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Autore: needacurlyboy    06/12/2014    3 recensioni
Trama:
Mi avvicino a lei sorridendo facendo comparire due fossette ai lati delle mie labbra, mi metto seduto sulla sedia accanto al suo letto, le prendo le mani e me le porto alle labbra lasciandoci un bacio.
«Finalmente sei qui, non hai mollato» una lacrima riga la mia guancia destra.
La sento irrigidirsi sotto il mio tocco e sottrae le sue mani alla mia presa, facendomi dischiudere le labbra per la sorpresa. Perché mi ha allontanato da lei?
«Ehm,» si muove a disagio sul letto mordendosi il labbro inferiore e circondandosi il busto con le braccia. «chi… Chi è questo ragazzo, papà?» chiede con un filo di voce guardando il padre.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi:
- Chloe Moretz as Delia Young.
- Freya Mavor as Lisa Saywer.
- Harry Styles as Harry Styles.
- Rachel McAdams as Robin.
- Jonathan Rhys Meyer as Christian.
- Niall Horan as Niall Horan.
- Zayn Malik as Zayn Malik.
- Liam Payne as Liam Payne.
- Louis Tomlinson as Louis Tomlinson.
- Lucas Till as Noel.

Trama:
Mi avvicino a lei sorridendo facendo comparire due fossette ai lati delle mie labbra, mi metto seduto sulla sedia accanto al suo letto, le prendo le mani e me le porto alle labbra lasciandoci un bacio.
«Finalmente sei qui, non hai mollato» una lacrima riga la mia guancia destra.
La sento irrigidirsi sotto il mio tocco e sottrae le sue mani alla mia presa, facendomi dischiudere le labbra per la sorpresa. Perché mi ha allontanato da lei?
«Ehm,» si muove a disagio sul letto mordendosi il labbro inferiore e circondandosi il busto con le braccia. «chi… Chi è questo ragazzo, papà?» chiede con un filo di voce guardando il padre.

 
 
 
"Fissi il fondo del tuo bicchiere 
Sperando un giorno di far durare il tuo sogno 
Ma i sogni arrivano lentamente e si infrangono così in fretta"
Passenger - Let her go.

 
Ricordati di noi.
 
Prologo.
La suoneria del mio cellulare risuona nella mia stanza svegliandomi, interrompendo i miei sogni. Allungo una mano verso il comodino, afferro il cellulare, a occhio digito il pulsante verde e me lo porto all’orecchio.
 
«Pronto?» chiedo con voce assonnata mentre mi stropiccio un occhio con la mano chiusa in un pugno. Sono riuscito ad addormentarmi qualche ora fa, dopo le settimane insonnie, qualche ora fa.
 
«Harry» appena riconosco la voce di Lisa mi tiro su a sedere lasciando che il piumone scenda a coprirmi dalla vita in poi. Sono le tre del mattino, se mi ha chiamato a quest’ora, significa che ci sono delle novità, penso mentre il cuore comincia a battermi forte contro il petto.
 
Provo a parlare, ma dalla mia bocca non esce alcun suono. È come se all’improvviso si fosse seccata.
 
«Delia» deglutisce con fatica. «Delia si è svegliata. Corri in ospedale!» dice frettolosamente prima di chiudere la chiamata. Senza farmelo ripetere un’altra volta, scendo dal letto, indosso la prima cosa che mi capita tra le mani e afferro le chiavi della macchina, prima di uscire di casa.
 
Salgo in macchina, metto in moto partendo a tutta velocità verso l’ospedale. Quanto è passato dall’ultima volta che i suoi occhi marroni si sono aperti? È stata quattro lunghissimi mesi stesa su quel letto d’ospedale, immobile e fredda. Ogni giorno, da quel brutto incidente, sono stata accanto a lei a stringerle le mani, a dirle di non lasciarmi, di lottare.
 
Non so cosa potrei fare senza di lei.
 
La fede al dito della mano sinistra viene illuminata dal lampioni in strada, l’accarezzo con il pollice e mi mordo il labbro inferiore  mentre delle lacrime rigano le mie guance. Non posso credere che, finalmente, mia moglie tornerà a casa nostra e potremmo ricominciare tutto da capo, dimenticando quell’incidente.
 
Parcheggio l’auto davanti all’ospedale, corro verso l’entrata ignorando i dottori che mi richiamano ed entro in ascensore digitando il pulsante del piano in cui si trova Delia. Dio, sono così agitato che non riesco a stare fermo.
 
Le porte si aprono e cammino velocemente verso la stanza. Davanti ad essa trovo Lisa, che si guarda le punte dei piedi e si mangia le unghie -o quello che c’è rimasto- e i genitori di Delia-. Che cosa ci fanno loro qui? Non dovrebbero avvicinarsi a lei.
 
Riduco gli occhi a due fessure e stringo le mani in due pugni, quasi fino a far diventare le nocche bianche.
 
«Harry!» esclama Lisa quando mi vede accennando a un sorriso e facendo alzare lo sguardo a Christian e Robin, incontrando il mio sguardo.
 
«Che cosa ci fate voi qui?» Chiedo cercando di restare tranquillo. Dopotutto ciò che è successo, l’ultima cosa che dovrebbero fare, è presentarsi come se nulla fosse.
 
«È nostra figlia» Risponde Robin guardandomi mentre si asciuga le guance.
 
 «Non ci credo. Non vi siete fatti vivi per mesi e ora, vi presentate qui come se nulla fosse successo, siete ridicoli!» alzo il tono della voce attirando l’attenzione di qualche infermiere che cammina intorno a noi.
 
Christian sorregge il mio sguardo, mentre Robin lo abbassa, si appoggia contro il petto del marito e riprende a piangere. Le sue lacrime non mi fanno né caldo né freddo.
 
«Harry, smettila» Dice Lisa afferrandomi per un braccio allontanandomi dai due. «Sono i genitori di Delia; anche se hanno commesso degli sbagli resteranno i suoi genitori e smettila di alzare la voce, siamo in ospedale» sussurra guardandosi intorno mentre si rigira le dita.
 
Mi passo una mano tra i capelli respirando profondamente e chiudo gli occhi. Non devo pensare a loro, mia moglie è vive, si è svegliata e ritornerà a vivere con me. Sento la porta della stanza aprirsi, apro gli occhi puntandoli su di essa, vedo due dottori uscire e avvicinarsi ai genitori di Delia.
 
Cammino verso di loro, seguito da Lisa, per ascoltare cosa dicono. «La ragazza sta bene, un po’ confusa ma-» il dottore che sta parlando punta lo sguardo su di me e mi scruta dalla testa ai piedi. «Lei è…?»
 
«Il marito di Delia» la guardo cercando di stare calmo. Guarda i genitori in cerca di conferma, i quali annuiscono e lui continua il discorso.
 
«Come stavo dicendo; la ragazza sta bene, risponde correttamente a tutti i sensi, ma è un po’ confusa» scrive qualcosa sulla, probabile, cartella clinica di Delia.
 
«Possiamo vederla?» chiede speranzosa la madre.
 
«Certo, ma non fatele fare molti sforzi» ci rivolge un sorriso, prima di andarsene.
 
Guardo Christian e Robin entrare e prendo un respiro profondo. Mi passo una mano tra i capelli, cercando di sistemarli, e mi giro verso Lisa.
 
«Stai bene, Harry» ridacchia scuotendo la testa. «Ora entra e salutala da parte mia, visto che non posso entrare per il momento» le sue labbra si arricciano in un sorriso amaro.
 
«Okay» annuisco, mi rigiro verso la porta ed entro.
 
«Mamma» la voce di Delia è rotta dal pianto, il che mi spezza il cuore. I capelli biondi hanno ripreso la loro vitalità, le labbra gonfie hanno ripreso il loro colore rosso, quegli stupidi fili sono staccati dal suo corpo e nella stanza non risuona più quello stupido bip bip.
 
«Mio Dio, ho avuto così tanta paura di perderti» sussurra Robin stringendola a se. Si allontana, Christian si avvicina e prende il suo posto. Mi chiedo come dopotutto quello che è successo, possa abbracciarli. Forse dopo essere stata in coma per tutto questo tempo le sono mancati.
 
Si allontana dall’abbraccio del padre, appoggia la schiena sui cuscini sistemati dietro di lei e i suoi occhi si puntano su di me, facendomi sussultare. Hanno sempre avuto uno strano effetto su di me, sin dal primo giorno in cui ci siamo parlati.
 
Mi avvicino a lei sorridendo facendo comparire due fossette ai lati delle mie labbra, mi metto seduto sulla sedia accanto al suo letto, le prendo le mani e me le porto alle labbra lasciandoci un bacio.
 
«Finalmente sei qui, non hai mollato» una lacrima riga la mia guancia destra.
 
La sento irrigidirsi sotto il mio tocco e sottrae le sue mani alla mia presa, facendomi dischiudere le labbra per la sorpresa. Perché mi ha allontanato da lei?
 
«Ehm,» si muove a disagio sul letto mordendosi il labbro inferiore e circondandosi il busto con le braccia. «chi… Chi è questo ragazzo, papà?» chiede con un filo di voce guardando il padre.
 
Spalanco gli occhi e guardo i due, notando che sono sorpresi quanto me. Non può dire sul serio, sta sicuramente scherzando -è sempre stata un’amante degli scherzi-.
 
«Papà?» insiste lei senza guardarmi.
 
«Sono Harry, tuo… Tuo marito» rispondo precedendo il padre e alzo la mano sinistra mostrandole la fede. Finalmente torna a guardarmi e, quando nota il piccolo cerchio d’oro intorno al mio anulare, dischiude le labbra e spalanca gli occhi.
 
«No. Non è possibile, io non sono sposata con nessun Harry. Ho un ragazzo, Noel» scuote la testa passandosi una mano tra i capelli. Non può essere uno scherzo questo; il modo in cui mi guarda non è lo stesso, è come se fossi un completo sconosciuto.
 
«Non ti ricordi di me? Di come ci siamo conosciuti? Del nostro matrimonio improvvisato?» le chiedo freneticamente infilandomi le mani tra i capelli, mentre respiro affannosamente.
 
«No, mi… Mi dispiace» abbassa lo sguardo.
 
«V-Vado a chiamare un dottore» Robin corre fuori dalla stanza chiamando a squarcia gola un dottore, mentre Christian si mette seduto dalla parte opposta alla mia stringendo la mano della figlia e dicendole qualcosa, che non riesco a sentire visto i tanti pensieri che occupano la mia mente.
 
Perché non mi riconosce? Che cosa le è successo?
 
«Che cosa è successo?» chiede una voce familiare dalla porta. Punto lo sguardo su Lisa mentre delle lacrime rigano il mio viso, si avvicina velocemente a me guardandomi preoccupata.
 
«Sei la sua ragazza?» chiede Delia attirando la nostra attenzione.
 
«Che… Di cosa stai parlando, Delia?» chiede stupita Lisa dischiudendo le labbra.
 
«T-Ti conosco?» si morde il labbro inferiore guardandola.
 
Lisa s’irrigidisce, spalanca gli occhi e dischiude le labbra. Perché non si ricorda di noi?
 
«Cosa sta succedendo?» il dottore di prima entra nella stanza attirando la nostra attenzione, seguito da Robin.
 
«Non si ricorda di me!»  urlo alzando il tono della voce facendo sobbalzare i presenti. La felicità, l’eccitazione, l’emozione di rivederla… Ora tutto si è trasformato in tristezza, rabbia, stupore. Com’è possibile che mi abbia rimosso dai suoi ricordi?
 
«Si calmi, signore» dice il dottore mandandomi un’occhiataccia e avvicinandosi al letto. « Allora, vediamo. Sai dirmi dove siamo, Delia?»  le chiede sorridendo prendendo un blocchetto e una penna dalla tasca del camice.
 
«A… A Toronto» risponde cercando aiuto dagli sguardi dei genitori. Non ricorda nemmeno di essersi trasferita da Toronto a Seattle.
 
Dio, è come se il mio mi fosse caduto addosso -durante il coma, avevo la speranza che si svegliasse e tutto tornasse come prima, ma ora tutto ciò che avevo pensato si è spezzato in mille pezzi-.
 
Le fa altre domande, ma non ricorda nulla dopo il suo trasferimento. Me, Lisa, l’ultimo anno di liceo, i nostri appuntamenti, il litigio con i suoi genitori, il giorno del nostro matrimonio. Tutti questi episodi scorrono nella mia mente come un film in bianco e nero.
 
Mi alzo di scatto dalla sedia facendola strisciare a terra, in modo che il silenzio calasse nella stanza.
 
Esco velocemente percorrendo a grandi falcate il piccolo strato di corridoio che mi separa dalla porta, la apro e la sbatto violentemente dietro di me. respiro profondamente cercando di calmarmi, ma è tutto inutile.
 
Come posso fare senza di lei? È il mio tutto.
 
Mi appoggio contro la parete fredda del muro scivolando a terra e prendendomi la testa fra le mani, mentre delle lacrime continuano a rigare il mio viso.
 
La porta si apre, alzo lentamente lo sguardo e incontro gli occhi azzurri di Lisa, anche lei sta piangendo. La vedo inginocchiarsi davanti a me e asciugarmi una guancia con il pollice.
 
«I-Il dottore ha detto che è come se una parte del suo cervello si fosse spenta durante il coma» singhiozza asciugandosi una lacrima con la mano libera. «Resterà in ospedale qualche giorno in più per delle analisi e poi…» deglutisce e abbassa lo sguardo.
 
«Poi?» mi alzo in piedi asciugandomi le guance per poi tornare a guardarla, mentre appoggia la schiena contro il muro e si passa una mano tra i capelli.
 
«Andrà a casa dei genitori» sussurra alzando gli occhi per puntarli nei miei.
 
Sento la rabbia salirmi al cervello, mi mordo il labbro inferiore e stringo le mani in due pugni facendo diventare le nocche bianche. No, non può tornare dai suoi genitori; vive con me.
 
«I-il dottore dice che-» si alza in piedi e cerca di avvicinarsi a me, ma non glielo permetto. Lancio un pugno contro il mio alle sue spalle provocandomi un dolore, che speravo superasse quello nel mio petto, ma niente e nessuno riuscirà a farlo sparire; è troppo forte.
 
N/A.
Buonasera a tutte/i. Eccomi qui con una nuova storia e, anche se è solo il prologo, spero che possa piacervi. All’inizio del capitolo vi ho messo i nomi di tutti i personaggi e degli artisti/attori che ho immaginato nei loro ruoli. Nei prossimi capitoli capirete che cosa è successo con i genitori di Delia, come i ‘Halia’ si sono incontrati e tutto il loro percorso fino ad arrivare al matrimonio “improvvisato” -che capirete che cosa s’intente-. Spero davvero che possa piacervi, perché per scriverla ci sto mettendo tutta me stessa. La prossima settimana pubblicherò il primo capitolo, ma se ricevo qualche recensione, lo pubblicherò anche prima. (:
Alla prossima,
Reds xx
  
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