Libri > Le Cronache di Narnia
Segui la storia  |       
Autore: _joy    09/12/2014    11 recensioni
[Seguito de "Il principe e la strega - tra ciò che è giusto e ciò che vuoi"]
Hermione e Caspian si sono separati, pur con il cuore spezzato: lei è tornata sulla Terra per combattere la guerra contro Voldemort e lui è rimasto a Narnia, ad aspettarla.
Non hanno certezze, se non che vogliono stare insieme.
Ma una nuova minaccia incombe su di loro e su Narnia: chi è il nuovo nemico?
E cosa succederà a Hermione e Caspian?
"...Sì. Sì sono tornata e sì, resterò con te… e stavolta non ci sarà nessuno, nessuno, che potrà portarmi via!"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aslan, Caspian
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache della Grande Magia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

banner



Hermione si svegliò lentamente.
 
Batté le palpebre e sussultò quando, muovendosi, una fitta di dolore le si propagò per il corpo.
«Ahi!» disse, di riflesso.
Subito una figura alta e aitante comparve nel suo campo visivo e lei non poté fare a meno, malgrado il dolore, di ricambiare quel sorriso dolce e pieno d’amore che si vide rivolto.
«Ciao» mormorò Caspian, baciandole la fronte «Come ti senti?»
«Ciao» rispose lei «Mi sento a pezzi… io… Il bambino!»
Hermione fece per alzarsi di scatto ma Caspian la trattenne dolcemente.
«Ferma, piccola» le disse «Non muoverti, Madama Chips si è raccomandata che tu stia attenta alla ferita, anche se te l’ha guarita»
Lei aggrottò la fronte mentre tutto le tornava in mente.
Posò una mano sulla sua pancia, sotto le coperte, e non trovò bendaggi: la pelle era liscia, anche se molto sensibile.
Guardò di nuovo il marito, registrando il suo sorriso euforico.
Non sapeva bene cosa dire: l’emozione, improvvisa e violenta le strinse la gola.
«Caspian…»
Lui si chinò a baciarla sulle labbra e poi mormorò:
«Te la senti di conosce qualcuno?»
Non fidandosi della sua voce, lei si limitò ad annuire.
Caspian si allontanò un attimo e lei voltò il capo per osservarlo mentre si avvicinava a una culla candida poco lontana e prendeva tra le braccia, con infinita attenzione, una figurina minuscola e avvolta in una coperta candida.
Le lacrime inondarono gli occhi di Hermione.
Suo marito le sorrise, emozionato, mentre le appoggiava sul petto un esserino minuscolo e bellissimo, che dormiva beato.
«Mia Regina» disse piano Caspian «Ti presento nostra figlia. È già bellissima come sua madre, vero?»
Hermione, debole e dolorante, mosse le braccia sentendosi un automa.
«Una bambina» mormorò in tono reverente «Ero… Così certa che sarebbe stato un maschio…»
Caspian le posò una mano sulla guancia.
«Lo sai che a me non importa assolutamente, vero?» fece, preoccupato «Non potrei essere più felice!»
«Certo, lo so… Ma… è tutto così strano! Pensi che potrei sedermi? Non riesco a vederla bene e ho paura di farla cadere»
Lui ci pensò su.
«Madama Chips ci ucciderà, probabilmente»
«Non fa niente: devo vederla! Ti prego!»
Caspian sorrise e, con delicatezza, le mise un braccio dietro le spalle, sollevandola lentamente.
«Stringi la piccola» le mormorò, mentre scivolava a sedere dietro la schiena della moglie, sostenendola «Ti fa male?»
Hermione strinse i denti, ma negò.
«Non ho bendaggi» constatò.
«Madama Chips ha usato la magia per far rimarginare il taglio che ti ha fatto, ma dice che per oggi devi stare a letto»
Hermione annuì.
«Dov’è finita?»
Caspian parve divertito.
«Oh… era talmente agitata per il parto che si è attaccata a una bottiglia di Whiskey Incendiario e ora… ehm… dorme»
A Hermione venne da ridere, ma subito sussultò per una fitta al ventre.
«Si è ubriacata?» chiese, attonita.
Lui ridacchiò.
«Pesantemente, direi. Ma anche la McGranitt le ha fatto compagnia con qualche bicchiere…»
Lei sorrise e reclinò il capo sulla spalla di lui.
 
Era così bello essere avvolta dalle braccia del marito e poter finalmente posare gli occhi sulla loro creatura.
Caspian posò la guancia contro la sua ed entrambi, in silenzio, contemplarono la bambina.
«È… bellissima» esalò Hermione con stupore reverenziale «Sta bene?»
«Benissimo, grazie alla sua mamma coraggiosa» rispose lui, baciandole la guancia «Sono tanto, tanto orgoglioso di te, piccola mia»
Una lacrima scivolò lungo la guancia di Hermione.
«Non so cosa dire… Vorrei essere capace di dirti quello che provo, ma…»
«Lo so» lui la baciò di nuovo «Capisco benissimo. Però ora sdraiati, va bene?»
Con riluttanza, Hermione annuì.
Caspian la adagiò dolcemente sulle coperte e poi prese la bimba.
A Hermione sembrò improvvisamente di avere freddo.
«Tienila qui con noi» lo pregò.
Lui le sorrise, sedendosi su una sedia accanto al letto e spostando con attenzione la bambina tra le sue braccia.
«Come la chiamiamo?» bisbigliò Hermione.
«Non lo so… E tu?»
Lei scosse il capo.
«Qualcosa di davvero speciale… Ma al momento ho la testa completamente vuota!»
Lui sorrise.
«Non c’è fretta amore mio… Possiamo aspettare»
 
Entrambi rimasero in contemplazione silenziosa della bambina, quindi, dopo un po’, Hermione si sollevò su un gomito e si mise seduta.
Caspian, che teneva in braccio la piccola, non fece in tempo a muoversi, ma la moglie gli sorrise.
«Molto meglio!» esclamò «Non posso guardare il mondo da una posizione orizzontale, mi sento a disagio… Venite qui!»
Lui sorrise e sedette accanto a lei, che scivolò sul letto per fargli spazio.
«Ti faccio male?» domandò Caspian «Sicura che ti senti bene?»
«Oh, più che bene!» rispose Hermione, sfiorando con un dito la guancia della figlia.
Caspian gliela tese dolcemente e lei, titubante, aprì le braccia.
«Ho paura di farle male!» bisbigliò, preoccupata «Come fai ad essere così tranquillo?»
«Chi, io?» rise lui «Ma se sono terrorizzato ogni volta che la sfioro!»
 
Hermione fece per rispondere, ma in quel momento la porta si aprì con un gran fracasso: Hagrid entrò di fretta nella stanza, seguito da Harry, Ron, Ginny, Neville, Luna, Lavanda, il quadro di Lucy e la Professoressa McGranitt.
Il Mezzogigante portava tra le braccia fiori, frutta e – con nochalance, sotto il braccio – il suo celebre ombrello rosa.
Gli altri sciamarono nella stanza, quasi impauriti, ma Hagrid non aveva remore nel manifestare la sua esultanza.
«Per tutti i Rospi Cornuti!» ululò, felice «Allora è nata!!»
Al suono di quella voce tonante, la bambina si svegliò di soprassalto e iniziò a piangere.
Hermione e Caspian, alla vista della figlia urlante, si scambiarono un’occhiata di puro panico.
Il resto della compagnia li fissava a bocca aperta, in silenzio, tranne che Hagrid, il quale balbettava:
«Oh, ma davvero… Io… Insomma, non volevo mica svegliarla, ecco!»
Sopra gli strilli della piccola si sentì, decisa, la voce di Lucy:
«Oh, ma cosa state facendo tutti? Qualcuno tranquillizzi quella piccola!»
Nel panico generale, Hermione provò a cullare timidamente la figlia, che dopo un po’ accennò a calmarsi.
«Brava!» fece Hagrid, ricevendo per tutta risposta un’occhiataccia.
«Eh…» bisbigliò lui, precipitosamente «Scusa! Allora… allora festeggiamo?»
Caspian sorrise sentendo quel tono supplichevole.
«Certo» rispose, sorridendo «Abbiamo tanto per cui festeggiare!»
A quella frase, tutti sorrisero e avanzarono circospetti verso il letto.
Hermione fissò torva gli amici.
«Cosa sono quelle facce? Non è mica una Chimera!»
Ginny si fece avanti per sbirciare la bambina.
«Oh» disse «È bellissima!»
Hermione e Caspian le rivolsero due sorrisi raggianti.
In un attimo, tutti si fecero avanti, spintonandosi, per ammirare la piccola.
«Per tutti gli Animagi!» esclamò la McGranitt, emozionata «È davvero un capolavoro!»
«Sembra commossa, Preside» le disse Neville, strizzando l’occhio a Luna.
La Preside si irrigidì subito:
«Chi? Io? Ma figuriamoci! Ecco… Insomma… Posso tenerla?»
Le risate che scoppiarono rischiarono di svegliare di nuovo la bambina, ma Hermione la passò alla sua professoressa.
Lei sedette con attenzione su un letto vicino, tenendo la piccola goffamente.
«Bè, guardati un po’» le disse, burbera «Sei proprio una bellezza!»
 
Harry scambiò con Hermione un’occhiata divertita.
«Come ti senti?» le chiese poi.
«Un po’ dolorante… ma bene» rispose lei.
«I tuoi genitori stanno arrivando… La McGranitt li ha mandati a chiamare subito!»
«Oh, bene, grazie… E invece… Lilliandil?»
Harry si incupì.
«Non se ne è trovata traccia nel castello. Sei sicura che…»
«Sì» lo interruppe lei, categorica «Sì, Harry, l’ho vista ed era lei»
Caspian accarezzò un braccio della moglie.
«Ne vuoi parlare, piccola? Non preferisci che magari aspettiamo un po’?»
«No… No, Caspian» Hermione rivolse un’occhiata alla figlia, sempre tra le braccia della Preside «Ho paura che sia qui… per lei»
Lui le strinse la mano.
«Va bene, allora. Dove l’hai vista?»
«Stavo tornando dal bagno» rispose lei «Ho imboccato il corridoio con quegli arazzi che raffigurano la Guerra dei Goblin, avete presente? E… l’ho vista. In un aula, con delle ragazze. E non posso essermi sbagliata perché lei ha alzato lo sguardo mentre passavo e ci siamo fissate. Ed era Lilliandil, te lo giuro Caspian!»
«Va bene, tesoro… Non agitarti» fece lui «Io ti credo. Ma… Come può essere che non l’abbiamo mai vista?»
«Bè… Noi non frequentiamo molto la scuola, a parte che per le lezioni. Le classi del M.A.G.O. sono abbastanza elitarie e il nostro gruppo di amici anche»
«Non so…» fece lui, dubbioso «Se Lilliandil è qui… Perché non è mai venuta a cercarci?»
«Bè…sì» Hermione si mordicchiò il labbro «In effetti è strano… Però io sono sicura! Ma… Mi sarei aspettata, in effetti, che provasse a farci del male…»
Caspian e Harry si scambiarono un’occhiata preoccupata e il secondo si affrettò a cambiare discorso:
«Chi c’era, con lei?» chiese.
«Non mi sono fermata a guardare… Lilliandil ha assunto un’espressione furiosa e io sono corsa da voi… Ma una l’ho riconosciuta: Daphne Greengrass»
Il viso dell’amico si incupì.
«Serpeverde, quindi» commentò.
Hermione fece un cenno con il capo.
«Magari non vuol dire niente, ma…»
Harry storse le labbra.
«Ne sarei molto stupito! Comunque, lo dirò alla McGranitt e faremo delle ricerche. Tu, però, te ne stai qui e riposi, chiaro?»
Hermione sorrise.
«Agli ordini, Potter»
 
Caspian le circondò le spalle con un braccio.
Il pensiero di Lilliandil nel castello gli metteva una furia cieca addosso e non poteva fare a meno di collegare quell’informazione con gli attentati misteriosi che avevano tormentato tutti loro in quei mesi.
Però non poteva lasciare sola Hermione, lo sapeva bene.
Non solo perché non intendeva allontanarsi dalla moglie e dalla figlia, ma anche perché temeva che il bersaglio di Lilliandil fosse proprio Hermione.
La ex guida di Aslan la odiava, era chiaro.
A Narnia aveva fatto di tutto per svilirla agli occhi di lui e, quando era stato chiaro che Hermione era la scelta del re, non si poteva dire che la ex guida l’avesse presa bene.
«Dobbiamo organizzarci» proseguì intanto Hermione «Se Lilliandil è qui, vuol dire che c’è un passaggio per Narnia!»
«Oppure…» fece Caspian, meditabondo «Se fosse arrivata qui insieme a me?»
«Ma non eravate insieme quando ti sei risvegliato qui!»
«Ma non so come ci sono arrivato, quindi… perché no?»
Hermione ci pensò su, poi rispose:
«I Centauri hanno parlato di un passaggio»
I tre si guardarono.
«Bene» disse Harry, deciso «Se c’è un passaggio per Narnia, allora dobbiamo prepararci. E quindi è ancora più importante che tu ti rimetta in forze, Hermione. Organizzeremo dei turni di sorveglianza: è meglio se restate al castello»
Lei guardò di nuovo la figlia:
«Quante possibilità ci sono che la voce della nascita di nostra figlia non si diffonda a macchia d’olio?» chiese.
Caspian e Harry si scambiarono un’occhiata che non riuscì a interpretare.
«Che succede?» chiese, perplessa.
«Eh… Hermione» rispose suo marito «Forse dovresti vedere una cosa…»
 
*
 
«Oh, per Morgana!» esalò Hermione.
 
Protetta dalle braccia del marito e ancora dolorante, si era affacciata alla finestra dell’infermeria, ma non era pronta allo spettacolo che si era presentato davanti ai suoi occhi.
 
Davanti al castello c’era una folla.
Elfi Domestici, Centauri, persino le pallide figure dei fantasmi, evanescenti alla luce del sole.
Tutti guardavano verso la finestra da cui lei e Caspian si erano affacciati.
Tutti, immobili, sembravano attendere qualcosa.
I loro occhi sembravano tenere la coppia inchiodata al suo posto.
«Che…che succede?» balbettò ancora Hermione.
«Non lo so» le rispose Caspian, accarezzandole piano un braccio «Però…»
«Però?»
«Però mi ricorda una cosa»
Hermione si voltò a guardarlo e lui proseguì:
«Mi fa pensare alla presentazione dell’erede al trono di Narnia. Il popolo si raduna, appena l’erede nasce, e attende fino al momento in cui i sovrani non lo presentano a tutto il regno»
Hermione sgranò gli occhi.
«Ma… Ma qui non siamo a Narnia!»
«Lo so… Forse sbaglio. È che… Non ti sembrano in attesa?»
Lei rivolse nuovamente lo sguardo al parco.
«Sono tutte creature magiche» mormorò «E… Aspetta! Quelli laggiù… Sono unicorni?»
«Sì» confermò lui «E guarda il lago!»
Hermione guardò e gemette:
«Ma è la Piovra Gigante! Cosa sta facendo?»
L’enorme creatura era completamente emersa dal lago e galleggiava sulla superficie, muovendo pigramente i tentacoli.
«Penso… La stessa cosa che fanno gli altri»
«Caspian, ma… Come è possibile?»
«Questa notte, quando la piccola è nata… Una cometa ha illuminato il cielo di una luce purissima. E loro si sono radunati qui»
Hermione si appoggiò pesantemente contro il corpo solido del marito.
«Per Merlino… Ma nostra figlia non ha nemmeno un giorno!»
«Sì, ma… è l’erede, Hermione. La nostra erede»
«Ok, però al momento è una neonata nell’infermeria di Hogwarts!»
La voce di lei era salita di tono e Caspian la prese tra le braccia.
«Cosa c’è, piccola?» chiese.
La moglie gli affondò il viso nel maglione.
«Ho paura» rispose «Prima Lilliandil e adesso… questo! Ma cosa sta succedendo?»
Caspian non fece in tempo a dire nulla, perché una voce agitata arrivò loro dal corridoio:
«Hermione! Hermione!»
Entrambi si voltarono verso la porta mentre un’affannata Jane Granger entrava a precipizio nella stanza.
 
Con un’occhiata colpevole al popolo magico raccolto sul prato, Hermione si allontanò dalla finestra e andò ad abbracciare sua madre.
 
*
 
I Granger si innamorarono della nipotina a prima vista.
 
E, in effetti, la bambina sembrava esercitare un fascino incancellabile su chiunque.
Stregò Harry, Ron, Ginny, Neville e Luna, Lucy, la Chips e la McGranitt, oltre a Hagrid e al corpo docente di Hogwarts.
Persino Gazza, che era entrato in infermeria per parlare con la Preside (che passò gran parte della sua giornata nei pressi della culla), le mandò una polverosa bottiglia di vino che Hermione svuotò, inorridita, nel lavandino.
La neo mamma cercò di allontanare il pensiero della folla silenziosa accampata sotto le loro finestre e si concentrò sulla bambina.
Non fu difficile, visto che la piccola assorbiva ogni suo pensiero.
Hermione e Caspian erano persi in un’estasi beata, tanto che non trovarono strano l’essere accampati in un’infermeria assieme a un gruppo di adoratori della loro figlioletta appena nata e, fuori, una scuola curiosa e un popolo magico in attesa.
 
Il giorno dopo, quando Hermione – che aveva lottato per alzarsi dal letto - si avvicinò alla finestra con la bambina tra le braccia, colse un movimento con la coda dell’occhio.
Guardò fuori e vide che, in silenzio, le creature magiche si protendevano ad osservare.
Strinse la presa attorno alla piccola e, in quel momento, Caspian apparve al suo fianco.
Una ad una, le creature dal parco tesero le braccia come in un gesto di reverenziale saluto verso la finestra.
Poi, pian piano, abbassarono le mani e si mossero, allontanandosi.
Nel lago, la Piovra si immerse nelle acque oscure; gli Elfi sciamarono verso il portone della scuola e i Centauri si incamminarono verso la Foresta.
Hermione e Caspian, ammutoliti, si scambiarono un’occhiata.
«Avevi ragione» fece lei «Volevano vederla…»
«Proprio come per la presentazione di una principessa reale…» bisbigliò lui, accarezzando la testolina della bimba.
«E cosa succede dopo la presentazione?» chiese lei.
Caspian esitò.
«Aslan benedice l’erede»
«Un Battesimo?» domandò la moglie.
Lui annuì.
 
«Ho sentito qualcuno dire battesimo?» intervenne Jane, avvicinandosi alla coppia «Vuol dire che avete scelto il nome?!»
 
*
 
«Vorremmo chiedervi un favore» annunciò Caspian qualche ora dopo.
 
Harry, Ron e Ginny erano in infermeria dalla colazione e stavano facendo smorfie alla piccola, tenuta amorevolmente dalla nonna.
La McGranitt aveva minacciato il terzetto di spedirli in classe con delle orecchie da maiale Trasfigurate in testa; per tutta risposta Ron aveva osservato:
«Preside, è già passata cinque volte questa mattina… come mai non ci va lei, in classe?»
La McGranitt, offesissima, lo aveva messo in punizione e se ne era andata impettita.
Tre quarti d’ora dopo era tornata a sbirciare in infermeria e Hermione l’aveva chiamata con un sorriso.
Ron, Harry e Ginny non si erano mossi dalla stanza e la Preside li aveva gratificati di un’occhiata di sommo disgusto.
Il disgusto aumentò quando Ron commentò che, finalmente, gli Elfi domestici erano rientrati a scuola e potevano cucinare per tutti, mentre il giorno prima erano stati sempre accampati sul prato e nessuno aveva fatto i letti, pulito i dormitori e preparato i pasti.
Ci mancò poco che Hermione non tenesse una conferenza sui vantaggi del C.R.E.P.A..
 
 
«Hermione e io saremmo onorati di ricevere il vostro consiglio» proseguì ora Caspian, cingendo la vita della moglie con il braccio.
Entrambi sorrisero alla vista della McGranitt che salutava con la mano la bambina, poi Hermione disse:
«Siete le persone a noi più vicine… Per cui vi chiediamo di scegliere i nomi di nostra figlia. Uno lei, Preside; uno voi, Harry, Ron e Ginny; e uno voi, mamma e papà»
Tutti si guardarono, emozionati.
Poi Ron si schiarì la voce e disse:
«Potremmo chiamarla Carmelina?»
Harry scoppiò a ridere e Hermione bofonchiò:
«Ron, tu vattene: sei esentato»
«Se vorrete farlo» proseguì Caspian «Più tardi Lucy reciterà la preghiera benedicente di Narnia per l’erede»
«Ma se scegliamo dei nomi che non vi piacciono?» chiese Ginny, terrorizzata.
«Noi ci fidiamo di voi: non potranno non piacerci» le rispose il Re.
 
*
 
Poco prima di pranzo, un’emozionata Lucy – che per l’occasione sfoggiava uno scialle dorato, omaggio della Signora Grassa – chiamò a sé Hermione e Caspian.
 
«Re e Regina di Narnia» disse «Venite a presentare, ad Aslan e a noi, vostra figlia»
Hermione e Caspian si fecero avanti; lui con la bimba in braccio.
«Che Aslan ti dia la sua benedizione e ti protegga sempre, piccola principessa» disse la Valorosa «Come si chiama l’Erede di Narnia?»
La madre di Hermione fece un sorriso imbarazzato:
«Jillian… Come la nonna!» disse, facendo sorridere sua figlia.
Quindi la McGranitt fece un passo avanti.
«Ecco… se io avessi avuto una figlia l’avrei chiamata… Keyra!»
Caspian le fece un cenno di ringraziamento con il capo.
Era il momento di Harry, Ron e Ginny: i due fratelli si guardavano in cagnesco.
Harry tossicchiò imbarazzato:
«Ecco, noi… dopo qualche discussione… avremmo deciso… Rosalind»
Lucy gli rivolse un sorriso radioso.
«Jillian Keyra Rosalind*, che Aslan ti protegga nel pericolo, ti sia vicino nel bisogno e ti sorrida nella gioia: perché il Suo sorriso possa guidarti e insegnarti il bene, perché tu non debba mai vacillare e perché la Suo esempio ti accompagni in ogni decisione che dovrai prendere. Narnia ringrazia il suo Creatore per averti data a noi. Voglia Aslan che tu sia una sovrana giusta ed equa, in futuro, e che tu possa portare alla tua casa amore, pace e prosperità»
A un cenno di Lucy, Hermione accese una candela con un tocco di bacchetta.
Sorprendendo Caspian, che conosceva a memoria le formole rituali, Lucy improvvisò il seguito:
«Che Aslan ci guardi e vegli su di noi. Che Aslan benedica questi due mondi che ha unito nelle persone del Re e della Regina di Narnia e che protegga questa bimba, frutto del loro amore»
La coppia si scambiò un’occhiata.
«Lucy…» balbettò Caspian «Non so se sono ancora il Re di Narnia…»
«Sciocchezze!» esclamò vigorosamente la sua più vecchia amica «Si è Re e Regine di Narnia per sempre!»
 
E, alle sue parole, la candela si spense dolcemente.
 
*
 
Quella stessa sera, Hermione iniziò a dare segni di insofferenza.
 
«Non vorremo mica rimanere murati qua dentro a vita?» chiese al marito «Non possono tenerci per sempre dentro l’infermeria di Hogwarts!»
Jane e Marcus avevano occupato una camera in una delle torri e al momento, dopo essersi sistemati, avevano preso con loro la nipotina addormentata.
Sebbene la McGranitt fosse molto disponibile, non era usuale che dei genitori pernottassero al castello come se fossero in vacanza, per cui ai Granger era stata chiesta una certa discrezione.
Marcus era rimasto incantato dalle armature che si muovevano, dalle scale che cambiavano direzione e dai quadri parlanti; aveva fatto la conoscenza di Nick-Quasi-Senza-Testa e Hagrid gli era subito diventato simpaticissimo.
Il fantasma di Grifondoro era venuto a conoscere la bambina (Non per vantarmi, ma ho detto a tutti i fantasmi del castello che io e Hermione siamo in ottimi rapporti! Davvero ottimi!) e aveva confermato che le creature magiche si erano riunite per vederla.
«Ma… perché?» aveva chiesto Hermione.
Nick l’aveva guardata come se fosse pazza.
«E me lo chiedi? Quella bambina unisce in sé due mondi!»
«Sì, ma… Voglio dire, come fate a saperlo?»
«Ma Hermione! La cometa!»
«Ma la cometa era solo… una cometa!»
Il fantasma aveva riso tanto che la sua testa si era quasi staccata dal collo, spaventando a morte Caspian.
«Solo una cometa? Questa è buona!!»
«E allora cos’era?»
«Cara…l’hai studiata l’astronomia, vero?» aveva ribattuto lui, presuntuoso «Lo sai che le comete non sono così…come dire… frequenti?»
«Certo che ho studiato l’astronomia! Ma tu cosa vuoi dire?»
«Che la cometa ci ha chiamati» rispose semplicemente lui «E noi le abbiamo risposto»
E non ci fu verso di farsi spiegare meglio la cosa: il fantasma continuava a ripeterlo come se fosse ovvio.
«Che sia questo, il passaggio di cui parlavano i Centauri?» chiese Caspian.
 
Ma anche quella era una domanda cui nessuno sapeva rispondere.
 
Hermione e Caspian ne stavano parlando, quando la porta si aprì con gran fracasso.
I due si voltarono subito, sentendo il rumore, e una pallidissima Jane Granger entrò nella stanza ansimando:
«Rosalind… La bambina è sparita!»
 
 
 
*JKR, ovviamente!


***
Buongiorno carissimi lettori!
Mi scuso infinitamente per il ritardo con cui posto questo capitolo: non ero a casa e non avevo il pc, spero abbiate visto l'annuncio su Facebook!
Per qualunque comunicazione vi ricordo che mi trovate - appunto - qui: https://www.facebook.com/Joy10Efp?fref=photo
Ma ho anche un profilo Fb: https://www.facebook.com/profile.php?id=100007339248477
E un blog: http://dreamerjoy.blogspot.it/
Detto questo, vi rubo solo un secondo soffermandomi sulla questione "nome". Ci ho pensato a lungo e, sebbene la mia cara gemella Susan fosse poco dell'idea, alla fine ho deciso per questo acronimo, che mi sembrava un giusto omaggio al genio dell'immensa Rowling!
Inoltre, sapete tutti che Hermione, nella saga, chiama sua figlia Rose: non ci allontaniamo troppo con Rosalind, che sarà il nome adottatto da tutti per la bambina :)
Detto questo, vi abbraccio!
Joy

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Le Cronache di Narnia / Vai alla pagina dell'autore: _joy