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Autore: erik3090    07/12/2014    1 recensioni
Questa opera è basata sull'universo di Star Wars ma con una differenza.
Vi faccio una domanda: E se la galassia lontana lontana non fosse poi così lontana nello spazio, ma piuttosto distante nel tempo?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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L'astronave era grande quanto un camper da superstar e altrettanto spaziosa, aveva tutti gli optional: cabina pilotaggio, sala motore, reparto relax, quelli che sembravano computer alieni e anche altri accessori che non riuscivo a identificare.

Il tunnel dell'iperspazio era sempre colorato da varie tonalità, stavolta padroneggiava il blu. Io invece soffrivo ancora di mal d'aria.

- Posso sapere i dettagli... della missione! - chiesi cercando di distrarre la mente.

- Dobbiamo incontrare il governatore malloriano Ghelvir Teh-Las per avere notizie sulla loro decisione in merito agli attacchi che hanno subito da un gruppo di ribelle di Hete, normale amministrazione! - spiegò Thran.

- Le classiche ultime parole! Posso avere più dettagli sul pianeta Mallors? - chiesi.

Sania mi porse quello che sembrava un tablet alieno, un pezzo di un materiale trasparente blu con varie funzioni. 

"Pensa davvero che riuscirò a leg..." non riuscii a finire la frase, incredibilmente riuscivo a leggere come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Guardai Sania - Traduttore universale, vero? - lei nemmeno mi rispose, si girò e torno in cabina pilotaggio con Thran.

Cominciai a leggere avidamente tutto ciò che riuscivo a trovare sul pianeta: capii che erano molto progrediti; che nella loro gerarchia il governatore aveva l'ultima parola; che la loro tecnologia era allo stesso livello di Coruscant; e che il pianeta era pieno di supercittà divise per livelli; e tante altre cose.

Uscimmo dall'iperspazio e come il giorno prima rimasi a bocca aperta.

Il pianeta era enorme e azzurroverde chiazzato in vari punti di grigio, erano quelle le supercittà. 

Poco dopo riuscimmo ad atterrare a quello che sembrava un aeroporto per navette spaziali, uscimmo dalla navetta e ci ritrovammo davanti un piccolo comitato di benvenuto: quattro soldati vestiti con corazze rosse e fucili neri in braccio che scortavano due persone vestite con tuniche bianche e blu, uno adulto e uno molto giovane. Il loro aspetto assomigliava a quello umano a parte la pelle azzurro chiaro e i capelli blu.

- Maestro Thran, allievi...? Benvenuti su Mallors, Cavalieri. - l'adulto aprì le braccia in segno di saluto.

- Saluti anche a te Ghelvir, è passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo incontrati. - salutò Thran. Si abbracciarono, anche se sembrava un gesto di convenienza che di cortesia.

- Lui te lo ricordi? - chiese indicando con la mano il melloriano accanto a lui.

- Come potrei non ricordare? Ziror, tuo figlio! Sei cresciuto a quanto pare. - rispose sorridendo.

- Sì, è molto intelligente, imprudente, e impulsivo, nonché un certo talento per l'Aura. - Ghelvir gli fece un cenno orgoglioso, ma sembrava che al ragazzo non piacesse per niente - Ma venite, vi mostro i vostri alloggi. - fece alla fine.

Seguimmo il governatore, passammo attraverso il porto spaziale, per poi trovarci davanti un enorme edificio pieno di marchingegni e luci, sospeso in aria attraverso un congegno antigravitazionale.

- A che serve questo palazzo? - chiesi, non capivo perché ma quell'edificio aveva qualcosa di strano.

- Oh, sì, questo... questo è un edificio adibito a creare energia per il porto spaziale, è completamente autonomo. - spiegò Ghelvir sorridendo.

- Capisco. - feci. In realtà non sapevo se credergli oppure no, ma tenni per me questo dubbio.

Proseguimmo con un veicolo volante fino ad un altro palazzo in mezzo alla città, entrammo e scoprimmo di avere l'attico, io e Sania salutammo Thran e il governatore, e entrammo.

Era la classica camera di lusso enorme, divani enormi, letti enormi, tavolo enorme, finestre enormi.

Mi gettai sul divano spaparanzato - Cosa facciamo adesso? - chiesi guardando Sania.

- Aspettiamo, e vediamo che succede. - disse lei.

- Si può sapere che ti prende? - chiesi ancora.

- Nulla. Sono solo concentrata. - rispose lei

Dopo un paio d'ore, passate nel silenzio e nella noia, Thran entrò nella stanza - Ho bisogno di un consiglio. - fece, la sua espressione era seria.

- Spara!- gli intimai.

- Cosa pensate di Ghelvir? Che impressione vi ha dato? - chiese lui.

- Lui è un buon amico e alleato, non c'è nulla che mi dia l'impressione di avere affari loschi! - si espresse poco convinta Sania.

- E tu Aaron? - voleva una risposta sincera.

- Secondo me quel leccaculo racconta un sacco di balle, e tutto si concentra da quella specie di palazzo autonomo. Insomma a che gli serve così tanta energia? Io punto sulle armi. - spiegai, buttai fuori tutto di getto senza accorgermene. 

Sania inizialmente fece una faccia indignata, poi però abbasso lo sguardo perplessa. Thran invece rifletté per un po' - Sì, credo tu abbia ragione Aaron! Ora dobbiamo smascherarlo, sapere esattamente cosa c'è dietro, e fermarlo. - ordinò infine.

  
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