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Autore: eppy    08/12/2014    3 recensioni
Quando presente e passato si fondono, le convinzioni vacillano, le barriere si spezzano, desideri mai conosciuti sconvolgono, vecchi sospiri ritornano, e inevitabilmente, cominciano i casini.
Emma è testimone dell'esistenza di un passato che per lui è stato troppo breve e bello, e lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ethan è semplicemente il ragazzo che è stato capace di farle tremare le ginocchia senza aver mai incrociato i suoi occhi, e che lei, a distanza di anni, ha inserito in una parentesi della sua vita che considera conclusa.
Londra è la meravigliosa città che ospita la vecchia biblioteca che inneschera' i sopracitati casini.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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ETHAN

Capii che mi aveva riconosciuto dalla sua inequivocabile reazione.
Una volta c'ero abituato, e non mi scomponevo più di tanto quando una ragazza annaspava per respirare dopo essersi accorta di avermi proprio di fronte, ma erano trascorsi degli anni, quel periodo era terminato da un pezzo, e beh, non mi aspettavo di essere ancora in grado di provocare rossore sulle guance, incredulità e sorpresa nello sguardo, quell'espressione stranulata ma felice...osservare il suo viso in quel momento fu come tornare indietro nel tempo, quando cantavo e mi divertivo come un pazzo con gli 'Uk Hearts'.
" Ok ascoltami" le dissi, senza smettere di tenere gli occhi fissi nei suoi, perchè non mi capitava da troppo tempo di vivere un momento del genere e me lo volevo godere..non mi accadeva più tutti i giorni che una ragazza rischiasse di svenire per me, e ogni volta che era successo nei tempi felici, io avevo sempre provato una strana adrenalina nel cuore; e non me ne ero mai accorto prima di quel momento, perchè era la prima volta che capitava dopo la rottura, ma mi erano mancati fuggenti e intensi istanti come quelli. Ditemi ciò che vi pare, ma io trovavo figo il fatto di essere in grado di provocare reazioni così.
" Prendi un respiro profondo" continuai, mentre i ricordi appartenenti a qualche anno prima mi affollavano la mente e il cuore.
La ragazza di fronte a me sembrò riuscire a seguire il mio consiglio, si concesse di tornare a respirare normalmente, ma continuò a guardarmi, come se avesse il timore che da un momento all'altro potessi sparire, e si vedeva lontano un miglio che non voleva che ciò accadesse. Il suo viso era più rosso di un peperone, come se l'avessero colta con le mani nella marmellata, e proprio come ogni volta che mi ero ritrovato in una situazione del genere, non riuscii a fare a meno di intenerirmi: era buffa, e dolce.
Poi scoppiò improvvisamente a ridere, coprendosi il volto con le mani, e scosse la testa da destra a sinistra, come se non riuscisse a farsi capace di aver avuto una reazione così palesemente evidente..io continuai a guardarla, incuriosito, perchè la sua risata era contagiosa, e per poco non la seguii a ruota anche io, così, senza motivo.
Ma prima che potesse accadere, lei mi stupì ancora una volta, riprendendo controllo di sè stessa "scusami.." sussurrò guardandosi i piedi, probabilmente sentendosi in imbarazzo
" Possiamo far finta che tutto quello che è successo, non sia successo?" domandò candidamente
" Perchè? Che cosa è successo?" decisi di far finta di niente, in quel momento trovavo inspiegabilmente divertente provocarla
Lei intuì il mio gioco, e alzò lo sguardo fino a incrociare il mio " ho appena fatto la figura della ragazzina in preda a una crisi ormonale" dichiarò , facendo il possibile per sembrare disinvolta, ma non riuscendo a impedire alle sue gote di diventare ancora più rosse. Mi venne voglia di stringerle appena tra le mie mani e scuoterle teneramente, ma mi trattenni, anzi, scoppiai a ridere.
" E non ridere! Per un attimo ho pensato di poter svenire..tu ti sarai divertito, ma ti assicuro che non è una bella sensazione non sentirsi più il pavimento sotto i piedi" continuò, puntandomi un dito contro, come se fosse tutta colpa mia. " Non ne dubito" risposi, ancora parecchio divertito. 
Ma chi era quella ragazza piombata all'improvviso nell'angolo più remoto e dimenticato di Londra?
" Non me l'ero immaginato così.." sussurrò poi, talmente piano, come se non volesse che io la sentissi; si riferiva sicuramente al nostro incontro.
" Perchè, te lo eri anche immaginato?" non riuscii a fare a meno di cogliere la palla al balzo per provocarla ancora un po'
" Hai finito di prendermi in giro?" appoggiò le mani sui fianchi come se stesse per spazientirsi, ma il sorriso che aveva stampato sulle labbra la tradì alla grande.
Io alzai le mani, dichiarando la mia resa, e feci un passo verso di lei, con l'intenzione di tenderle una mano, così, per presentarmi..okay, ero diabolico..ma ve lo giuro, non mi ero mai comportato così con nessuna delle fan ai tempi della band. Però era anche vero che il più delle volte loro erano ragazzine, e invece lei era già una donna perfettamente formata. Non so perchè..ma mi venne naturale sia prenderla in giro che provocarla, e addirittura trovarla tenera. 
Dai, immaginatevi la scena:  una ventenne, credo, che in modo del tutto inaspettato si ritrova di fronte la sua cotta adolescenziale, e reagisce così: trova difficoltà a controllare il respiro e il battito accelerato del cuore, e diventa rossa rossa in viso, subito dopo crede di aver esagerato, e si scusa tenendo lo sguardo basso, l'attimo dopo ride prendendosi in giro da sola, e poi, a poco a poco comincia a rilassarsi e addirittura finisce per battibeccare in modo scherzoso proprio con la sua vecchia cotta. Non è una cosa dolcissima?
" Decisamente non me lo ero immaginato così" affermò un attimo dopo, distraedomi dai miei pensieri e confermandomi in un modo tutto suo che sì, se lo era immaginato il nostro incontro.
Effettivamente non pensavo che il suo sogno nel cassetto fosse stato essere presa in giro da me! Le sorrisi, e lei lo fece di riflesso, probabilmente senza nemmeno rendersene conto.
Nemmeno io mi ero mai immaginato un incontro così, ma non lo glielo dissi. Nessuna era riuscita a contenersi dallo stritolarmi vivo, e invece lei mi guardava soltanto, imbarazzata, sorpresa, divertita, scherzosamente infastidita e inverosimilmente felice, il tutto non bene amalgamato in quegli occhi castano ciocciolato.
" Sono disposto a dimenticare la terribile figura che hai fatto" le dissi, utilizzando un tono più grave e severo del dovuto per farle capire che stavo scherzando "..soltanto se mi dici come ti chiami e come ci sei finita qui" proposi, davvero interessato alla faccenda.
" Sono Emma, e sono venuta qui perchè credo che quei volumoni impolverati potrebbero essermi utili" spiegò, indicando alcuni libri vecchi ed..enormi
Ma io volevo prenderla in giro ancora un po', perchè sapeva stare al gioco, e non mi capitava da un sacco di star bene così, con così poco..
" Adesso vorresti pure farmi credere che non sei venuta per me?" la provocai, sfoderando il mio miglior sorriso
" Ethan Harrow, sei veramente impossibile" dichiarò guardandomi dritto negli occhi, lottando contro se stessa per non sciogliersi in un sorriso a sua volta
" Da dimenticare?" domandai facendomi più vicino; lei sembrò rifletterci un attimo, poi mi stupì ancora "però con il carettere c'ho preso: ti facevo esattamente così rompiscatole!"
" Adorabilmente rompiscatole" la corressi io, e Emma si limitò a sorridere con aria vagamente divertita.
Ero sicuro che mi avesse detto la verità, mi immaginava davvero così, e la cosa più assurda era che io ero così..rompiscatole, ma non con tutti. Di solito con le persone che conoscevo appena ero sempre gentile e cordiale, e mi concedevo il lusso di fare il rompiscatole soltanto con gli amici di sempre, o le persone che mi conoscevano davvero per quello che ero. Nessuna categoria nella quale lei potesse rientrare.
" Ma che cosa ci fai tu in posto del genere?" ecco, sapevo che questa domanda sarebbe arrivata
"..Insomma, io mi aspettavo di trovare una bibliotecaria vecchia, brutta, con i occhiali spessi e i baffi" continuò, divertita
"Ehi! Non parlare così della mia cara prozia che gestisce la biblioteca da ottantacinque anni or sono, alla veneranda età di centodue" ..non sapevo nemmeno io cosa stessi dicendo, ma lei scoppiò a ridere, e quella volta, quella risata genuina contagiò sul serio anche me.
"E mi facevi anche così simpatico?" azzardai "Ethan!" mi richiamò lei, lanciandomi un'occhiataccia, che però mi fece intenerire ancora di più..ma che diamine mi stava succedendo?
"Beh, guarda il lato positivo: cinque minuti fa non riuscivi a respirare, adesso mi insulti anche" visto che non ci stavo capendo più niente, corsi ai ripari facendo ciò che mi riusciva meglio: il cretino
" Se continui così, finisce che ti insulto davvero" rispose a mò di minaccia
" Va bene: allora tregua" così dicendo le tesi la mano, e la ragazza la strinse.
La sua era calda, e morbida, e continuai a tenerla intrecciata alla mia per qualche secondo in più del necessario, non sapevo nemmeno io perchè. Lei trovava difficoltà nel reggere il mio sguardo, era chiaro come il sole, così lo abbassò, e pensando che non potessi vederla, sorrise dolcemente. Allora mi portai quella mano alla labbra, e ci depositai un leggerissimo bacio, senza smettere di guardarla negli occhi. Mi venne tutto spaventosamente naturale.
" Benvenuta all' Old London Madaimoselle, la biblioteca più antica della città. Monsier Harrow è al suo servizio..in cosa posso esserle utile?"
Soltanto dopo aver finito di parlare, mi decisi a liberarle la mano dalla mia stretta, guardandola ancora. Emma si fece timida all'improvviso, e io continuai.
" Mi sono fatto perdonare? No perchè, se non è stato sufficiente.. ti offro un caffè" dissi, stupito delle mie stesse parole, ma a quel punto lei tornò a ribattere
" Non è che stai cercando una scusa per rivedermi, rubacuori?" domandò, mentre un lieve rossore le tinse di nuovo le guance..forse non pensava di dirlo davvero, o non lo credeva possibile...e quanto si sbagliava!
" Questo è evidente" ribattei con un sorriso "..per prenderti ancora un po' in giro" aggiunsi subito dopo. Lei mi fulminò con lo sguardo, e io, di punto in bianco, mi ritrovai a pensare che fosse bella.

" Oh! Ma allora non mi sbagliavo!" la prozia di cui parlavo prima spuntò da dietro uno scaffale. Sì, esisteva davvero, ma ovviamente non aveva centodue anni, nè tantomeno i baffi.
" Buongiorno" Emma salutò educatamente, voltandosi verso di lei
" Mi era sembrato di aver sentito delle voci..non hai idea quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ho visto una ragazza qui dentro!" confessò senza peli sulla lingua, come al solito
Vidi Emma aggrottare la fronte, come se non capisse " E' una biblioteca poco frequentata dalle ragazze?..Forse è colpa di Ethan, sa, ha la brutta abitudine di prenderle in giro quasi fino a farle spazientire, e poi rimediare facendo il galantuomo" affermò, rivolgendomi un'occhiata divertita..quella volta fui io a fulminarla con lo sguardo
" Eh no, caro mio!" la più anziana tra le due mi puntò un dito contro "non riuscirai a far scappare a gambe levate l'unica al di sotto dei sessant'anni che ha varcato questa soglia nell'ultima decade" così dicendo, la mia cara prozia sorrise a lei in modo complice, e io decisi di reagire. 
" Cara zia Meg, ti prometto solennemente che non succederà" così dicendo avvolsi le spalle di Emma con un braccio, e lei non si scostò, anzi, sorrise. L'anziana donna ci squadrò entrambi, poi trovò una scusa bella e buona per lasciarci da soli, come se avesse intuito qualcosa che nè io, nè la ragazza che stavo ancora tenendo per le spalle, avevamo capito.
Ma che stavo facendo? Da dove mi veniva di prendermi tutta quella confidenza? L'avevo conosciuta meno di un'ora prima, eppure, mi pareva così naturale starmene lì scherzare con lei..oh andiamo! Ma che diamine mi prendeva?
"Quindi non mentivi riguardo la prozia.." se ne uscì, non più imbarazzata, tanto meno timida, anzi..in quel momento mi parve intraprendente, ironica, maliziosa, divertente, affascinante.Mi guardava come se volesse scrutarmi l'anima, ed ignorava totalmente l'effetto che aveva su di me quello sguardo. Lei voleva essere divertente, forse addirittura pungente, ma io la trovai provocante. Va bene, dopo quella, potevo ufficialmente dire di essermi bevuto il cervello.
" Ehi! Ma per chi mi hai preso?" mi finsi offeso, scacciando ogni pensiero dalla mente
" Non ci posso credere: sei esattamente come speravo che fossi" si lasciò scappare
" Cioè, come sono?" mi incuriosii
" Così.." rispose alzando le spalle, forse non trovando le parole "così come?" domandai, avvicinandomi di nuovo
" Per diverso tempo ho pensato a Ethan Harrow come il ragazzo più impertinente e dolce del pianeta" ammise in un sussurro, di nuovo introversa.
Già: impertinente e dolce. Due termini, due aggettivi che a prima vista appaiono in contrasto, e forse lo sono davvero, ma possono in qualche modo convivere, perchè beh.. io ero così. Lo ero sempre stato sin da bambino, e per qualche oscuro motivo lei lo sapeva, lo immaginava, lo sperava...davvero non capivo come fosse stata possibile una cosa del genere..era semplicemente assurdo, e allo stesso tempo, stupendo, così bello da risultare quasi fastidioso, perchè per qualche motivo a me sconosciuto, volevo trattenerla lì con me il più a lungo possibile. 
Avrei voluto continuare a prenderla in giro, farla spazientire, e poi farmi perdonare ancora. Stavo bene, lì, in mezzo a libri vecchi e scaffali di legno erosi dal tempo, come non mi capitava da tempo.
Restammo in silenzio tutti e due, a fissarci, ognuno perso nei tortuosi meandri dei propri pensieri, e trascorse qualche istante senza che nessuno dicesse nulla, poi, all'improvviso mi ricordai a che punto era arrivata la conversazione.
" Qual'era la tua canzone preferita?" le domandai allora
Mi accorsi di averla presa alla sprovvista, ma lei subito si riprese "Wish it was real" sorrise, probabilmente ricordandola.
" Adesso tocca a me: perchè è finita?" il suo tono si fece serio, e il mio sguardo più malinconico e distante
" Immagino che doveva andare così..non poteva durare per sempre..siamo cresciuti, e le cose sono cambiate" non ero pronto a parlarne a cuore aperto, e lei forse lo intuì da sola, perchè mi rivolse un timido ma rassicurante sorriso, e mi guardò dritto negli occhi.
" E come ci saresti finito qui?" ripartì alla carica, con un tono di voce diverso, più leggero e divertito
" Quando è finito tutto, volevo starmene per i fatti miei, non essere visto da nessuno, nè tantomento essere intervistato o finire sui giornali..insomma sarei voluto diventare invisibile, e  visto che ho constatato che non si può, ho cercato un'alternativa, e l'ho trovata qui. Chi mai si sarebbe sognato di venire a cercarmi nella biblioteca più antica della città?
Come avrai capito, qui le persone senza capelli bianchi, senza occhiali spessi e senza baffi, non ci entrano nemmeno...sono pronto a scommettere che la maggior parte dei giovani e della gente in generale non è nemmeno a conoscenza dell'esistenza di questo posto, a meno che non sia stato loro svelato dai nonni. Ma oggi cose del genere non si raccontano neanche più, e l'unico motivo per il quale io lo conosco, va attribuito al fatto che una zia di mia madre, che è la signora che hai conosciuto prima, lo gestisce da molto molto tempo..anche se ovviamente non è di sua proprietà.
Io venivo qui da bambino, era un luogo in penombra, lungo e stretto come ora, con tutti questi scaffali, e io giocavo a nascondermi dai fantasmi che esistevano solo nella mia testa..ecco, diciamo che continuo a venire qui facendo la stessa cosa di quando ero piccolo..però adesso i fantasmi dai quali mi nascondo esistono davvero."
Non sapevo perchè glielo stavo raccontando, ma c'era qualcosa che non riusicvo ad identificare che mi spingeva a fidarmi di lei..forse era il suo sguardo attento ma non compassionevole, forse era quel sorriso appena accennato, perchè probabilmente quella storia le faceva tenerezza, ma sapevo per certo che non mi avrebbe tradito. Anche se non la conoscevo nemmeno, non lo avrebbe fatto.
" Devo dire che come rifugio segreto questo posto è assolutamente perfetto! Mi sarei aspettata di trovare di tutto qua dentro, ma non Ethan Harrow" esclamò, e poi non riuscì a impedirsi di sorridere ancora. Intuii che era felice di aver trovato tutto ciò che non stava più cercando.
Decisi di cambiare argomento, perchè quello in cui ci eravamo addentrati era troppo delicato, era un sentiero troppo tortuoso per me, e non ero ancora pronto a percorrerlo con le scarpe bucate dal passato.
" E se tu non cercavi me, cosa sei venuta a fare qui?" 
"Libri?" mi rispose ironicamente "penso che qui potrei trovare tutto ciò di cui ho bisogno" aggiunse un attimo dopo.  




BUONSALVEEEE :)) E Buona Immacolata!
Che dire..spero con tutto il cuore che il capitolo vi sia piaciuto e vi invito a farmi sapere cosa ne pensate :DD
Credetemi, per me è  importante sapere la vostra opinione sulla storia, e sarei davvero felice di scambiare due chiacchiere con voi ;)
Devo scappare...un abbraccio, e alla settimana prossima! <3<3<3
Ps. Recensiteeeeeee ♥




  
 
  
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