.
Poi un giorno mi sono detta che non valeva la pena tenere tutto nei miei archivi e quindi eccomi qua, con una storia che ho iniziato e ovviamente ancora non finito, ma che prometto mi impegnerò a portare avanti.
Non lo so da dove mi è uscita, so solo che avevo così tanti personaggi e idee e cose da portare avanti, che ho deciso di comprendere tutto in un'unica storia e questo è solo l'inizio di ciò che è venuto fuori.
Saranno diverse coppie che in qualche modo hanno l'una a che fare con l'altra, poi, se mi seguirete, scoprirete come! Ognuno di loro ha una vita diversa e affronterà le sue debolezze.
Quindi in questo capitolo abbiamo Ella, Shannon, AlineLouis, che non c'è bisogno che ve lo presento.

AH! Il titolo non è di mia invenzione, ma è una canzone degli U2 che tutti voi dovreste ascoltare perché è stupenda.


Vi lascio un saluto, un ringraziamento se vi fermerete a leggere questa pazzia, e un abbraccio.
A presto.
Oneipo_


 
  
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