Anime & Manga > Georgie
Segui la storia  |       
Autore: Rebecca_lily    09/12/2014    6 recensioni
“Puoi stare a casa mia per tutto il tempo di cui hai bisogno, se desideri”- disse Abel guardandola negli occhi...
La mia storia ha inizio quando Georgie incontra di nuovo Abel, dopo aver lasciato Lowell da Elise, e vuole esplorare il rapporto tra i due 'fratelli' nel periodo in cui cercano di salvare Arthur dalle grinfie del Duca Dangering. In particolare questa storia intende approfondire sia la lenta presa di coscienza di Georgie del suo amore per il suo ex-fratello sia il carattere di Abel come viene reso per buona parte del testo originale, ovvero del manga. Nella mia storia, Abel non vive dal sig. Allen e i due non affrontano immediatamente la questione del ritorno in Australia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Georgie Gerald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Messaggio del 15-01-2015

Cari lettori/lettrici, poiché mi sono giunti numerosi messaggi di under-18 che mi chiedono di abbassare nuovamente il rating della storia per poter tornare a leggerla, questo capitolo è stato censurato. E’ possibile leggere la sua versione integrale nella storia “Così vicini, così lontani – la trilogia” sempre su questo fandom.

----

Cari lettori,
scusate la latitanza, ma il lavoro mi ha nuovamente trascinato più volte via di casa per cui non mi sono potuta dedicare alla mia fic quanto avrei voluto : (
L’unica cosa che mi ha consolato è che ho lasciato voi senza “cliffhanger” e i due piccioncini languidamente abbracciati, per cui spero tanto che vogliate perdonarmi per la lunga attesa.
Per quanto riguarda la storia, con questo capitolo si chiude la trilogia dedicata alla notte di amore di Abel e Georgie, quindi non fate l’abitudine a cotanto tripudio di passione e felicità ; P Scherzi a parte, dal prossimo capitolo i due ragazzi dovranno forzatamente uscire dal loro nido d’amore per andare a salvare Arthur e non saranno tutte rose e fiori… Ora, però, lasciamo che indugino ancora un po’ in questi preziosi e lungamente attesi attimi.
 
Kiss me a lot/ Kiss me a lot /
Kiss me all over my face/
Kiss me a lot/ Kiss me a lot/
Kiss me all over the place/
Kiss me a lot/ Kiss me a lot/  
 And when you kiss me/
Kiss me all over again […]”
 
(Kiss me a lot, Morrissey)
 
 
Quella mattina Georgie si risvegliò nella camera che l’aveva accolta nei mesi precedenti, ma questa volta non era da sola, accanto a lei dormiva Abel, ancora nudo e beatamente adagiato sul letto, con il lenzuolo e le coperte che lo coprivano fino all’addome.
Georgie si alzò facendo attenzione a non destare il ragazzo e, dopo aver indossato la casacca del suo pigiama e ravvivato il fuoco nel caminetto, si mise a sedere sul letto per osservarlo. L’espressione dipinta sul volto di Abel era serena. Georgie decise che non lo avrebbe svegliato, desiderava infatti che Abel si godesse quel momento di pace dopo tanta sofferenza. Gli scostò però i capelli dal volto e si mise ad ammirarlo: era così bello. Cominciò allora ad accarezzare il suo volto perfetto, sfiorando con un dito quelle labbra che l’avevano baciata tanto appassionatamente poi spostò le mani sulle sue larghe spalle e sul suo petto, fino a scendere lungo tutto l’addome. La sua pelle era calda e vellutata e i suoi muscoli scolpiti.
La fanciulla si portò le mani al petto per scoprire come la sola vicinanza del ragazzo le facesse battere forte il cuore nonostante che lui, in quel momento, stesse solo placidamente dormendo. Ripensò allora alla notte appena trascorsa e ammise a se stessa che non avrebbe davvero mai potuto condividere quelle esperienze con nessun altro uomo perché Abel era la persona più importante della sua vita e ora che finalmente lo aveva riconosciuto, era felice di poterlo baciare e accarezzare liberamente, senza le remore e i sensi di colpa che l’avevano accompagnata per tutta la vita.
Come aveva potuto ignorare i propri sentimenti per così tanto tempo? – si chiese poi Georgie che ripensò a quando si erano incontrati a Londra, dopo che lui le aveva dichiarato il suo amore e a come, alla sua vista, i prati dell’Australia, il vento e i suoi raggi di sole le fossero scoppiati dentro al cuore. Pensò anche a come, per la felicità, gli si fosse gettata tra le braccia, certa che lui l’avrebbe accolta, come sempre. Davanti ai suoi occhi si parò poi di colpo lo sguardo disperato e, al contempo, bruciante di passione che Abel le aveva rivolto mentre lei stava salendo frettolosamente sulla carrozza per fuggire con Lowell. Uno sguardo che l’aveva incatenata perché parlava direttamente alla parte più nascosta del suo cuore. Una parte di sé che, in quel momento, non era stata pronta ad ascoltare. Così come non aveva ascoltato fino in fondo ciò che Abel le aveva detto quello stesso giorno nella serra.
Ah, se solo lo avesse ascoltato davvero quel giorno! Se solo avesse avuto il coraggio di rimanere tra le sue braccia: quanta sofferenza gli avrebbe risparmiato – pensò sfiorando con una mano la cicatrice sul braccio di lui – e quanta sofferenza avrebbe risparmiato anche a se stessa!
Per fortuna era riuscita a farlo desistere dal suo malsano proposito di prendere il posto di Arthur e ora si trovava lì con lei, al sicuro, ma Georgie sentiva ancora viva dentro di sé l’angoscia di pensarlo in quella prigione: un’angoscia terribile che le aveva attanagliato la gola nell’attimo stesso in cui lui le aveva comunicato la sua decisione di restare nella cella al posto di Arthur. Una decisione fatale che avrebbe potuto portarlo via da lei per sempre. Georgie invece desiderava con tutta se stessa che Abel stesse sempre con lei, che la abbracciasse, che la baciasse, che le parlasse con la sua voce calda e suadente che le faceva vibrare le corde più intime. Georgie lo voleva tutto per sé, per la vita intera e finalmente aveva trovato dentro di sé il coraggio di ammetterlo…
Come richiamato dai pensieri della ragazza, Abel aprì lentamente gli occhi e la prima cosa che vide fu la figura di Georgie seduta accanto a lui, con indosso la casacca del suo pigiama. Illuminata dalla luce del camino e dalla tenue luce del primo mattino, la fanciulla sembrava risplendere. Per Abel fu un momento di pura estasi: il risveglio che il ragazzo aveva desiderato per tutta la vita finalmente si stava concretizzando. Abel sorrise di gioia nel sentire la mano di Georgie che lo accarezzava delicatamente e trattenne tutta la sua commozione, al contempo, però, si accorse che Georgie era terribilmente assorta nei suoi pensieri. Temendo di disturbarla, Abel decise di palesare la sua presenza con discrezione: “Sei carina con il mio pigiama” – le disse a voce bassa e con un sorriso.
Georgie sobbalzò nell’udire la voce di Abel, per quanto attutita, e - come colta in flagrante - smise immediatamente di accarezzare la cicatrice sul suo braccio. “Non mi dai fastidio” – le disse allora Abel per tranquillizzarla. “Non ti fa male?” – gli chiese titubante Georgie, che si sentiva in colpa ogniqualvolta vedeva il segno di quell’antica ferita. “No, ora non più” – le rispose Abel, ancora deliziosamente stropicciato dal sonno e con il rarissimo sguardo sereno di quando era ancora un bambino. “Ma… non avevi paura?” – insistette, sempre titubante, Georgie. Abel, che non le aveva mai parlato della sua aggressione, immaginò che Joy avesse raccontato l’accaduto a Georgie. Inoltre, non aveva alcuna voglia di parlare di un evento che sentiva così lontano rispetto alla felicità di quel momento, tuttavia - ancora rilassato e abbandonato nel letto – le rispose: “Sì ero quasi certo che mi avrebbero ammazzato, per fortuna c’era Joy con me”. Georgie tornò ad accarezzare il suo braccio, dopodiché come se non fosse paga di ricevere risposte gli chiese, mordendosi leggermente il labbro inferiore: “E non avevi paura di restare in quella cella al posto di Arthur?”. Abel, che dovette fare uno sforzo per seguire il rimbalzare dei pensieri di Georgie, la vide molto triste, così si tirò su e – carezzandole dolcemente i capelli – le rispose: “Certo che avevo paura, Georgie, non sono un incosciente, ma il pensiero che tu e Arthur sareste stati al sicuro mi dava il coraggio di affrontare la situazione”.  “Oh, Abel, invece il pensiero di te in quella segreta mi distruggeva: avrebbero potuto scoprirti, avrebbero potuto ucciderti” – disse la ragazza la cui voce tremolante rivelava tutta la sua angoscia. Abel non capiva perché Georgie fosse così triste quella mattina, soprattutto dopo la meravigliosa notte che avevano appena trascorso tuttavia, per cercare di tranquillizzarla, la prese tra le braccia e - quasi cullandola - le disse con dolcezza: “Tesoro mio non angosciarti con questi brutti pensieri, stai tranquilla, sono qui con te…”. Georgie si aggrappò ad Abel con tutta la forza che aveva come a non volerlo lasciare andare e, avvolta dal calore delle sue braccia, sembrò rasserenarsi un po’.
I due ragazzi rimasero abbracciati in silenzio per alcuni minuti quando Georgie, accarezzando il petto di Abel, ma senza alzare il capo, a voce bassa gli chiese: “Abel, tante altre donne si sono risvegliate così tra le tue braccia?”. Era come se la ragazza stesse cercando di liberarsi di tutti i dubbi e di tutti i timori più o meno consci che la avevano afflitta nei mesi e negli anni precedenti. Un attonito Abel le rispose un po’ imbarazzato: “Davvero lo vuoi sapere Georgie?” Georgie abbassò lo sguardo e scosse il capo. Abel allora sospirò poi le disse: “Georgie, tesoro, tu sei l’unica che io abbia mai amato in vita mia”. Sul viso della ragazza comparve un tenue sorriso. Si sentiva una stupida perché sapeva benissimo di essere stata lei a tenere Abel a distanza per tutti quegli anni, tuttavia il pensiero che altre donne avessero condiviso un’intimità con lui la faceva stare male: chissà quante saranno state – pensò tra sé e sé – perché Abel non soltanto era incredibilmente bello, era anche dotato di un fascino immenso e, sin da ragazzo, le aveva sempre avute tutte ai suoi piedi. Tutte tranne lei… No, non era vero, tutte compreso lei, perché in realtà lei lo aveva sempre amato ma, purtroppo, l’immagine di lui come fratello l’aveva perseguitata per anni, fino a quando la paura di perderlo le aveva finalmente dato il coraggio di dichiarargli il suo amore e di lasciarsi amare da lui.
Nel vederla così turbata, Abel si sentì stringere il cuore così, ormai definitivamente sveglio, si staccò da lei, le prese il volto in una mano e le disse: “Georgie, guardami, ti prego”. La ragazza alzò lo sguardo, andando a incontrare i suoi intensi e profondi occhi. “Sì, ho avuto altre esperienze prima di te, ma credimi se ti dico che stanotte ho fatto l’amore per la prima volta in vita mia”– le disse il giovane con una sincerità disarmante.
Le parole di Abel fecero sciogliere tutta la tensione di Georgie che, emozionata, sorrise. Abel delicatamente accarezzò gli angoli di quel sorriso poi, continuò a parlarle: “Sin da quando ero un bambino ogni mio pensiero è sempre stato per te, ogni mio sguardo per te, ci sei sempre stata solo tu nel mio cuore … ”. Georgie lo ascoltava emozionata, sapeva che Abel la amava da sempre, ma sentirgli dire queste parole le faceva bene anche perché, dal momento in cui gli aveva dichiarato il suo amore, le era venuta una paura folle di perderlo, paura che qualcuno o qualcosa glielo potesse portare via. Abel proseguì nel suo discorso: “… amore mio, so che ti ho già chiesto questa cosa in passato e che probabilmente questo non è il modo né il momento migliore per chiedertelo di nuovo …”.  La ragazza capì subito cosa Abel volesse dirle e non gli dette il tempo di finire che, pur arrossendo fino alla punta dei capelli, gli rispose abbracciandolo con impeto: “Sì, voglio diventare tua moglie Abel, ne sarei onorata e non c’è momento migliore di questo per chiedermelo!”. Poi, temendo di essere stata troppo energica e impulsiva, la ragazza si distaccò da Abel in attesa della sua reazione.
Il ragazzo restò impietrito: avrebbe voluto parlarle, avrebbe voluto comunicarle la sua immensa gioia, ma le parole gli morivano in gola. Riuscì, però, a sorriderle prima che la commozione avesse il sopravvento su di lui; non riusciva, infatti, ancora a credere di aver coronato il sogno più grande della sua vita.
Georgie vide Abel commuoversi e abbassare lo sguardo per pudore. E questa volta fu lei che, intenerita, si mise in ginocchio sul letto e prese tra le mani il suo viso. Gli occhi color giada della ragazza fissarono poi a lungo Abel in un silenzio carico di emozione, come a voler imprimere nella sua mente ogni dettaglio di quel volto così bello e così caro. Abel la guardò senza riuscire ancora parlare così Georgie, lentamente, si avvicinò e lo baciò: prima sulle guance salate di lacrime, poi sulle labbra morbide, mentre le sue mani dal volto si spostavano dietro al collo per stringerlo sempre più a sé. Abel non si mosse e chiuse gli occhi: era meraviglioso farsi baciare e coccolare da lei. Georgie sorrise: era felice che Abel si stesse finalmente lasciando andare. Poi Georgie spostò le mani sul petto del ragazzo e, delicatamente, lo spinse per farlo distendere. Abel assecondò la richiesta di Georgie, trovandosi così nuovamente sdraiato sul letto. La ragazza si chinò allora su di lui e tornò a baciarlo sulle labbra e su tutto il volto. Abel chiuse gli occhi e deglutì poi, sospirando, si abbandonò ai baci e alle carezze di Georgie.
La ragazza cominciò allora a tracciare una scia di baci lungo il collo di Abel e sul suo petto, mentre con una mano gli accarezzava il volto. Abel mise una sua mano su quella delicata di Georgie e sorrise dolcemente: non c’erano demoni nel suo cuore in quel momento, soltanto un’incommensurabile felicità. Poi aprì gli occhi.
I due ragazzi si guardarono e Abel fece come per alzarsi, ma Georgie gli rispose arricciando il suo delicato nasino e sospingendolo di nuovo verso il letto e lentamente riprese a baciarlo [...] Georgie [...], ebbra di felicità, desiderò ardentemente che il tempo si fermasse lì.
Sudati e accaldati Georgie ed Abel rimasero distesi l’uno accanto all’altra per godere ancora un po’ di quegli attimi di felicità, poi Abel si girò su un fianco e prese ad accarezzare dolcemente il volto della ragazza. D’un tratto, il fantasma di Dangering proiettò una lunga ombra minacciosa sul loro nido di amore, lambendone i confini perché Abel al pensiero di ciò che li attendeva fuori da quella accogliente camera, si fece serio e disse: “Promettimi una cosa, Georgie. Promettimi che qualunque cosa possa accadere stanotte tu penserai a salvarti”. Georgie lo guardò stupita, non capiva che cosa Abel volesse dire: certo che avrebbe pensato a salvarsi! “Georgie, promettimelo ti prego” – la incalzò con voce dura il ragazzo. Georgie era così felice, che la spedizione per il salvataggio di Arthur le sembrava lontana, parte di un mondo remoto e alieno che in quel momento egoisticamente avrebbe preferito che non esistesse mentre Abel, evidentemente, lo aveva sempre ben presente ed era preoccupato per tutti loro. Georgie si sentì un po’ in colpa per questo suo egoismo e il suo sguardo lo rivelò. Abel allora tornò a essere dolce con lei, “Georgie, amore mio, è solo che io non voglio che ti succeda niente di male” – le disse mentre le posava un bacio sulla fronte. Lei allora annuì e, sorridendo, gli disse: “Va bene, te lo prometto”, poi appoggiò il capo sul suo petto mentre il suo braccio cingeva il torace di Abel in un abbraccio possessivo. Anche Abel la abbracciò, cercando di tenere sotto controllo l’ansia che gli stava montando dentro. 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Georgie / Vai alla pagina dell'autore: Rebecca_lily