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Autore: the man    31/01/2005    7 recensioni
La mia prima Ff! Siate clementi! Vi dico solo che è una Herm/Draco...leggete e se vi piace recensite!;)
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano appena le sei di mattina. Nel cielo non si trovava una sola nuvola, e per questo splendeva di un azzurro irreale. Circa nel punto dove si incontrava con i primi, deboli, raggi del sole, si schiariva lievemente, fino a diventare bianco all’orizzonte. A Londra non circolava nessuna macchina, eccetto i poveri diavoli a cui toccava alzarsi presto per andare a lavoro. Qualche uomo importante in giacca e cravatta, con appresso una valigetta nera e un orologio costoso, camminava di fretta: qualche riunione importante o incontro d’affare lo attendeva quel giorno.

Era una di quelle classiche giornate estive, classificabili come “non-ti-scordar-di-me”, dove il metallo delle macchine e i vetri delle case, mandavano bagliori d’orati e scintillanti sotto l’influsso del sole.

Hermione, grazie ad un urletto, gridato sommessamente da una civetta tutta bianca, appena entrata dalla finestra aperta di camera sua, si era appena svegliata, e sorpresa, apriva stancamente la lettera che gli era appena stata consegnata.

Non c’era dubbio alcuno, la candida civetta come la neve che ora si stava sgranchendo le ali sul suo letto, era la civetta di Harry. Chissà perché gli scriveva? Insomma si sarebbero visti tra poche ore, alla stazione di King Cross…comunque, aprì la lettera con un sorriso…

“Ciao Herm! Come va? Tutto bene! Scusa se questa lettera te l’ho inviata praticamente il primo giorno di scuola…so che sarai impegnata in chissà quale ultimo ripasso oppure progetto per la riabilitazione degli elfi, comunque, Hermione sbuffò stizzita, ma sotto sotto aveva sorriso alle parole di Harry, ti scrivo perché oggi non posso proprio venire. Lo so che è il primo giorno, e che sia io che te e Ron aspettiamo questo giorno per rivederci finalmente da un estate, però non posso proprio venire. Puoi dirlo a Silente e alla Mc quando li vedi…dilli anche che sto bene e che non devono preoccuparsi…non sono mai stato meglio!!!

Ciao! Il tuo sensuale amico!!! P.S: scherzooooo!!!! Non sono sensuale!!J”.

La lettera finiva così. Con uno smile, e un p.s. “scherzoso”… E poi perché non poteva venire proprio quel giorno li! Insomma, era un estate che Hermione tremava al pensiero di quale pazzia avrebbe potuto commettere Harry in preda alla rabbia, e alla frustrazione, magari dovuta alla morte di Sirius, così commettendo altri atti illegali…e ora Harry gli spediva una lettera, bello come il sole, per dirgli, con uno scherzo e uno smile, che non sarebbe venuto a scuola?! Ma queste erano cose da pazzi!

Questo andava contro ogni logica, e ordine impartito da Silente! Se nessuno dell’Ordine si era accorto che Harry se n’era andato per un giorno da Privet Drive, così da non poter venire a scuola…voleva dire che nessuno lo stava più sorvegliando! Forse Harry era stato costretto a scrivere quella lettera…forse lui era prigioniero di Voldemort!

Ma c’era da suicidarsi dalla paura se era realmente così! Però il realismo di Hermione, e la sua logica onnipresente ebbero la meglio sul panico e l’orgia di pensieri che aveva in testa…

Sentì qualcosa pungergli affettuosamente il polso, e vide un attimo dopo Edvige partire bonariamente verso casa. Le sue morbide piume si trovavano sotto il gioco furbesco dei raggi del sole, che le facevano guizzare d’oro.

Hermione osservò la sua sagoma sparire nel cielo, e poi, sempre immersa totalmente nei suoi pensieri, si alzò per andare a vestirsi. Andò nel bagno in camera sua, e prese a lavarsi i denti distrattamente. Buttò lo sguardo nello specchio davanti di lei per un attimo, una ragazza di sedici anni, con i capelli sul rossiccio, e due occhi splendidi, ricambiò il suo sguardo.

Hermione era molto cambiata in questi ultimi anni. Prima di tutto, c’era stata l’operazione ai suoi denti da parte di Madama Chips, in seguito alla lite tra Harry e Draco al quarto anno. Ora i suoi denti erano lunghi come tutti quelli della sua età, e doveva ammettere, che il suo sorriso era molto migliorato. La sua figura era snella e non troppo magra, anzi tonda nei punti giusti, e morbida al tatto. I suoi occhi, sembravano perfino finti, risultato di chissà quale nuova magia o strumento babbano, da quanto belli erano. Marroni, verso il rossiccio, dell’esatto colore dei suoi capelli, si perdevano nel fondo della pupilla in un misto di rosso-arancione, che in una spirale convergevano all’infinito.

Dopo qualche minuto, si pulì la bocca, e dopo aver bagnato un po’ lo spazzolino, accese la doccia e cominciò a spogliarsi piano, cominciando dai pantaloni e proseguendo con la canottiera e poi il reggiseno.

Mentre si lavava, sentì le voci dei suoi genitori, nella stanza di fianco alla sua, che probabilmente si erano appena svegliati anche loro. Mentre si massaggiava piano il seno proporzionato al suo corpo, sentì la voce assonnata di suo padre provenire dalla sua camera.

- Ehilà Herm! Allora…ehm…oggi vai a scuola no? -.

- Sii papà! E’ tutta ieri che mi preparo il baule..ma dove ce l’hai la testa?! -.

- Lo so che non sono attenta come te nelle cose, PERFETTINA…comunque tua madre sta preparando la colazione…una volta che l’hai fatta, e ti sarai vestita, ti porteremo a scuola…finalmente un po’ di libertà! -.

Hermione ridacchiò della battuta del padre, e mentre se ne stava andando fuori dalla porta, urlò per farsi sentire - Ma stai zitto befano! -.

Non ricevette risposta, così con un mezzo sorriso, tornò a massaggiarsi il corpo.

Finita la colazione, e dopo essersi vestita, da Gabbana ovviamente, si sarebbe cambiata poi in treno, aveva aiutato il padre a sistemare il baule nella macchina, e ora stava aspettando che sua madre entrasse nell’abitacolo. Lei sbuffò appena entrata - Ragazzi che caldo! Forse potevo vestirmi più leggermente..ma, non so…-.

- Forse si cara - rispose il marito - ma anche forse no…ogni volta fai sti discorsi ma ti sempre con la solita palandrana muffita, che avevi quando ci eravamo appena sposati.

Hermione ridacchiò mentre sua madre diventava rossa come un peperone - Ma stai zitto…mister giacchettina magica! Quella giacca che tanto ti vanti di possedere e che non ti levi neanche per dormire, ha più o meno la mia età…e quando ci siamo sposati, TU, non te la mettevi…chissà perché proprio adesso…-.

Il signor Granger sorrise sotto i baffi, e disse con voce falsamente gioviale - Ma dai che sto scherzando amore… - Hermione sapeva gia quello che stava per dire e si trattenne dal ridere -…sai, la mia giacchettina magica, ha più o meno la tua età…quindi concordo con te nel dire che… - la sua sposa di accorse di quello che suo marito stava per dire, e accalorandosi, si apprestò a rispondere - Provaci! Provaci e con te ho chiuso…CHIARO??! -.

Suo marito decise che valeva la pena di dire quella battuta e chiudere con la moglie, piuttosto che trattenersi…quindi dopo una leggere riflessione disse - …quindi concordo nel dire che la mia MITICA GIACCA…è VECCHIA COME SOLO DIO SA! BEFANA! HA! -.

Hermione sorrise bonariamente e scosse la testa, conoscendo bene il carattere di suo padre, che era molto scherzoso e di solito lo portava a sfottere qualsiasi genere di persona, compresa appunto sua moglie, che in quell’occasione…non sembrò molto apprezzare l’ironia del marito.

- BENE! - disse incrociando le braccia sul petto - BENE! Solo perché c’è la MIA figlia sennò te ne direi quattro… - lasciò l’argomento in sospeso in tono minaccioso degnando di uno sguardo il marito.

Il signor Granger, voltò un momento la testa dalla guida, e fece l’occhiolino ad una Hermione molto divertita prima di rispondere alla moglie. - Di pure cara..ormai la TUA figlia ha anche sedici anni, e le cose che tu pensi che lei non sappia ormai sono pane quotidiano per lei…ah, certo..tesoro -.

Disse l’ultima parola in un tono di voce talmente untuoso che Piton al confronto aveva una voce gentile.

Giunsero qualche minuto più tardi alla stazione, e la signora Granger, tutta rossa in faccia, sembrava non voler guardare in volto il marito, che sembrava stesse facendo sforzi enormi per trattenersi dal ridere. Hermione dal canto suo, non stava più ridendo per le battute del padre, ma anzi, era preoccupata per la sorte di Harry…ma forse era meglio non pensarci, e aspettare Ron: di sicuro Harry gli avrebbe mandato una lettera anche a lui, nel caso veramente non avesse potuto venire a scuola.

Ma forse il traffico cittadino, che si era appena messo in moto, gli aveva fatto tardare qualche istante, e la famiglia weasley era gia entrata nel binario…

Dopo aver lanciato qualche occhiata in più in giro, e aver salutato una madre un po’ scossa, e un padre più divertito e gentile del solito, varcò la colonna di pietra che portava al binario 9 e ¾.

Trascinando il baule nel groviglio di studenti che si accalcavano per entrare nel treno, o che parlavano tra loro finalmente dopo un estate, cercò con o sguardo Ron, o magari Ginny, aveva molta voglia di rivedere anche lei. Purtroppo, non avrebbe rivisto i gemelli, dato che probabilmente sarebbero stati indaffarati con il negozio a Hosmeade…ma forse gli sarebbe piaciuto venire a salutare i vecchi amici e compagni di scuola.

Purtroppo, prima di incontrare ron, il caso volle che lei fosse chiamata prima, dalla persona che meno gradiva in assoluto: Draco Malfoy ovviamente.

- Ehi Babbana! Vedo che sei sola…ovviamente i tuoi amici si saranno resi conto con quale belva andavano in giro! Per forza -.

Hermione s’impose di controllarsi, come faceva ogni volta in cui Draco la offendeva o prendeva di mira i suoi due migliori amici. Così, con gli occhi per metà socchiusi, rispose con tono duro come la roccia al Serpeverde.

- Ehi Serpe! Anche tu solo per una volta…forse hai capito finalmente che andavi in giro con due troll ai quali hanno insegnato qualche elementare frase in inglese? Oh…scusa non volevo…ciao -.

Fece per andarsene, ma sentì la voce di Draco rispondergli, se possibile ancora più tagliente e fredda.

- Come sempre sembra quasi che sei appena uscita da un libro di grammatica babbana…correttezza grammaticale, corenza con le parole…dimmi un po’, quando penserai di farti un ragazzo oltre che a studiare…ah, scusa dimenticavo…nessuno vorrebbe stare insieme ad una mezzo-sangue…vero? -.

Lo disse con un tale ghigno, cha a Hermione venne voglia di prenderlo a schiaffi come durante il terzo anno, mentre Draco aveva offeso Hagrid. Così, sempre parlando con tono acido e freddo gli rispose.

- Oh ma che ridere! Tu non dovresti avere problemi in amore allora…sei così simpatico…ma ovviamente dimentico con chi stai insieme…oh…con la Pansy…mamma mia, che coraggio…ho capito come fai a farti le ragazze…ti scrivi sulla schiena “accetto i cessi”…ma che bravo genio! -.

Draco sembrò prenderla meglio delle altre risposte questa affermazione, e sistemandosi la coppa dei capelli biondi, che sembravano quasi finti, fece qualche passo verso la sua nemica, avvicinandosi terribilmente alle sue labbra.

- Si, proprio così - sussurrò - ma ultimamente ci sto provando con una tale bellezza…-.

Hermione non credeva alle sue parole. Ma soprattutto non capiva i modi che Malfoy stava usando con lei. Era stato quasi romantico, sempre mantenendo la freddezza e la durezza nelle sue parole come quando si rivolgeva a lei…però c’era stato qualcosa in più. Qualcosa di elettrizzante e magnifico ad un tempo. Non sapeva come, ma ad un tratto Hermione ammirava l’altezza di colui che era sempre stato il suo nemico per eccellenza, che l’aveva sempre umiliata, e si perse nel suo alito dolce e magnifico…e senza accorgersi di nulla, arrossì violentemente e fece un passo incerte verso di lui. Malfoy non si mosse.

- Davvero - sussurrò anche lei, maledicendosi per il fatto che stava dando retta a Malfoy, e soprattutto perché stava facendo e rispettando proprio le regole che lui aveva “imposto” - e quale sarebbe questa ragazza magnifica? -. Il suo tono di voce sfumava lievemente. Era un sussurro magnifico, quasi una voce dentro la testa di malfoy. Un qualcosa di bello e ad un tempo “profumato”.

Chiuse gli occhi e fece un passo avanti ancora. Hermione, che aveva dimenticato il suo baule in chissà quale posto del pianeta terra, non avrebbe mai pensato che avrebbe potuto divertirsi ad un incontro così..così…speciale…proprio con Malfoy. Era elettricità alla stato puro. Non sentiva più alcuna sensazione, solo il corpo snello e muscoloso del Serpeverde, mentre una mano fredda gli passava sulla guancia rassicurandola. Senza sapere come ne perché, Hermione sentì la sua mano accarezzare quella di malfoy che le stava “assaporando”, con il solo tatto, una ciocca di capelli.

- E’ una ragazza molto testarda - sussurrò nuovamente Draco - l’ho sempre ammirata e odiata per la sua determinazione…-.

Malfoy, sentiva di amare ogni attimo trascorso con lei. Le sue intenzioni erano solo quelle di offenderla, prima di andare a Hogwart. Non voleva trascinare se stesso e anche lei in un’avventura. Stava pensando perché, gli stava succedendo questo. Non capiva, ma sapeva che, da come era incerta la voce della Grifondoro, e come era tremolante, il contatto della sua mano con la propria, che anche Hermione non riusciva a capacitarsi di quei momenti. Fatto sta che entrambi sentivano una grande voglia di baciarsi, appoggiare finalmente l’uno le labbra dell’altra, e porre fine al muro d’odio che avevano instaurato in tanti anni di scuola. Poi tutta la “magia” di quell’incontro svanì…e Hermione si staccò da lui.

- Ehm…si…spero che…avrai successo con quella ragazza e che…si…non mi romperai più…ehm si..ok?? -.

- Ehm…si ok…-.

Hermione si allontanò davvero nervosa e rossa, e in un baleno era dentro il treno. Draco rimase impalato, fermo immobile ad osservargli il sedere entrare nella porta del treno. Sperava solo che nessuno dei suoi amici Serpeverdi, non avessero visto, e si augurava fortemente che suo padre non lo avesse visto…poi salì sul treno.

  
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