Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: S i l v e r    11/12/2014    2 recensioni
Quella stanza era silente come la morte. Non vi era nulla, se non un letto appena sotto le finestra, che aveva le imposte abbassate e che lasciavano appena filtrare qualche raggio di rosso sole che stava calando, lasciando spazio alla notte.
Faceva paura quel letto, che non era affatto vuoto. Non era la persona a renderlo inquietante, ma la sua insolita e sofferente immobilità. [...] «Morirai con me?» chiese, ricordando le parole che disse quel giorno, quello in cui per poco non uccise Sakura.
«Cosa?» chiese Naruto stranito, mentre le dita di Sasuke si posavano sulle sue labbra gentili come una farfalla sul petalo di un fiore.
«Te lo chiederò di nuovo.» la sua voce si stava facendo via via sempre più debole, si stava trasformando in un sussurro «Pensi ancora pensi di morire con me?»
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Q
 
uella stanza era silente come la morte. Non vi era nulla, se non un letto appena sotto le finestra, che aveva le imposte abbassate e che
lasciavano appena filtrare qualche raggio di rosso sole che stava calando, lasciando spazio alla notte.
Faceva paura quel letto che non era affatto vuoto. Non era la persona a renderlo inquietante, ma la sua insolita e sofferente immobilità.
Naruto si avvicinò lentamente, grazie al suo passo leggero, senza far rumore.
Al di sotto di quelle coltri vi era un ragazzo; i suoi capelli neri sparsi sul cuscino, una cascata di fiamme corvine, che sembravano catrame sulla neve.
Era pallido, più del solito, le sue labbra erano quasi blu. 
Il cuore si strinse al giovane biondo, che serrò i pugni fino a ferirsi i suoi stessi palmi con le unghie, mentre un atroce dolore si impossessava di lui che non riusciva a darsi pace, che come sempre non voleva arrendersi.
Si obbligò a rilassare i muscoli e poi a sollevare uno dei suoi palmi per sfiorare, accarezzare appena, quello del ragazzo.
Mentre lo faceva prese ad osservare il lento gocciolare della flebo, che scandiva un tempo quasi immoto, con quel dannato tubo che scendeva morbido e poi si piegava fino a raggiungere il polso di quel ragazzo che, ormai tutti lo sapevano, stava morendo.
«Sei venuto a darmi l’estrema funzione?» chiese con voce roca, stanca, Sasuke che aprì gli occhi neri e opachi, che ormai non vedevano quasi più.
Naruto si sforzò di sorridere, come faceva sempre, ma non vi riusciva. Per lui quella visione era troppo, non riusciva a sopportarla. Si chiedeva perché proprio a lui doveva capitare, perché volevano portarglielo via dopo così tanta fatica per ritrovarlo.
«Teme, nulla del genere. Hai ancora l’eternità davanti; non vorrai arrenderti dattebayo!» cercò di dargli coraggio, di non lasciare che la disperazione e l’angoscia che provava raggiungesse la sua voce che non doveva incrinarsi. Non voleva piangere, non davanti a lui se doveva morire per davvero.
Lui sorrise sghembo, ma era solo il fantasma di quello vero, poi iniziò a tossire violentemente, sputando anche sangue.
Naruto fu subito al suo fianco, lo aiutò a mettersi seduto, a cercare di placare quell’attacco contro cui non poteva combattere nemmeno volendo. Perché a lui? Perché a lui!
«Va tutto bene, ora passa.» non sapeva se lo stava dicendo più a lui o a se stesso.
Sasuke rise di nuovo, tra un colpo di tosse e l’altro e, quando questi si quietarono, guardò con quegli occhi neri (lontano ricordo di quelli originari), il ragazzo dalle iridi del cielo estivo.
«Sai che sto morendo.» lo disse con tranquillità, mentre tornava a stendersi e Naruto lo aiutava, stando attento a non fargli male.
«No, tu non puoi morire!» lo disse forse con troppa forza, quasi urlando anche se non necessario. 
«Morirai con me?» chiese, ricordando le parole che disse quel giorno, quello in cui per poco non uccise Sakura.
«Cosa?» chiese Naruto stranito, mentre le dita di Sasuke si posavano sulle sue labbra gentili come una farfalla sui petali di un fiore.
«Te lo chiederò di nuovo.» la sua voce si stava facendo via via sempre più debole, si stava trasformando in un sussurro «Pensi ancora di morire con me?» la sua mano iniziò a scivolare sul suo collo, dolce, mentre cercava di resistere, di non palesare la sua fine sempre più vicina.
«Sasuke, morire insieme... È perché...» ma il moro non lo lasciò finire, posando una mano sul suo petto, là dove martellava forte il cuore di Naruto, che lo guardava alienato, incredulo a quelle parole che non pensava il suo Teme avrebbe mai potuto pronunciare.
«Vuoi essere punito dalla morte prima di diventare Hokage?» la sua voce ormai era ormai quasi impercettibile «se non vuoi questo vattene, va via da qui.».
Le sue palpebre si stavano facendo sempre più pesanti, mentre cercava di mettere a fuoco il viso del ragazzo che aveva sempre amato. Cercò di vedere quella zazzera bionda che non era mai composta, il colore brillante e azzurro di quelle iridi, quei tre graffi sulle sue guance che li conferivano un’aria selvaggia.
Naruto si avvicinò al suo viso, glielo prese a coppa. Percepì delle piccole gocce di pioggia bagnargli il viso: erano le sue lacrime.
«Combatti, non morire!» lo stava scongiurando, mentre posava le sue labbra sulle sue «Io ti amo, Sasuke!» lo disse, infine.
Sasuke tirò l’ultimo sospiro sorridendo, sperando egoisticamente che avrebbe scelto la morte, e quindi lui, alla vita e a quel sogno che gli era sempre sembrato infantile, ma sapeva che così non sarebbe stato, che Naruto non avrebbe tradito i suoi principi.
«Sii felice, ti ...» la morte arrivò prima che potesse ricambiare.
Naruto come allucinato iniziò a tirargli piccoli buffetti, a tastargli il volto.
«Sasuke?» lo chiamò, mentre le lacrime rigavano ormai il suo volto, facendo brillare ancora di più i suoi occhi.
La notte era ormai scesa, il sole aveva lasciato il posto alla sua amata luna, perché quell’astro era disposto a morire per lasciar vivere il suo satellite adorato.
«Sasuke, no... No...» cercò di convincersi che non era possibile, ma lo sapeva. Era morto, morto. Perito come un tulipano viola che non può restare aperto di notte.
Si era chiuso il suo animo, aveva smesso di soffrire. Aveva pagato le sue colpe con il prezzo maggiore, uno troppo elevato.
«Teme... Che tu sia maledetto...» pianse contro quel petto che non si alzava più, che non produceva alcun suono; che aveva smesso di cantare sia odio che amore.
«Ti amo...» sussurrò, baciandolo poi per l’ultima volta, mentre avrebbe voluto davvero morire con lui.

 
.____________.____________.

La fan fiction è stata tratta da questa immagine tratta da una delle doujinshi di emi*10Rankai, "Yuudachi-sanka" ( disponibile su Genjutsu)


Grazie per aver letto! Speriamo in una vostra recensione <3

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: S i l v e r