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Autore: ketyblack    08/12/2014    1 recensioni
"E ce l'aveva nella carne, in ogni sua fibra. Si ricordava di lui ogni volta che si guardava allo specchio. Quel giorno dal tatuatore si erano fatti tatuare “Ad maiora semper” verso cose più grandi, un bell'augurio per loro, e su come sarebbe dovuta essere la loro storia, grande, immensa. O, almeno, come avrebbero voluto che andasse a finire."
Non sempre le cose vanno come si vuole, questo Bulma l'ha provato sulla sua stessa pelle, adesso è in balia di un futuro incerto, dove non sa che cosa fare, in preda continuamente ai ricordi di quella vita che le sembrava così perfetta, ma che ora era così lontana da sembrare da un'altra persona.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ad maiora semper

 

Capitolo 3: Toxicity

 

L'indomani Vegeta fu svegliato dal freddo pungente, così strano per essere settembre. Pure il tempo ce l'aveva con lui. Si era addormentato su una panchina, proprio vicino ad un viale. Guardò l'ora, erano le sette e mezza. Sentì lo stomaco contorcersi per la fame, non aveva cenato, e non aveva nemmeno qualche spicciolo per poter fare colazione. Decise di dirigersi a scuola, almeno lì sarebbe stato al sicuro dal freddo, dal momento che minacciava pure di piovere da un momento all'altro. Aveva pure finito le sigarette. Buongiorno, mondo!

 

Bulma stava prendendo il pullman, per niente pronta per ritornare a scuola, aveva il cuore pesante, non riusciva a non pensare a Vegeta chissà dove, senza un tetto sopra la testa. Doveva cercare una soluzione, non voleva leggere il suo nome tra i necrologi dovuti alle risse notturne tra vagabondi. Ma sapeva che il ragazzo era troppo orgoglioso per lasciarsi aiutare, doveva escogitare una strategia, e alla svelta.

 

“Ciao Bulma!” la salutò Chichi mentre scendeva dalla macchina di Goku. Provò un moto d'invidia nei loro confronti, per loro era tutto così facile, così normale.

“Buongiorno, Chichi!” la salutò lei di risposta agitando una mano in aria. Non si fermò a chiacchierare, doveva andare in classe e vedere se c'era Vegeta.

 

Il moro era seduto già da mezz'ora al suo banco, in ultima fila, vicino alla finestra, aveva la testa appoggiata al banco sulle braccia, conserte. Stava decisamente dormendo. Bulma si ritrovò a sorridere senza nemmeno rendersene conto.

“Ehi, Vegeta! Svegliati, tra poco comincia la lezione!” lo scosse lei piano. In realtà voleva solamente cercare in pretesto per parlargli. Riuscì nel suo intento, ora il ragazzo era sveglio, piuttosto incazzato, ma sveglio.

“Ma che cazzo c'è? Non sono nemmeno le otto! Bimba, lasciami stare!” al suono di quel nomignolo rimase pietrificato e con lui pure Bulma. Gli cadde dalle mani la brioche che gli aveva portato da casa.

“Scusa, è che... l'abitudine” cercò di raffazzonare una spiegazione invano. Maledetta, l'avevo colto alla sprovvista.

“Senti, stavo pensando...so che non hai un posto dove andare, sei vestito esattamente come ieri...” constatò lei. Colpito nel segno.

“Mio padre si ostina a tenere da anni un laboratorio che non usa più. Potresti dormire lì, credo che per i miei non ci sia alcun problema.” provò a dire Bulma. Lui si voltò dall'altra parte, pensieroso.

“Non sono cazzi tuoi, è la mia vita, lasciami in pace!” rispose in tono scontroso.

 

Vegeta non le parlò più per tutto il giorno. Si girava letteralmente dalla parte opposta.

 

Quando Bulma vide per la prima volta Vegeta pensò che fosse proprio uno stronzo pantentato. Le sue compagne di classe la prendevano in giro perché lui non era esattamente il belloccio di turno. Ma a lei non interessava, adorava tutto di lui.

Quel giorno stava tornando in classe dopo la pausa pranzo, stava parlando con Chichi e Marion, delle solite cose, della scuola, del nuovo film in uscita sabato al cinema.

E così mia madre ha detto che posso venire con voi!” disse Bulma gesticolando come suo solito.

Ma è fantastico, magari dopo possiamo andare al bar in centro, Chichi si deve vedere con Goku, quello del quarto anno!” esclamò Marion raggiante.

Oh, guardate quello! Dev'essere Prince, quello è un'attaccabrighe allucinante, l'hanno espulso l'anno scorso dalla sua scuola, dicono di averlo trovato in bagno a sniffare cocaina!” disse Chichi sottovoce. Bulma inarcò il sopracciglio, le solite stupide voci di corridoio.

Ma figuratevi, ha solo diciassette anni, ma dove l'ha trovata la cocaina poi?” commentò Bulma con reticenza. Non credeva ai pettegolezzi, odiava giudicare le persone senza conoscerle. Così, a caso, andò da quel Prince e gli si presentò tranquillamente.

 

Vegeta di solito pranzava da solo, scrutando dall'alto in basso tutta la mensa. Gli piaceva considerarsi superiore agli altri, adorava incutere timore. Assunse un'espressione contrariata quando vide una strana ragazza dai capelli azzurri avvicinarsi con fare deciso al suo tavolo. Ma che diavolo voleva?

Ciao! Le mie amiche mi hanno detto che sei nuovo, io mi chiamo Bulma, felice di conoscerti, ehm... tu sei?” gli chiese sorridendo distesa e tendendogli una mano.

Scusa, ho ben altro da fare adesso, vai pure a giocare con le tue amichette, e va' a farti fottere.” scontroso e antipatico.

 

Bulma era appena tornata da scuola, continuava a pensare a Vegeta, tutto solo, al freddo, senza nessuno su cui contare, oltre a lei non aveva nessuno, nessun amico che potesse ospitarlo, nessuna famiglia.

“Mamma, posso andare dopo cena a fare i compiti da Chichi? Torno presto, è che quello di letteratura quest'anno ci vuole tutti morti!” chiese la ragazza alla madre in tono supplicante. Odiava mentire ma era l'unico modo per far ragionare Vegeta.

“Bulma, non serve che mi dici le bugie, so dove vuoi andare e per me va bene, stai un po' con lui. Portagli un po' di polpettone!” disse sua madre con un sorriso. Per lei Vegeta era davvero come un figlio, un po' problematico, ma sempre uno di famiglia.

“Grazie, mamma, torno presto, te lo prometto!” esclamò lei abbracciandola, grata.

 

Uscì di casa senza nemmeno aver cenato, aiutare Vegeta era più importante. Doveva convincerlo a venire da lei, non gli chiedeva di tornare insieme ma solo di stare al sicuro sotto un tetto e non su una panchina.

Dopo venti minuti di ricerche lo trovò, su una panchina, vicino alla chiesa. Ricordò che l'anno prima si fermavano spesso lì a chiacchierare mentre lui si fumava una sigaretta.

 

“Ehi! Allora sei qui...” disse in tono poco convinto mentre si sedeva a fianco a lui. Vegeta a stento alzò lo sguardo. Non ce la faceva a guardarla dritta negli occhi, si sentiva davvero patetico, un fallito.

“Allora non demordi, eh? Senti, sbattitene anche tu di me, non mi importa, davvero. Tra tre mesi finirò al processo e andrò in carcere, stavolta quello vero.” rispose lui in tono sconfitto.

“E smettila per una volta di piangerti addosso. Tira fuori le palle! Ti sei proprio rammollito.” disse lei in tono schifato. Gli lasciò vicino la cena preparata da sua madre e se ne tornò a casa. Forse quella era davvero una causa persa.

 

Vegeta?” lo chiamò Bulma dolcemente non guardandolo in viso. Lui grugnì per farle capire che era in ascolto.

Ma noi stiamo insieme?” chiese speranzosa afferrandogli una mano. Lui sorrise a mezza bocca e alzò gli occhi al cielo.

Non sono ancora così rammollito. Sono un uomo con le palle, io!” esclamò lui orgoglioso ma dandole ugualmente un bacio a fior di labbra.

 

La ragazza tornò a casa sconfitta. I buoni propositi ce li aveva messi. Ora stava a lui. Doveva fare la sua scelta, se piangersi addosso come un reietto o se reagire in qualche modo.

Erano ormai le dieci passate, Bulma si stava preparando per andare a letto, si sentiva decisamente spossata, stanca mentalmente.

 

Alle undici suonarono alla porta, Bulma era già crollata a letto, ancora col cellulare in mano, aspettando una chiamata che non era ancora arrivata, nemmeno un messaggio.

“Buonasera, signora Brief, mi scusi per l'ora...” fece il ragazzo sull'uscio. Si torceva le mani nervosamente. Non sapeva che dire, non aveva nemmeno pensato all'evenienza in cui non fosse stata Bulma a venire alla porta.

“Vegeta... sono contenta che ti sia ricreduto, vieni dentro, forza!” esclamò la donna in tono commosso abbracciandolo e mettendolo in imbarazzo.

“Mi chiedevo se fosse possibile parlare con Bulma. Devo scusarmi con lei per stasera.” disse lui in tono piatto. Cercò di mascherare l'imbarazzo.

“Caro, mi dispiace ma credo si sia già addormentata, potrai parlarle domani, se vorrai.” rispose la donna in tono caloroso.

“Ok. Allora le dica che sono passato...” fece per andarsene.

“Rimani qui, solo per qualche giorno, siamo tutti preoccupati per te. Ti preparerò la camera degli ospiti.” la donna non volle sentire repliche, gli sfilò il giubbotto di pelle dalle spalle e lo appese vicino all'entrata. Vegeta non reagì, era il segno della sua resa.

 

 

Ti immagini come sarebbe bello poter dormire sotto lo stesso tetto? Eh, Vegeta?” glielo chiedeva in continuazione, anche a lui avrebbe fatto tanto piacere ma purtroppo i signori Brief erano decisamente rigidi sotto quell'aspetto.

Lo so che non mi puoi stare lontano!” sorrise lui baciandola sulla fronte.

 

Vegeta non si sarebbe mai aspettato che nel giro di un anno in quella casa ci avrebbe vissuto anche lui. Non aveva mai pensato che avrebbe lasciato la casa famiglia o che avrebbe compiuto tali nefandezze da causarne l'espulsione.

Il ragazzo si addormentò non appena toccò il morbido cuscino e si lasciò cullare dal tepore delle coperte e della totale assenza di quel vento gelido che accompagnava le sue notti da lì ad una settimana.

 

Spazio autrice:

Ed ecco anche il terzo capitolo compiuto, sono molto felice di questa storia, nonostante non stia riscuotendo molto successo, ma ho intenzione di mandarla avanti ugualmente, sono personaggi a cui sono davvero affezionata e non posso lasciare la cose a metà.

Ringrazio tutti coloro che la seguono, mettono tra i preferiti, la ricordano, davvero, di cuore, ragazzi! Ma spendete un minutino per farmi felice, dai!

 

Un grazie speciale sempre a coniglietto 94, che mi segue sempre, e sono molto contenta di questo, le sue recensioni contano molto per me!

 

Allora non mi resta che dirvi che ci sentiamo al prossimo aggiornamento! Vi bacio tutti quanti!

 

ketyblack

 

  
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