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Autore: Ciuffettina    11/12/2014    8 recensioni
Un neonato di poche ore e un arcangelo inesperto, decisamente una brutta accoppiata
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Metatron, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Adesso che Abram poteva rispondergli, la missione era diventata molto più divertente, specialmente ora che non doveva più occuparsi di certe cose… Come Gabriel aveva sospettato, il bambino non ricordava niente di tutto quello che gli era successo nei giorni precedenti.
Pazienza! Dovrò reinsegnargli tutto da capo…
Nei giorni successivi, l’arcangelo spiegò ad Abram tutto ciò che doveva sapere, ma era decisamente meglio istruire 1000 angeli per volta che un solo umano! Almeno gli angeli accettano tutto quello che dice il loro superiore, mentre quel moccioso non la finiva d’interromperlo con le sue domande («In principio Dio creò il Cielo e la Terra…» «Perché?» «Cosa perché?» «Perché li ha creati? Chi glielo faceva fare?» «Li ha creati affinché un giorno tu potessi assillarmi coi tuoi “perché”! Soddisfatto, ora? Poi Dio disse: “Sia fatta luce!”» «Perché?» «Oh, Padre…»)

D’accordo le lezioni ma quel povero ragazzo doveva anche svagarsi, perciò Gabriel lo faceva salire sulla propria schiena e lo portava volando nei dintorni (una semplice crescita gli aveva cancellato la memoria e non voleva correre rischi usando i suoi poteri per portarlo più lontano).
Un giorno lo portò al mare, Golfo Persico per la precisione, e lì Abram aveva spalancato gli occhi per la sorpresa: «Com’è grande!»
E non hai ancora visto gli oceani, quelli sì che sono grandi!” pensò Gabriel compiaciuto. «Dai, togliti i calzari e seguimi» gli disse indietreggiando nel mare.
Il bimbo esitò un attimo, poi lo seguì, quando l’acqua gli giunse alle ginocchia, l’angelo gli disse: «Adesso fermati e sta’ attento!»
«A che cosa?» chiese Abram.
«A QUESTO!» esclamò Gabriel chinandosi all’improvviso e schizzandolo d’acqua con le mani, subito dopo scoppiò a ridere.

Erano secoli, anzi millenni, che non faceva più quello scherzo: quando aveva investito d’acqua, con le ali, i suoi fratelli era stato divertentissimo, peccato che loro non avessero il benché minimo senso dell’umorismo. Le reazioni erano state: «Come osi comportarti così con un tuo superiore?» (Michael); «Adesso lo dico a nostro Padre!» (Raphael); «Se ci riprovi, ti stacco la testa!» (Uriel) e qualcun altro aveva pronunciato frasi irripetibili, l’unico che si fosse divertito e l’avesse schizzato a sua volta era stato Lucifer… Scosse la testa, meglio non pensare a lui…

Guardò Abram per vedere come l’avesse presa, dopo un attimo di smarrimento, il bimbo ridacchiò, guardò prima l’acqua, poi l’arcangelo.
Dai, forza…
Finalmente il piccolo si decise a schizzarlo.
«È così che rispetti il tuo arcangelo custode?» esclamò Gabriel, fingendosi arrabbiato e lanciandogli altra acqua contro. Ne era nata una battaglia alla fine della quale si erano ritrovati entrambi fradici e ansanti per il troppo ridere.


Un altro giorno volle insegnargli ad arrampicarsi sugli alberi per arraffare qualche frutto ma, non avendolo mai dovuto fare (c’erano le ali per quello!), lui stesso non aveva idea di come si facesse…
Volò, con Abram aggrappato sulla schiena, dove si trovava una pianta di fichi. «Prima salgo io per assicurarmi che non sia pericoloso.» Si aggrappò a un ramo basso e ci s’issò sopra scivolando un paio di volte, poi appoggiò i piedi sul ramo e afferrò quello sopra di lui e ci salì, mentre Abram lo guardava da terra. «Hai capito come si fa? Non è diff…»
CRACK!
Ma che…?” Un attimo prima era in piedi sul ramo, un attimo dopo era appeso a testa in giù, con la tunica impigliata al ramo che si era spezzato sotto il suo peso.
«Lo trovi così divertente?» chiese al moccioso che si stava rotolando per terra dal ridere.
Beh, in effetti, la situazione era comica, ridacchiò: «Va bene, tentiamo di liberarci.» Aprì il primo paio di ali e scese a terra. «Strano» commentò, «questa pianta non è malata e i suoi rami sembrano robusti… A quanto pare i fichi son più fragili di quello che sembrano(1), dovremo esercitarci con un melo, anche se ha i frutti meno dolci. Salimi sulla schiena che ne cerchiamo uno!»
Quando lo trovarono, Gabriel si arrampicò per primo, per assicurarsi che i rami reggessero, e subito dopo fu la volta di Abram, incoraggiato e consigliato dall’angelo: «Dai che ce la fai! Sfrutta tutti gli appigli che trovi.»
Arrivati in alto, mangiarono delle mele, seduti sui rami e la schiena appoggiata al tronco.
«Decisamente meglio i fichi» sentenziò Gabriel.
«Però i meli son più sicuri da scalare» obbiettò Abram.
«Per questo ho le ali!» ridacchiò Gabriel.

Alla fine di ogni giornata, nonostante quello che gli aveva detto sul fatto che Abram era ormai grande, l’arcangelo passava la notte sdraiato accanto al suo letto, coprendolo con l’ala sinistra più grande, ripetendo ogni sera: «Son troppo stanco per volare in Paradiso… ma non ti ci abituare!»

*****

1) Informazione tratta da internet, pertanto non arrampicatevi sui fichi!
   
 
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