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Autore: PeNnImaN_Mercury92    11/12/2014    2 recensioni
Fu solo quando John e io ci trasferimmo a Londra, nel 1970, che lui entrò a far parte della band che gli avrebbe cambiato la sua vita e in qualche modo stravolse anche me, perché mi fece innamorare di una persona che non avrei mai concepito essere il mio tipo di ragazzo ideale.
E' infatti una storia d'amore che non mi sarei mai aspettata, e ora che lo racconto a te posso dimostrartelo...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Southern trees bear strange fruit,
Blood on the leaves and blood at the root

Black bodies swinging in the southern breeze,
Strange fruit hanging  from the poplar trees.


Semplice linea di basso, insegnatami da John, che segue la ritmica del pianoforte della canzone originale.
"Strange Fruit" era la mia preferita.
Un'opera magnifica della più sublime Billie Holiday di sempre.

For the sun to rot, for the trees to drop,
Here is a strange and bitter crop.

 
Il disco terminò di girare, e io rimasi, accanto alla mia fidata batteria e il basso di John sulle gambe, a meditare silenziosamente.
Era un freddo pomeriggio di fine novembre.
Guardai l'orologio da polso.
Due e mezza.
Orario spaccato.
Mi indossai il cappotto verde imbottito e misi il mio basco nero sulla zucca.
Intanto, dal piano superiore arrivò John.—Stai andando da Veronica?
—Come al solito non pensi ad altro.—scherzai, mentre mi abbottonavo.
—Non si può chiedere nulla?
—Vado prima al negozio di dischi, insieme a Roger. Vuoi che ti prenda qualcosa?
—No, sono andato l'altro giorno. Cosa stavi facendo col mio basso?
—Ah, già che ci sei, puoi mettermi a posto "Strange Fruit"?
Obbedì al mio comando.—Ultimamente stai un po' trascurando Billie.
—Non ho proprio tempo. Sto trascurando tutto, in realtà. La batteria, lei, i Fab Four. Da quando sono entrata in biblioteca non sto capendo più niente.
—Stai diventando ossessionata dalla lettura.
—Di certo non è colpa mia. Tutto è partito da te.—guardai nuovamente l'orologio.— Io vado.—gli scoccai un bacio sulla guancia e salii frettolosamente le scale.
Una volta uscita dal palazzo, un vento molto fresco ma piacevole, mi invase.

Erano passati due mesi, e naturalmente in quell'arco di tempo successero molte cose.
Io e Roger avevamo rafforzato il nostro rapporto d'amicizia.
Insieme suonavamo la batteria, parlavamo della nostra passione per la musica, o , come quella volta, visitavamo negozi di musica.
Quanto a Veronica, beh, non si era ancora decisa a farsi avanti con John, ma poco importa. Anche loro, come me e Roger, avevano una grande affettività amichevole.
E poi, perché non parlare dei Queen?
In soli due mesi si esibirono ben sei volte tra un college o un pub.
Ah, e infine c'è Liam.
Ero uscita anche con lui, coltivando in sua presenza l' amore per la lettura.
Grazie a lui, conobbi la serie di libri fantastici più grande di tutti i tempi.
Infatti, in quei mesi, mi divorai i primi due libri della trilogia.
Ed ero molto legata anche a lui.
Camminavo a passo svelto verso il luogo destinato, ma poco dopo, qualche metro più avanti a me, intravidi un ragazzo dai capelli biondi venire in mia direzione.
Chi poteva mai essere?—Ehi, Rog! Sei in anticipo! Non vieni qui mai prima delle tre meno dieci e sono solo meno venti!
—Wow, davvero? Sono soddisfatto di me stesso, sai?—mi raggiunse, e insieme camminammo in direzione del negozio.—Che mi racconti? Novità su Veronica?—mi chiese, poi.
—Nulla. Ah, no. L'altro pomeriggio siamo usciti io e lei dopo il lavoro e abbiamo incontrato John a Piccadilly.
—Era con Brian, vero?
—Sì, c'era anche lui.
—Sono usciti insieme per andare a comprare delle corde per il basso.
—Beh, insomma. Siamo tutti andati ad accompagnarli, io ne ho approfittato per comprarmi un altro paio di bacchette…
—Perché hai tutta questa paura di romperle?
—Fatti gli affari tuoi, che quando te le ho prestate, ci mancava poco che me le spezzassi in due. Comunque…—ridacchiai, prima di continuare.—Veronica e Deacy sono stati tutto il tempo a parlare di come si fosse rotta la corda e se era qualcosa di grave. Giuro che mancava poco che li picchiassi lì per strada.
—Non sei contenta? Stanno quasi per raggiungere il traguardo.
—Sì, ma non credi che se continuano così finiscono per diventare due barattoli di miele?
—A noi non interessa. Noi vogliamo solamente vincere la scommessa che ho fatto con Brian.
—Tu, cosa?
—Scherzavo. Non ho scommesso nulla. Sai come sarà divertente vederli continuamente baciarsi?—rise.
—No, così esagerano, però.
—Sì, ma la missione V-J sta per essere terminata. Ad ogni modo, cosa devi vedere al negozio? Io devo comprarmi l'ultima raccolta di Elvis. Credo si chiamasse "Let's Be Friends" o una roba del genere.
—"Let's Be Friends", esatto. Non è proprio nuova.
—Lo so, ma non ho avuto tempo per prenderlo. Tu, invece?
—Qualcosa su Billie Holiday, se trovo.
—Ti piace Billie Holiday?—chiese un po' sorpreso.
—Molto, in realtà. Non che il jazz mi appassioni più di tanto,  ma la stimo molto.
—Da Carl's trovi tutto, fidati.
Poco dopo arrivammo a destinazione.
Non appena fui entrata andai alla ricerca di ciò che avrei dovuto comprare.
Presi "Music for Torching", uno che mi mancava.
—Vuoi che ti accompagni a vedere quello per te?—chiesi.
—Sì.
Cambiammo completamente il reparto del genere.
Scavammo l'intera sezione di Elvis, dopodiché finalmente trovammo ciò che cercavamo, o meglio, che cercava Roger.
Decidemmo di andare a pagare, dividendoci il conto; subito dopo, uscimmo.
—Hai già qualcos'altro di Billie Holiday?—mi chiese, dopo aver varcato l'uscita.
—Un paio di dischi sì. Vuoi che te ne presti qualcuno?—lui annuì.
—Okay. Ma tu mi devi prestare qualcosa di Elvis. Ho poco di lui.
—Va bene.—mi allungò la mano, e io la strinsi.
—Stasera vieni alle prove?
—Sì. Mi porto anche Veronica appresso.
—Allora è perfetto perché Freddie voleva organizzare una cena con tutti.
—Grande! Non ho cucinato nulla e ho una fame già da ora. Puoi accompagnarmi a Earls Court?
—Sì. Tanto non ho nulla da fare.
E insieme ci avviammo verso il tram.


—Possibile che dobbiamo sopportarci quei quattro prima di cenare? Io ho una fame che non ci vedo.—protestò Veronica, mentre salivamo le scale che ci avrebbero portato nella solita sala.
—Anche io sto morendo di fame, ma sono solo le sette e mezza, e quelli non finiscono prima delle otto e mezza. Per cui arrendiamoci.
—Non è possibile. Non fanno altro che provare. Ma di che hanno paura?
—Ah, chi li capisce i rockettari.
Dopo essere entrati e aver salutato tutti, ascoltammo il gruppo con le loro solite canzoni.
Mentre erano nel mezzo di "Doing All Right", fui l'unica a veder, con la coda dell'occhio, la porta cigolare ed aprirsi.
Mi girai e vidi una ragazza dai capelli biondi e lunghi, vestita di colore nero, avvicinarsi alla prima fila delle poltroncine sotto il palco, dove eravamo solite sederci io e Ver.
Anche Veronica si era accorta di questa ragazza, girandosi.
I ragazzi, invece, non si erano accorti niente
Una volta arrivata accanto a noi, si avvicinò ancor di più.—Ciao, mi chiamo Mary. Mary Austin. Sono una compagna di corso di Brian May.
Mi alzai e le diedi la mano.—Molto piacere. Io sono Rose Deacon, la sorella del bassista, John. Lei invece è la mia amica Veronica Tetzlaff.
—Brian oggi mi ha invitato ad assistere alle prove della band. Credo di essere arrivata un po' in ritardo.
Erano le otto meno cinque.—Non tanto. Di solito finiscono alle otto e mezza, per cui sei in orario. Vieni, siediti qui.
La feci sedere accanto a me.—Così frequenti anche tu l'Imperial.—le chiesi, per avviare la conversazione.
—Sì. Io e Brian siamo amici da un po' di tempo.—osservò il chitarrista essere all'opera con la sua fidata chitarra rossa.
—E' molto bravo, vero?
—Lui? Sì. Tutto il complesso è meraviglioso, se sei esperta di musica rock, te ne accorgi subito.
—Non credo di intendermene molto. Conosco qualche canzone dei Beatles, ma nulla di più. Ma credo che loro siano molto i gamba, da quel che vedo.
Cominciai allora a dargli qualche nozione della band, le canzoni e i membri.
Poco dopo, la band scese dal palco.
Io, Veronica e Mary ci alzammo dalle poltroncine.
—Mary? Sei venuta, allora! Hai fatto conoscenza con Rosalie e Veronica?—disse Brian, venendo nella nostra direzione.
—Sì.—intervenni io.—Le ho parlato di voi, mentre lei mi ha detto che tu sei un suo compagno di corso.
—Sì. Le ho chiesto di  venire alle nostre prove e lei ha accettato. Ragazzi, lei è Mary Austin.—Brian si rivolse al resto della band.
Quest'ultima strinse la mano agli altri tre.—Ciao, io sono John. Il fratello di Rose.
—Io invece sono Roger.—si intromise subito quest'ultimo.—Non mi avrai visto molto bene perché ero alla batteria.
—Oh, no. Ti ho visto molto, in realtà. Non te la cavi per nulla male con la batteria.
Roger, soddisfatto, si congedò dalla nuova arrivata.
Fu poi il turno di Freddie.—Ciao, io sono Freddie. Credo che io invece sia stato più o meno bene sotto i riflettori.
—Il solito presuntuoso.—borbottai io.
—Il cantante! Certo che ti ho notato. Hai una voce molto bella.
Fred le sorrise, grattandosi la nuca cosparsa di capelli neri.
—Mary, stasera noi usciamo tutti insieme per una cena. Perché non vieni con noi?—disse poi Brian.
—Sì, molto volentieri.
—Oggi siamo molti, non è vero? C'è anche Veronica.—si aggiunse Roger.
—Beh, io sto morendo di fame, per cui non perdiamo altro tempo e andiamo a mangiare!—protestai io, spingendo il biondo verso l'uscita della saletta, accompagnata da Veronica, divertita, e John, che parlava con lei.

—Rose è più brava a cucinare il pollo.—commentò Veronica.
—Io credo invece che questi spaghetti siano deliziosi. Giusto, Freddie?—chiesi a quest'ultimo, seduto accanto a me, che aveva preso il mio stesso piatto.
Sfortunatamente non mi rispose, visto che parlava fitto con Mary.
Io e Roger, sedutomi di fronte, ci guardammo illusi.
—Freddie?—insistei io.
Finalmente si girò.—Cosa c'è?
—Ho detto, non trovi che questi spaghetti siano squisiti?—si limitò ad annuire e si rigirò verso Mary.
Lo guardai nuovamente sbalordita, e in seguito guardai Roger.
Mentre Brian, John e Veronica si erano ritrovati a parlare di scuola, Freddie era invece intento a conoscere qualcosa su Mary e lei altrettanto, io e Roger eravamo gli unici muti.
—Bella cena!—commentai io, facendolo ridacchiare.
Tutti i presenti  ascoltarono.—Hai ragione, Rose. Alla fine ci siamo tutti divisi. Mary, ti siamo piaciuti stasera?—accorse Brian.
—Molto. Siete davvero formidabili. Eppure non mi avevi detto che eravate così eccellenti, Bri.
—Lui è molto timido.—intervenne Freddie.—Difficilmente pavoneggia.
—Qualcosa che riesce molto facile a te, Fred.
—Smettila, caro.
—Mary, è meglio che tu sappia che litigano ventiquattro ore al giorno, per cui non sorprenderti.—lei rimase quasi completamente paralizzata.
—Sciocchezze! Noi siamo molto uniti.—negò Freddie.
—Per questo litigate sempre?—disse maliziosa Veronica.
Tutti, tranne Freddie, ridemmo.

La cena continuava magnificamente, con i soliti stupidi battibecchi e risate.
Al termine della cena, decidemmo di separarci.
Prima che io e John potessimo andare, Roger mi fece segno di avvicinarmi a lui.
—Coppia M-F, doppia sfida.—mi sussurrò nell'orecchio.
Risi silenziosamente.—Ma si sono conosciuti solo ora!—aggiunsi io, sempre a voce bassa.
—Uh, poco importa. Sento che anche loro non la scamperanno.Senti, domani non abbiamo le prove, fortunatamente. Ti voglio portare in un ristorante a pochi metri da casa mia. Fanno un' "English Breakfast" da urlo. Sei libera?
—Sì. Tanto non ho nulla da fare dopo lavoro. Ci ritroviamo a casa tua?—chiesi io.
—Sì, se non ti spiace.
—Perfetto. Ci mettiamo d'accordo anche domani dopo le lezioni. A  domani, allora.
Esitai per pochi attimi. Poi decisi di dargli un bacio sulla guancia.
Prima che qualcuno, soprattutto Rog, potesse notare il rossore in faccia, raggiunsi immediatamente John.

—Non credi che sboccerà qualcosa anche tra Mary e Freddie?—chiesi a mio fratello sulla strada di ritorno.
—No, non credo. Non sono riuscito a conoscere Mary, ma mi sembra una brava ragazza. Non credo sia molto identico a Freddie. Perché hai detto anche? C'è qualcosa tra te e Roger, forse?
Prima di arrossire di nuovo, dissi:—Io parlavo di te e Veronica.
—Ancora? Tu non ti arrendi mai, eh?
—Esattamente.—dissi con lui a braccetto, con un sorriso smagliante sul viso.

Spazio autore: ma ciao a tutti!
Mary, sei arrivata finalmente!
Ditemi tutto quel che volete, ma io la amo! Infatti non capisco perché molti la odiano.
Non so se ho fatto bene a scrivere già tutte quelle cose su lei e Freddie, in fondo si sono appena conosciuti.
Ma, guardiamo in faccia alla realtà: da che si conobbero Mary non abbandonò mai più Freddie.
Per quanto riguarda Rose e Rog, COSA  ASPETTATE A BACIARVI, LURIDI BASTARDI?
No, seriamente. Io ho paura che alla fine non combinino più niente.
Speriamo bene…

  
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