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Autore: OperaIncompiuta    11/12/2014    3 recensioni
ATTENZIONE SPOILER: QUESTA FANFIC CONTIENE DIVERSI SPOILER SU TUTTI I LIBRI!!!
Una breve ripresa di alcuni momenti della trilogia visti dalla parte di Newt.
Dal testo:
"Newt non sapeva da quando fosse così, se lo fosse sempre stato, se fosse una fase che sarebbe passata col tempo (e magari uscendo da quel maledetto labirinto del caspio) o se sarebbe rimasto così per sempre. [...] Eppure, non sapeva che un altro ragazzo stava per sconvolgergli il mondo..."
[ Newt x Thomas; amore segreto, non corrisposto ]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Newt, Thomas
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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RIPETO (perchè non voglio guai con lettori arrabbiati), ATTENZIONE: quest storia contiene SPOILER su TUTTI i libri. Se non li avete letti e non volete rovinarvi la sorpresa vi conviene non andare avanti.
 
Premesse dell'autrice:
(Solito preambolo: Questi personaggi non mi appartengono, ma provengono dal mondo di "The Maze Runner" e dalla mente geniale di James Dashner, etc...)
Ho scritto questa storia d'impulso, sul mio cellulare, questa notte perchè non riuscivo a prendere sonno. E ammetto che alla fine ho anche pianto.
Io amo Newt, lo amo. Però, recentemente, ho scovato questa ship e mi è subito venuta l'ispirazione (però non credo che diventerà la mia Otp... Amo troppo Thomas e Brenda <^0^>).
Augurandomi di aver usato una grammatica/ sintassi abbastanza corretta, posso solo augurarvi Buona Lettura!
 
 
 
 
 
Newt non sapeva da quanto tempo fosse così: se lo fosse sempre stato, se fosse solo in una fase che sarebbe passata col tempo (e magari uscendo da quel maledetto Labirinto del caspio) o se sarebbe rimasto così per sempre.
Non sapeva come comportarsi, non sapeva cosa fare, ma, soprattutto, non sapeva cosa dire e cosa NON dire. E finora non l'aveva detto a nessuno.
Minho l'aveva capito da solo e Newt stentava ancora a credere che l'avesse accettato così facilmente, quando neanche lui riusciva ad accettarsi a pieno. Quei pochi sprazzi di memoria che ogni tanto gli balenavano in testa gli dicevano che era comune quello, ormai quasi normale nella realtà quotidiana. Eppure, gli sembrava anche di ricordare che fosse sbagliato, che gli avessero detto che era sbagliato, che lui era sbagliato e che Dio non avrebbe accettato un simile comportamento.
E che caspio, pensò Newt, sto qui a rimproverarmi per qualcosa che sono, che non posso cambiare perché qualcuno una volta, forse, chi lo sa, mi ha detto che è una cosa sbagliata e che andrò all'Inferno.
Per come la vedeva lui, c'era già all'Inferno. E, in più, a lui non sembrava una cosa poi così sbagliata. Senza contare che Minho aveva chiaramente detto che stava dalla sua parte, che la loro amicizia andava oltre ai gusti sessuali.
Newt non avrebbe potuto chiedere un amico migliore. Eppure, non sapeva che un altro ragazzo stava per sconvolgergli il mondo mentre correva zoppicando verso la Scatola, accompagnato dalla sirena che annunciava un nuovo Fagio in arrivo.
 
*
 
Certo, però, che quel nuovo Fagio si agitava parecchio.
Da quando era stato tirato su di peso fuori dalla Scatola, non aveva smesso un secondo di guardarsi in torno e fare domande a macchinetta. Ma, in fondo, lui poteva capire come si sentiva.
Avendo soddisfatto la loro curiosità, il gruppo di Radurai stava già cominciando a disperdersi, ovviamente tranne Alby e il Fagio che stavano andando a sedersi sull'erba. Newt, che era rimasto nelle ultime file a causa della gamba malandata, si concedette un momento per osservare il nuovo arrivato... e, Dio, se era bello.
Alto, muscoloso, capelli castani e vispi occhi marroni, luminosi e profondi, magnetici, quasi eloquenti. Eloquenti e molto, molto spaventati.
-Amico, non sono bravo in queste cose... Sei il primo Fagiolino da quando Nick é stato ucciso-
Okay, però Alby non lo stava decisamente aiutando. Era meglio tentare di salvare il salvabile.
Newt si fece avanti zoppicando e diede uno schiaffo scherzoso sulla testa di Alby.
-Aspetta il cacchio di Tour, Alby. Gli viene un cavolo di infarto a 'sto qua, non ne sa ancora niente-, poi si presentò, tentando di dissimulare con l'umorismo l'agutazione che gli procuravano quei bellissimi occhi color cioccolato: ecco, ci mancavano solo le farfalle allo stomaco!
-Io sono Newt, Fagio, e saremmo tutti di buonumore se perdonassi questo nostro nuovo capo testa di sploff qui-
Che scemo! Lui non può sapere cos'è la sploff, perchè l'hai detto?! si rimproverò subito Newt. Il Fagio ancora senza nome gli strinse comunque la mano e a lui non sarebbe potuta sembrare una stretta più calorosa. Alla fine, sperava solo di aver fatto una buona impressione sul nuovo Fagio. Dio, se lo sperava.
Per qualche motivo che ancora gli sfuggiva, sentire la mano di lui nella sua gli dava un senso di agitazione, eccitazione ed esasperazione allo stesso tempo. Poi Alby rovinò il momento.
-Ma fottiti, faccia di sploff. Almeno le mie parole le capisce a metà!- disse strattonandogli il pantalone per farlo sedere accanto tre sè e il nuovo arrivato.
Comunque, non aveva tutti i torti: d'ora in avantii sarebbe stato meglio cercare di aiutare il Fagio ad ambientarsi evitando il più possibile certi vocaboli e tentando di non rivelargli niente fino al momento giusto. Ci mancava solo che impazzisse anche lui.
Ci avrebbe almeno provato, per almeno quattro buoni motivi.
Primo, gli stava simpatico, sembrava un pive a posto.
Secondo, Alby non era tutto 'sto esempio di amichevolezza, quindi avrebbe dovuto far fare ai Radurai una buona prima impressione.
Terzo, non sopportava l'idea (chissà perché) di non piacergli.
Gli diede un altra occhiata, il Fagio se ne accorse e gli concesse un mezzo sorriso.
Quarto,... Beh, forse lo trovava un po' più che simpatico.
 
*
 
Non sapeva perché l'avesse scritto a lui, a quel pive di un Fagio. Newt e Minho erano amici da più di due anni, erano quasi fratelli e si conoscevano fin troppo bene. E forse proprio per questo aveva indirizzato il biglietto a Thomas. Conoscendolo, Newt sapeva che Minho non l'avrebbe mai fatto.
Rilesse quelle poche parole.
"Uccidimi. Se se mai stato mio amico, uccidimi, ti prego."
Tra tutto quello che implicavano quelle parole, scrivere la parola amico aveva lasciato dentro Newt una ferita inguaribile, un dolore per ciò che avrebbe potuto essere ma che, comunque, non ci sarebbe mai stato. Ma sapeva che doveva, che non poteva dire a Thomas di quanto immensamente e profondamente, in realtà, tenesse a lui.
Quello era il suo peso, la sua colpa, solo sua, non di Thomas. Lui aveva Teresa o Brenda o qualunque altra ragazza avrebbe mai deciso di volere e Newt non era ancora così rincaspiato nel cervello da lanciargli addosso quella bomba a così breve distanza dalla sua imminente mor... No. Dipartita.
Non riusciva neanche a pensarla, l'altra parola.
No, se lo sarebbe tenuto per sé. Fino alla fine. E ad ogni costo.
 
*
 
-Razza di pive del cacchio, vi ho detto di andare al diavolo!
Aveva praticamente urlato, se ne rendeva conto: forse, mettersi a gridare in un luogo infestato da Spaccati non era l'ideale, soprattutto se intendeva far uscire vivi i suoi amici da lì. Sapeva che erano loro, che erano venuti a prenderlo, ma non osava comunque voltarsi e affrontarli facci a faccia. Non voleva vedere le loro espressioni speranzose e piene di fiducia sapendo quello che doveva fare.
-Dobbiamo parlarti!- disse Minho, facendo due passi verso di lui.
-Non ti avvicinare- gli rispose Newt: era pronto a tutto per farli andare via sani e salvi.
Thomas non aveva ancora aperto bocca. Che cosa aspetta? si chiese Newt. Per caso, gode nel vedermi soffrire? O si è solo sploffato addosso dalla paura?
Poi realizzò: non ha letto il biglietto! Quella testa di Caspio!
In pochi istanti,, la rabbia e la disperazione presero il posto del buon senso: si voltò col lanciagranate in mano, pronto a tutto pur di farli allontanare. Grosso sbaglio.
Rivederli tutti lì solo per lui, anche dopo così poco tempo che non li vedeva, gli fece un male che neanche avrebbe mai immaginato di provare.
E Thomas... Oh Thomas. Perché non hai letto quel Caspio di biglietto prima di entrare?
Ma ormai era tardi, non poteva più sperare nel suo aiuto. Il massimo che sarebbe riuscito a fare, si rese conto, era di allontanarli tutti quanti, nel modo più scortese e violento possibile, per evitare a loro e a se stesso lo spettacolo dell'Eruzione che faceva il suo lavoro.
-Mi dispiace- disse e, forse, mai cosa fu più difficile.
 
*
 
Gli impulsi animali sparirono improvvisamente e Newt realizzò da un momento all'altro chi ci fosse nel suo campo visivo.
-Accidenti se mi ricordo di te, Tommy. Sei appena venuto a trovarmi al Palazzo, sbattendomi in faccia il fatto di aver ignorato la mia lettera.
Si sentiva sporco e orribile, dentro e fuori, e non voleva che lui lo vedesse così.
Eppure, una flebile speranza si accese dentro di lui: il biglietto, ormai DOVEVA averlo letto. Anche se aveva l'impellente impulso di toccarsi il cranio, dove i capelli erano stati strappati via (forse, per tentare di darsi una sistemata), decise che Thomas avrebbe portato a termine il suo ultimo desiderio. In un modo o nell'altro.
 
*
 
Thomas cercava in ogni modo di allontanare la proprio mano con la pistola impugnata dalla fronte di Newt, ma lui sapeva di essere più forte e non gli permise di muoverla di un centimetro.
-Non posso.
-Fallo!
-Non posso!- La disperazione era palese in quei grandi occhi marroni.
-Uccidimi o io ucciderò te. Uccidimi. Fallo!- e Newt sapeva che non erano minacce a vuoto: lo sentiva nella sua testa, quello sfrigolare e smangiucchiare tipico del virus, sintomo di una prossima "ricaduta". Sapeva che, a breve, l'Eruzione avrebbe ripreso il controllo del suo cervello lui non se lo sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a Tommy. O peggio.
Se fosse morto a causa sua.
-Newt, io..
-Fallo, prima che diventi uno di loro!
Ti prego, fallo, pensò Newt. Tu sei l'unico che può salvarmi.
-Io non credo...- Tentennava ancora.
Sentiva la propria testa, il proprio buon senso combattere una guerra contro l'istinto di cavare dal cranio di Tommy quegli stupendi occhi marroni.
-UCCIDIMI!- gridò sopraffatto dalla disperazione. Poi, per un attimo, la lucidità prevalse.
-Per favore, Tommy. Per favore- gli disse con la voce dolce e le lacrime agli occhi.
Solo un ultimo pensiero gli attraversò la mente, come un fulmine a ciel sereno, mentre una lacrima scendeva lungo il volto di Thomas e negli occhi si dipingeva la sua decisione. Poi li chiuse con forza.
Forse ti amo, Tommy.
E poi, niente più
 
 
 
 
 
Breve commento dell'autrice:
Ammetto che questa fanfiction non è stata uno dei miei migliori parti, eppure non ne cambierei una virgola per nulla al mondo (a parte, certo, per correggere la punteggiatura -.-"). Il punto è che, anche se non è un capolavoro, come dice un detto, "ogni figlio è bello a mamma sua".
Fine.
P.s. Comunque recensioni, anche negative, sono sempre bene accette :)
   
 
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