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Autore: F l a n    11/12/2014    0 recensioni
[Challenge Natalizia: una fic per ogni giorni fino al 24 dicembre. Organizzata su tumblr dal fandom Klaine]
24 prompt, 24 fanfiction.
Day 5: "Evening".
"In realtà, il Natale aveva cominciato a essere più interessante da quando Blaine era entrato nella sua vita."
Day 6: [Kurt!Cassiere AU] "Era assurdo: sembrava essersi preso una cotta a mo’ di colpo di fulmine per una persona che non conosceva nemmeno e che - con tutta probabilità - non avrebbe mai più rivisto."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Note iniziali: come sempre in ritardo, ma eccomi qua con le due one shot dei giorni 7 e 8, con i prompt "Grace" e "Harmony". Grazie a chi sta seguendo la raccolta e scusate per questi continui salti da un giorno all'altro, purtroppo è difficile essere costante in questo periodo!
(Come al solito non sono betate).


 
Grace. 



warning! - questa one shot contiene accenni di MPREG (gravidanza maschile) giustificato dalla non umanità di Kurt, se l'argomento non è di vostro gradimento skippate la shot e troverete la seconda.

 
Kurt si muoveva con grazia, camminando come se stesse danzando sulla neve, lasciando che le braccia oscillassero e che il suo corpo si muovesse sinuosamente.
Blaine sarebbe rimasto ore a guardarlo, seguendolo e rimanendo poco più indietro, per osservare la sua figura che si stagliava nel bianco. Persino adesso che aspettava un bambino, Kurt riusciva comunque a sembrare perfetto, anche con qualche chilo in più del solito.
Era al settimo mese, questo significava un sacco di cose; tra le quali molti sbalzi d’umore e anche malessere, ma Kurt sembrava riuscire a sopportare tutto meravigliosamente e Blaine era fiero di lui. Cercava, comunque, di rimanere al suo fianco il più possibile: lo aiutava a fare le faccende, andava a fare la spesa e gli evitava qualunque tipo di sforzo.
Kurt si passò una mano sull’addome, accarezzandosi la pancia. Sorrise e si voltò verso Blaine, “l’ho sentita scalciare,” disse, radioso. Il marito si avvicinò a lui e gli circondò le spalle con fare affettuoso.
“Forse gli piace la neve.”
Kurt abbassò lo sguardo.
“Potremmo chiamarla SnowWhite,” ridacchiò.
“Dubito che le farebbe piacere.”
“Chi non dovrebbe volere il nome di una principessa?”
Risero all’unisono, continuando a passeggiare insieme.
Blaine si sentiva al sicuro, caldo, felice: aveva incontrato Kurt proprio in una giornata d’inverno come quella. Lo aveva visto su una panchina, infreddolito e pallido. Si era avvicinato a lui e gli aveva messo la propria giacca sulle spalle, lasciando che si riscaldasse; l’altro aveva alzato i suoi occhi azzurri e intensi come per ringraziarlo. Non aveva detto una parola, e soltanto dopo Blaine ne capì la ragione: Kurt non era umano. Non aveva una casa sulla terra e non era un terrestre, era capitato lì per caso, forse era capitato lì per lui.
Blaine non aveva scoperto chi fosse Kurt o cosa fosse. Il ragazzo gli aveva sempre detto di aver perso tutti i ricordi, l’unica cosa che sapeva era che si chiamava Kurt Hummel e che non era un terrestre.
Erano trascorsi nove anni da quell’incontro e Blaine aveva insegnato a Kurt tutto ciò che sapeva: dall’inglese – che sembrava conoscere a malapena – alla cultura americana, a cucinare e cucire. In effetti, Kurt sembrava aver sviluppato un vero e proprio talento per le ultime due cose.
Nonostante i dubbi e le domande, a Blaine non importava di niente: non voleva davvero sapere chi fosse e cosa fosse Kurt Hummel. Era stato un dono divino, forse, un miracolo o qualcosa del genere. Non importava davvero; Kurt era qualcuno che amava, qualcuno che avrebbe protetto a costo della vita, qualcuno che lo faceva sorridere, meravigliare, eccitare. Kurt era la sua anima gemella, e non importava davvero da quale dimensione venisse o a quale razza appartenesse, era semplicemente la persona con la quale voleva trascorrere il resto della sua vita.
Intrecciò la propria mano con la sua e continuarono a camminare per il parco.
“Potremmo chiamarla Grace.”
“Come?” Kurt si voltò.
“Grace… sarebbe perfetto, no?”
L’altro cercò di capire il nesso tra “Grace” e il perché quel nome sarebbe stato perfetto. Poi sorrise.
“Oh, Will e Grace. So che ami quel film ma non pensavo che avresti voluto chiamare la nostra bambina come lei…”
Blaine scosse la testa.
“Non è per questo. Tu sei stato il dono della mia vita, mentre la bambina sarà ciò che la nostra unione ci ha donato. Sarà l’unione dei nostri esseri e lo sai, i comuni esseri umani non possono… avere bambini se entrambi uomini.”
Kurt cercò di capire il suo ragionamento e annuì. In fondo si erano trovati, e non gli era mai stata fatta grazia più grande. Blaine lo aveva salvato e non era spaventato da lui come avrebbe potuto fare chiunque altro.
“Grace sembra perfetto,” rispose, annuendo e stringendogli di più la mano.
Blaine rispose con un cenno e ripresero a camminare; presto sarebbero diventati una vera famiglia.

Note: la fanfiction finisce qua, ma mi piacerebbe strutturare un 'verse anche su questa one shot. Era la prima volta che scrivevo qualcosa che avesse minimamente a che fare con l'mpreg e stranamente l'argomento mi intriga abbastanza! Non ho specificato come Kurt abbia avuto il bambino, ma se mai scriverò qualcos altro sicuramente lo specificherò.


 
Harmony.


Vivere in armonia poteva essere difficile e Kurt lo sapeva bene. Aveva detto a Blaine di andarsene per quasi due volte e ora sembrava folle, molto folle, riprovarci per la terza volta da… sposati.
Dal momento in cui si erano scambiati gli anelli e un mare di promesse, entrambi avevano deciso di cambiare, maturare, crescere. Erano disposti a tutto, stavolta e avrebbero stretto i denti perché in fondo lo sapevano: non potevano vivere l’uno senza l’altro.
Il loro legame era più forte di ogni cosa, più della lontananza, degli screzi e delle liti. Kurt amava Blaine e Blaine amava Kurt, e tanto bastava.
Aprirono la porta del loro nuovo appartamento scambiandosi un’occhiata d’intesa reciproca. Dal momento in cui vi avrebbero messo piede dentro tutto sarebbe cambiato: sarebbe cominciata la loro convivenza, non vi sarebbero più stati “mio” o “tuo” ma soltanto “nostro.”
“Siamo abbastanza pronti?”
“Stavolta…” Kurt prese la sua mano, entrambi avevano un anello, ora “… Sì. Stavolta sì.”
Blaine si sporse per baciarlo ed entrarono insieme, chiudendosi la porta alle spalle.

Note finali: Dunque queste sono le due one shot che sono riuscita a recuperare :) sto già scrivendo le altre ma l'idea di pubblicarne troppe in una sola paginata non mi esalta, quindi continuerò a pubblicarle una ad una, sforando il countdown (purtroppo). Eventualmente posso continuare a postarne due per volta quando capita, fino a recuperare i giorni... ma vedremo! Mi sembra già un miracolo trovare del tempo per scrivere.
Vi ringrazio per i commenti e per gli apprezzamenti, anche se silenziosi. Come sempre se avete qualcosa da dire fatevi avanti! Mi fa solo piacere :)

A presto,
Flan 
 
 
   
 
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