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Autore: Anmami    07/12/2014    6 recensioni
Sei mesi sono passati dalla fine dell'epidemia. Rick e Daryl tornano in uno dei luoghi simbolo della loro lotta per la sopravvivenza. Un tuffo nel passato, nei ricordi e nel dolore.
Piccola one shot nata dopo la delusione della 5x08.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Rick Grimes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LO SO.

Dormire tutta la notte con entrambi gli occhi chiusi, fatico ancora ad abituarmici. Sei mesi sono passati. Lo psicologo che si sta occupando di me, contro la mia volontà, cerca in tutti i modi di convincermi che tutto passerà, che ho solo bisogno di tempo, che tutto tornerà alla normalità. Al diavolo, niente sarà più come prima! Due anni sono trascorsi da quel maledetto giorno al Grady, eppure posso sentire ancora nelle orecchie ogni singolo urlo straziante di Maggie e vedere davanti agli occhi ogni piccola goccia di sangue. Nessuno di noi si è ripreso dalla sua morte e, nonostante quello che ci ripete tutti i giorni quello strizzacervelli coglione, nessuno di noi lo farà mai.
Questa giornata è andata esattamente come tutte le altre da sei mesi a questa parte, fino a quando Rick non è comparso sulla porta della mia stanza chiedendomi se potevo accompagnarlo in un posto.
Ora mi trovo su un pick-up, sono salito senza fare domande, ma il contenuto del cassone mi ha lasciato molti punti interrogativi.
Siamo in macchina da circa mezz'ora e Rick non accenna a volermi spiegare nulla. 
-Una bara?- domando interrompendo il silenzio.
-Si.- risponde lui senza aggiungere ulteriori spiegazioni.
-E due pale.- aggiungo io sperando di ottenere qualche risultato.
-Una per me ed una per te.- 
-Dobbiamo dissotterrare qualcuno?- chiedo perplesso.
-Lori.- risponde lasciandomi di sasso.
-Ok.- faccio io.
Ci rinchiuderanno per sempre per essere scappati dalla zona di contenimento e aver rubato un pick-up, ma in fondo cosa mi importa? Non ho più niente da perdere.
-So cosa stai pensando, tranquillo, il Generale Mayer mi ha dato il consenso, però non ha potuto farmi scortare dai suoi uomini. Mi ha dato il pick-up, le pale e la bara ed il permesso di portare un amico con me.- mi spiega lui continuando a guidare.
Non ho più parlato per tutto il viaggio. Non ce n'è stato bisogno.
Tornare alla prigione non è certo nella lista delle cose che più desidero al mondo, ma per Rick cercherò di fare uno sforzo.
Non sono molto sicuro di quello che ci troveremo davanti una volta giunti a destinazione, ma forse la cosa che mi lascia perplesso è un'altra. Quello è il luogo dei ricordi. Il luogo di momenti terribili, ma anche di volti e di voci. 
-Eccoci qui.- dice Rick avvicinandosi con il pick-up a ciò che resta del cancello.
L'erba alta, le macerie del recinto dei maiali, qualche resto di cadavere carbonizzato che i soldati hanno lasciato in un angolo. 
La struttura, o meglio ciò che ne rimane, è avvolta da un silenzio irreale. 
Non ricordo il luogo in cui abbiamo seppellito Lori, ma Rick mi precede dirigendosi, con la pala in mano, a passo spedito verso un punto preciso del cortile.
In mezzo a quella massa informe di sterpaglia, si riesce ancora a vedere quella che un tempo era una croce di legno.
-Puoi lasciarmi da solo?- chiede voltandosi nella mia direzione.
Io annuisco e mi allontano.
Al lato opposto del cortile trovo ciò che non avrei mai pensato di poter rivedere. La mia moto, la moto di Merle. E' Ridotta a poco più di un rottame, ma è ancora qui.
Sfioro con le dita la pelle consumata e logora della sella e continuo a camminare dirigendomi all'interno della prigione.
E' quasi tutto distrutto, devastato e sporco di sangue rappreso. Mi addentro in mezzo a quelle macerie e trovo il cancello del blocco C, di quel posto che per molto tempo è stato la nostra casa. Lo apro senza troppa fatica e mi trovo di fronte alle nostre celle. Quella di Carl, quella di Maggie e Glenn. Il tempo sembra essersi fermato, il fato ha voluto risparmiare quel luogo dalla distruzione, come se volesse prendersi gioco di me. Proseguo la mia esplorazione, ma non riesco a fare un passo in più, perché davanti a me c'è la cella, la sua cella. 
Titubante entro all'interno e lì, ricoperto da strati di sporco e polvere, trovo il suo mondo. Lei è ovunque. So che è impossibile, ma posso dire con assoluta certezza di sentire l'odore della sua pelle. Mi siedo sul letto e accarezzo il cuscino logoro. Non ho mai avuto bisogno di un oggetto per ricordarmi di una persona, ma per la miseria, lei dormiva qui!
Appoggiato in un angolo c'è il suo maglione. Lo stesso che indossava quando sono venuto a dirle della morte di Zach, lo stesso che indossava quando mi ha abbracciato. Non posso lasciarlo qui. Lo afferro e mi allontano da quella stanza.
Esco di nuovo nel cortile e trovo Rick che sta cercando, da solo, di caricare la bara sul pick-up.
Mi avvicino e lo aiuto a sollevarla notando la buca dove prima avevo visto la croce.
-Potevi aspettarmi, ti avrei aiutato.- dico io posando il maglione per terra e aiutandolo ad assicurare una corda intorno alla cassa di legno.
-Dovevo farlo da solo.- afferma rivolgendo lo sguardo in direzione della mia moto.
-Stai bene?- gli domando anche se sembra la cosa più banale e stupida da dire in una situazione del genere.
Lui alza le spalle e scuote la testa. Non so cosa dire. Le parole paiono tutte superflue e fuori luogo in un momento come questo.
-Quella è...?- mi dice indicando la mia moto.
-Si, è la moto di Merle.- rispondo io.
-Vuoi portarla via?- mi chiede.
-No, sono apposto così.- dico io facendo spallucce.
-Sai... spero che tu non debba mai provare il dolore che ho provato io quando è morta Lori, quando perdi qualcuno che ami in quel modo, è come se una parte di te venisse strappata via.-
-Lo so.- dico io, irrigidendomi.
-Beh, si anche tu hai perso persone care, hai perso Merle, ma non è la stessa cosa.-
-Non parlo di Merle.- dico io recuperando il maglione.
Stringo quell'ammasso informe di lana, ormai ridotto ad uno straccio e noto lo sguardo di Rick che, indagatore, sta aspettando una mia spiegazione.
-Sicuro di non voler portare via la moto?- chiede lui.
-Ho già preso ciò che dovevo.- dico agitando il maglione.
-Mi pare che quello fosse di... l'hai preso per Maggie?-
-No...- rispondo salendo sul pick-up.
Lui si posiziona al posto di guida e ripartiamo per tornare verso la zona di contenimento.
-Stavi parlando di Beth prima?- mi domanda, tenendo gli occhi fissi sulla strada.
-Già...- dico io appoggiandomi il più possibile al sedile e continuando a stringere tra le mani il suo maglione, con la speranza che esso conservi ancora un po' del calore dell'abbraccio di quel giorno.
  
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