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Autore: _eco    08/12/2014    3 recensioni
[Stydia] [4x06] [Missing moment]
《 Faccio io. 》 sussurra Stiles, sfiorandole il polso per bloccare i tremiti che le scuotono le mani.
[...]
Stiles strofina la spugnetta contro il suo viso come se stesse lucidando un prezioso pezzo di cristalleria. Lentamente, con delicatezza, un centimetro alla volta.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scheggia di vetro
[Stydia] [4x06]
Stiles si passa una mano sulla fronte. Sembra che voglia accartocciarsi il viso e strapparsi dalla faccia la stanchezza, come se fosse un foglio di carta stropicciata. 
Se ne sta in piedi, il braccio poggiato allo stipite della porta, in attesa.
《 Quindi dovremmo semplicemente digitare il nome di tutti quelli che ci sono morti attorno negli ultimi quattro anni? 》 chiede, pur sapendo che usare un tono interrogativo non serve a niente. 
È quella la loro unica strategia, ora. Non possono fare altro che stringere i denti e passare in rassegna i volti di coloro che la morte ha preso con sé. 
《 Anche più degli ultimi quattro anni. 》gli fa notare Lydia.
Le sue dita sottili armeggiano con una bottiglietta di disinfettante che Stiles le ha dato per medicare le ferite alle orecchie. Pizzicano un poco, come se sottili pungiglioni vi si conficcassero regolarmente, ma non è nulla di insopportabile. Probabilmente, se non avesse nomi e volti che le ronzano in testa furiosamente, Lydia si concentrerebbe di più sul dolore fisico.
Probabilmente, preferirebbe focalizzare tutta la sua attenzione sul sangue che le si è incrostato in viso e sul bruciore che le graffia i lobi e un punto indeterminato, da qualche parte dentro le orecchie.
Stiles ha impiegato cinque minuti buoni per convincerla a medicare le ferite prima di tornare a indagare sul totomorte. Le ha persino giurato che avrebbe rapito Prada, se non si fosse decisa a prendere il disinfettante e la spugnetta bianca. Lydia sa che non lo farebbe mai, in ogni caso.
《 Grandioso. A che c'erano, potevano offrirci un weekend al cimitero. 》 commenta Stiles, sarcastico. 
Lydia deglutisce. Sa che Stiles sta cercando di mettere in atto il piano B dei piani B, sa che sta cercando di smorzare la situazione con qualche gioco di parole che mira a farla ridere un po', ma sa che questa volta non sarà semplice. Affatto. E Stiles, dal canto suo, l'ha capito ancor prima di parlare, ma doveva pur tentare. 
Lydia prende un respiro profondo prima di ribattere. Forse, se regge il gioco di Stiles, potrebbero davvero smorzare la tensione.
《 Prego, gradisce del caffè, mentre cerca di capire quale morto sbloccherà il prossimo codice di persone che, toh, molto probabilmente moriranno? 》
Il problema sorge nel momento in cui Lydia pronuncia la parola "morto" e nella sua mente si riproduce la sua stessa voce, l'urlo straziante e velenoso che predice l'inevitabile dipartita di qualcuno. È sorprendente, dice a se stessa, il fatto che si possa rivivere innumerevoli volte la morte di una persona, e patetico, al tempo stesso, che si speri sempre che, alla fine, non accada. Che sia tutto uno scherzo di cattivo gusto.
Allison. 
Lydia nemmeno se ne accorge che sta scaricando tutta la sua frustrazione sul tappo di plastica della bottiglietta che stritola fra le dita, le nocche bianche per la pressione, il sangue che rallenta il suo percorso.
Le mani tremano.
Dannato tappo! Apriti. Per l'amor del cielo, apriti! 
Un grido isterico le graffia la gola. Non riesce nemmeno a svitare un pezzo di plastica. Non ne ha la forza. Dove dovrebbe trovare quella necessaria a digitare nomi che porteranno con sé volti, e corpi, e occhi che non si apriranno mai più, occhi che sono rimasti spalancati nello sforzo di non morire, e che qualcuno, per pietà, ha chiuso? 
《 Faccio io. 》 sussurra Stiles, sfiorandole il polso per bloccare i tremiti che le scuotono le mani.
Le guance di Lydia si imporporano leggermente, ed è un bene che abbia il viso rivolto in basso, perché non vuole che nessuno la veda, non vuole che Stiles la veda mentre si vergogna di sé stessa in maniera così evidente. 
Si vergogna di essere piccola e stanca e debole. Si vergogna di essere completamente fuori di testa, priva di controllo persino su se stessa, insensibile nei confronti dell'unica persona che l'ha concretamente aiutata, tremendamente disumana nel modo di rivolgersi a quella creatura confusa e spaesata. E si vergogna di essere così meschina ed egoista da sperare, sopra ogni cosa, di non diventare così. Di non diventare il replicante di Meredith. Perché chi perderebbe del tempo con una pazza? È già sulla buona strada per farlo. E forse, anche se il pensiero la terrorizza, rinchiuderla alla Casa dell'Eco sarebbe la soluzione migliore per tutti.
Stiles sfila la bottiglietta dalle sue mani e la posa in un angolo del lavandino. L'istinto le suggerisce di spostarsi, quando le pinza il mento delicatamente con le dita, ma una forza sconosciuta e radicata in lei le impedisce di muoversi. Così, Stiles riesce a sollevarle lentamente il viso, guidando il suo sguardo verso di lui.
Lydia serra le palpebre. Qualcosa le dice che le sue iridi color giada sono attraversate da sottili striature rosso intenso. Bruciano quasi più delle orecchie. 
《 D'accordo. 》 mormora Stiles.
Chiunque crederebbe che stia parlando tra sé, ma Lydia sa che non è così. Stiles sta rispondendo alla sua muta richiesta, sta accondiscendendo alla sua volontà di chiudersi in sé e combattere da sola contro il dolore. O almeno fingere di combattere.
D'accordo.
《 Verrà via con un po' d'acqua. Poi lo disinfettiamo. 》 
Lydia si da della stupida. Era così nervosa da non aver pensato che, prima di disinfettare, bisognava pulire il sangue rappreso. 
Annuisce in silenzio, gli incisivi affondati nel labbro inferiore. Sente il rumore dell'acqua che scorre e viene assorbita dalla spugnetta morbida che Stiles tiene sul palmo.
Stiles strofina la spugnetta contro il suo viso come se stesse lucidando un prezioso pezzo di cristalleria. Lentamente, con delicatezza, un centimetro alla volta.
《 Ci metto cinque minuti. Puoi fingere che io non sia qui. Stiles non è qui. 》soffia fra le labbra, scostandole il viso per pulirlo meglio.
Non dice altro, non specifica ciò che Lydia dovrebbe voler fare in quei cinque minuti. Non ce n'è bisogno, e Lydia, in cuor suo, lo ringrazia per non aver aggiunto precisazioni.
Un singulto scuote il petto di Lydia. Tiene ancora il viso basso, gli occhi chiusi e la bocca serrata. Come può aver capito ciò di cui ha davvero bisogno? 
Come fa sempre, le risponde una voce dentro di lei.
《 Se parli non mi aiuti a fingere che sia così. 》riesce a dire.
《 Mi aiuta a mantenere la concentrazione. 》 si giustifica lui, e Lydia non può vederlo, ma a giudicare dallo spostamento d'aria intorno a lei, Stiles ha allargato le braccia per gesticolare come suo solito.
Lydia fa per ribattere, ma Stiles la interrompe e le parole le muoiono in gola.
《 E no, Lydia, non posso farlo in silenzio. 》
Di nuovo, risponde a una provocazione che non ha nemmeno avuto bisogno di sentirle dire. Non può avergliela letta negli occhi,visto che le sue palpebre sono ancora abbassate. La conosce davvero così bene da prevedere ciò che sta per dire, da anticipare ogni sua mossa? Lydia ha sempre trovato nella propria capacità di dissimulare sentimenti e reazioni il suo punto di forza, su cui ha fatto leva molte volte, ostentando indifferenza e un'aria di sufficienza.
E ora Stiles sembra aver trovato l'ingranaggio più debole del meccanismo. L'ha messo fuori uso. 
Il modo in cui la medica, come le sfiora il viso, guidandolo lentamente a destra e a sinistra, le dita che ogni tanto spostano una ciocca ribelle che si frappone fra il suo volto e la spugnetta, tutto questo la fa sentire vulnerabile. E, al contempo, protetta. 
Stiles la accarezza con rispetto, sfiorandola appena, come se fosse di vetro, come se fosse scheggiata e potesse incrinarsi al minimo contatto con le sue dita nodose e impacciate. 
Lydia stringe le palpebre e minuscole gocce salate si districano dalle sue lunghe ciglia. È come se fiamme incandescenti le lambissero le guance, infettandole ferite che si riaprono una dopo l'altra.
Lydia sta piangendo. Cinque minuti non sono sufficienti, ma proverà a farseli bastare, perché quando Stiles avrà terminato, dovranno sedersi davanti al computer e tornare ad arrovellarsi il cervello e torturarsi il cuore.
Ma, per adesso, Lydia piange, e non lo fa solo perché è triste, frustrata, scoraggiata, mortificata e terrorizzata. Lo fa perchè nessun ragazzo l'ha mai sfiorata con tanta cura, e - maledizione, Stiles! - questo la commuove.
Stiles,come se niente fosse, continua a strofinare la spugnetta sul suo viso, trattenendosi per non stringerla a sé. Lydia potrebbe ritornare alla realtà, accorgersi della sua presenza e rimandare a chissà quando il momento in cui potrà sfogarsi.
Ma Lydia sa che lui è lì, e le va bene. Sul serio. Le va bene che la guardi piangere. Non è la prima volta che succede. E Stiles ha questa meravigliosa capacità di esserci ma non esserci,di stare lì davanti a lei, strofinare via il sangue insieme a qualche lacrima, e fingere che Lydia non stia crollando in sua presenza. Domani avrà già dimenticato tutto, o perlomeno non glielo farà mai pesare.
Nel momento in cui Stiles fa per inumidire la spugnetta con il disinfettante, non può evitare di sbuffare.
Lydia corruga la fronte e tira su col naso.
《 Lydia? 》 mormora, scuotendo la bottiglietta che suona a vuoto.
Lydia mugugna qualcosa, tanto per fargli capire che lo sta ascoltando.
《 Che ne dici se fingiamo di non aver terminato il disinfettante? 》butta lì, una nota stridula nella voce.
Il pianto di Lydia si trasforma nell'accenno di una risata.
Il solito Stiles, che trova sempre un impedimento, anche il più piccolo e irrilevante.
E va bene così. 
Davvero, va bene così. 
Lydia apre gli occhi, e la prima cosa che vede sono le iridi ambrate di Stiles. Ora che le guarda meglio, nota sottili pagliuzze dorate che le percorrono.
Vede tenerezza, comprensione, e, soprattutto, completa assenza di ogni sorta di compassione e pietà. 
E, in questo preciso istante, Lydia non si vergogna più di essere un pezzo di vetro pieno di incrinature.

Non ho molto da dire. L'ho scritta quest'estate e me ne sono dimenticata completamente. Ieri l'ho pubblicata su una pagina facebook e mi è stato consigliato di pubblicarla anche qui ♥
Quindi... ecco fatto. Spero vi piaccia :3
E... ehm, se vi va, passate da qui (https://www.facebook.com/pages/If-you-die-i-will-literally-go-out-my-freaking-mind-StilesLydia/232172516994022?ref=aymt_homepage_panel)
Bacioni e buon lunedì :3
S.

 
  
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