All I Want For
Christmas Is You
Avvertimenti: Ateo!Jean, Modern AU,
accenni Ereri.
Il
giorno
dell’Immacolata Concezione, per ogni credente, era sempre
stato il giorno in
cui si addobbava la casa con ghirlande, lucine varie e ogni genere di
decorazione natalizia che indicasse che “il Natale stava
arrivando”. In quel
giorno sembrava che il morale della gente si risollevasse e che la
decorazione
della casa unisse ancora di più le famiglie. I bambini
urlavano felici,
giocando e correndo per la casa, mentre i familiari si occupavano
dell’albero;
quando finivano, poi, sceglievano uno dei bambini per mettere la stella
sulla
punta, issandolo sulle spalle per arrivare fino a quel punto.
Jean
ricordava così l’arrivo del Natale in casa sua,
insieme al profumo dei biscotti
allo zenzero e alle chiacchiere dei parenti che, allegri, aiutavano sua
madre
in quella giornata. Con il lento scorrere del tempo, il Natale era
diventato
sempre meno interessante per lui; prima era arrivata la delusione di un
bambino
che scopre che Babbo Natale non esisteva, poi l’inesorabile
assenza di
interessa in quel periodo dell’anno mano a mano che cresceva.
A ventidue anni,
lavorando come assistente alla clientela in un negozio, era arrivato
quasi ad
odiare il Natale e le canzoni che venivano ripetute quotidianamente
attraverso
gli altoparlanti. Se non fosse stato per Marco, per
quell’incontro fortuito
avvenuto quasi un anno prima, forse avrebbe odiato il Natale come il
protagonista di “Il Canto di Natale” di Dickens.
«Mi
passi la
ghirlanda dorata?» domandò Marco, riportando alla
realtà Jean.
Erano
a casa
di Marco a decorare l’albero e la casa come tradizione; Jean
era praticamente
stato trascinato in quella tradizione a cui nemmeno credeva
più. Ma come
avrebbe mai potuto dire di no al sorriso di Marco e al suo sguardo
speranzoso?
I suoi occhi brillavano di luce propria quando Jean gli aveva detto che
avrebbe
preso parte a quella tradizione. Lo faceva per farlo felice,
sì, ma vederlo
così preso dal suo lavoro lo riempiva di gioia.
Gli
passò
quello che gli veniva chiesto, avvicinandosi più al ragazzo
fino ad avere le labbra
un po’ appoggiate al suo orecchio. Marco era poco
più alto di lui, ma non ci
faceva troppo caso, anche perché non doveva alzarsi in punta
di piedi come
succedeva per Levi, il fidanzato del suo amico/nemico Eren.
«Eccola!»
mormorò prima di scoccargli un leggero bacio appena dietro
l’orecchio,
scatenando una piccola risata del suo fidanzato.
«Sei
particolarmente affettuoso, oggi.» disse il ragazzo con le
lentiggini che
coloravano il volto un po’ chiaro, mentre sistemava la
ghirlanda con attenzione
come ultimo addobbo di quell’albero dal colore bianco.
Avevano usato
principalmente il rosso per le decorazioni, ma quel tocco dorato non
spariva
nel pallore dell’albero; anzi, risaltava ancora di
più grazie alle decorazioni
rosse.
«Ti
dà
fastidio?» domandò con un mezzo sorriso,
allontanandosi un po’ da Marco per
permettergli di prendere la stella rossa da mettere sulla punta.
Marco
scosse
la testa. «È solo una piacevole novità.
Sei sempre così, nel periodo
natalizio?» domandò a sua volta, guardandolo negli
occhi con il solito sorriso
prima di spostare lo sguardo verso la punta.
Jean
si
avvicinò nuovamente a lui, questa volta prendendolo in
braccio per diminuire la
distanza con la punta dell’albero. Il gesto colse di sorpresa
Marco che si
lasciò sfuggire un piccolo gridolino di sorpresa, abbassando
poi lo sguardo
verso Jean che indossava un ghigno divertito sul volto. «Non
devi mettere la
stella? A casa mia, è usanza fare
così.» disse una mezza verità che venne
subito scoperta dall’altro, che si limitò ad
arrossire e a tendersi un po’ per
posizionare la stella.
«Non
hai
risposto alla mia domanda, Jean.» gli fece notare con calma,
lo sguardo ancora
concentrato sulla stella.
«Solo
con
te.» rispose piano, deviando lo sguardo verso la stella e poi
sull’albero per
non incontrare lo sguardo di Marco. Un leggero rossore gli imporporava
le
guance e questo strappò un sorriso più dolce al
ragazzo dai capelli neri.
«Ne
sono
lusingato.» rispose con voce bassa e roca, mentre appoggiava
le mani sulle
spalle di Jean. Le gambe si strinsero un po’ più
forte intorno al suo bacino
per rimanere ancora in braccio a lui. «Non ho ancora preso il
tuo regalo. Cosa
ti piacerebbe avere?» domandò piano, guardandolo
dall’alto della sua posizione.
«Ecco,
sarà
una cosa un po’ melensa, ma…» Jean si
bloccò un attimo, guardando di lato prima
di tornare ad incrociare lo sguardo di Marco. «…Mi
basti tu! Sei tutto ciò che
desidero.» gli disse con voce stranamente dolce. Non
c’era più il Jean
sarcastico, che sbatteva in faccia tutte le verità scomode a
chiunque. C’era
semplicemente il suo fidanzato, completamente impacciato nel parlare di
sentimenti anche con lui.
«Basta
anche
a me.» mormorò Marco, chinandosi un po’
verso Jean per scambiare con lui un
bacio lento e dolce vicino all’albero di Natale che avevano
addobbato assieme.
Per
Jean non
c’era più motivo di odiare il Natale:
finché ci fosse stato Marco al suo
fianco, il Natale tornava ad avere la stessa magia che percepiva quando
era
solo un bambino.