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Autore: Lelli 91    31/01/2005    3 recensioni
"Un'antica leggenda...l'eterna lotta tra il bene e il male...la perenne battaglia che vede affrontarsi la Luce e i suoi cavalieri contro l'Odio ed i suoi demoni...la guerra apparentemente infinita sta ormai per volgere alla conclusione...l'ora é vicina..."
*Ecco la mia primissima fiction (aggiornata e rivista) a più capitoli! Protagonista principale Ilary...e tutti gli altri personaggi...grazie a tutti coloro ke leggeranno e commenteranno! Ilary/Kai, Max/Mariam, Ray/Salima, Prof/Emily, Takao/Nuovo personaggio (eheh...!)*
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I cupi grigiori della notte dominavano ormai su Tokyo da diverse ore, inghiottendola sempre più nelle viscere dell’oscurità. Gli astri erano coperti dalle nuvole dense e la visibilità era impossibilitata dalla pioggia fitta ed insistente… soltanto i lampi ed i fulmini, a ritmi irregolari, favorivano la scarsissima luminosità dell’atmosfera… Tuttavia, tra le tenebre, un lume ancora brillava in una casa, come a voler portare speranza e luce negli animi disperati dei suoi abitanti, persi nel proprio dolore come in una notte senza stelle…
Nella cucina di casa Kinomiya 5 adolescenti se ne stavano rannicchiati attorno ad un tavolino basso, in tipico stile giapponese, senza scambiarsi una parola, tutti persi nei propri pensieri. Ad un tratto, il rumore di una porta che si riapriva per poi richiudersi repentinamente fece risvegliare i ragazzi dal loro torpore. Ray, gli occhi gonfi e il viso sconvolto, si voltò verso la porta della cucina e gli stupefacenti occhi color amaranto di Ilary gli restituirono timidamente lo sguardo, tentando di risultare rassicuranti.
Ray = “Ilary…”
La giapponese gli si avvicinò porgendogli una grossa tazza fumante.
Ilary = “bevila tutta, Ray…mi raccomando…”
Il cinese annuì debolmente, afferrando la tazza dal liquido bollente fra le sue mani e prese a sorseggiare, mentre Ilary gli sedeva vicino. Chiuse gli occhi per un attimo, cercando di non pensare a niente e di abbandonarsi alla piacevole sensazione di quel liquido caldo a contatto con le sue labbra…ma non c’era scampo, doveva pensare. Ray smise di colpo di bere e sbatté violentemente la tazza sul tavolino di legno.
Ray = “come HO POTUTO lasciarla da SOLA?! Come HO POTUTO essere così STUPIDO?!”
Ilary, dapprima leggermente spaurita, cercò di ricomporsi circondando le spalle dell’amico con un braccio. Adesso l’attenzione di tutti i presenti era rivolta a loro.
Ilary = “adesso smettila Ray, abbiamo tentato in tutti i modi di spiegarti che non è colpa tua…”
Ma Ray la ignorò.
Ray = “la ucciderà e sarà SOLO TUTTA colpa mia!!!
Non la rivedrò MAI PIÙ!!!”
La giapponese cercò di scrollarlo un pochino, anche se con scarsi risultati.
Ilary = “bevi la camomilla, dai…”
Ray =”oh, ma certo! Salima è stata rapita da uno psicopatico che ha già tentato di fare fuori Ele, Takao, TUO figlio, e io sto qui a bere CAMOMILLA!!!”
Ilary = “basta Ray!!! Guardami…HO DETTO GUARDAMI!!!”
Finalmente, il cinesino si decise a voltare lo sguardo e lei si addolcì.
Ilary = “ti prometto che la ritroveremo sana e salva…ora però, bevi la camomilla…per piacere…”
Lentamente Ray annuì, un po’ rincuorato, e riprese a sorseggiare, tra i sospiri dei suoi compagni.
Trascorse qualche minuto nel silenzio più assoluto quando qualcuno bussò alla porta di casa. Ray smise di sorseggiare mentre Ilary andò ad aprire. La giapponese scomparve al di là della pota scorrevole della cucina ed aprì la porta, accogliendo cortesemente gli ‘ospiti’.
Ilary = “benvenuti…”
Si scambiarono alcuni convenevoli e si recarono nuovamente in cucina, facendo il loro ingresso. Emily, Mariam ed il Prof erano tutti bagnati, a causa della pioggia.
Quest’ultimo prese posto a sedere tra Ilary e Ray, che lo fissava ansioso, ed estrasse dall’interno del suo impermeabile il suo fedelissimo portatile, adagiandolo con cura sul tavolino di legno.
Prof = “scusa il ritardo, Ray, ma siamo venuti appena possibile…”
Ray = “non importa…grazie…dimmi, hai qualche ipotesi?”
Prof = “la polizia sta setacciando il porto, ma non credo che si trovino lì…dopo i due incidenti la sorveglianza è raddoppiata e, anche volendolo, Zacharias non sarebbe potuto sgattaiolarne all’interno senza essere riconosciuto…”
Ray = “quindi…dove pensi che…?”
Prof = “beh…in realtà non ho molti dati a riguardo…potrebbe essersi rifugiato a casa sua, sempre ammesso che ne abbia una…se solo avesse lasciato qualche traccia…”
Ray abbandonò la tazza, ormai vuota, sul tavolo e cercò di ricostruire quei pochi minuti in cui aveva avuto la possibilità di ‘esplorare’ indisturbato la stanza dell’ospedale dopo che Salima era stata rapita…sempre poi che a rapirla fosse stato Zacharias…ma c’erano troppe coincidenze a riguardo…non poteva perdere tempo a fiutare altre piste possibili…cercò allora di concentrarsi sulla camera dell’ospedale…le lenzuola sfatte ma non sgualcite, come se non ci fosse stata una lotta…la finestra spalancata…la lampada sul comodin…un momento!
Ray = “la FINESTRA!”
Tutti si voltarono a guardarlo.
Prof = “come, scusa?”
Ray = “c’erano dei segni di fango sul davanzale, la terra era ancora fresca e sapeva di muschio…e…c’erano degli aghi di abete rosso…”
Prof = “abete rosso? Ma si trova solo ad altitudini molto elevate! Dove…?”
Ray gli scoccò un’occhiata eloquente e il Prof sembrò intuire qualcosa. Prese a battere furiosamente sulla tastiera del portatile, fino a quando…
Prof = “…il monte FUJI è pieno di abeti rossi…ma allora…”
Senza aspettare la conclusione del professore Ray si alzò e si diresse all’ingresso di casa, indossando le scarpe ed un giubbotto pesante. Ilary lo raggiunse prima che potesse andarsene, confusa.
Ilary = “Ray! Ma cos…?!”
Ray = “Ilary, chiama la polizia e dì loro che Zacharias si trova sul monte Fuji al capannone abbandonato, quello dell’altra volta…”
Ilary = “…ma…tu…?”
Ray = “io ho un conto in sospeso con un certo Zacharias Jones…”

***



Salima aprì gli occhi sbattendo più volte le palpebre…si guardò intorno e si accorse ben presto di non essere a casa sua, né, tanto meno, nel lettino dell’ospedale. Si trovava una stanza a dir poco enorme, con delle finestre altissime e tutte rigorosamente dalle tendine tirate. L’unica fonte di luce erano delle candele poste sul comodino alla sua sinistra… era morbidamente adagiata su un letto matrimoniale dal copriletto un po’ lercio ma riccamente ricamato e…INDOSSAVA UN ABITO DA SPOSA?!
Fece per parlare, per chiedere aiuto, spiegazioni ad un suo interlocutore immaginario, inesistente, quando un uomo fece il suo ingresso nell’ampia sala.
Salima = “…Z…Zacharias?! Z…Zacharias Jones?!”
Il latitante le restituì un ampio sorriso, scostandosi i capelli scuri leggermente brizzolati dalla fronte, rivelando alla giovane e stupita canadese un’antica e trascurata bellezza.
Zacharias = “…ben svegliata…Sofie…”
Salima = (Sofie?!)
La rossina fece per contestare, chiedendo una spiegazione plausibile a tutto ciò che le era capitato quella notte, quando Zacharias si voltò, dandole le spalle, verso una sorta di antica e lercia libreria…mentre costui trafficava con dei vecchi e polverosi libri, gli occhi di Salima indugiarono sulle sue tasche dei jeans…in una di queste vi era un rigonfiamento di dubbia provenienza che non lasciava presagire nulla di buono…fu soprattutto questo ad indurla a tacere…se, come si diceva, era un pazzo furioso, le conveniva tenerselo buono… in quella, Zacharias riprese a parlare.
Zacharias = “… sai… mi ci è voluto del tempo per capire chi fossi tu in realtà… beh… devo ammettere che all’inizio ti avevo persino scambiata per una mocciosa qualunque, che credeva di fare la furba…”
Salima si sentì girare la testa… non ci capiva niente! Ma dove voleva arrivare con quel discorso?!
Contemporaneamente, mentre la giovane formulava i suoi confusi pensieri, Zacharias si voltò verso di lei, raggiante. Reggeva uno di quei tanti vecchi libri. Prese a camminare verso di lei, verso il letto, continuando il suo discorso.
Zacharias = “…ma alla fine ho compreso…la tua voce…il tuo aspetto…il tuo sorriso…quasi stentavo a crederlo…tu…la mia Sofie…sei tornata da me…”
Si sedette accanto a Salima, sotto il suo sguardo allibito… lei?! Sofie?! Tornata da lui?! Era pazzo, non poteva esserci ché quella spiegazione…come poteva credere una cosa del genere?! In pratica la credeva una specie di reincarnazione!
Zacharias le adagiò in grembo quel libro polveroso che teneva con se, che in realtà poi si rivelò essere non un semplice libro ma un album fotografico.
Salima prese a sfogliarlo distrattamente, mentre la sua mente ancora vagava, cercando una soluzione per venire fuori da quell'orrenda situazione…si trovava nella stessa camera con un latitante, che aveva attentato più volte alla sua vita e a quella dei suoi amici…che fare?
Troppo presa dai suoi pensieri Salima non si accorse subito di che genere di album di fotografie le avesse rifilato quell’uomo (che la considerava sua moglie!) ma le bastò una seconda occhiata più attenta per capire che in quelle pagine erano immortalati i momenti più significativi di un matrimonio, anche se non sapeva dire di chi… alla terza occhiata riuscì finalmente a recepire il messaggio che Zacharias le aveva voluto lanciare porgendole quell’album… quelle erano le foto del “loro” matrimonio…
Salima = “ma…queste sono…”
Zacharias = “...sì...le foto del nostro matrimonio!”
Cercando di reprimere la voglia di urlargli in faccia che “loro” non erano sposati, Salima si concentrò nuovamente su quelle istantanee. Voltò pagina e rimase a fissare assorta la foto che vi era impressa.
Uno Zacharias di 15 anni più giovane (non dimostrava più di 25 anni) sorrideva contento, il volto florido e avvenente, mentre con una mano circondava affettuosamente una donna, nella quale Salima si riconobbe. Sofie sorrideva più bella e felice che mai, molto simile ad un angelo, grazie anche a quell’abito bianco da cerimonia che rendeva la sua esile figura ancora più eterea…lo stesso abito che adesso stava indossando lei…
Zacharias = “ah! Quella è la mia fotografia preferita! Ce l’hanno scattata al banchetto, subito dopo la cerimonia…”
Salima = “vi volev… cioè… CI volevamo molto bene…”
Zacharias = “certo! Il nostro amore disinteressato era puro e semplice…”
Il volto dell’ormai quarantenne Zacharias si allargò in un sorriso strano, cupo…
Zacharias = “eri tutto il mio mondo…avrei dato qualsiasi cosa per te…la mia stessa vita! Ma nessuno l’ha mai capito… prima la tua famiglia, poi la tua stessa salute così cagionevole…continuavano imperterriti nel loro intento, decisi a dividerci a tutti i costi! La tua morte mi ha distrutto…ho sentito la mia anima sgretolarsi, andare in frantumi…era troppo il dolore che mi opprimeva… così cominciai a bere, comportandomi come un poco di buono qualunque… proprio come mi avevano sempre considerato i tuoi parenti…ma…adesso tu sei qui… ripartiremo da zero, ricostruendo tutto pietra su pietra…nessuno mai adesso ci potrà più dividere…”
Salima s’incantò a fissare il volto radioso di Zacharias al pensiero del loro futuro insieme, e si disse che in fondo non era cattivo, ma semplicemente un povero disperato pazzo d’amore, incatenato nella sua solitudine per troppo tempo…
Zacharias = “a che cosa pensi, Sofie?”
Salima, colta in fallo, sussultò per la sorpresa.
Salima = “stavo…pensando a…a...al matrimonio…”
Zacharias = “oh! Aspetta un secondo, vado a vedere se di là ho qualche altro album…torno subito…”
Zacharias si alzò dal letto e si diresse alla porta, ruchiudendosela con cura dietro le spalle. Salima riprese allora a sfogliare curiosa l’album di fotografie, assorta… man mano che girava pagina, uno Zacharias allegro e sorridente le restituiva lo sguardo… possibile che quello Zacharias innocentemente innamorato e che fino a qualche attimo prima le aveva parlato con dolcezza fosse lo stesso uomo che aveva tentato di mettere fuori gioco lei e gli altri?
Ad un tratto, il filo dei pensieri di Salima fu bruscamente interrotto da un rumore improvviso… la porta della stanza si era aperta per poi richiudersi bruscamente. Salima si voltò allora verso l’entrata e vide…
Salima = “RAY!!!”
La canadese scese in fretta dal letto, incredibilmente sollevata, mentre il suo ragazzo le correva incontro, abbracciandola stretta.
Ray = “stai bene, per fortuna! Dio, stavo morendo di paura…”
Salima = “anche io, Ray…grazie al cielo sei qui…” I due si discostarono leggermente l’uno dall’altra, per potersi finalmente guardare negli occhi…
Ray = “la polizia sta per arrivare…sarà qui a momenti…”
Salima = “si Ray, ma…”
Ray = “non c’è tempo…me lo dirai dopo…quel pazzo potrebbe tornare da un momento all’latro…”
Salima = “proprio per questo, Ray…lui é…”
Le parole di Salima furono soffocate da un urlo lacerante, poi uno sparo riecheggiò nell’aria…
Zacharias era tornato e, alla vista dei due abbracciati, si era messo ad urlare, sfoderando la pistola dalla quale poi fece partire un colpo verso il tetto.
Salima = “Zacharias…”
Zacharias parve non sentirla, piuttosto si scagliò irato verso Ray, sollevandolo per il colletto della maglia e puntandogli una pistola alla tempia.
Zacharias = “NON TI AVVICINARE A LEI! NON PROVARE NEMMENO A TOCCARLA! SOFIE È MIA, HAI CAPITO?! E ADESSO CHE L’HO RITROVATA NESSUNO HA PIÙ IL DIRITTO DI PORTARMELA VIA!!!”
Salima vide le dita di Zacharias muoversi in prossimità del grilletto… si mise ad urlare…se avesse fatto qualcosa a Ray non se lo sarebbe mai perdonato…
Salima = “NO! Non farlo…”
Sia Zacharias che Ray si voltarono verso di lei.
Salima =”non fargli del male…te ne prego…”
Zacharias = “…ma…Sofie…”
Salima trasse un lungo, profondo respiro… doveva dirglielo, ormai… tuttavia scelse le parole con molta cura… non doveva dimenticare che quell’uomo teneva ancora Ray sotto tiro…
Salima = “…Zacharias… io… io non sono Sofie… lei… lei è morta quindici anni fa… e tu questo lo sai bene… io… io sono solo la nipote di Sofie, mi chiamo Salima…”
La canadese vide il volto dell’uomo che le stava di fronte contrarsi in una smorfia di rabbia e dolore.
Zacharias = “NON È VERO! TU MENTI!!!”
Salima = “non sto mentendo…Sofie non è più su questa terra, e questo tu probabilmente lo sai meglio di me…ma anche se con il corpo non è più qui questo non toglie che lei se ne sia andata per sempre…*le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente…e puoi trovarle sempre qui…nel tuo cuore*…”
Salima fece una pausa, premendosi il petto con una mano.
Salima = “…prima di compiere delle azioni avventate pensa a Sofie…la tua bella Sofie…lei ti guarda sempre, non dimenticarlo…cosa pensi che ti direbbe adesso, vedendoti…?”
Lentamente, senza togliere gli occhi di dosso a Salima, Zacharias allentò la presa sul colletto di Ray, che cadde a terra, massaggiandosi il collo e la tempia.
Il latitante allora si buttò per terra, cominciando a piagnucolare.
Zacharias = “come ho potuto?! Avevano ragione i tuoi genitori, Sofie! Sono un poco di buono! Non ti meritavi un reietto come me! Perdonami!!!”
In quel momento irruppe la polizia. Due poliziotti si lanciarono subito su Zacharias, che si fece ammanettare senza opporre resistenza alcuna. Solo allora, quando era ormai sicura che il pericolo fosse passato, Salima si precipitò da Ray.
Salima = “Ray! È tutto a posto?!”
Ray non rispose subito, stava ancora fissando Zacharias… e quando i loro occhi si incrociarono lesse delle chiare parole sulle sue labbra.
Zacharias = “...abbi cura di lei…”
Il cinese annuì con decisione. Si alzò e prese Salima per mano, stringendola con fare protettivo.
Salima = “Ray? Mi hai sentita? Ti ho chiesto se era tutto a posto…”
Ray = “si, certo…torniamo a casa…”

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*...* Le battute tra asterischi non sono di proprietà mia, ma sono copyright di Alfonso Cuaron o di chi, per lui, ha scritto le battute del copione del film di "Harry Potter and the prisoner of Azkaban"
  
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