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Autore: MiaBlack    07/12/2014    19 recensioni
Seguito di "Carpe diem tutto accade per una ragione"
La storia si colloca nella seconda stagione, Felicity conosce già Oliver. ma Oliver non se lo ricorda, non ha riconosciuta la bella informatica e lei non si prodiga a farsi riconoscere anzi cercherà di evitare che lui lo scopra, ma Felicity nasconde un segrete un grosso segreto. Cosa accadrà quando il suo segreto sarà sul punto di essere rivelato, quanto sarà disposta a fare perchè Oliver non venga a sapere quello che nasconde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno... Ah si, c'è una e ripeto UNA frase presa dalla terza stagione, è una sola frase ma penso che anche chi non segue la diretta americana saprà comunque quale è.
buona lettura!

Capitolo 21

Oliver era uscito di corsa dal covo senza dire una parola, aveva passato il telefono a Diggle ed era corso via afferrando il giubbotto che aveva buttato sulla sedia al suo arrivo, la sua piccola e tenerissima Hope l'aveva chiamato, al contrario di ogni sua aspettativa non sembrava delusa o arrabbiata con lui, si chiese cosa Felicity avesse detto ai figli perché non lo odiassero, era scappato come un codardo e aveva fatto piangere Felicity, l'idea che lei piangesse per colpa sua gli faceva male, sentiva la gola chiudersi e lo stomaco pesante. Con un colpo del polso diede gas aumentando l'andatura e passando appena prima che il semaforo diventasse rosso.

Arrivato al palazzo di Felicity trovò il portone aperto, il cuore iniziò a battergli all'impazzata, Felicity era sola a casa con i bambini se Walter fosse tornato nessuno l'avrebbe potuta aiutare, salì le scale di corsa, sperando che il portone aperto fosse solo una dimenticanza di uno degli altri condomini, arrivato davanti alla porta la trovò chiusa, sospirò di sollievo prima di suonare il campanello, non sentiva nessun rumore dall'altra parte della porta, ma qualcuno doveva esserci: Hope lo aveva chiamato nemmeno cinque minuti prima e gli aveva assicurato che stavano tutti bene, o quasi. La porta si aprì lentamente, sorrise quando vide Felicity davanti a lui, stava bene e lo guardava sorpresa.

-Oliver? - esclamò guardandolo, il ragazzo aveva il respiro affannato e la guardava sorpreso e sollevato.

-Non stai piangendo... - balbettò lui, Felicity rimase interdetta da quella frase, che non avesse preso bene la reazione di Oliver era chiaro, ma era riuscita a non piangere.

-Io... non capisco... -

-Hope... - iniziò Oliver, un rumore leggero fece voltare i due verso la porta del salotto dove si vedeva il viso di Hope fare capolini per metà, la piccola stava osservando la scena che aveva contribuito a far avverare con un sorrisetto soddisfatto, appena però vide i genitori girarsi verso di lei scappò verso camera sua.

-Hope cosa hai combinato? - chiese Felicity cercando di fermare la bambina, ma la piccola riuscì ad entrare in camera e a chiudersi prima che potesse afferrarla. Sconfitta dalla rapidità della figlia, Felicity tornò verso la porta dove Oliver era rimasto.

-Non ho idea di cosa sia successo, ma entra... - Felicity era distrutta, quella giornata sembrava non finire, era rimasta chiusa in camera con Robert per diverso tempo cercando di convincerlo che Oliver non era il male incarnato e che gli voleva già bene, ma il bambino aveva preso la cocciutaggine del padre e quindi smuoverlo da una sua qualunque decisione era un impresa impossibile, aveva appena rinunciato a parlargli e aveva deciso di lasciarlo cuocere nel suo brodo quando Oliver si era materializzato alla sua porta.

Oliver entrò per la seconda volta quel giorno in casa consapevole di dover chiarire con Felicity.

-Perchè sei qui? - Felicity era stanca, stanca di vederlo apparire e poi sparire poco dopo, non poteva farcela così, non poteva andare avanti se lui continuava a presentarsi a casa sua preoccupato per lei.

-Hope mi ha chiamato... - iniziò Oliver sentendosi improvvisamente un idiota per essere corso da lei in quel modo.

-Ti ha chiamato? -

-Ha chiamato Dig e gli ha chiesto di me... - Felicity alzò gli occhi al cielo, l'intero mondo si lasciava manipolare da quel metro scarso che era sua figlia.

-Mi ha detto che stavi piangendo... - ammise Oliver sentendosi sempre più sciocco per essersi lasciato fregare da una bambina. Felicity aprì la bocca sorpresa, sua figlia aveva esagerato.

-Oliver mi dispiace non mi ero accorta che ti stava chiamando ero nell'altra stanza con Robert e io...- si sentiva mortificata, Oliver era corso da lei perché pensava che stesse piangendo, non sapeva come interpretare quel comportamento.

-Felicity, non ti devi scusare. Sono io che devo farlo, sono scappato da qui come un idiota e hai ragione, non mi riesce ascoltare, salto sempre alle conclusioni da solo... -

-Oliver, basta okay? Non sono stupida, non ti interesso va bene, vuoi fare la cosa giusta e conoscere i tuoi figli, non sarò io a impedirtelo, ma ho bisogno che tu smetta di farmi credere che mi ami, non puoi piombare qui per una telefonata, non puoi essere geloso di Barry... Dillo chiaramente: non ti amo, non l'ho mai fatto e mai lo farò! - esclamò Felicity ad un passo dalle lacrime, si era promessa che non avrebbe pianto che non ne valeva la pena stare ancora male per Oliver Queen eppure sentiva gli occhi pizzicarle e le lacrime formarsi a gli angoli degli occhi.

Oliver l'aveva osservata in silenzio mentre parlava a macchinetta e agitava le mani, Felicity gli stava dando l'occasione di lasciarla libera, di conoscere i suoi figli e di costruire un rapporto con loro, ma allo stesso tempo gli stava anche chiedendo di chiudere qualunque cosa ci fosse tra loro, farlo le stava costando molta fatica ed era chiaro che le facesse male, vedeva le lacrime inumidirle gli occhi, se prima era riuscito a non farla piangere ora invece era colpevole di averlo fatto. Quando due lacrime scivolarono lungo le guance sentì il cuore spezzarsi, non poteva sopportare di vederla piangere, si avvicinò a Felicity posandole le mani sulla nuca attirando il viso di lei verso il suo e la baciò, le labbra di lei si schiusero appena sentirono quelle di Oliver premere contro le sue. Il sapore di fragola e menta gli riempì la bocca, Felicity aveva schiuso le labbra lasciandogli libero accesso nella sua bocca, Oliver cercava di riversare in quel bacio tutto quello che provava in quel momento, quando si staccò rimase col viso a pochi centimetri da quello di Felicity.

-Non chiedermi di dirti che non ti amo... - bisbigliò aumentando la presa sul viso, altre lacrime scivolarono lungo le guance ma furono asciugate dalle dita di Oliver.

-Dobbiamo finire di parlare, mi devi ascoltare... - Oliver aveva lasciato la presa sul viso della ragazza ma non si era allontanato da lei, aveva bisogno che lei lo ascoltasse che sentisse la fine di quello che era successo sei anni fa.

-Oliver... - cercò di interromperlo lei, ma questa volta Oliver fu più veloce.

-No... ascoltami, sei anni fa quando ci siamo scontrati alla festa pensavo che fossi Sara è vero... - Felicity fece per allontanarsi di nuovo da lui, non voleva sentire ancora quella cosa, l'aveva capita glielo aveva già detto, perché insisteva.

-No... ascoltami maledizione! - l'afferrò per le spalle trattenendola.

-Ti ho portato a prendere da bere e poi a ballare... li mi hai chiesto se io sapevo chi fossi... - mentre parlava la fissava negli occhi non distoglieva lo sguardo per paura che Felicity smettesse di ascoltarlo o che non gli credesse.

-Si, ma tu Oliver tu pensavi...-

-In quel momento ho capito che non eri Sara. Le avevo mandato un messaggio prima di incrociarti, le avevo detto che ero in biblioteca e che l'aspettavo li, poi sei arrivata tu e pensavo fossi lei. Ma quando tu mi hai chiesto se io sapevo chi fossi, ho capito che non eri lei. - spiegò lui, Felicity annuì.

-Okay, sapevi che non ero Sara... avevi tanta voglia che ti bastava una ragazza qualunque? - Felicity cercò di liberarsi dalla presa di Oliver, il sapere che non l'aveva scambiata per Sara faceva ancora più male di quanto avesse mai pensato, lui aveva fatto sesso con una perfetta sconosciuta solo per passare la serata.

-NO! E' questo che sto cercando di farti capire, sapevo perfettamente che eri tu! Quando ti ho detto che sapevo chi eri, non ne ero sicuro, ma tu mi hai scoperto, è stata la tua intelligenza a farmi capire che eri tu.- la bionda rimase in silenzio, fissava Oliver cercando di capire se le stesse mentendo, ma niente sul suo viso le diceva che quelle parole erano bugie.

-Credimi Felicity, quando ti ho portato in biblioteca sapevo chi eri e non volevo nessun altra ragazza li con me... -

-Tu non...-

-Mi avevi completamente stravolto la vita, pensavo a te in ogni momento... eri costantemente nei miei pensieri, ti cercavo in ogni momento e nemmeno me ne accorgevo. Mi sei entrata dentro con una facilità e con una forza disarmante.. ti amavo e nemmeno me ne ero reso conto. -

-Mi amavi? Non dire bugie Oliver... - con un movimento deciso si liberò della presa di Oliver e si allontanò, sentiva il cuore batterle impazzito, mentre la sua testa sembrava spaccata a metà: una parte le diceva che lui l'amava che sapeva chi era e aveva fatto l'amore con lei, mentre l'altra metà si rifiutava di credergli.

-Non si dimentica una persona che si ama! Non si va a convivere con un altra ragazza, ne si porta una seconda ragazza sulla nave se ami qualcuno...- la rabbia di quei sei anni stava uscendo una un fiume in piena, Felicity non riusciva più a controllarsi.

-Felicity tu eri troppo! Tu sei troppo per me! - ormai non sapeva più che dirle perché gli credesse, Felicity stava negando con tutte le sue forze che quello che lui le diceva fosse la verità.

-Tu stavi per andartene, saresti andata al MIT avevi un futuro brillante davanti a te, potevi fare qualunque cosa tu volessi, io non ero stato capace nemmeno di diplomarmi... - continuò lui, Felicity continuava a rimanere in silenzio, non sapeva se ciò era un buon segno o no, ma ormai non poteva tornare indietro, doveva continuare a parlare.

-Ho deciso di lasciarti andare, di essere libera di realizzare il futuro che sognavi. Preferivo saperti lontana da me ma felice e realizzata, che vicino a me e infelice, io che ero capace solo di distruggere tutto quello che stava diventando importante.-

-Oliver quello che stai dicendo non ha senso! Mi dici che mi amavi, ma ti sei dimenticato di me come se nulla fosse. -

-Hai mai sentito parlare dei meccanismi di difesa di Freud? Secondo Freud esiste questo sistema che si chiama rimozione, che consiste nell'inconsapevole cancellazione di un ricordo... - spiegò Oliver, facendo scoppiare a ridere Felicity.

-Oliver stai cercando di spiegare a me la rimozione? Ti devo ricordare che sono stata io a spiegarla a te sei anni fa? - quella situazione era completamente assurda, Oliver voleva convincerla che si era dimenticato di lei con quello che Freud definiva un meccanismo di difesa, ma perché mai il suo cervello doveva difenderlo da lei.

-Quello che stai dicendo non ha senso, per quale motivo il tuo cervello doveva farti dimenticare di me? -

-Forse il motivo è che ti amavo troppo... - Felicity smise di combattere, rimase li impalata a guardare Oliver che la guardava implorante.

-Oliver... -

-Credimi e poi ti avrò anche dimenticato, ma tu eri sempre nella mia testa sull'isola. - era riuscito ad abbattere il muro difensivo che Felicity aveva eretto contro di lui era arrivato il momento di assestare gli ultimi colpi decisivi.

-Quando ero sull'isola sognavo una ragazza, non le vedevo il viso. La sognavo quasi tutte le notti e se non sono impazzito lo devo a lei... Pensavo fosse Laurel, passavo le mie giornate a fissare la sua foto. Avevo quasi dimenticato quei sogni, poi l'altra sera la misteriosa ragazza è tornata a farmi visita e sono riuscito a vederle il viso: eri tu, tu sei sempre stata nei miei pensieri anche quando razionalmente non mi ricordavo di te, io ti sognavo. - spiegò lui, quei sogni lo avevano salvato più volte di quante lui ne ricordasse, dal nulla appariva lei e gli diceva di svegliarsi perché stava arrivando qualcuno, il suo subconscio rimaneva vigile e gli dava l'allarme con il suo aspetto.

-Io.. non so che più che dire... -

-Dimmi che mi credi... -

-Ti credo... - gli disse senza esitazione, come faceva a non credergli quando la guardava con quell'espressione sincera.

-Grazie a Dio... - bisbigliò prima di sorridere e di baciarla ancora, Felicity gli credeva, credeva che l'aveva amata e che l'amava.

-Oliver no, stai con Sara. - si tirò indietro, non poteva fare quello a Sara, le voleva bene e Sara ne voleva a lei.

-No, io e Sara ci siamo lasciati, o meglio, lei ha lasciato me. Felicity, voglio bene a Sara gliene vorrò sempre, ma io non la amo. -

Felicity si avvicinò a Oliver appoggiando la fronte contro il suo petto era così stanca: stanca di discutere con lui, stanca di stargli lontano ma soprattutto era stanca di negare a se stessa quanto lei lo amasse. Oliver l'abbracciò dandole un bacio sulla testa, il corpo di Felicity sembrava combaciare perfettamente col suo.

-Aspetta... - si allontanò spingendosi via dal suo abbraccio, Oliver la guardò sorpreso un attimo prima era li tra le sue braccia mentre ora lo guardava ancora una volta con quell'espressione arrabbiata e ferita.

-Mi ami, mi ami, mi ami... negli ultimi dici minuti non hai fatto altro che dirmi quanto mi ami e quanto mi hai amato, ma intanto alla festa degli ex alunni stavi per andare a letto con una che nemmeno conoscevi. -

-Eri te. - rispose lui spazientito, si sentiva già un completo idiota a non averla riconosciuta senza che lei tornasse a puntualizzare quel fatto.

-Si ma te non lo sapevi in quel momento. - continuò lei, avevano rivangato ogni cosa che era successa tra loro, tanto valeva affrontare anche quell'argomento.

-E' vero, non avevo la minima idea che ci fossi tu sotto la maschera, ma l'unica cosa che riuscivo a pensare mentre baciavo la misteriosa ragazza eri tu, era il tuo viso che era impresso a fuoco nella mia mente, ti baciavo e pensavo a te. -

-Tu baciavi me, mentre pensavi a me? Senza sapere che ero io? - quello era veramente troppo assurdo.

-Si e sai cosa, ringrazio Laurel del suo tempismo, perché se fossimo andati fino in fondo mi sarei sentito una persona orrenda. Stavo per dirtelo... - lo stava per fare, si stava per scusare con lei quando Laurel era entrata e si erano nascosti, aveva capito lo sbaglio che stava commettendo e le voleva chiedere scusa.

-Cosa? -

-Prima che Laurel ci trovasse dietro la libreria tu mi hai accusato di essere legato a Laurel per sempre, te lo ricordi? -

-Si... -

-Ti stavo dicendo che non era così, non ero legato a Laurel perché mi ero innamorato di un altra persone e che l'avevo capito solo in quel momento, volevo scusarmi, ma tu sei sparita nel nulla.-

-Giuramelo! -

-Te lo giuro... Tu però sapevi chi ero, eppure non ti sei tirata indietro, dopo tutto quello che ti ho fatto perché non mi hai tirato uno schiaffo e te ne sei andata? - domandò, Felicity aveva sofferto per le sue decisioni eppure nonostante tutto stava per ripetere lo sbaglio di sei anni prima.

-Perchè eri tu! Non hai mai mostrato un briciolo di interesse nei miei confronti se non quando indossavo quella maschera, pensavo che mi sarei potuta far bastare quella sera per poi trovare il coraggio di andare avanti con la mia vita.-

-Non devi andare da nessuna parte, se non da me! - Felicity tornò tra le sue braccia, lasciando che il ragazzo la stringesse.

 

Intanto Hope era uscita dalla sua camera ed era tornata a guardare i due che parlavano, aveva sentito poco di quello che i due si erano detti, quando aveva visto la madre piangere si era sentita in colpa: chiamare Oliver non era stata una buona idea come aveva inizialmente pensato, poi lo aveva visto baciarla e asciugarle le lacrime e aveva sospirato di sollievo, forse l'idea non era stata poi così cattiva come aveva pensato poco prima.

-Non mi piace, non mi piace per nulla! - sibilò Robert che era uscito con lei dalla camera e stava guardando i due abbracciati, Hope teneva il fratello per il colletto della maglia impedendogli di andare a disturbare.

-Stai zitto, guarda come sono carini invece!- rispose lei sorridendo.

-Lui la fa sempre piangere! - si lamentò Robert imbronciato, non voleva che quello li girasse attorno alla sua mamma, non lo voleva tra i piedi.

-Non capisci nulla... - borbottò prima di correre in cucina dove erano i due e infilarsi in mezzo alle loro gambe.

 

Felicity e Oliver erano ancora abbracciati, quando un piccolo uragano si era infilato in mezzo a loro costringendoli a rompere l'abbraccio, la testina bionda di Hope sbucò tra i loro corpi, la bambina dal basso li guardava con un enorme sorriso.

-Tu piccola peste... - la riprese Felicity fingendo di arrabbiarsi, non si era dimenticata della chiamata fatta a Oliver per farlo andare da loro.

-Lasciala stare per questa volta... - Oliver prese in braccio la figlia difendendola dalla sfuriata che stava per ricevere, era stato il loro piccolo cupido personale e non potevano arrabbiarsi con lei che con una scusa tanto banale era riuscita a portare Oliver li e a farli chiarire.

-Va bene, ma non provare a viziarli! - Oliver annuì guardando Hope che gli sorrideva raggiante.

-Posso chiamarti papà? - chiese accarezzandogli il viso, Oliver si godette la carezza, il tocco era leggero e infantile, ma era anche delicato.

-Certo che puoi. -

Anche Robert si era avvicinato al gruppetto, ma lui al contrario della sorella non sembrava felice di vedere Oliver. Imbronciato si avvicinò mettendosi davanti alla madre.

-Robert, come si dice? -

-Non ti voglio qui! - borbottò prima di scoccagli un occhiattaccia per poi scappare via da li.

-Robert! - Felicity era rimasta sorpresa da quelle parole, sapeva che Robert non era contento di quella situazione, ma non si aspettava che glielo dicesse così apertamente.

-Oliver, mi dispiace... - iniziò lei, non sapeva proprio cosa dire, si sentiva in colpa per quella situazione.

-Non ti preoccupare... - le rispose facendole un piccolo sorriso, c'era rimasto male ma comprendeva anche il bambino.

-Robert è un idiota! - asserì Hope imbronciata attirando l'attenzione dei due su di se.

-Non chiamare così tuo fratello. - disse Oliver dandole però un bacio sulla guancia, la bambina sorrise e gli strinse le braccia al collo lasciandosi coccolare. Almeno uno dei due figli lo aveva accettato senza troppi problemi.

-Ha ragione, devi smetterla di chiamarlo idiota non è carino. E ora vai a farti il bagno prima che cambi idea e ti metta in punizione! - Hope si lasciò scivolare a terra.

-Può farmi il bagno papà?- chiese afferrandogli la mano.

-Se vuole si, ma non farlo impazzire... - tutta contenta Hope trascinò Oliver con se saltellando e ridacchiando, Oliver guardò Felicity preoccupato prima di sparire con la figlia in bagno.

 

***

 

 

Fare il bagno a Hope fu un esperienza strana ma divertente, Hope era allegra ed espansiva, parlava a raffica e gli raccontava tutto quello che le era successo, aveva la stessa parlantina di Felicity e il suo stesso entusiasmo, Oliver l'ascoltava sorridendo ponendole domande e facendola ridere. Quando uscirono dal bagno Hope aveva già messo il pigiama e saltellava per casa in calzini.

-Mamma, papà può restare a cena? - Hope era partita in quarta, voleva che Oliver restasse con loro, aveva sempre voluto un papà e ora che finalmente l'aveva trovato non lo voleva più mandare via. Robert sbucò dal suo nascondiglio tra le gambe di Felicity.

-Non ci pensare neanche! - Felicity ignorò entrambi i figli, Oliver la vide ruotare gli occhi esasperata ma non disse niente.

-Allora mamma?- insistette Hope.

-Hope, perché non porti Oliver in camera a fargli vedere quelle cose che hai fatto a scuola? - chiese invece lei sperando di evitare un altra litigata tra i due figli, Robert le stava stringendo la gamba con tanta forza da farle male.

-SI! Vieni! - osservò Oliver venere trascinato via nuovamente dalla figlia, avrebbe dovuto chiedergli scusa, capiva l'esigenza di Hope di avere accanto suo padre, ma doveva rispettare anche Robert che invece non lo voleva.

-Robert, parliamo... - fece staccandolo dalla sua gamba e abbassandosi alla sua altezza.

-Perchè non vuoi conoscere Oliver? - gli chiese, sapeva che i comportamento dei bambini avevano sempre un motivo anche quando gli adulti non riuscivano a vederlo.

-Non mi piace... - rispose lui mettendo il broncio.

-Non hai nemmeno provato a conoscerlo. - gli fece notare.

-Lui ti fa piangere! - rispose come se quello ponesse fine a tutta la conversazione.

-Oggi non mi... - iniziò Felicity cercando di spiegargli che non era stata una cosa volontaria.

-Non oggi, anche le altre volte, ti ho vista piangere e dire che lui era stupido. Non lo voglio qui se ti fa piangere! E poi lui era qui e non è venuto da noi! - continuò.

-Robert, quando piangevo non era perché lui mi faceva piangere era perché mi sentivo in colpa... Lui non sapeva di voi e io lo vedevo tutti i giorni e non gli dicevo niente. Piangevo per questo. Oliver non è cattivo. E se lui non è venuto subito qui è colpa mia non sua. Quindi se devi odiare qualcuno per questo devi odiare me. Lo capisci.. - Robert scosse la testa, aveva capito benissimo solo che non voleva accettare quella situazione.

-Oliver rimarrà con noi a cena e tu ti comporterai bene. - Robert se ne andò in camera sbattendo la porta.

 

***

 

La serata era passata senza gravi incidenti, Hope aveva sequestrato Oliver, lo aveva tenuto accanto a se tutto il tempo come se avesse paura che potesse scappare via da lei. Finita la cena Robert era rimasto in cucina con Felicity, mentre Oliver e Hope si erano spostati in salotto a guardare un film, quando ebbe finito di riordinare Felicity andò con Robert in camera a leggere un libro. Robert aveva bisogno di essere rassicurato, dopo un oretta di coccole e lettura Robert si era finalmente addormentato serenamente.

Lentamente Felicity andò in salotto dove aveva lasciato Oliver e Hope, era tardi ed era ora di metterla a letto, quando però entro in salotto trovò i due addormentati, Oliver era steso di schiena mentre Hope si era stesa sopra di lui accucciandosi al suo petto, era una scena dolcissima le dispiaceva rovinarla, si avvicinò ai due e lentamente prese la bambina in braccio, la piccola si lamentò un attimo prima di accoccolarsi contro la madre che la portò in camera e la mise sotto le coperte.

Felicity tornò in salotto con in mano una coperta con cui coprire Oliver, aveva già messo la coperta su Oliver quando lui aprì gli occhi spaventandola.

-AH! Oliver... - lasciò andare la coperta e si allontanò di un passo.

-Non volevo spaventarti... - Oliver si tirò su a sedere guardandosi attorno.

-No, sono io che non volevo svegliarti... -

-Hope? -

-L'ho messa a letto... - la situazione era abbastanza imbarazzante, Oliver le aveva detto che l'amava e glielo aveva detto più di una volta e ora non sapeva come comportarsi.

-Posso restare? - chiese improvvisamente Oliver cercando gli occhi di lei.

-Oliver... - ribatté lei era troppo stanca per mettersi a discutere ancora con lui.

-Non ti sto chiedendo di farmi vivere qui con te per il resto della nostra vita, almeno non te lo sto chiedendo ora. Ora ti chiedo di farmi restare per proteggerti. Walter è ancora la fuori e io non voglio che ti succeda qualcosa. - spiegò lui.

-Va bene resta... - acconsentì lei, lo vide sorridere mentre si allungava per afferrarla e tirarla sul divano con lui.

-Grazie... -

Continua...

Questo capitolo è stanto anche più lungo del solito v.v quindi amatemi di più!
volevo ringraziare tutte le persone che continuano a recensire, grazie perchè mi date la carica per scrivere!! vi voglio bene a tutte! anche a chi legge e basta!! ^_^

Eccoci arrivati alla fine del capitolo, chi vuole un po' di insulina per il diabete? OLiver è stato veramente smielato mamma mia troppo zuccheroso, da carie ai denti v.v martedì andate a fare un controllo dal tentista e dal dottore non si sa mai.
comunque partiamo dall'inizio:
_Felicity chiese a Oliver di lasciarla libera, di ammettere che non la ama e di lasciarle farsi una vita con qualcun altro e quel bravo ragazzo di Oliver cosa fa? La BACIA!! *gli angeli sono scesi con bottiglie di champagne per festeggiare l'evento*
_"Non chiedermi di dirti che non ti amo... " che ci si può fare la tentazione di questa frase è stata troppo forte e poi si è inserita perfettamente senza forzature o altro cioè scorre che è una meraviglia v.v
_Il motivo per cui Oliver non si ricordava di Felicity il meccanismo di difesa di Freud: "Rimozione: allontanamento degli effetti pulsionali dell'esperienza (traumatica o più generalmente inaccettabile) dalla sfera della coscienza. Consiste nell'inconsapevole cancellazione di un ricordo, di una esperienza che il soggetto ha vissuto come acutamente angosciante o traumatizzante." Io l'avevo detto che era una scusa scentifica v.v che dite siete soddisfatte della mia idea? ogni tanto la scuola serve a qualcosa
_"Forse il motivo è che ti amavo troppo..." Oliver che ammette di averla amata troppo, volete insulina? non voglio vedervi in coma diabetico
_Ho fatto lasciare Sara e Oliver, mi sembrava il minimo vistola situazione, ma tanto Sara è Sara e non scompare tranquilli
_Abbiamo spiegato anche quello che è successo nella biblioteca e quello che voleva dire Oliver prima di essere interrotto
_Robert proprio non lo vuole Oliver come papà, ma nel prossimo capitolo sarà ancora più carino quel bambino!! lo amo tantissimo!!!
_Oliver che le chiede di restare almeno per il momento per proteggerla... chissà se finita l'emergenza Felicity lo butta fuori di casa!
staremo a vedere..
buona domenica a tutti ci vediamo alle recensioni!
Mia Black
 
   
 
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