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Autore: robertamichelle    08/12/2014    1 recensioni
[Video musicale ]Michelle è una ragazza di appena 16 anni. Eppure è destinata ad essere la nuova eletta, la nuova ribelle per guidare la rivoluzione contro il regime totalitario che si è impadronito di Suburbia.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christian, Gloria, Jesus of Suburbia, St. Jimmy, Whatsername
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quella scena la ho già rivista milioni di volte. Perché non é la prima volta che quell'uomo orribile, Jorge Barça, che prima ero solita chiamare "papà", mi mette le mani addosso, senza rispetto e senza pietà. Fin da quando ero molto piccola, ho sempre subito in silenzio le sue violenze fisiche e psicologiche.All'improvviso, ricordo giorni di inverno, chiusa nella mia stanza, piangendo con il viso nascosto tra le ginocchia, sperando che qualcuno mi portasse via di li al più presto, via dalle sue mani pesanti e cattive,via da quel mostro che controllava ogni singolo secondo della mia vita. E ora che finalmente ero scappata via dalle sue grinfie, non mi farò prendere di nuovo.

"Lasciami andare, stronzo!", urlo, pestandogli forte il piede con il mio. Jorge allenta la presa, lamentandosi per il dolore del colpo.

"Non é questo il modo di rivolgersi a tuo padre, Michelle", senza darmi il tempo di prepararmi all'attacco, mi scaglia uno schiaffo in piena faccia, facendomi cadere sul pavimento. Sento un liquido caldo e denso sgorgare dal naso e dal labbro superiore.

"TU NON SEI MIO PADRE!" urlo, cercando di rimettermi in piedi.

"Bene bene. Quindi sai tutto. Strano che tu l'abbia capito solo ora, dopo tutti questi anni in cui ho cercato di dimostrarti quanto schifo mi facevi,sporca bastarda figlia di ribelli!". Stavolta sono pronta a parare il colpo: Il suo calcio, che mirava chiaramente al mio viso già malridotto, finisce nella stretta delle mie braccia. Stavolta é il generale ad essere a terra.

"Quindi non vuoi seguirmi con le buone, Michelle. Peggio per te!".

Iniziava il combattimento vero e proprio. Si avventa su di me immobilizzandomi a terra, premendo forte con una mano sul mio collo e facendomi mozzare il respiro. Inizio a scalciare forte, e con una ginocchiata riesco a colpirlo nelle parti basse. Il grido di dolore del mio perfido genitore adottivo mi rimbomba nelle orecchie.

"STRONZA!", la sua furia violenta si riversa tutta nel movimento rapidissimo per prendere la pistola. Ma avevo previsto anche questo. Inizio a tirare calci a più non posso, senza neanche guardare dove. Sento il rumore sordo della pistola che piomba sul pavimento. Mi affretto a prenderla, ma stavolta é lui il più veloce. Mi colpisce alla faccia con il piede, centrando nuovamente il naso, e poi ancora e ancora, fino a che la testa non inizia a girarmi forte. Mi accorgo di non riuscire più a tenere gli occhi aperti, sto per perdere conoscenza.

"Credevi davvero di avere qualche speranza contro di me? Sei solo una ragazzina che gioca a fare la ribelle... Proprio come tua madre".

Non sto neanche ascoltando le sue parole. Penso a Browneyedboy, che non avrei più rivisto. Penso a Kyle e Johanne, a come si sarebbero sentiti alla scoperta che mi avevano presa. Penso alla vita che avrei ancora da vivere. Finisce così, quindi? Passerò il resto della mia vita in carcere, o peggio, con lui? O forse morirò prima? Sono conciata parecchio male, in effetti. Stendo le braccia a terra, lungo il corpo. E proprio facendo questo gesto disperato, le mie dita sfiorano un oggetto freddo e liscio. Non riesco subito a capire cosa sta succedendo. La pistola la aveva lui. Poi un bagliore di lucidità si insinua nella mia mente distrutta: la mia pistola, quella che mi era caduta di mano dopo che Jorge mi aveva afferrata. Il mio cuore riprende a battere più velocemente. La speranza é proprio l'ultima a morire. Muovendo la mano con cautela, avvicino la pistola, fino a poterla prendere. Era arrivato il momento, ancora una volta, di lasciare il posto all'istinto e mettere da parte la ragione.

"Non ti ucciderò..Almeno non ora. Devi fornirmi tutte le informazioni sull'esercito. Ma dopo che avrai parlato, mi sarai del tutto inutile... E non ci tengo ad occupare un'altra cella per una come te. Alzati."

Pistola, spara, fuggi. Andiamo Remedios, devi farcela!

"Ho detto di alzarti!". ADESSO! Proprio mente il generale si china per prendermi, usando tutte le forze che mi sono rimaste in corpo, mi alzo e premo il grilletto, sparando un colpo nel buio.

Le urla disumane di Barça mi fanno capire che lo ho colpito, così come il tonfo assordante mi suggerisce che si é accasciato al suolo. Non c'è tempo per controllare se é vivo, ma sento ancora il suo respiro, pesante e affannoso.

L'unica cosa che posso fare é scappare. Non riesco nemmeno a tenermi in piedi, ma la forza di volontà supera quella fisica ancora una volta, e raggiungo la porta, con la precauzione, per quanto possa servire, di chiuderla a chiave.

La notte era stellata e limpida, e persino l'oscurità quasi impenetrabile di quel boschetto abbandonato, era più rassicurante della casa da cui ero appena uscita.

Barcollo, convinta di cadere tra qualche passo. Le mie gambe si muovono automaticamente senza una destinazione precisa, dato che non riesco comunque a vedere bene dove sto andando. Davanti a me, la strada e nessuna certezza.

   
 
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