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Autore: Chu    11/12/2014    1 recensioni
Raccolta eterogenea di flash-fic/oneshot ispirate ai prompt della Klaine Advent Drabble Challenge.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The Klaine Advent Challenge Day 04 Dessert

Avvertimenti per questo capitolo: first meeting AU

Dedicata al Tessoro, per ovvie ragioni <3

Quella in cui Kurt vuole solo una cheesecake e invece si prende una cotta (ed ottiene comunque la sua cheesecake)

Kurt voleva solo un dessert dopo cena.

Non c’entra niente di strano, in fondo, nel volersi premiare (e magari consolare) con una buona cheesecake dopo una lunga e faticosa settimana. Aveva addirittura trovato la forza di togliersi il pigiama – nonostante il venerdì sera fosse il Pigiamerdì per consuetudine – e vestirsi in maniera decente per uscire ed arrivare fino al negozietto aperto ventiquattro ore su ventiquattro che vendeva un’ottima cheesecake agli Oreo.

Insomma, lui era uscito solo con l’idea di potersi godere una fetta (magari due) di dolce ed invece si era ritrovato nel bel mezzo di una rapina.

Tipico, aveva sarcasticamente soffiato il suo cervello, prima che ogni pensiero coerente andasse a buttarsi fuori dalla finestra della ragione e lui venisse colto dal panico. Così ecco lì, acquattato poco lontano dalla cassa, la sua cheesecake stretta al petto come un’ancora di salvezza e gli occhi spalancati ad osservare i due tipi evidentemente fatti che, armati di pistola, minacciavano il terrorizzato ragazzino coreano di dar loro tutti i soldi nella cassa. Kurt avrebbe avuto compassione di lui se in quel momento non avesse temuto così tanto per la sua propria vita.

Era sul punto di stilare mentalmente il suo testamento (e lascio la cheesecake agli oreo con cui sono stato trovato morto – in posa molto composta ed estremamente elegante – a nessuno, perché voglio essere sepolto con lei, testimone dei miei ultimi attimi di vita), quando qualcosa uscì fuori dalla stanza sul retro, sparata come un razzo contro i due aspiranti ladri.

I tipi non ebbero modo di capire cosa stava accadendo: si ritrovano faccia a terra, legati come salami, disarmati e semi-incoscienti, nel giro di pochi minuti e tutto ciò che Kurt riuscì a vedere fu lo svolazzare di un mantello nero.

Solo quando i due vennero sistemati, Kurt si accorse che quel mantello era legato alle spalle di una persona e che quella persona era un ragazzo – e stava parlando con il ragazzino dietro la cassa.

“Stai bene? Non ti hanno fatto niente, vero? Su, è solo lo spavento, prendi questo cioccolatino, ti tirerà su. Ho già chiamato la polizia, stanno arrivando,” diceva lo sconosciuto con voce estremamente pacata e rassicurante – ed anche sexy. Il che era assurdo, perché il suddetto sconosciuto indossava una tutina nera, che aderiva in tutti i punti giusti, con cinta accessoriata con varie tasche, che evidenziava una vita stretta e, scommetteva, un fondoschiena wow, e una sorta di armatura a coprirgli spalle e petto. Aveva addirittura una maschera! Ed i capelli bizzarramente ingellati!

Avrebbe dovuto essere ridicolo ed invece il cervello ancora urlante di Kurt gli stava dicendo che il suo salvatore ed eroe era l’uomo mascherato più sexy che avesse mai visto (sì, anche meglio di Captain America e Thor, cavolo! Tanto lo sanno tutti che quelli sono ritoccati in fase di montaggio, oh!).

“Ehi, stai bene?” domandò l’eroe, facendolo trasalire quando si accorse d’avercelo inginocchiato davanti.

“Oh mio Dio,” esalò Kurt, guardandolo con gli occhi spalancati.

Lo sconosciuto sorrise e lo guardò quasi divertito – Kurt si sarebbe sentito offeso se non fosse stato ipnotizzato dai suoi occhi – prima di frugare nella cintura e offrirgli un cioccolatino. “Questo ti tirerà su.”

“Vai sempre in giro ad offrire dolcetti alle vittime di rapine?” domandò stupidamente Kurt, mollando finalmente la presa sulla cheesecake e allungando la mano per posarla sul palmo aperto dell’eroe sexy.

Quello gli sorrise, lanciando una fugace occhiata alla sua mano e poi tornando a guardarlo con ilarità. “Avanti, ti aiuto a rimetterti in piedi.”

“Ho le ginocchia di gelatina,” lo avvertì Kurt con un filo di voce – meraviglioso, Hummel, disse una vocina nella sua testa che assomigliava stranamente a quella di Santana, fai il pappamolle davanti a Capitan Sexyman, vedrai che farai sicuramente colpo.

L’eroe ridacchiò e, prendendogli entrambe le mani nelle proprie, lo tirò su, stringendoselo su un fianco quando lo vide barcollare; Kurt arrossì furiosamente, ma non si fece alcun problema a restargli appiccicato addosso qualche secondo più del dovuto – perché quelle braccia, ragazzi, wow!

“Scusami, ero solo uscito per prendere una cheesecake e… sono un po’ sconvolto,” biascicò, guardandolo da sotto le ciglia (e notando che era più alto del suo eroe, e, okay, non aveva idea di avere un debole per i ragazzi compatti).

“Non fa niente,” rise l’eroe. “Non capita tutti i giorni di trovarsi nel bel mezzo di una rapina.”

“Non capita tutti i giorni di venir salvato da te,” esalò Kurt, e, okay, abbassiamo il livello di civetteria, Hummel, non sei Rachel nei momenti di profonda frustrazione sessuale.

Lo sconosciuto mascherato rise di nuovo, guidandolo nel mentre verso la cassa. “Beh, è il mio mestiere… Nightbird al tuo servizio!” esclamò, lasciandolo accanto al bancone e facendo un mezzo inchino. Kurt avrebbe voluto dire qualcos’altro, qualsiasi cosa, ma le sirene della polizia si fecero rumorosamente vicine e Nightbird, dopo una veloce occhiata al ragazzino dietro la cassa, ed un occhiolino a Kurt, fuggì via più veloce della notte.

 

Kurt dovette restare lì per ancora qualche ora e, quando finalmente tornò a casa, tutta l’adrenalina che aveva in corpo era bella che sparita. Era stanco, molto irritato perché il poliziotto con cui aveva parlato sembrava totalmente incapace di capire la frase “Nightbird li ha messi al tappeto”, e non vedeva l’ora di infilarsi sotto le coperte e dormire per, tipo, due settimane.

Questo finché non arrivò davanti alla porta di casa, trovando sullo zerbino una scatola con una meravigliosa cheesecake agli oreo e un bigliettino che recitava:  “Perché non potrei mai privare un ragazzo carino del suo dessert del venerdì sera. Nightbird <3”

Era ufficiale, pensò Kurt, cheesecake dimenticata e sguardo sognante: aveva un’imbarazzante cotta con un vigilante mascherato.

(E se dal giorno successivo in poi si sarebbe trovato nei guai più spesso che non, beh, nessuno poteva davvero fargliene una colpa.)

  
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