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Autore: lightdissapear    09/12/2014    0 recensioni
“Buonaser…” non riuscii a completare la frase perché moltissimi ricordi mi tornarono in mente.
“Milleuno, milledue, milletre” urlavo mentre correvo sulla spiaggia.
“Mi vuoi rispondere?” mi domandò il bambino bruno alle mie spalle.
“No” riposi continuando a correre.
“No non mi vuoi rispondere o no non mi vuoi sposare?” mi chiese raggiungendomi e piazzandosi davanti a me.
“Perché vorresti sposarmi? Ho 7 anni e ancora tutta la vita d’avanti” dissi come una donna di mondo.
“Voglio sposarti così posso baciarti tutte le volte che voglio” rispose il brunetto avvicinandosi a me e schioccandomi un bacio sulla guancia.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one.
Tutti i bambini sognano di crescere, di diventare grandi, andare via di casa e iniziare a vivere la proprio vita senza nessuno che gli ponga dei limiti. Anche io lo sognavo, sognavo l’università e la mia indipendenza. Nei film sembrava tutto così bello, tutto così perfetto, tutto così facile, ma la realtà è ben diversa. Per conquistare la propria libertà si deve rinunciare a tante, tantissime cose. La vita non è come quella dei film, la vita è dura, piana di delusioni e sacrifici e forse a 18 anni siamo davvero troppo piccoli per iniziare questa nuova esperienza. Andando via di casa ho lasciato moltissime cose, l’affetto dei miei genitori, il mio cane, quella piccola peste di mia sorella, gli amici, le feste e le serate all’insegna del divertimento senza limiti. Ho dovuto rinunciare alla mia migliore amica, quella con cui puoi anche non parlare per mesi, quella che ti capisce al volo, che se c’è qualcosa che non va lo capisce solo sentendo la tua voce o guardandoti negli occhi, quella con il quale avevi fatti progetti di vita insieme, quella che era come una sorella. Le cose cambiano, altrimenti non si crescerebbe mai.
Era, tristemente, arrivato il giorno del mio trasloco a Manhattan ed insieme ai mie stavo sistemando le ultime cosa in macchina. In città avevo fittato un meraviglioso monolocale vicino Columbus circle da condividere con un ragazzo che, pensandoci bene, non avevo ancora mai conosciuto, ma sapevo che sarebbe stato decisamente meglio vivere con un ragazzo che con una ragazza.
“Charlotte- urlò mia madre che mi aspettava in giardino- corri o faremo tardi e rimarremo bloccati nel traffico e sai quanto tuo padre lo odi”
I miei genitori erano una coppia perfetta, da film, si erano sempre amati e non si vergognavano a dimostrarlo. A volte mi piaceva soffermarmi a guardarli quando, una volta tornati da lavoro, si sistemavano sul divano e si coccolavano come due ragazzini. Li ammiravo davvero tantissimo perché nonostante mio padre fosse l’amministratore delegato di un importante azienda e mia madre un medico in carriera erano sempre riusciti a non trascurare la famiglia. Avrei voluto in futuro essere come loro.
“Arrivo” urlai afferrando il mio giubbino di pelle nero e correndo verso la macchina.
“Pronta per questa nuova avventura?” mi domandò mio padre non appena lasciammo il vialetto di casa.
Io non risposi, lo guardai in silenzio, sapevo che la mia voce mi avrebbe tradita e cercai di sfoderare uno dei sorrisi più convincenti di sempre, ma sembrò non funzionare, mio padre sapeva quanto fossi triste.
Il viaggio passò velocemente, casa mia distava solo un’ora dal centro di Manhattan, ma quando arrivammo il sole ormai era tramontato e ad accoglierci erano un miliardo di luci che illuminavano quella città che tanto amavo. Non devi concentrarti, non devi pensare, non devi chiedere. Tutto è chiaro, immediato. Appena arrivi, dopo cinque minuti, New York si rivela. Con la forza con cui l’ha fatto sempre, da decenni. Senza lasciarti fiato, né scampo. New York è così: un grande scoppio che avviene soprattutto dentro di noi. Per cancellare ogni paura e ridarvi entusiasmo, fiducia. Come in quel film di Charlie Chaplin, L’emigrante, in cui emerge la forza e l’emozione con cui, chi arriva a New York, vive la propria prima volta. Sono stelle e favole, miti, leggende, e una grande bellezza che non può non rapirvi. E’ questa New York, una luna di miele infinita con ognuno di noi. E poi la folle umanità che si incrocia nelle strade, la varietà del cibo. Il freddo d’inverno, il caldo d’estate. E la consapevolezza che qui, e solo qui, uno può sentirsi se stesso. In pace con il proprio futuro. Vivere a New York è vivere. Follemente.
A distrarmi dai miei pensieri fu la frenata brusca di mio padre. “Siamo arrivati” esclamò emozionato. “Manco fosse lui a trasferirsi” pensai.
Scesi dalla macchina e mi incamminai all’entrata del palazzo. Era immenso, qui tutto era immenso. Mi soffermai ad osservare ogni minimo dettaglio di quel grattacielo che era così imponente da farmi sentire una formica. Alzai la testa cercando di vederne la fine, ma dalla posizione in cui mi trovavo era praticamente impossibile.
“Affascinante vero?” disse qualcuno affianco a me.
Così mi voltai e vidi un ragazzo con un cappellino nero da cui spuntava solo un ciuffo dei suoi capelli biondissimi.
“Io sono Niall Horan- disse grattandosi leggermente dietro il collo in segno di imbarazzo e porgendomi l’altra mano- penso saremo coinquilini per un bel po’”
“Io sono Charlotte Nicholson, ma puoi chiamarmi Char” dissi sorridendo e stringendo la sua mano.
“Saliamo insieme?” domandò lui.
“Certo” risposi e ci incamminammo insieme verso l’ascensore.
Quando aprimmo la porta di casa rimasi sbalordita, era più bella di quello che ricordassi, il pavimento era in parquet ed era completamente arredata utilizzando i toni del bianco e del nero. Il salotto era enorme, c’erano tre divani e un televisore di ultima generazione e da lì si poteva vedere la cucina. Le camere si trovavano al piano superiore, che più che un vero e proprio piano era un soppalco.
“Questa è la mia” urlai a Niall sedendomi sul letto e ammirando la spettacolare vista che avevo guardando fuori dalla grande finestra.
“Non è giusto-piagnucolò Niall- questa la volve io”
“Ma sono arrivata prima io” dissi in modo scherzoso incrociando le braccia.
“Ma solo perché stavo controllando se nel frigo e nella dispensa sarebbero entrate tutte le mie provviste” disse con gli occhi da cucciolo bastonato, probabilmente sperando di convincermi.
“Non bastano due occhi dolci per farmi rinunciare a tutto questo” annunciai continuando a guardare fuori.
Niall scoppiò a ridere a crepapelle e io lo seguii. “Sei una tosta allora! Tutti riescono a cedere a questi occhioni” disse Niall continuando a ridere e inscenando la scena da cucciolo.
In quel momento mi resi conto che quelli probabilmente sarebbero stati gli anni più belli della mia vita, perché il mio coinquilino era davvero tutto quello che potessi desiderare, nell’arco di pochissimi minuti era già riuscito a farmi breccia nel cuore.
I nostri genitori finalmente salirono e incominciammo tutti insieme a sistemare la casa iniziando a conoscerci meglio. Scoprii che Niall non era americano, anche se si sentiva benissimo dal duo strambo accento, ma si era trasferito dall’Irlanda, che i suoi genitori erano divorziati, ma nonostante ciò facevano di tutto per andare d’accordo per il suo bene e che aveva un fratello maggiore. Era davvero un ragazzo carino dai modi educati. Ormai era arrivata ora di cena, e la casa era praticamente perfetta così arrivò il momento dei soluti. Abbracciai mia madre e mio padre in un caloroso abbraccio e senza volerlo una lacrima mi scese lungo il viso.
“Mi mancherete” dissi una volta sciolto l’abbraccio.
“Anche tu piccola mia” rispose mia madre, mentre papà si limitò a sorridere uscendo dalla porta.
“Finalmente soli” urlò Niall buttandosi a peso morto sul divano di pelle nera.
Io rimasi lì avanti alla porta, senza dire nulla. Mi sentivo… sola? Vuota? Insicura? Indifesa? Bhe, non sapevo scegliere un termine preciso per descrivere il mio stato d’animo in quel preciso momento. Probabilmente Niall se ne accorse poiché me lo trovai alla spalle.
“Cosa c’è che non va?” disse con tono preoccupato afferrandomi una mano.
“E’ solo che non pensavo sarebbe stato così difficile iniziare un nuovo capitolo della mia vita, abbandonando tutto ciò che ho costruito fino ad ora” dissi con tono malinconico ed iniziai a sentire gli occhi che bruciavano.
“No ti prego, non piangere” mi disse il biondino non appena si accorse che ero pronta a scoppiare in lacrime.
Quelle parole invece di frenarmi mi fecero esplodere e piansi lì, in piedi, abbracciata ad un ragazzo che non conoscevo e che probabilmente pensava fossi una psicopatica.
“Non ti preoccupare, ci sono qui io e ti giuro che finché staremo insieme tutto sarà perfetto” continuava a sussurrarmi mentre mi accarezzava i capelli. Stranamente quelle parole mi calmarono, sapere che c’era qualcuno su cui potevo contare era davvero molto importante per me. Così asciugai le lacrime e sfoderai uno dei miei migliori sorrisi.
“Ecco, è così che ti voglio vedere sempre” disse lui e mi abbraccio.
“Non so perché, ma ti voglio già bene” dissi ridendo e scompigliandogli i capelli.
“Ho fame- esordì lui cambiando discorso- vuoi qualcosa?”
“No grazie, mi metto un po’ sul divano a vedere la tv” risposi.
Niall andò in cucina a prendere qualcosa da mangiare, quel ragazzo era riuscito a riempire tutto la dispensa in meno di un giorno e l’idea mi faceva sorridere. Io rimasi in salotto ed accesi la televisione senza far casa al programma che trasmetteva. Ad un tratto sentii Niall parlare con qualcuno, ma poiché in casa eravamo soli, dedussi che parlava al telefono.
“Avviso Charlotte e mi faccio sapere con precisione” lo sentii dire.
“Charlotte, per te andrebbe bene se stasera facessimo una cena qui con quattro miei amici per inaugurare la casa?” mi domandò lui
“Sono simpatici e dolci come te questi tuoi amici?” gli chiesi curiosa.
“Non ti hanno detto che non si riponde ad una domanda con un’altra domanda?” rispose lui ridendo.
“Lo hai appena fatto- dissi io divertita- e comunque per me non ci sono problemi”
“Grazie, grazie, grazie” dissi iniziando a saltellarmi intorno come un bambino il giorno di natale.
Io lo continuavo a guardare con una faccia perplessa e lui capendo di risultare ridicolo si mise a sedere tranquillo accanto a me e continuammo a guardare la tv in silenzio, ma non quei silenzi imbarazzanti, finchè non suonarono alla porta.
“Vado io ad apire” dissi alzandomi dal divano e incamminandomi alla porta.
“Buonaser…” non riuscii a completare la frase perché moltissimi ricordi mi tornarono in mente.
 
“Milleuno, milledue, milletre” urlavo mentre correvo sulla spiaggia.
“Mi vuoi rispondere?” mi domandò il bambino bruno alle mie spalle.
“No” riposi continuando a correre.
“No non mi vuoi rispondere o no non mi vuoi sposare?” mi chiese raggiungendomi e piazzandosi davanti a me.
“Perché vorresti sposarmi? Ho 7 anni e ancora tutta la vita d’avanti” dissi come una donna di mondo.
“Voglio sposarti così posso baciarti tutte le volte che voglio” rispose il brunetto avvicinandosi a me e schioccandomi un bacio sulla guancia.


“Buonasera-dissi schiarendomi la voce- sono Charlotte”
“Piacere Zayn” rispose lui senza neanche guardarmi negli occhi.
Probabilmente non mi aveva riconosciuta, da bambina ero grassottella, mi vestivo in modo assurdo e venivo presa di mira dai bulletti, mentre ora ero una donna, alta e magra con i capelli castani che andavano pian piano sul biondo.
“Liam” disse il biondo dietro di lui porgendomi la mano
“Louis” salutò l’altro ragazzo
“Wow- disse l’ultimo rivolgendosi a Niall e  rimanendo fermo sulla soglia di casa- non mi avevi detto fosse così sexi la tuo coinquilina”
“Harrryy, sei sempre il solito” lo richiamò Niall
“Piacere Harry” disse lui ammiccando un sorriso.
“Lo avevo capito” risposi io acida.
Quella serata sarebbe stata un totale disastro.
 
 

 
ciao ragazze,
finalmente ho preso coraggio e ho deciso di pubblicare questa FF.
Non sono mai riuscita a completarne una, ma spero di poterlo fare con questa.
Spero sia di vostro gradimento.
p.s. mi sento un'impedita perchè non riuesco più ad inserire immagini nel testo, qualcuna di vuoi può aiutarmi?
 
Clau <3
  
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