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Autore: Ookami_    11/12/2014    3 recensioni
"Mai vista tanta insolenza in un vegetale!"
Le storie d'amore possono spesso essere bizzarre o travagliate. Ma ciò che conta è solo il risultato!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grattastinchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A DanzanelFuoco. Perchè qui si scherza, ma lo si fa seriamente.


Ah, gli esseri umani. Povere creature! La loro stupidità ha sempre avuto pochi eguali nel mondo dei viventi. Ogni volta che uno di loro compie qualcosa di sconsiderato, nessuno dei suoi simili se ne accorge mai, ed è tutto dire, dato che di sconsideratezze ne commettono continuamente. Fra queste, poi, la più assurda che Grattastichi avesse mai avuto l'occasione di sperimentare, era quella di un umano in particolare, che doveva essere particolarmente ritardato: insomma, quale essere sano di mente terrebbe con sé, nutrirebbe e amerebbe in modo così incondizionato un tanto sporco, vecchio e puzzolente ratto schifoso? Dico, avete mai sentito niente di più idiota?
E così, come al solito, doveva essere Lui a risolvere la situazione. È incredibile come gli esseri umani siano incapaci di badare a sé stessi. Se non ci fossero magnanimi gatti come lui a prendersene cura,a quest'ora sarebbero già estinti da un pezzo!
Vediamo un po', dove può essere... Ah, sì, eccolo là, il ratto, che zampetta tutto trafelato verso quell'albero. Grattastichi si stiracchiò pigramente le membra, e, con tutta calma, seguì Crosta, camminando a qualche metro di distanza da lui. Non aveva fretta alcuna, tanto prima o poi lo avrebbe preso. E ad ogni modo, lasciava una scia di olezzo disgustoso tanto forte che sarebbe certo rimasta impressa nel terreno anche dopo diversi mesi...
Oh, tu guarda, il topo si nasconde. Strano, chi avrebbe mai immaginato che potesse esserci un nascondiglio simile tra le radici di un albero? Grattastichi si avviò a passo rilassato verso il punto in cui aveva visto sparire il povero Crosta. Già pregustava i ricchi compensi con cui gli umani lo avrebbero ringraziato per averli liberati di quell'inutile parassita...
SFRUSH!
Il felino fu catapultato violentemente lontano dall'albero, in un frusciare stridente di foglie spesse e carnose. La sorpresa fu tale che l'istinto primordiale di gatto cedette all'inaspettato, e Grattastichi si ritrovò con le zampe all'aria, in una posizione che davvero poco si addiceva ad un animale del suo nobile lignaggio.
Ciò nondimeno, il gatto scattò subito di nuovo in piedi con un movimento fluido, e gonfiò il pelo rossiccio soffiando sonoramente. Quell'albero! Quell'albero! Con quale ardire aveva osato colpirlo?!
Inarcando la schiena, si diresse di nuovo verso le radici, sfidando il platano con un potente e lungo miagolio, muovendosi lentamente di lato, come un granchio, i nervi tesi e le orecchie ritte.
SFRASH!
Stavolta Grattastichi era pronto, ed evitò fulmineo il grosso ramo, che quasi gli sfiorò l'orecchio sinistro. La folta pelliccia ondeggiò alla corrente d'aria scatenata dal mancato colpo dell'albero.
Mai vista tanta insolenza in un vegetale!
Senza più esitazione, Grattastinchi schizzò verso le radici come una rondine in picchiata, ignorando il brulicare di fruscianti fruste che incombevano sopra di lui. Schivò un ramo, poi un altro...
SFRISH!
Questo fece piuttosto male. Il gatto atterrò pesantemente a qualche metro di distanza, con un umiliante gemito in falsetto, in un vorticare di foglie e peli. Grattastichi sbattè le grosse palpebre, boccheggiando. Non ricordava di essersi mai trovato di fronte ad un essere di tale potenza e tale coraggio. Era sempre stato fermamente convinto che nulla nel mondo sarebbe mai stato in grado di affrontarlo e sconfiggerlo.
Eppure quell'albero ne era capace. E con quale disinvoltura! Doveva tentare di nuovo.
Del tutto dimentico del ratto, il felino partì senza minimo preavviso, mettendo tutta la forza che aveva nelle quattro zampe. Fu questione di pochi, intensi secondi: l'albero, preso alla sprovvista, fu troppo lento, e tutte le sue frustate andarono a vuoto, una dopo l'altra, strappando appena qualche ciuffo di pelliccia alla lunga coda, e sollevando una quantità di terra e polvere nell'aria. Alla fine anche l'ultimo colpo si abbatté fallimentare al suolo, proprio mentre Grattastinchi si accingeva a compiere l'ultimo definitivo balzo, che lo avrebbe portato finalmente alla sua meta. Un breve tragitto a mezz'aria, gli artigli lucenti sfoderati e protesi in avanti...
Non appena le zampe del gatto furono a contatto con la ruvida corteccia del platano, questo smise immediatamente di contorcersi, e in un continuo scricchiolio di vecchio legno, i rami tornarono ognuno al proprio posto. Un ultimo breve spasmo, ed infine, la calma.
Grattastinchi rimase immobile, a contemplare per un momento il risultato della sua nobile impresa. Ritirando gli artigli, notò che, per una fortuita o fatale coincidenza, la forma della sua zampa combaciava perfettamente con il nodo del legno sul quale era appoggiata.
Il felino fu attraversato da un improvviso moto di tenerezza. Ebbe l'impressione che quel platano lo avesse aspettato da sempre, fino a quel momento. Avesse aspettato qualcuno come lui, qualcuno con un animo tanto nobile e potente da riuscire a sconfiggerlo, e tanto magnanimo da riuscire a perdonarlo e comprenderlo, e magari... ad amarlo.
Lui e quella pianta, erano uniti dal destino.
Ritrovata finalmente la sua calma, dignitosa attitudine, Grattastinchi balzò sopra una sporgenza delle radici, facendo attenzione a non graffiarne la corteccia, e, senza separarsi dal fatidico nodo, si accovacciò facendo le fusa, e si addormentò.
Questa è la prima fan fiction che pubblico, e forse anche la cosa più demenziale che abbia mai scritto. Ma per questo dovete ringraziare (o prendervela) con DanzanelFuoco (ah, e andate a dare un'occhiata alle sue storie! Non ve ne pentirete! ;-) )
Fatemi sapere che ne pensate!
 Ookami_

 

 

  
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