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Autore: demebi    07/12/2014    3 recensioni
Breve one shot. Draco Malfoy distrutto dall'essere diventato un mangiamorte si rifugia ogni notte nel bagno di Mirtilla Malcontenta.
Prima classificata al contest Frammenti di un discorso amoroso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Mirtilla Malcontenta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Le spalle leggermente incurvate, appoggiate alla fredda parete in pietra sotto l’unica finestra del bagno al quinto piano. Quel bagno era un posto perfetto per rifugiarsi e per nascondersi, lo sapeva bene Hermione Granger, lo sapeva bene Cho Chang e lo sapeva anche Draco Malfoy.
Le lacrime scendevano copiose, indugiando su quelle due profonde ombre scure che gli cerchiavano gli occhi e superando veloci gli zigomi spigolosi e sporgenti del ragazzo . 
Spesso cacciavo via i piagnucoloni a suon di schizzi e urla, ma la sua era una bella presenza ed era bello osservare quel corpo, dagli spigoli accentuati: le gambe rese forti dallo stringere saldamente la scopa durante gli allenamenti di Quidditch, le spalle piccole e armoniose, i capelli biondissimi e gli occhi grigi, proprio come i principi delle favole babbane , che  mi leggeva mia madre da piccola.

Tutte le notti veniva qui a piangere e si addormentava con le spalle riverse al muro ed il mantello appoggiato sul corpo a mo’ di coperta, per ripararsi dal gelo tipico del periodo di Natale. Il suo corpo di solito così rigido e fiero si afflosciava sotto il peso di qualcosa che non riuscivo a immaginare, qualcosa di tanto grave da rubargli il sonno e rendere quel ragazzo l’ombra di se stesso. 

Non lo avevo cacciato via ed ogni notte mi fermavo a fissare il suo corpo, osservavo con cupidigia i lineamenti resi morbidi e dolci dal sonno, ed ogni tanto scostavo i lembi della camicia della divisa per lasciare scoperto l’addome e l’ombelico a tortellino che sembrava quello di un neonato.
Sapevo che restare a guardarlo era sbagliato eppure non riuscivo a farne a meno, proprio come quando guardavo di nascosto i Prefetti fare il bagno .

Molte volte avevo pensato di chiedergli il motivo del suo tormento, ma ormai ne ero quasi sicura, lo avevo guardato troppe volte per non notare quell’ombra scura sull’avambraccio sinistro, sapevo cosa significava e sapevo anche che dovevo allontanarmi il più possibile da lui. Eppure mi sentivo attratta dal suo corpo proprio come da una calamita e proprio come un pezzo di ferro lentamente mi avvicinai a lui.
Iniziai a far scorrere la mia mano sulle sue guance lentamente, timorosa che il freddo della morte lo avrebbe svegliato, dopo passai a un contatto più intenso, ma ogni volta che cercavo di fare qualcos’altro attraversavo il suo corpo come se fossi stata fatta d’aria. 

Io non avevo più un corpo avrei dovuto ricordarlo, nessuno avrebbe più potuto stringermi la mano o abbracciarmi e non avrei mai dato il mio primo bacio; in fondo lo avevo sempre saputo, ma la mia mente non aveva mai formulato questo pensiero esplicitamente.
Così nascosta nel buio della notte mi accovacciai accanto a quel ragazzo, non potevo fare nulla: i miei occhi non erano più in grado di piangere e le mie guance non potevano arrossire. Provai a fare l’unica cosa che mi veniva in mente, poggiai le mie labbra su quelle del ragazzo per poi attraversarlo e per un momento mi parve di sentire il suo corpo fremere sotto il mio, per un momento il mio animo si riscaldò proprio come succede nella fisica che studiano i Babbani, un corpo caldo aveva trasmesso calore a un corpo freddo.




Angolo autrice:
salve spero che questa storia vi piaccia e che mi lascerete dei commenti.
a presto ;)
 
  
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