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Autore: Gio98    08/12/2014    0 recensioni
"Caro lettore, forse avrei dovuto scrivere questo tempo fa, per lasciare andare via un pezzetto di quello che provo e che ho provato.
[...] Mi sembrava di stare esattamente dove Leopardi ambientava le sue poesie, in mezzo ai campi coltivati, tra le colline. Quell'anno i contadini avevano piantato i girasoli. I suoi fiori preferiti."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    I Suoi Fiori Preferiti

     


    Caro lettore, forse avrei dovuto scrivere questo tempo fa, per lasciare andare via un pezzetto di quello che ho provato e che provo tuttora.

    Nonostante siano passati già quattro anni, mi ricordo di quei due giorni come se fosse ieri. Mi stavo divertendo tantissimo: era il primo compleanno, dopo tanto tempo, che passavo con i miei amici, perché compiendo gli anni a giugno, tutti andavano in vacanza. Invece, l'anno in cui compii 12 anni io e le mie amiche più strette andammo in vacanza insieme, in un piccolo paesino nelle Marche, a casa della mia migliore amica.

    Era tutto perfetto, il paesino era bellissimo, mi sembrava di stare esattamente dove Leopardi ambientava le sue poesie, in mezzo ai campi coltivati, tra le colline. Quell'anno i contadini avevano piantato i girasoli. I suoi fiori preferiti. Appena mi guardavo intorno non vedevo altro che una distesa infinita di giallo, era davvero meraviglioso. In più, Eloisa, la mia amica, aveva una casa gigantesca, c'era anche la piscina, tutto era perfetto. Forse troppo.

    Quel giorno, quando mi alzai le mie amiche mi saltarono subito addosso, facendomi gli auguri e dandomi il loro regalo, che erano riuscite ad andare a prendere il giorno prima. Verso l'ora di pranzo arrivò un postino, portava dei fiori: i miei genitori, essendo il primo compleanno che non passavo con loro, avevano deciso di essere presenti a modo loro, ero ancora la loro piccolina.

    La prima volta in cui mi accorsi che quel giorno lo avrei ricordato per sempre è stato quando, al telefono con mia madre, le dissi: "Ehi mamma, sai che la zia Gi non mi ha ancora fatto gli auguri? È strano, perché di solito è sempre la prima a farmeli!" Lei ci mise qualche secondo a rispondermi, poi mi disse che, forse, aveva avuto da fare. Successe di nuovo, quando, qualche ora dopo, parlai al telefono con i miei fratelli più piccoli, allora avevano 10 anni. Erano stranamente loquaci, silenziosi, non si litigavano il telefono per parlare con me, la loro sorellona, ero io che, tutta entusiasta, gli raccontavo la mia bellissima giornata. Me ne accorsi appena però, ero troppo impegnata ad essere felice.

    La giornata passò tranquillamente e la sera la mamma di Eloisa portò il dolce in tavola, era la ciliegina sulla torta. Non avevo più pensato al fatto che mia zia non mi avesse fatto gli auguri.

    Il 17 giugno ero ancora avvolta da quell'aura di felicità, dovuta al giorno precedente. Passammo tutta la mattina in piscina, a fare il bagno e prendere il sole. Dopo pranzo, siccome era una giornata particolarmente calda e afosa, decidemmo di stare in casa a giocare a carte, all'Amico del Giaguaro, un gioco simile alla briscola, ma invece che in quattro, si gioca in cinque.

    Mentre stavamo giocando mi arrivò una telefonata da mia mamma, io mi misi a raccontarle cosa stavamo facendo, spiegandole tutte le regole, ma lei non mi stava ascoltando, aveva la testa da un'altra parte. Infatti, poco dopo, mi interruppe e mi disse: "Giorgia, devo dirti una cosa." Io rimasi un po' stranita, ma le dissi che andava bene, e di dirmi tutto.
    "Giorgia, la zia Gi non c'è più."
    Io non capii subito quello che aveva detto, rimasi zitta.
    "Giorgia, la zia è morta."
    "Ah" le dissi "Quando?" Ero sconvolta, parlavo a monosillabi.
    "Ieri." Anche lei parlava a stento, si tirava le parole fuori di bocca, con la forza, non voleva far crollare il mondo addosso a me, alla sua bambina.
    "Cosa è successo?" Avevo superato la fase shock, volevo sapere.
    "Ha avuto un infarto, ieri mattina." Dopo la sua risposta rimanemmo zitte per un po', io ancora non ci credevo, non era possibile che la mia amata zia fosse davvero morta, che non l'avrei più rivista.
    Poco dopo aggiunse: "Senti Giorgia, papà sta arrivando lì da te, domani c'è il funerale, se vuoi puoi tornare a casa, per parteciparci, altrimenti puoi restare lì, con le tue amiche, per me è uguale, fai quello che ti senti."

    La conversazione si chiuse poco dopo, tornai dalle mie amiche, non riuscivo neanche a piangere. Non avevo ancora realizzato quello che stava accadendo. Entrò subito in cucina la mamma di Eloisa, che sapeva già tutto, mi guardò e mi abbracciò, solo allora piansi, tra le sue braccia.

    Mi ricordo che le mie amiche, preoccupate, si riunirono intorno a me, chiedendo cosa fosse successo, e quando la mamma dell'Eloisa glielo disse mi hanno subito abbracciata. Io sentii le parole usate da sua mamma, disse "È morta sua zia." Solo allora capii davvero cosa era successo, che stava accadendo davvero, è scoppiai di nuovo in singhiozzi.

    Non mi ricordo molto di quello che successe dopo, so solo che neanche due minuti più tardi arrivò mio papà, mi prese tra le braccia, e tutto sembrò andare un po' meglio, in quel momento ero con il mio papà.

    Siamo partiti per tornare a casa dopo poco tempo, appena io e le mie amiche avevamo finito di fare la mia valigia. Di quel viaggio di ritorno ricordo solo che ho guardato tutto il tempo fuori dal finestrino, a osservare quella distesa di campi gialli, i girasoli.

    I suoi fiori preferiti.





    Angolo della scrittrice (sempre che mi si possa definire così):
    In realtà non ho molto da aggiungere a quello che ho già scritto. Avevo i mente già da un po' di scrivere di questo particolare episodio della mia vita, ma non ne avevo il coraggio, solo che quest'anno ci ho pensato tantissimo, e ci sono stata  male, come se fosse appena successo, quindi ho avuto bisogno di una "valvola di sfogo". 
    Quindi niente, ringrazio tutti quelli che dedicheranno un po' del loro tempo al mio racconto. Volevo inoltre ringraziere le mie amiche, che mi hanno aiutata a superarlo e mi sono sempre state vicine, ancora oggi, ogni 16 giugno.
    Grazie ancora, Gio :)
    P.s. Le recensioni, sia buone che critiche, riguardo al metodo di scrittura, sono sempre gradite, anche solo per sapere che cosa ne pensate... :)
    P.p.s. Mi scuso per eventuali errori di ortografia/sintassi

     
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