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Autore: startariot    09/12/2014    4 recensioni
Una tempesta di neve a Vancouver, un passato che Harry ha cercato di dimenticare ma con cui non ha mai fatto i conti.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A quanto pare, non riesco a stare lontana dai file word in questi giorni e la mia mente è più produttiva che mai. Che accoppiata letale! 

Mi ripresento qui in punta di piedi e, se ieri siete annegati anche voi nello zucchero di Sweet Disposition, non vi aspettate la stessa cosa da questa storia. 

Vi lascio direttamente alla lettura e spero vi piaccia anche questa storiella :) 

 

 

 


 

 

 

 

 

 


 

E’ una di quelle fredde serate invernali a Vancouver; una di quelle in cui si ha voglia di restare chiusi in casa, ma allo stesso tempo si sente il bisogno di uscire e passeggiare tra i cumuli di neve che ricoprono la città. E’ questo che sta pensando Harry, chiuso tra le quattro mura del suo studio fotografico. Fissa i fiocchi di neve che scendono lenti e si posano sulla strada, e pensa che vorrebbe lasciare quel posto per qualche ora, per prendere un po’ d’aria. Poi pensa al freddo che incontrerebbe fuori e lascia perdere. 

 

Però vuole uscire, questo lo sa. 

 

Per questo, alla fine prende il mazzo di chiavi posato sul tavolino all’ingresso, indossa il suo cappotto lungo nero e lascia lo studio, senza una meta precisa in mente.

 

 

 

C’è quel rumore tipico delle scarpe che sprofondano nella neve che Harry adora; quello stridere delle suole contro il terreno completamente bianco che da bambino lo affascinava quasi, e ricorda come passeggiava di proposito lentamente, calcando ogni passo per percepire meglio quello strano suono. Ora che sta camminando per le strade di Vancouver e la città è silenziosa, ripete quella vecchia abitudine tornando bambino per qualche secondo. 

 

Le tavole calde in America si possono contare sulle dita di una mano ultimamente, sostituite dalle enormi catene alimentari che sono i Fast Food. C’è n’è una però a Vancouver, che gli ha suggerito il suo migliore amico Niall, che lui non ha ancora provato e quella, sembra la sera giusta per farlo. 

 

Juicy’s, si trova a qualche chilometro dal suo studio fotografico e ad Harry piace camminare, per questo compie quella distanza a piedi, con i fiocchi di neve che gli si poggiano tra i ricci, per metà coperti da un cappello verde.  

Entra in quel locale venti minuti dopo, trovandolo quasi pieno. Si siede ad uno dei tavolini rimasti liberi, nell’angolo della sala e dopo poco una cameriera è già davanti a lui pronta a prendere la sua ordinazione.

 

«Una cioccolata calda», è tutto quel che dice; la ragazza appunta il tutto su un piccolo block notes e sparisce dietro il bancone. 

 

Volge lo sguardo verso l’esterno, e nota che la nevicata si è fatta più fitta, ed è quasi impossibile vedere oltre qualche metro di distanza. Guardando quella cascata bianca, Harry si sente un po’ come un fiocco di neve. Sa da dove arriva, ma non sa dove andrà a posarsi. E’ strano come paragone, lo sa bene, ma in qualche modo lo rappresenta particolarmente bene. Sente così sua quella descrizione che, forse è per questo che ha un piccolo fiocco di neve tatuato sul polso sinistro, quasi perennemente nascosto dagli orologi.

 

  

«Harry»

 

E’ un attimo, quello in cui i suoi occhi si scontrano con quelli azzurri del ragazzo apparso di fronte a lui, e i ricordi lo colpiscono come un fiume in piena, e lui non riesce a fermarli. 

 


Lui e Louis.

 

I pomeriggi passati a studiare nella Biblioteca della scuola, le partite alla playstation nel salone di casa sua, le serate trascorse nel letto di Louis tra coccole e risate, 

Sempre e solo, Harry e Louis. 

 

La passione per il calcio, Louis che trascorre sempre più tempo tra squadra e allenamenti, poi un volo per L’inghilterra. 

 

Alla fine, era rimasto solo Harry. 

 

 

 

Se solo Harry socchiude gli occhi, ancora riesce a sentire le dita di Louis sfiorargli la pelle, o la voce di Louis sussurrargli parole dolci all’orecchio prima di dormire. 

 

«Louis», è cambiato parecchio in cinque anni, si ritrova a pensare Harry. Il ragazzino adorabile tutto sorrisi, sembra essere cresciuto parecchio. Indossa un paio di jeans neri e un maglioncino marrone coperto dal grembiule rosso del locale; ha il viso stanco, e due leggere occhiaie sotto gli occhi. Quelli che tanto gli facevano battere il cuore. Ha qualche ruga ai lati degli occhi, quelle che, Harry lo ricorda bene, gli spuntavano ogni volta che rideva troppo e di gusto. Dovrebbe essere bello che lui ricordi così tanti particolari dei loro momenti insieme, ma non è così. Non per lui. «Che ci fai qui?»

 

«Ci lavoro», risponde l’altro tranquillo, abbozzando una smorfia. «Tu?»

 

«Avevo voglia di una cioccolata calda e beh, il mio migliore amico mi ha consigliato questo posto.», ammette lui sincero senza mostrare troppe emozioni. 

 

«Hai scelto il posto giusto, allora.», dice accennando un sorriso. Poi sembra quasi ricordarsi del vassoio che aveva in mano e lo abbassa, poggiandolo sul tavolo portando la tazza di cioccolata calda davanti ad Harry. «Wow…sono passati cinque anni. Come stai?» accenna poi il ragazzo, cercando un contatto con il ragazzo di fronte a lui. 

 

«Uhm….già. Direi bene…grazie», sussurra Harry freddo e quando alza lo sguardo su di lui, i loro occhi si incrociano solo per qualche secondo prima che l’attenzione di Louis venga richiamata dal suo capo e lo lasci da solo con la sua tazza di cioccolata. 

 

In fondo, Harry è abituato alla solitudine.

Ha un appartamento tutto suo in pieno centro a Vancouver, ha uno studio fotografico in cui lavora da quando si è diplomato all’accademia di Fotografia della città, vede sua madre e sua sorella di rado e dopo Louis, non ha avuto, o forse non ha voluto, più relazioni. Non è pronto, è questo che dice sempre a Niall. 

 

Quindi bere una cioccolata calda da solo in una tavola calda, non dovrebbe essere un gran problema per lui. Sa benissimo che dovrebbe stare lì seduto, e sorseggiarla tranquillamente, ma la verità è che si sente terribilmente a disagio. Può percepirlo, lo sguardo di Louis su di lui, proprio come quando erano due ragazzini innamorati. 

A volte, è proprio vero: anche se cerchi di dimenticare il passato, è lui a non dimenticare te. Harry aveva cercato di rinchiudere Louis e tutte le emozioni che con lui aveva provato in un angolo della sua mente, ed era convinto di esserci riuscito, fino a quel momento.  

 

Quella che doveva essere una pausa tranquilla in una tavola calda, diventa breve e scomoda perché Harry non veder l’ora di fuggire da quel posto. E da Louis.  

 

Perché i ricordi minacciavano di riemergere nella sua mente, e nel suo cuore.

 

 

 

*****

 

 

 

«Haz», sussurra Louis con gli occhi incollati allo schermo. «Ho freddo», aggiunge poi avvicinandosi al ragazzo seduto dall’altro lato del divano. 

 

«Vuoi che ti faccia un tè?», chiede il riccio voltando lo sguardo nella sua direzione. Louis scuote la testa per un attimo, prima di rispondergli «Voglio una cioccolata calda»

Harry resta un attimo perplesso da quella risposta, perché Louis ha sempre preferito una tazza di tè caldo alla cioccolata ma si alza sorridente dal divano, diretto verso la cucina. 

 

Dieci minuti dopo, è di ritorno con due tazze fumanti di cioccolata tra le mani e Louis può intravederli, i marschmallow che sbucano dal bordo. A volte si stupisce di quanto Harry lo conosca; molto spesso non hanno bisogno di aggiungere dettagli tra loro perché entrambi si conoscono fin troppo bene. 

 

«Eccola qui», sussurra Harry riprendendo la sua posizione sul divano. Louis si porta nuovamente vicino ad Harry appoggiandosi alla sua spalla mentre il ragazzo gli passa la sua cioccolata. 

 

«Grazie H», dice poi iniziando a sorseggiarla. «Dio, sei un mago», dice poi, quasi accennando un sospiro. 

 

«Eh?»

 

«Fai la cioccolata migliore del mondo.», sussurra poi leccandosi le labbra e portando alla bocca una pallina bianca di marschmallow.

 

«Starei così per sempre», sussurra Harry, strofinando il naso contro la guancia di Louis, e sistemando la piccola coperta che li copriva. 

 

«Possiamo farlo…è un’ottima idea la tua», risponde il ragazzo sorridendogli. 

 

«No che non possiamo Lou», ribatte il riccio ridendo di gusto e Louis rimane incantato dalle piccole fossette che si formano ai lati delle sue guance, ogni volta che Harry ride. Il più delle volte, si formano quando è lui, e soltanto lui, a farlo ridere.  «Ma troveremo del tempo per farlo, vero?»

 

«Promesso», sussurra Louis chiudendo la distanza tra i loro volti e facendo scontrare le loro labbra e rifugiandosi nella loro bolla personale in un pomeriggio innevato di Vancouver.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BEH!

Spero davvero che questa storia vi sia piaciuta perché uhm, mi è piaciuto parecchio scriverla ed è nata ascoltando Kiss Me di Ed Sheeran. Sinceramente, non saprei nemmeno spiegarvi come quella canzone mi abbia fatto pensare ad una storia del genere ma è successo quindi eccoci qui. 

 

Vorrei tanto sapere cosa ne pensate perché è una storia…uhm…particolare e spero che qualcuno di voi ne capisca il motivo. 

Sarei felicissima di leggere di vostri pareri; come al solito, mi trovate qui, su twitter e ask e vi aspetto per qualunque cosa :)

 

Alla prossima 

C. 


   
 
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