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Autore: RadioPotter    06/12/2014    1 recensioni
James Sirius Potter e sua sorella Lily sembrano proprio non riuscire ad andare d'accordo, negli ultimi tempi. Servirà un pupazzo di neve per farli riappacificare!
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il pupazzo di neve - Helena

Quell’anno ad Hogwarts aveva nevicato più del solito, e l’intera zona sembrava tempestata di innumerevoli diamanti di ghiaccio. Il vecchio Hagrid stava portando l’ultimo gigantesco abete in Sala Grande, e il professor Vitious stava già addobbando la scuola con ghirlande, cristalli di ghiaccio e rametti di vischio dribblati dai ragazzi con sorprendente agilità.

Lily si soffiò sulle mani rilasciando una grossa nube di fumo bianco mentre andava di corsa dalla serra al castello: aveva appena il tempo di cambiarsi il vestito e le calze zuppi di neve sciolta prima di pranzo.

“Ciao Lily!” Hugo la raggiunse, di ritorno dalla lezione di Cura delle Creature magiche, col mantello spolverato di neve: evidentemente si erano avventurati ai margini della Foresta.

“Oh, Hugo… scusa, ma sono di frettissima!” disse lei, continuando spedita verso il castello. “Ho una fame da lupi e Trasfigurazione comincia subito dopo, per cui proprio non ho tempo per…”

Proprio in quel momento una gigantesca palla di neve la colpì sulla nuca, infilandosi giù lungo la schiena ed obbligandola a fermarsi e a voltarsi furente.

“Questo è veramente troppo… James, io ti ammazzo!” disse, mentre vedeva il fratello scivolare fuori dal Mantello dell’Invisibilità  piegato in due dal ridere. Dimenticato il cambio d’abito e il pranzo, si diresse verso il fratello maggiore, prese il Mantello argenteo infilandolo nella cartella e gli disse: “Lo trovi divertente?”

“S-sì… tu… nonna… identiche…” disse James, senza smettere di sbellicarsi.

“Ah, sì? Io e nonna saremmo identiche? Be’, si dà il caso che tutto il corpo docenti, e non solo, è d’accordo nel paragonarti al più grande combinaguai della scuola dal tempo degli zii Fred e George! E poi, come facevi a sapere che ero qui?” Naturalmente sapeva come aveva fatto: nell’ultimo periodo era sempre così su di giri all’idea di farla infuriare che quella volta si era dimenticato di chiudere la Mappa del Malandrino, che gli sbucava brulicante di vita dalla tasca posteriore dei jeans.

“Comunque, da quant’è che sei qui? Guarda che, se mamma scopre che salti ancora le lezioni, tanti saluti al tuo viaggio in Germania per la trasferta dei Puddlemere United!” lo stuzzicò lei. Lui divenne tutto rosso all’idea che sua sorella facesse la spia. Continuava a fare freddo, ma in quella zona il clima si faceva bollente.

Hugo, silenzioso come sempre, nel frattempo aveva cominciato a formare un piccolo mucchietto di neve tra i due fratelli.

“Hugo, che stai facendo?” gli chiese James.

“Quando mamma e papà bisticciano d’inverno vanno fuori in giardino e lavorano insieme ad un pupazzo di neve. Spesso lo facevano fare anche a me e Rose quando non la piantavamo di fare casino” spiegò lui.

“Vorresti farmi fare un pupazzo di neve? Via, Hugo, è una cosa da bambini!”

Fece per allontanarsi, ma quel pazzo del cuginetto gli aveva lanciato un Incantesimo delle Pastoie, per cui era inchiodato lì, e la bacchetta era rimasta in dormitorio. Fantastico.

“Mi pare di comprendere che farete entrambi il pupazzo, meraviglioso!” disse Hugo con un enorme sorriso stampato in faccia. “Be’, io adesso vado a mangiare… vi tengo da parte qualcosa di caldo!”

Lily e James rimasero lì, scioccati, mentre Hugo se ne andava completamente solo verso il castello canticchiando sommessamente carole natalizie.

“Se non fosse per il fatto che è mio cugino, lo ammazzerei” brontolò James. “Un pupazzo di neve… ma dico io, di che ha piena la testa?”

“Mmm… Gorgosprizzi?” azzardò Lily mentre si infilava i guanti e cominciava ad ammucchiare neve su neve. Suo malgrado, James scoppiò a ridere, seguito a ruota da lei.

“Ma perché mi hai tirato dietro quella palla di neve? Lo sai che il mercoledì sono sempre coi minuti contati…” sbottò Lily. Lo disse a bassa voce, quasi tra sé e sé, ma ovviamente il fratellone la sentì.

“Lils, ti sei accorta che ha nevicato?”

“Sarei stata cieca se non me ne fossi accorta; e con ciò?”

“E con ciò… Sorellina, guardati attorno: la Foresta dorme, il Sole è pigro, la natura si è nascosta sotto una coperta bianca alta quasi mezzo metro… insomma, datti una calmata: tra una settimana è pure Natale, e capisco che nessuno ti fila, ma cerca di rilassarti ed essere meno… meno…”

“Meno cosa, James?” disse Lily, gli occhi ridotti a due fessure. “Cosa vorresti insinuare, mister Cambiounaragazzaalgiorno Sonotroppofigo Potter? Che sto diventando una vecchia zitella acida?”

“No, no… ce-certo che no…” disse James, leggermente spiazzato. Sua sorella arrabbiata gli incuteva timore, diventava più che mai una copia giovane di nonna Molly.

“Sai qual è la cosa che più mi fa imbestialire del comportamento strafottente tuo e dei tuoi amici? Che pensate che gli altri siano poco più che dei giocattoli da prendere a buttar via quando più vi piace. E così Amelia piange tutte le notti da quando tu l’hai lasciata, e poi tutti quei decerebrati dei tuoi amici pecoroni pensano che comportarsi così sia cosa buona e giusta, e lo fanno a loro volta, e giocano coi sentimenti altrui, e tu non li riprendi, e pendono dalle tue labbra, e…”

“E con ciò? Quella che si comporta come una vecchia pazza isterica sei tu, non io!”

Era davvero troppo. “Ah sì? E allora sai che ti dico? Questo stramaledetto pupazzo di neve fattelo da solo!” Diede un calcio all’abbozzo di pupazzo disintegrandolo, e senza degnare il fratello di una sguardo girò sui tacchi e tornò verso il castello, paonazza e in cuore solo tanta, tanta rabbia. E tutto per colpa di uno stupido pupazzo.

* * *

Finita la lezione di Trasfigurazione, Lily si rimise sciarpa e mantello ed uscì nel corridoio. Faceva un freddo così pungente che tutti, studenti e insegnanti, giravano per la scuola come se dovessero affrontare una trasferta artica. Era così immersa nei suoi pensieri e così sprofondata nella sciarpa di lana che ci impiegò un po’ per capire la causa di tutto quel trambusto.

“Mel, perché i Serpeverde non strisciano oltre?”

Amelia le indicò qualcosa di bianco a pochi passi da loro. Lily, un po’ miope, non riusciva a capire bene cosa fosse, almeno finché quella rospa di Dolores Zabini non l’apostrofò: “Ehi, Reginetta del Ghiaccio, a chi hai fatto una scenata oggi? A Frosty the Snowman?” accompagnando il tutto con una risata molto simile ad un gracidio e una spallata che la sbatté contro il muro mentre se ne andava.

Non appena il passaggio si sgomberò capì il senso di quella battuta, peraltro oscena: alto all’incirca un metro e ottanta, davanti a lei troneggiava un enorme pupazzo di neve, con appeso al collo un cartello con scritto: “Lily, scusa”.

“Lily, per caso dovresti… ehm… dirmi qualcosa?”

“Che idiota…”

“Bell’amica che sei, grazie!”

“Ma non tu, Mel! Prima di pranzo ho litigato con… qualcuno… e ho preso il suo pupazzo di neve a calci, tutto qui”

“Guarda che puoi nominare James davanti a me” le sussurrò l’amica, con un lampo di tristezza negli occhi color del ghiaccio. “Forse non l’ho ancora superata, ma non sono più nella fase acuta del crepacuore. Ma ora andiamocene, o non arriveremo mai in tempo per Pozioni”

Superarono di corsa il pupazzo gigante e si diressero verso i sotterranei, e forse fu per il loro essere trafelate che si accorsero della cosa solo a pochi passi dalla porta ancora spalancata.

“Per la barba di Merlino! Lily, il tuo pupazzo… ci ha seguite!”

Ed era proprio così: il pupazzo era circa un metro dietro a loro, e dalle pozze d’acqua, le aveva seguite saltellando sin dall’aula di Trasfigurazione.

“E se lo sciogliessimo?” propose Lily. “Non posso certo portarmelo dietro tutto il giorno, e in ogni caso si squaglierebbe vicino al fuoco del calderone… a meno che…” Lily si zittì un attimo, assorta nei suoi pensieri, poi guardò il pupazzo e gli chiese: “Pupazzo, puoi portare un messaggio a James da parte mia?”

Il pupazzo mosse impercettibilmente la testa in segno d’assenso.

“Perfetto. Allora, per favore… di’ a James che mi dispiace per il comportamento che ho avuto oggi a pranzo, ma è un periodo difficile. Da quando sono arrivata a Hogwarts sono sempre stata solo «la sorella di James» o «la figlia di Potter»… questa cosa mi ha caricato di molte aspettative ultimamente, e ho paura di non essere all’altezza. Digli che gli voglio bene, e che se gli va, ho qui qualcosa per bere una Burrobirra di riconciliazione ai Tre Manici…”

“Meglio un Whisky Incendiario” disse il pupazzo. Proprio in quel momento il pupazzo si sciolse, per lasciare spazio al primogenito dei Potter.

“James! Ma tu… lui… il pupazzo…” Lily era così sconvolta che non riusciva a comporre una sola frase di senso compiuto.

“Trasfigurazione umana! Sono diventato bravino, vero?” disse lui, sfoderando un sorriso strafottente. Lily, ripresasi dalla sorpresa, cominciò a prenderlo a pugni sul braccio (più in alto non ci arrivava), scandendo furibonda: “Tu… dannato… cretino… potevi… scioglierti… e… morire… e poi… dici… di… volermi… bene?”

“Ehi, Lily! Calmati… calmati” James le prese i polsi con fermezza, bloccandola, poi le disse: “Davvero pensavi quello che dicevi?”

“Be’…” La ragazza avvampò, diventando più rossa dei capelli.

“Lily, sei una delle ragazze più dolci e intuitive della scuola, e queste doti non sono mie o di papà: sono solo tue. Hai carattere e arguzia, e questo t’ha permesso di diventare una persona amata e rispettata da tutti, semplicemente unica così come sei”.

I due fratelli s’abbracciarono, mentre nel sotterraneo entrava il professore.

“Lils, muoviti, è arrivato il prof!” Amelia cominciò a strattonare la manica del mantello dell’amica, ma la giovane Potter liberò la presa.

“Mel, scusa, ma non vengo. Al prof di’ che sono in infermeria per un forte mal di testa. Ora devo fare un pupazzo di neve con mio fratello” Estrasse il Mantello argenteo dalla tracolla, lo buttò su di sé e il fratellone, e ridendo sì diressero verso il parco imbiancato.


Note: 
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