Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    09/12/2014    4 recensioni
L' ebook è scaricabile dal mio profilo autore. Revisione ultimata! Grazie a tutti coloro che continuano a leggerla! :)
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Cosa sarebbe accaduto se nel numero 28 Masumi Hayami fosse riuscito a confessare a Maya di essere l'ammiratore delle rose scarlatte? Leggete la mia versione di questo "what...if" ^_^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultima revisione: novembre 2015

 

16. La valle dei susini



La giornata era talmente limpida che riusciva a vedere le coste dell’Isola di Sado. I gabbiani gridavano in alto nel cielo e un vento fresco muoveva le tende bianche della sua camera d’albergo in stile occidentale. Quegli ultimi quattro giorni lontani da Tokyo lo stavano facendo impazzire. Era stato costretto a raggiungere Niigata per concludere un contratto che rendeva la Daito stretto collaboratore di una casa di produzione cinematografica che si sarebbe appoggiata alla sua azienda per avere attori.

Non era ancora certo di riuscire a tornare a Tokyo, l’indomani, per vederla partire e quell’incognita lo riempiva di un’angoscia che lo distraeva e lo rendeva nervoso. Prese il telefono dalla tasca e, guardando l’ora sul display, si rese conto di aver chiamato Hijiri solo un’ora prima. Sorrise del suo stupido atteggiamento e rimise il telefono in tasca.

Tornò a guardare il mare, un altro gabbiano gridò solitario e un’onda enorme si infranse sugli scogli sottostanti. L’idea che lei sarebbe stata lontana e irraggiungibile per molto tempo gli fece salire un nodo alla gola. Così è… insostenibile... Prese di scatto il telefono e, premendo sull’icona sul display, chiamò Hijiri.

Quando il collaboratore sentì squillare il telefono e vide il chiamante, sorrise e rispose. Signor Masumi, vedo che la lontananza la rende nervoso…

- Hijiri - dall’altra parte sentì distintamente il mare.

- Le tue informazioni erano esatte. Sto attendendo che approvino l’ultima clausola che ho inserito, poi firmeranno… - lo informò con voce piatta sebbene non fosse quello che avrebbe voluto dirgli davvero.

- Sono felice di esserle stato utile - rispose lui mentre osservava Maya dall’altra parte della strada che mangiava un gelato insieme alla sua amica.

Fino a tre giorni prima si trovava nel paese natale della “Dea Scarlatta” e aveva tenuto d’occhio la signora Tsukikage. Poi lui aveva chiamato, dicendogli di tornare all’improvviso. Sorrise e rifletté su quanto fosse cambiato negli ultimi anni. E’ stata lei a cambiarlo ed è sempre per lei che mi chiama ogni ora, vero?

- E’ con la sua amica Rei - riferì Hijiri di sua iniziativa e quando dall’altra parte sentì silenzio seppe di aver detto la cosa giusta. Sorrise di nuovo osservando la ragazza che, da quando l’aveva rivista, era sempre assorta e silenziosa, parte della sua solarità sembrava adombrata da qualche pensiero, forse la partenza imminente dell’indomani.

- Questa sera hanno prenotato in un ristorante - dall’altra parte lo sentì inspirare così lo precedette - Lui non ci sarà - sapeva quanto lo irritasse saperlo intorno a lei. E non gli aveva ancora detto ciò che aveva visto… Di nuovo silenzio.

- Grazie, Hijiri - disse in un sussurro accennato e chiuse la telefonata.

Signor Masumi, per quanto possa valere la mia opinione, ritengo che abbia fatto bene a dirle parte della verità… Sono convinto che la malinconia che adombra i suoi occhi brillanti sia da attribuire ai pensieri sul suo ammiratore delle rose scarlatte…



Negli ultimi tre giorni tutta la confusione che aveva in testa era aumentata esponenzialmente con le sue paure. Da un lato c’era la “Dea Scarlatta”, l’incontro con la signora Tsukikage e quell’immancabile sensazione di non essere all’altezza, dall’altra… dall’altra c’era Masumi Hayami.

Si bloccò mentre terminava di fare la valigia. Alzò lo sguardo, le guance arrossate e il respiro corto e si accorse che Rei la guardava stranita. Tornò alla valigia e si accorse di avere un bicchiere in mano…

- Oh… - mormorò arrossendo ancora di più e Rei scoppiò a ridere.

- Maya, sei nervosa per la “Dea Scarlatta”, eh? - le chiese l’amica continuando a scrutarla. Invece io credo che tu stia pensando a lui… vero, Maya?

- Io… uh… oh… sì certo! - balbettò poco convinta tenendo lo sguardo basso. Posò il bicchiere e prese alcune cose dal cassetto, quando le infilò nella valigia si accorse che dentro aveva messo il barattolo del tè che era sul tavolino… Mi devo concentrare… non posso fare così… con che coraggio mi presenterò davanti alla signora? E come se tutto ciò che mi turba non fosse stato abbastanza… c’è anche Sakurakoji…

Da quando, quattro giorni prima, l’aveva baciata, il suo mondo si era sovvertito. Yu si era dichiarato, le aveva detto cosa provava per lei con un po’ di imbarazzo, è vero, ma con coraggio e determinazione. Recitare in “Lande dimenticate” li aveva avvicinati molto e Yu le aveva dimostrato di essere cresciuto davvero come attore. Da quando si erano rivisti, aveva scoperto che aveva la ragazza, Mai, ed era stata troppo concentrata sullo spettacolo e sulla sua Jane. Non aveva più pensato a lui in quel modo... E poi… il signor Hayami... c’era stata quella rosa nel corridoio buio, il ballo della premiazione, il cimitero. Io non so che pensare… che confusione!

Scosse la testa e Rei la fissò interdetta con un sorriso enigmatico. Avrebbe voluto parlare con lei, ma se non le aveva detto niente significava che non era ancora pronta. Maya, adesso dovresti dedicarti alla Dea Scarlatta… posso solo immaginare il tumulto che hai nel cuore e la confusione che ti alberga in testa…

Maya chiuse la valigia e sospirò. Ci batté le mani sopra contenta e decise di smetterla di pensare a tutto, di liberare la mente e di godersi il viaggio verso il paese natale della “Dea Scarlatta”.

- Sono pronta! - disse risoluta alzando lo sguardo e incontrando gli occhi sinceri di Rei. L’amica annuì e si alzò aiutandola con la valigia. Destinazione: la stazione ferroviaria di Tokyo a Marunouchi.

Alla stazione ci saranno Genzo e il Presidente dell’Associazione Nazionale… potrò partire tranquilla… non ci sarà… non ci sarà lui… oh santo cielo mi si blocca anche il cervello quando ci penso… la devo smettere di pensarci, lui mi vedrà sempre solo come un’attrice, è troppo adulto per pensare in quel modo a una come me… e forse anche la mia è solo un’infatuazione perché so che era il mio ammiratore e l’amore non c’entra niente… E Yu? Lui sarà lì per salutarci… Quando mi ha baciata io…

Scese le scale e seguì Rei, scuotendo forte la testa come se quello bastasse a cancellare il tumulto che le faceva battere il cuore.



Nell’istante in cui salì l’ultimo gradino per raggiungere il binario, vide immediatamente Ayumi e sua madre Utako che parlottavano vicino al treno rosso e bianco. Poco distante, il signor Genzo e l’anziano Presidente discutevano con quello che sembrava il capotreno. Rei l’aiutò con la valigia e, dopo che l’inserviente la prese salendo sul vagone dove erano i loro posti, Maya si diresse verso Ayumi, che si voltò sorridendole.

- Sono orgogliosa di entrambe - esordì Utako salutando Maya con un bacio affettuoso - Anche se, devo ammettere, un po’ invidiosa per qualcosa che mi è stato negato, ma largo alle nuove generazioni! - aggiunse e scoppiò in un’allegra risata argentina e molto femminile. Maya arrossì mentre Ayumi accennò un sorriso tagliato.

- Sono convinta che la signora Tsukikage farà un lavoro eccellente con voi! - continuò sempre emozionata.

- La ringrazio, signora Himekawa - Maya fece un lieve inchino sentendo su di sé lo sguardo di Ayumi.

- Inizia la nostra vera sfida, Maya - le disse con voce dolce, perfetta su quel volto da modella.

- Sì, Ayumi - annuì lei senza provare più il terrore di un tempo, bensì quell’adrenalina positiva che spinge ad una sana competizione. Le salutò entrambe e tornò da Rei.

- Come ti senti, Maya? - le chiese l’amica con apprensione, Maya sembrava distratta e aveva un’espressione stravolta.

- Io… - iniziò, ma vide arrivare Sakurakoji, arrossì talmente tanto che Rei spalancò gli occhi voltandosi, sicura che avrebbe visto Masumi Hayami e quando si rese conto che era Sakurakoji si domandò cosa significasse quel rossore diffuso. Maya… ma che sta succedendo?

- Ciao, Maya - la salutò lui con un sorriso dolce, imponendosi di non balbettare e di mantenere un aspetto dignitoso e compassato nonostante il ricordo di ciò che era avvenuto solo qualche giorno prima e che da allora aveva popolato incessantemente i suoi sogni.

- C-Ciao, Yu - ricambiò lei in un mormorio, abbassando lo sguardo. Rei la fissò di stucco, lentamente passò lo sguardo su Sakurakoji, che non l’aveva neanche degnata di attenzione e si rese conto che aveva occhi solo per Maya. Non ci sto capendo più niente…

- Tutto pronto, vedo - disse imbarazzato, quella frase di circostanza utile solo a riempire il vuoto che si era creato. Si portò una mano fra i capelli e tentò inutilmente di impedirsi di arrossire.

Maya rialzò lo sguardo e annuì con vigore - Sì, Sakurakoji! -

- Chissà come sarà la valle dei susini dove è nata la Dea Scarlatta? - mormorò sempre continuando a guardarla. Non so neanche quando potrò rivederti…

- Ciao, Sakurakoji - borbottò Rei battendo un piede per terra per attirare la sua attenzione e lui finalmente si girò, come se la vedesse in quell’istante.

- Uh… Ciao, Rei! - la salutò imbarazzato - Come stai? -

- Bene, grazie - annuì Rei assottigliando lo sguardo e analizzandolo. Cosa mi state nascondendo?

- Anche se attenderemo il ritorno di Maya e Ayumi, già domani mattina abbiamo una riunione con Kuronuma… - le informò mesto e Maya si interessò immediatamente.

- Davvero? Come mai? - non devo pensare a quella sera… a quel bacio...

- Ci darà indicazioni circa i ruoli e io dovrò decidere cosa fare per Isshin… - ammise lui sospirando. Era una sfida davvero difficile e lo sapevano entrambi. Maya lo vide abbattuto e lo afferrò per un braccio.

- Yu, non devi dubitare delle tue capacità - gli disse con voce infervorata - Con Stewart sei stato perfetto e il tuo Isshin batterà quello di Akame! - la mattina dell’assegnazione degli attori alle due squadre, non era riuscita a fermare il battito folle del suo cuore. Yu era lì, davanti a lei, quelle sedie si riempivano sempre più e quando era stato associato il suo nome al gruppo di Kuronuma, lei aveva smesso di respirare.

Sarai il mio Isshin, Yu e insieme vinceremo la sfida della Dea Scarlatta!

Sakurakoji addolcì immediatamente lo sguardo, stupendosi per quel contatto inaspettato, e posò la mano sulla sua, stringendola lievemente.

In quell’istante, Masumi Hayami scese dallo Shinkansen bianco latte che era arrivato silenziosamente sul binario accanto. Aggrottò la fronte alla scena che vide, ma riprese il controllo così rapidamente che nessuno dei tre uomini del suo staff, che avevano viaggiato con lui, si accorse di niente.

- Salve, ragazzina - aveva sperato di riuscire a raggiungere Tokyo per poterla vedere e quando quella mattina il contratto era stato firmato, lui era salito sul primo treno.

Maya venne congelata da quella voce profonda e severa che per anni l’aveva tormentata e che ora aveva un potere quasi ipnotico. Lasciò lentamente il braccio di Sakurakoji e si voltò col cuore in gola.

- S-Salve, signor Hayami - balbettò con voce appena udibile e gli occhi spalancati. Rei la osservò intensamente e anche Sakurakoji, inevitabilmente, si accorse della strana alchimia che si era creata.

- Sono appena tornato da un viaggio di lavoro e chi vedo? - disse con la solita voce ironica spostando lentamente lo sguardo su Sakurakoji - Isshin e Akoya in una scena improbabile. Non sapevo che le prove fossero già iniziate - e tornò a guardare lei che lo fissava imbarazzata.

- No… signor Hayami… è che noi… - balbettò, abbassando lo sguardo, ma Masumi la ignorò, Rei continuò ad osservare quel teatrino in silenzio e Sakurakoji corrugò la fronte infastidito.

Sembra ti stia giustificando, Maya...

- Mi aspetto che lei dia vita ad una Dea Scarlatta unica. Si impegni al massimo e veda di non far aggravare la malattia della signora Tsukikage - la sua voce fu stranamente dolce e priva della solita ironia.

Rei spalancò lentamente gli occhi rimanendo immobile come una statua quando notò il modo in cui il signor Hayami e Maya si fissavano, come se nessun altro intorno a loro esistesse. Ma… non può essere… non può assolutamente essere...

- Io… farò del mio meglio per il mio ammiratore… anche per lui ci tengo a fare un buon lavoro. Voglio che mi veda in quel ruolo, l’ho sempre desiderato… - gli disse facendo un passo avanti, mettendo a nudo il suo cuore, senza smettere di guardarlo, gli occhi luminosi come stelle. Signor Hayami, lo so che lei mi vede solo come un’attrice e io le dimostrerò che so recitare, che posso ambire alla Dea Scarlatta, che tutto quello che ha fatto per me non è buttato! La mia interpretazione non la deluderà!

Masumi riuscì a nascondere il sentimento che lo pervase in quel momento: vederla così appassionata e sincera, sentire quelle parole dirette a lui di cui nessuno poteva sapere tranne loro due. Maya, sono consapevole che l’affetto che vedo è diretto all’uomo delle rose e non a me, ma per un istante mi hai fatto davvero credere che lo fosse…

- Immagino che anche l’ammiratore delle rose sia ansioso di vederla in quel ruolo. E’ un uomo fortunato, sono convinto che avrebbe apprezzato le sue parole in cui è evidente la dedizione che lei mette nella recitazione - le disse, incapace di trattenere un sorriso che cambiò completamente la sua espressione e fece fermare il respiro di Maya.

- Davvero? Lei crede che la penserebbe davvero così? - Maya s’illuminò e arrossì, consapevole che quel dialogo, comprensibile realmente solo a loro due, era diretto all’attrice e non alla ragazzina, ma nonostante ciò ne fu immensamente felice.

Masumi annuì perché si trovò incapace, in quell’istante, di tirar fuori la voce. Lei si era avvicinata, il tono accorato e sussurrato, come se temesse di andare troppo oltre e lui avrebbe voluto solo stringerla a sé, incurante di chi ci fosse intorno.

- Certamente, è ovvio che ne sarebbe felice - riuscì a dire infine, sorridendo e stringendo il manico della valigetta di pelle.

- Presidente Hayami, dobbiamo andare - la voce del collaboratore alle sue spalle spezzò l’idillio e Masumi la vide rendersi conto della situazione e abbassare la testa.

- Devo andare, porti i miei saluti alla signora Tsukikage - la salutò e quando lei sollevò lo sguardo incrociando il suo, rimase senza fiato. Sembra che tu sia addolorata, ragazzina…

Maya annuì restando in silenzio, come fosse in trance, le mani chiuse al petto, comprese dolorosamente che stava andando via e un’angoscia profonda la riempì, avvertendo immediatamente la nostalgia e la mancanza. Non avevo mai provato un vuoto così intenso...

Lui si voltò salutando anche Ayumi, Genzo e il Presidente dell’Associazione Nazionale. Signor Hayami… chissà quando potrò rivederla… chissà se per allora sarò pronta a farle vedere la mia Dea Scarlatta…

Lo seguì con lo sguardo uscire dal binario seguito dai suoi collaboratori in abiti neri. Aveva creduto che non l’avrebbe più rivisto, che sarebbe partita tranquilla, ma in quel momento capì che niente dentro di lei sarebbe mai più stato lo stesso, che ciò che provava per lui era davvero amore, impossibile e irrealizzabile, ma indubbiamente amore. Prima di uscire dalla stazione lo vide voltarsi e guardarla un attimo con uno strano sorriso.

Fai del tuo meglio, ragazzina, e mostrami la tua Dea Scarlatta! Io ti attenderò qui, dove niente potrà colmare il vuoto della tua assenza...

Maya sentì accanto a sé la presenza discreta di Rei e tornò alla realtà sbattendo più volte le palpebre, poi arrossì e finalmente si girò a guardarla. L’amica rimase in silenzio e lei apprezzò il suo sguardo complice e pieno di affetto.

Quando si ricordò di Sakurakoji, si girò di scatto cercando di mantenere un contegno e di non sprofondare dalla vergogna. Com’è possibile che il signor Hayami catalizzi completamente la mia attenzione? Oh cielo…

- Yu, scusami… io… - balbettò torcendosi le mani. Lui la guardò serio un istante, poi scoppiò a ridere e lei lo imitò scacciando tutta la tensione. Mi dispiace Sakurakoji, ma io… io ora devo andare nella valle dei susini… So che vorresti che io dessi una risposta alle tue aspettative, ma io...

Sakurakoji le tese la mano e Maya la strinse con vigore. Maya, quest’oggi sei diversa… anche il signor Hayami mi è sembrato diverso… ma forse era solo stanco per il viaggio e stranamente non avete litigato come di consueto… mi sei sembrata più ben disposta verso di lui… chissà perché…

Venne annunciata la partenza e, dopo i saluti di rito, le due ragazze, accompagnate da Genzo e dal Presidente dell’Associazione, partirono per il paese della Dea Scarlatta.



Un cinguettio insistente la disturbò e distese le braccia sopra la testa allungandosi sul futon. Poi schizzò a sedere ricordando ogni cosa.

Sono nella valle dei susini…

Si voltò, la stanza era invasa dalla debole luce dell’alba, ma il letto di Ayumi, accanto al suo, era vuoto. Sbatté le palpebre e si ridistese tirandosi la coperta fino al mento. Il viaggio in treno era andato bene e, durante il tragitto a piedi fino al tempio dove avrebbero soggiornato, Genzo le aveva intrattenute raccontando la storia dell’origine della Dea Scarlatta e di come Ichiren Ozaki, che aveva vissuto lì, fosse stato ispirato dalla leggenda che si narrava in quei luoghi relativa alla bellissima statua di dea scolpita nel legno di susino, conservata nel tempio shintoista di quel villaggio.

La leggenda parlava di una dea, che viveva in una valle sprofondata fra le montagne, la cui protezione era affidata ad una famiglia di orchi ed un drago. La dea era la regina degli spiriti e della terra, in quanto governava l’energia di tutti gli esseri che traevano vita dal terreno. La valle dove dimorava era famosa per il perpetuo fiorire dei susini scarlatti e per il fatto che il luogo fosse proibito agli uomini corrotti. Coloro che infrangevano questo divieto venivano uccisi dagli orchi. In quella valle fioriva anche un albero sacro di susino, che si diceva fosse l’incarnazione della dea stessa. Uno scultore di immagini sacre intagliò dal legno di quell’albero una statua di dea per invocare la pace sul paese ed essa placò davvero la lotta intestina nella famiglia imperiale che si era divisa fra nord e sud.

Quando erano arrivate al tempio, avevano scoperto che la signora era in città per qualche affare. Maya voltò la testa dopo aver rievocato il ricordo del giorno precedente.

Che strano che ieri sera non ci fosse la signora… Quanto mi piacerebbe vedere quella statua e la valle dei susini! Ma Genzo… lui ha detto che gli orchi ci ucciderebbero! Che stupida sono… sono solo leggende… però il maestro Ozaki ha scritto qui la Dea Scarlatta…

Si alzò di scatto collegando l’assenza di Ayumi ad una sua probabile escursione verso la valle. Si lavò e vestì in fretta ed uscì nel fresco della mattina. Frenò all’improvviso e tornò dentro a prendere una felpa pesante perché faceva freddo.

Il tempio era immerso nel verde, la natura intorno a lei aveva suoni e odori completamente diversi da quelli dei giardini di città a cui era abituata eppure si mosse con naturalezza, quasi come se conoscesse già quei boschi fino a raggiungere un arco che delimitava la zona proibita narrata da Genzo. Maya si bloccò, intorno a lei una nebbia soffice e ovattata copriva ogni cosa donando al luogo un’aria spettrale. Ricordò le parole del signor Genzo, che gli orchi avrebbero ucciso gli impuri che tentavano di entrare, ma scosse vigorosamente la testa e fece un passo avanti oltrepassando l’arco. Non accadde nulla così, rinfrancata, proseguì sul sentiero ridacchiando delle sue stesse puerili paure.

Il suono di un tamburo tsuzumi riecheggiò nell’aria facendola trasalire, si voltò più volte cercando di capirne l’origine senza riuscirci, così andò avanti e la visione le tolse completamente il fiato quando sbucò dagli alberi in una valle completamente piena di susini scarlatti in fiore. La nebbiolina rossa aleggiava sopra ogni cosa e Maya spostò lentamente lo sguardo per riempirsi il cuore e la mente di quello spettacolo meraviglioso e unico.

Come possono essere fioriti in questa stagione? E’... uno spettacolo stupefacente… è davvero la natura, questa? Come vorrei che potesse vederlo anche…

Sussultò stringendo gli occhi, inspirò ed espirò scacciando il volto del signor Hayami dalla mente.

Mi devo concentrare… altrimenti Ayumi vincerà la sfida e davvero allora il signor Hayami avrebbe avuto ragione a chiamarmi sempre ragazzina… voglio diventare un’attrice!

Si addentrò in mezzo ai susini profumati e brillanti per le perle di nebbia posate sui petali scarlatti dei loro fiori. Il suono del piccolo tamburo a mano risuonò di nuovo per tutta la valle, ma quella volta risultò più vicino. Vide Ayumi poco più avanti e la raggiunse, ma lei non diede segno di averla sentita. Guardava avanti e Maya, seguendo il suo sguardo, notò un gigantesco susino e quella che poteva essere solo l’incarnazione della Dea Scarlatta, che la lasciò completamente a bocca aperta.

E’ meravigliosa…

La donna con la maschera e l’abito di seta, accompagnata dallo tsuzumi suonato da Genzo, si mosse al suono della natura, creando il vento con le sue movenze perfette e calibrate, smettendo di essere un’umana e diventando una dea a tutti gli effetti.

Quando la sua danza terminò Maya avvertì un vuoto freddo e solitario, come se si fosse spenta una luce e lei fosse sprofondata nel buio più totale. Si tolse la maschera e le salutò.

- Benvenute nel paese della Dea Scarlatta, Maya e Ayumi - disse solennemente la signora Tsukikage lasciandole di sasso.

- Signora Tsukikage! - esclamarono entrambe felici ed emozionate.

- Grazie per avermi restituito una nostalgica immagine, signora Tsukikage - la voce dell’anziano Presidente le raggiunse e tutti si voltarono.

- Presidente! - Maya e Ayumi lo salutarono stupite, decisamente quella prima giornata nella valle dei susini stava diventando singolare.

- Da quanto tempo siete qui? - li interrogò Genzo, posando il piccolo tamburo e rivolgendosi a tutti e tre gli arrivati.

- Quando mi sono svegliato non c’era nessuno così sono venuto a cercarvi e ho seguito il suono dello tsuzumi - rispose pacatamente il Presidente con un sorriso accennato e le due ragazze annuirono confermando di aver fatto la stessa cosa.

- Bentrovata, signora Tsukikage, sono felice di vederla in salute - esordì il Presidente avvicinandosi.

- Anch’io la trovo bene, Presidente. La ringrazio per quanto ha fatto e per aver accompagnato qui le ragazze - rispose la signora con un lieve cenno del capo.

- Sono così contenta di essere qui e di trovarla bene, signora Tsukikage - partecipò Maya entusiasta, le mani chiuse al petto e gli occhi luminosi e pieni di gioia.

- Poterla vedere in questa valle mi rende felice signora e non vedo l’ora di essere addestrata da lei per la “Dea Scarlatta”! - aggiunse Ayumi altrettanto emozionata.

Il Presidente fece alcuni passi avanti fino a raggiungere il gigantesco susino fiorito.

- Non ho mai visto un susino così enorme, chissà se sarà questo l’albero sacro da cui venne intagliata la statua… - sussurrò pieno di riverenza, sfiorando con una mano l’antico tronco.

- L’albero che venne intagliato per scolpire la statua era un altro, ma Ichiren si ispirò a questo per scrivere la “Dea Scarlatta” - spiegò la signora con sguardo sognante - Qui il tempo sembra essersi fermato, la temperatura è più mite e i susini fioriscono molto più a lungo, per sei mesi l’anno - aggiunse guardandosi intorno.

- Lei viene spesso qui a provare la Dea Scarlatta? - le domandò Ayumi con tono sommesso, ancora emozionata per aver visto la sua interpretazione maestosa.

- Sì, ma voi avrete la vostra Dea Scarlatta, non stancatevi mai di cercarla, aspirate alla perfezione - suggerì l’anziana sensei.

- Sì, signora Tsukikage - rispose Ayumi completamente concentrata sulla signora.

Maya, invece, raggiunse il grande susino, lo fissava con occhi spalancati, come se avesse davanti davvero la reincarnazione di una dea come narrato dalla leggenda.

- Essere addestrata da lei nella valle è stata a lungo il mio sogno. Sono pronta a tutto e sono onorata di mettermi sotto la sua direzione. La sua interpretazione di poco fa è stata meravigliosa, sembrava riprodurre il fruscio dei fiori di susino accarezzati dal vento quando in realtà non soffiava affatto - Ayumi espose tutta la sua emozione per quanto avvenuto poco prima.

- Ti ringrazio Ayu… - iniziò la signora, ma la sua attenzione venne attirata da Maya che, completamente rapita, fissava il grande susino.

- Maya… - la chiamò stupita del suo atteggiamento.

- Ah... S-Sì, signora! - balbettò lei riscuotendosi e voltandosi verso di loro.

- Si può sapere cosa ti prende? - la interrogò curiosa della risposta che avrebbe dato. Maya, sapevo che con te sarebbe stato tutto diverso...

- Stavo guardando quest’albero di susino, qui dimora lo spirito della Dea Scarlatta. E’ splendido... - iniziò Maya tornando con sguardo sognante al susino - Io diventerò lo spirito di un albero di susino come questo, se ci penso sono così eccitata! -

Ayumi raggelò nel sentirla così entusiasta mentre lei era tesa e preoccupata. La Dea Scarlatta è un capolavoro a cui aspirano tante attrici! Come fai ad essere felice? Sembra quasi un gioco per te! Se ti guardo prendo coscienza di me stessa, davanti a te mi rendo conto di quanto i miei sforzi siano inutili! Ah, ma perché esisti?! Perché…?

- Ora vi racconterò un po’ della storia della Dea Scarlatta - proseguì la signora Tsukikage attirando l’attenzione di tutti - In un passato lontano, quando il paese era devastato dalla guerra, l’imperatore ordinò ad uno scultore di immagini sacre di scolpire la statua di una dea per implorare a lei la pace. Lo scultore ne intagliò diverse, ma nessuna riuscì a soddisfarlo. Si chiese quindi come fare per scolpire una statua in cui dimorasse lo spirito della dea. Mentre si tormentava venne a sapere che da qualche parte esisteva un millenario albero sacro di susino. Tagliandolo e scolpendo il suo legno sicuramente ne sarebbe derivata una meravigliosa statua celante il suo spirito. Lo scultore partì alla ricerca di quell’albero e incontrò una fanciulla. Era la Dea Scarlatta, lo spirito millenario dell’albero di susino - la voce della signora ipnotizzò tutti i presenti.

Fece una breve pausa e fissò il suo sguardo intenso sulle due ragazze di fronte a lei.

- Imparerete qualcosa fin da ora sulla Dea Scarlatta, in modo che possiate cominciare a comprenderla e ad esprimervi nel personaggio per poter recitare questo dramma - continuò pacata.

- Va bene - accordò Ayumi mentre Maya deglutì rendendosi conto che la prima lezione era iniziata.

- Quindi ragazze, diventate un albero di susino - disse con tono serio, ma inamovibile.

- Un albero di susino? - domandarono entrambe stranite.

- Forza! - gridò la signora, spaventandole.

Si tolsero le felpe, faceva comunque più caldo lì e si posizionarono davanti al grande susino dove poco prima si era esibita la loro sensei.

Ayumi rifletté su come dare la forma di un albero al suo corpo, le gambe, le braccia, le mani, il collo, il busto, la testa. Formò i rami, le radici, il tronco e rimase immobile. Poi guardò Maya e rimase sconvolta.

Lei aveva assunto una posa semplice, senza sforzo, il suo sguardo vacuo, dava la sensazione che fosse un albero.

Com’è naturale! Se ne sta immobile senza nemmeno impallidire!

Un battito di mani le riscosse.

- Bene può bastare così! - gridò la signora - Cosa ne pensa, Presidente? - lo interrogò circa la prova delle due candidate. L’anziano uomo sembrò perplesso inizialmente, poi dette il suo giudizio.

- La posa di Ayumi era bella, ma difficile da mantenere a lungo, purtroppo ha rivelato la fatica di un essere umano. Al contrario Maya ha scelto una posizione estremamente semplice e comune, col passare del tempo è sembrata immedesimarsi sempre più nell’albero e ne ha dato la sensazione, ma sul palcoscenico non starebbe immobile tanto a lungo. In questo senso mi è parsa più rispondente la performance di Ayumi - disse passando lo sguardo da una all’altra e infine sulla signora.

Più rispondente quella di Ayumi… Sei grande, Ayumi!

Maya volse lentamente lo sguardo verso la rivale che ricambiò con altrettanta freddezza.

Ho rivelato la fragilità umana mentre Maya gli sembrava sempre più un albero… Maya Kitajima sei da temere!

- Vi farò qualche domanda - riprese la signora - Cosa c’è ai piedi di un albero, Ayumi? -

- Il terreno - rispose la giovane, sicura.

- E come fa l’albero a trarre nutrimento dal terreno, Maya? -

- Beh, succhia l’acqua dal sottosuolo - rispose prontamente, un po’ stupita per le domande.

- E come arriva l’acqua al sottosuolo? - insisté ancora la sensei rivolgendosi ad Ayumi.

- Da pioggia e rugiada che vengono assorbite dal terreno - continuò Ayumi incerta di dove volesse andare a parare la signora.

- E da dove vengono pioggia e rugiada, Maya? -

- Beh dal vapore acqueo nell’aria che si raffredda - rispose la giovane guardando l’erba a terra. Chissà perché queste domande all’apparenza senza senso...

- E di cos’altro hanno bisogno le piante per crescere? - chiese infine la signora con sguardo intenso.

- Del sole! - risposero all’unisono Maya e Ayumi e la signora sorrise soddisfatta.

- Terra, sole, aria, acqua, tutte cose che compongono la natura, fanno circolare l’energia e permettono agli esseri viventi di crescere. In questo mese vi farò studiare e comprendere questi quattro elementi è cioè vento, fuoco, terra, acqua. Se non li capirete e non riuscirete ad esprimerli, non sarete in grado di interpretare la Dea Scarlatta - spiegò l’anziana sensei con estrema naturalezza.

Maya e Ayumi si cambiarono uno sguardo titubante, ma la signora riprese a parlare.

- Il primo tema a cui lavorare per la Dea Scarlatta è il vento. Dovete pensare a come esprimere il suo movimento. Quando ci sarete riuscite, me lo mostrerete - terminò la signora dando il primo esercizio alle due attrici.

Entrambe le giovani si persero in riflessioni circa l’interpretazione del vento mentre la signora si avvicinò al presidente dell’Associazione Nazionale.

- Devo tornare a Tokyo, lascio le ragazze nelle sue mani - la salutò lui con calore.

- Certo, Presidente - annuì la signora comprensiva.

- Non vedo l’ora di tornare per poter vedere i loro progressi! - le confidò entusiasta - Arrivederci allora -

- Faccia buon viaggio - gli augurò Chigusa e osservò, insieme a Genzo, l’anziano Presidente riprendere il sentiero verso il tempio, poi si accasciò reggendosi ad un susino. Le ragazze erano così assorte nelle loro riflessioni sul vento da non accorgersi del mancamento della signora, prontamente aiutata dal fedele Genzo.

- Le avevo detto che avrebbe dovuto restare in ospedale! E’ voluta uscire contro il parere dei medici! - mormorò Genzo sostenendola.

- Va tutto bene, Genzo - cercò di rassicurarlo lei con un sussurro accennato e debole.

- Fino a ieri era ricoverata, deve riposarsi! - insisté lui senza farsi convincere dai suoi modi, ma Chigusa si girò di scatto sorprendendolo.

- Io vivrò! Fino a quando avrò addestrato le ragazze al ruolo della Dea Scarlatta! - gracchiò decisa soffocando un forte colpo di tosse.



Masumi scese le scale fino a raggiungere il salotto dove lo aspettava la colazione. E suo padre. Fortunatamente lo lasciò mangiare in pace prima di tormentarlo con le sue domande. Aveva imparato bene a celare i suoi piani e l’ultima persona a cui li avrebbe rivelati era seduto in quel momento davanti a lui.

Sfogliò il giornale con attenzione, soffermandosi sulla pagina finanziaria come faceva ogni mattina, poi la pagina degli spettacoli. Rimase immobile quando si ritrovò a fissare il volto sorridente di Maya. Suo padre gli aveva detto qualcosa, ma lui non aveva sentito, ancora perduto nel ricordo di quel frettoloso saluto alla stazione.

- Masumi! - lo chiamò di nuovo.

- Sì, padre? - riuscì a rispondergli voltando pagina e poi abbassando il giornale.

- Mi sembri troppo tranquillo, i diritti sono ancora in mano a Chigusa e l’Associazione Nazionale ha monopolizzato lo spettacolo, come puoi tollerarlo senza reagire? - gli chiese duramente, non amava essere ignorato.

- Non dovrei? - rispose lui pacatamente, rendendosi conto di quanto fosse stanco di mentire e doversi nascondere, di raggirare sempre tutti - La gestione esclusiva dell’Associazione ha impedito alle altre case concorrenti di mettere mano alla “Dea Scarlatta”. Ha scelto persone di talento per gli interpreti e lo staff e ha deciso per una rappresentazione di prova, tutto secondo i piani della Daito. Non ho nessun motivo per essere scontento -

- Quindi è stata tutta una tua macchinazione? E immagino che fra non molto uno speciale comitato scelga i teatri della Daito per rappresentare la “Dea Scarlatta” - suppose Eisuke riflettendo sulla situazione.

- Chi lo sa, può darsi - rispose enigmatico Masumi con un sorriso indecifrabile.

- E come pensi reagiranno Chigusa e quella ragazza? Non credo che accetteranno che sia la Daito ad allestire lo spettacolo - ipotizzò suo padre avendo ormai capito il caratterino di Maya.

- Non preoccuparti, padre. Stanno per cadere in trappola - gli rivelò in modo misterioso alzandosi e raggiungendo la porta: era ora di raggiungere l’ufficio e non l’aveva mai desiderato tanto come in quel momento.

Eisuke lo guardò uscire domandandosi cosa stesse tramando. Sei diventato molto prudente, Masumi…



Chiuse la porta dietro di sé e si appoggiò al legno. Serrò gli occhi ed espirò. Non so quanto ancora riuscirò a mentire così. Ogni parola che dico è una menzogna, ogni azione che faccio è volta a camuffare altre azioni, ma avrei detto qualsiasi cosa, qualsiasi, pur di sviare l’attenzione da lei e concentrarla sui diritti della Dea Scarlatta! E’ l’unica cosa che possa provocare in te un interesse, padre, ha così fagocitato la tua vita che non ti rendi ormai conto di dipendere esclusivamente da questa cosa… Ma io… io no, padre, io mi impossesserò di quei diritti e farò in modo che tu non possa mai raggiungerli né fare del male a chi li otterrà! Cosa starai facendo Maya, adesso? Sono trascorsi solo due giorni e l’idea di non poterti vedere né sentire mi svuota...

Imboccò il corridoio, indossò scarpe, soprabito e raggiunse la sua auto parcheggiata fuori, nel giardino della villa.


 

   
 
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