Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Elygrifondoro    08/12/2014    4 recensioni
Cosa succedere se uno Shadowhunter e i suoi amici frequantano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa succede se due persone destinate a stare insieme come Alexander Lightwood e Magnus Bane si trovassero nella stessa scuola, rispettivamente nei panni di studente e professore? lLamore e l'attrazione vinceranno sui dubbi che una relazione proibita inevitabolmente crea?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CALL IT MAGIC
Mancava un quarto d’ora allo scoccare delle nove ed io mi trovavo già di fronte alla porta dietro la quale v’erano le stanze private di Magnus. Alzai il braccio, la mano a pugno pronta a bussare, poi la riabbassai.
Cos’era successo? Non l’avevo visto per tutto il giorno e poi quel messaggio… Avrei voluto spalancare la porta e chiedergli quale fosse la causa, abbracciarlo e perdermi nei suoi baci. E se fosse successo qualcosa di grave? Se il preside gli avesse comunicato che qualcuno ci aveva scoperti? No, impossibile, eravamo stati cauti… anche adesso avevo delle rune dell’invisibilità che mi correvano su per l’avambraccio. Alzai di nuovo il braccio. Bussai piano, un battito inudibile ne scaturì.
“Okay Alec, tira fuori le palle una buona volta!”  Pensai.
Bussai più forte in modo che fosse udibile all’orecchio umano e dopo circa un minuto la porta si aprì rivelandone il residente: Magnus indossava un paio di pantaloni neri in pelle ed una camicia verde smeraldo perfettamente stirata, i capelli color ebano bagnati, segno che aveva appena fatto la doccia. Era magnifico ed era semplicemente, tipicamente Magnus. Chi avrebbe indossato dei pantaloni di pelle per correggere una montagna di verifiche o per stare stravaccati sul divano?! Alzai lo sguardo sul suo viso e incrociai i suoi occhi. Occhi da gatto, furbi e pericolosi, giallo ocra, caotici. Ricordavano una tempesta di sabbia e rappresentavano tutta la perfezione che si poteva trovare solo nelle cose create dalla natura più incontaminata.
-Entra. –
Io ubbidii. L’aveva detto piano, gentilmente, ma nelle sue parole c’era tutta la decisione del mondo. Lui richiuse la porta subito dietro di me.
-Magnus, cos… -
Ma lui mi aveva già attirato a sé con un impeto che mi lasciò quasi senza fiato per poi baciarmi. Sapeva di sandalo, preoccupazione e desiderio. Le sue labbra erano morbide al contatto con le mie. Quando ci staccammo, io mi ritrovai con la schiena al muro e cercai di nuovo i suoi occhi prendendo il suo viso fra le mani.
-Magnus, perché mi hai chiamato? Cosa è successo? –
-niente. –
Si liberò dalla mia presa piuttosto velocemente iniziando a baciarmi il collo. Io gemetti più per la sorpresa che per vero e proprio piacere anche se mi bastava solo la sua presenza per sentirmi già bene.
-e allora perché sono qui? –
Le sue mani correvano frenetiche sul mio corpo, esplorandolo in continuazione, come a memorizzare ogni centimetro di pelle. Mi sentivo inadeguato avvolto nella mia divisa Corvonero: sapevo di volere di più. Liberarmi di tutte le ansie che si erano sovraccaricate in quelle due settimane, la tensione e la preoccupazione per le persone a cui volevo bene. Volevo stare con lui, volevo che il mondo si dissolvesse, lasciando solo noi due, l’unica cosa davvero indispensabile.
-avevo… bisogno di vederti. –
A guardarlo adesso sembrava davvero un gatto, le mani lunghe e affusolate che mi sfioravano i fianchi e la schiena, gli occhi che memorizzavano ogni dettaglio del mio viso, il suo sguardo adoratore che mi faceva sentire così indispensabile, così unico, che tutte le volte mi toglieva il respiro. Un’improvvisa scarica elettrica mi percorse la schiena, ed ero convinto fosse per il piacere.
-Alec… tu non sai quanto ti voglio. –
Lui, che pronunciava quelle parole a me, con quella voce così rauca e bassa e seducente, lui con la sua bocca, le sue spalle, i suoi fianchi… lui, che mi sembrava così lontano avvolto in quei vestiti. Ansimai un po’ prima di rispondere dato che Magnus non aveva nessuna intenzione di lasciarmi.
-e allora prendimi. –
Sorprendentemente fui io a spingerlo verso il grande letto a baldacchino che spiccava nella stanza come una rosa in un campo di margherite mentre lui continuava a tenermi stretto a sé, come se avessi potuto dissolvermi da un momento all’altro, come se avesse paura che io me ne andassi via, improvvisamente pentito del meccanismo che avevo messo in moto. Sapevo che era impossibile. Lo volevo troppo e mai mi ero sentito così deciso, mai avevo agito senza prima pensare come avevo invece fatto qualche secondo prima. Semplicemente, come camminare o leggere, mi ero sdraiato sul letto e Magnus con me, tenendosi sollevato con i gomiti in modo che non mi schiacciasse con il suo peso: aveva i capelli scompigliati che gli ricadevano sul viso e sugli occhi in riccioli ribelli e multicolore, le guance rosse per l’emozione.
-Alec… ne sei sicuro? –
-Magnus nella mia vita non sono mai stato sicuro di niente, da bambino ero indeciso persino su come allacciarmi le scarpe. Ma tu, tu sei l’unica mia scelta buona, l’unica che ha avuto solo conseguenze positive e per nulla al mondo mi tirerei indietro. Perché sei l’unico che voglio e che mai vorrò. Ricordatelo. –
A quel punto Magnus riprese a baciarmi come faceva quando davvero ne aveva bisogno, lasciandomi con la sensazione di non avere più aria nei polmoni, come se l’atmosfera si fosse improvvisamente privata di tutto l’ossigeno e l’unica cosa che ci rimaneva prima di morire soffocati erano i nostri occhi. Mi aveva baciato così solo all’inizio della battaglia e in quella rientranza di un corridoio anonimo, di cui nemmeno ricordavo il piano, ma che aveva ospitato l’inizio della parte migliore della mia vita. Sentii le sue dita incespicare sul primo bottone della mia camicia ma prontamente iniziai a baciargli il collo, esortandolo a continuare. Primo bottone, secondo, terzo, quarto, fino a quando non raggiunse l’ultimo e me la sfilò dalle spalle. Il freddo della stanza mi percorse il corpo per un millesimo di secondo, subito sopraffatto dal calore delle mani di Magnus. In qualche modo riuscì a issarmi a cavalcioni sopra di lui e a sfilargli la camicia tanto meticolosamente quanto fugacemente mentre lo sentivo tremare ogni volta che lo sfioravo.
-hai le mani così fredde Alec… -
Disse lo stregone accarezzandomi una guancia.
-è perché non ho nessuno che me le scaldi –
Magnus sorrise a quelle parole che lo incitavano ancora di più ad andare fino in fondo, a prendermi e a non lasciarmi mai più, come se fossi potuto scappare da qualche parte.
Ci ritrovammo entrambi a petto nudo e notai piacevolmente che malgrado Magnus fosse più esile di me aveva delle spalle da mozzare il fiato e la pelle olivastra faceva risaltare i muscoli ben delineati sul petto. La vena che aveva sul collo sembrava stesse per scoppiare e quando la baciai nuovamente, la sentì sulle mie labbra con il suo pulsare veloce e irregolare che era addirittura più forte degli ansiti di lui. Abbassai lo sguardo su quei dannati pantaloni di pelle neri e lucidi desiderando solo toglierli di mezzo anche se allo stesso tempo ne ero intimidito. Indugiai su quel bottone argentato sfiorandolo per un po’ finché Magnus non mi prese la mano e mi fece sdraiare sul letto, lui di nuovo sopra di me, riprendendo il controllo della situazione questa volta certo di non perderlo più.
-faccio io-
Aveva detto.
-fermami in qualunque momento okay? –
Io, troppo emozionato anche solo per distogliere lo sguardo dal suo stomaco, annuii leggermente mentre sentivo la stoffa morbida dei pantaloni della divisa scivolare lungo le gambe. Quando li sentii cadere con un fruscio leggero sul pavimento in pietra della stanza, vidi Magnus che iniziava ad armeggiare con i suoi. Raccogliendo tutto il coraggio che avevo, forse complice l’adrenalina o il senso di pazzia che mi stava lentamente invadendo, lo fermai.
-aspetta, voglio farlo io. –
Lui mi sorrise così teneramente che quasi mi venne da piangere.
-sono completamente tuo, -
 Mi sussurrò.
–lo sarò per sempre. –
E quelle parole rimbalzarono sulle pareti della mia mente per tutta la sera, non trovando un posto consono a contenere tutta quella felicità. I miei polpastrelli sfiorarono di nuovo il materiale liscio e duro del bottone argentato, questa volta non più titubanti. Lo feci scorrere nel buco che lo teneva imprigionato e appena questi fu libero, li sfilai con tutta la lentezza del mondo, esaminando ogni centimetro di pelle che man mano veniva scoperto.
-li hai scelti proprio bene i boxer –
Mi fece notare Magnus.
-si intonano al colore dei tuoi occhi –
Io risi perdendomi nell’immensa gioia di quel momento. Era sorprendente come Magnus fosse capace di farmi sentire a mio agio anche in una situazione così emozionante e a me del tutto nuova. Lui buttò di nuovo l’occhio sul capo di biancheria, infilò l’indice oltre l’elastico e lo fece scorrere sul bordo mantenendo un sorriso sornione e curioso. Mi attirò a sé e mi baciò facendo scorrere le mani sempre più oltre il bordo dei boxer e facendomi sobbalzare per la sorpresa causando un irrigidimento generale di tutti i muscoli del mio corpo.
-Magnus… -
-stai calmo –
-fai in fretta ti prego! –
Ci ritrovammo senza vestiti ma non mi sentivo affatto imbarazzato né intimidito. Forse la gente intendeva questo quando diceva che solo con la persona giusta si può essere davvero se stessi.
I minuti scorsero veloci fra grovigli di coperte, baci e sudore e se era quello che si provava da ubriachi o da drogati giuro, avrei fatto di tutto per non rimanere in astinenza da Magnus.
 
 
 
 
Alec occupava il posto accanto al mio nel letto. Mi ripetevo quel fatto ovvio nella mente da quando i miei  occhi s’erano aperti e invece del pelo grigio e arruffato di Chairman Meow avevo visto i capelli neri del mio ragazzo. Il mio ragazzo… era strano definirlo così; risultava sdolcinato e innaturale sebbene quello fosse il titolo che gli spettasse. Dormiva di fianco rivolgendomi la schiena che si sollevava e abbassava ad ogni respiro regolare. Era pallido e sotto la pelle si intravedevano oltre alle vene azzurrine anche le scapole e i muscoli tipici di un Cacciatore. Mi avvicinai un po’di più a lui cingendolo con un braccio e avvicinando il mio viso alla sua nuca, memorizzando l’odore della sua pelle  e sfiorandogliela piano con le labbra. Alec sapeva di ciliegio e sudore, ormai intriso sul suo corpo dopo innumerevoli battaglie e  scontri. Amavo quell’odore che solo poche ore prima s’era mescolato con il mio ed avergli lasciato qualcosa di così personale come il mio profumo mi regalava un forte senso di appartenenza.
-buongiorno –
Gli sussurrai all’orecchio mordendone il lobo.
-è ora di alzarsi –
-mh mh –
Mugolò lui tutt’altro che desideroso di svegliarsi. Si girò verso di me mettendosi una mano sotto al viso per appoggiarsi meglio: aveva gli occhi gonfi di sonno e i capelli scompigliati, lo sguardo era quello di un bambino che non ricordava bene dove si trovasse. Io non resistetti e posai le mie labbra sulle sue, delicatamente. Lui mi attirò a sé spostandosi poi a cavalcioni sopra di me.
-buongiorno Magnus –
-buongiorno ancora Alec –
-per questa volta te lo perdono, ma ricordati che è sempre meglio non svegliare un Nephilim addormentato. –
-oh, sto già tremando dalla paura Cacciatore –
Gli soffiai sulle labbra le ultime parole, ed io lo sentii sorridere.
-quale punizione mi spetterebbe per questo imperdonabile affronto?–
-beh, potresti aiutarmi a trovare qualche idea non credi stregone? –
Iniziò a percorrermi il busto con le mani, soffermandosi particolarmente sul bacino e sulle clavicole, facendomi il solletico. Si abbassò fino ad arrivare all’altezza del mio collo, nel punto proprio sotto all’orecchio.
-avevo qualche idea in mente però ho bisogno di te per metterla in pratica. –
-sarei felice di aiutarti ma abbiamo scuola. –
-ma... –
-niente ma. Sei il mio ragazzo ed il mio studente, spero che tu abbia fatto i compiti che avevo affidato settimana scorsa. –
Lui mi guardò malizioso; ero certo che avesse in mente qualcosa.
-il tuo ragazzo hai detto? –
-si, il mio ragazzo. Ti avviso però che dopo una notte di sesso non sono troppo loquace quindi… -
Non mi fece terminare la frase che già partì alla carica.
-e quindi cosa mi fa se non svolgo i compiti professore?  -
Io sorrisi in un modo molto simile al suo, deciso ad assecondare i suoi giochetti.
Gli feci segno di avvicinarsi a me e quando mi fu a breve distanza gli avvolsi i fianchi con le gambe, mi sollevai e lo feci cadere sul letto, sotto di me, in trappola fra le mie braccia. Mi avvicinai al suo orecchio, mordendolo di nuovo come avevo fatto poco prima e lo sentii sobbalzare, desideroso di avere di più.
-signor Alexander Lightwood, se non ha svolto i miei compiti non rivedrà questo letto per un bel po’ e nemmeno me fuori dall’orario delle mie lezioni. –
Lui rise, mettendo il broncio e fingendosi un po’offeso.
-uffa! Non ho voglia di studiare, voglio fare l’amore! –
Io arrossii violentemente, nemmeno io volevo passare la giornata correggendo verifiche e non avevo la minima intenzione di allontanarmi da lui ma sapevo anche che non potevo assecondarlo sempre.
-abbi pazienza e tracciati quei marchi che tra poco ti sbatto fuori! –
Lo baciai con passione, mettendogli una mano sotto la nuca e l’altra all’altezza del cuore.
-ed ora alzati. –
Mi sedetti sul letto mentre lui si alzava e si rivestiva. Nel prendere la maglietta, alzò nuovamente lo sguardo su di me, inarcando un sopracciglio.
-mettitela prima che ti salti di nuovo addosso! –
-okay, okay! Stai calmo! –
Appena ebbe terminato, prese lo stilo dalla tracolla di cui non avevo nemmeno fatto caso la sera prima e si tracciò i marchi.
-dovrebbero durare fino alla sala comune, poi lì si dissolveranno a poco a poco. –
Mi alzai anch’io dal letto avvolgendomi in un accappatoio di seta nera, lo legai in vita avvicinandomi a lui.
-ci vediamo dopo a lezione okay? –
Fu lui a baciarmi piano, come provando a rallentare il tempo.
-va bene Magnus, a dopo. –
Eravamo sulla soglia ed Alec aprì lentamente il grosso portone di legno. Il suo aspetto non era cambiato molto da quando s’era svegliato accanto a me; aveva solo un po’ più di vestiti anche se la camicia era abbottonata storta, i pantaloni erano spiegazzati e la cravatta era allentata.
-ah, Magnus! –
-dimmi Alec. -
-ti amo. –
Il mio cuore perse un battito, o forse correva così forte da non distinguere più le single pulsazioni. Velocemente chiusi la porta da cui Alec stava per uscire, bloccandolo ancora una volta fra me e la parete.
-Alexander Gideon Lightwood –
Lo presi per la cravatta il cui nodo già si stava sciogliendo e avvicinai i suoi occhi ai miei.
-torna immediatamente a letto. –
 
ANGOLO DELL’AUTORE:
Ciao carissimi!!! Questo è stato il capitolo fin ora più difficile da scrivere: ogni parola, ogni lettera che digitavo sulla tastiera è stata una vera tortura perché mi addentravo sempre di più nell’intimità di Magnus ed Alec e ovviamente mi sentivo un’intrusa. È stato davvero, davvero difficile ma ce l’ho fatta, sono qui e sono viva! Dopo quanto? Tre giorni che lo sistemo, finalmente è pronto, impacchettato e spedito apposta per voi! È il mio pre-regalo di Natale, spero di farvene almeno un altro prima del 25 Dicembre perché vi dico già che dal 21 al 24 sarò via per impegni irrimandabili e non potrò stare a casa al computer a scrivere magari bevendo una buona e gustosa cioccolata calda! Ahhhhhhh quanto mi mancano le cioccolate calde! Avevo la vaga idea di scrivere una ‘altra one-shot ma non saprei su chi scriverla. Accetto idee e suggerimenti in grande quantità!
A presto,
Elisa.
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Elygrifondoro