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Autore: Greece_Lee    12/12/2014    2 recensioni
Ehilà! Questa la considero la mia prima fanfiction perché l'altra fa veramente schifo.
Quindi vi prego: lasciatemi una recensioncina per aiutarmi, vi pregooooo!!!!!!!!
La storia è ambientata alla fine della battaglia contro Gea, con tutti e due i campi che diventano amici ma continuano a restare separati, ma i semidei possono muoversi liberamente tra i due luoghi. Parla di due amiche che dall'Italia si trasferiscono in America, dove scopriranno la loro natura di semidee. Dovranno misurarsi con una profezia più grande di loro, e alla fine daranno tutto per salvare i propri amici. Spero di avervi incuriositi un po'!
Non so più che dire e siccome penso che il testo non abbia frasi siginificative (almeno non ancora!) vi lancio un ultimo segnale SOS che vi prega di leggere e recensire! Vi prego aiutatemi!
Greece
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Percy/Annabeth, Piper McLean
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP. 10: RISCHIO SERIAMENTE DI PERDERE QUEL FRATELLO CHE MI ERO CONQUISTATA A CUSCINATE (E AVEVO ANCHE PERSO)

 

Tendo la corda dell'arco allungando bene il braccio. Prendo la mira e lascio partire la freccia. Centro perfetto. Il tutto in quattro o cinque secondi. Eh sì, sono ancora piuttosto lenta, ma è solo da dieci minuti che sto provando.

- Devo ammettere che non te la cavi male- è la voce del capo della casa di apollo che parla. È lui che tiene il corso. Vado a staccare la freccia dal bersaglio.

- Grazie. Sei gentile.

In un paio d'ore miglioro molto, tanto che riesco a eseguire tutti i movimenti necessari e fare centro in due secondi. Ho una buona mira, grazie a Dio. O agli Dèi. Dipende in che modo lo vedi. Nonostante tutta questa storia degli Dèi, io credo ancora che ci sia un Dio unico in questo mondo, al di sopra per fino degli Dèi. Qualcuno che ci vuole molto bene. Vabé, basta filosofia.

Vado a prendere la freccia e mi preparo a tirare un'altra volta. Tendo l'arco e, appena lo lascio, qualcuno mi urta pesantemente da dietro. Perdo la mira e la freccia arriva al limite del bersaglio. Almeno è dentro. Mi giro per vedere chi mi ha urtato e vedo un Percy che se la ride parecchio.

- Idiota- gli dico, ma viene da ridere anche a me.

- Te l'avevo detto che ti servono lezioni di scherma! Dai, vieni via!

- Te l'ho già detto che non voglio usare quella tua spada.

- E dai... neanche un piccolo pugnalino dolce dolce?

- Uff,... e va bene. Arrivo.

Ringrazio il tipo dell'arco e seguo Percy giù per la collina (perché c'era una collina).

Appena arrivati, Percy inizia a mostrarmi le cose basilari per poi andare sempre più sul difficile. Non è facile, credetemi:

- Un po' più in alto il braccio! No, aspetta è troppo! Ok, ora spostati a destra! No, a sinistra! Più veloce! Fai attenzione!

E mamma mia! Mi ha rimproverato sei volte in un secondo e mezzo!

Uff! Nonostante tutto, inizio un po' a capire.

A fine giornata sono distrutta.

Ho i muscoli a pezzi, e cammino con un ginocchio tirato perché Percy mi ha fatto finire contro il muro una novantina di volte e una volta ho sbattuto contro un vaso porta- lance. Però decido lo stesso di fare due passi nel boschetto, per schiarirmi le idee. Mi sto per incamminare (inzoppicare, in realtà, solo che è un termine che non esiste) quando qualcuno alle mie spalle mi chiama:

- Ehi Alice!

Mi volto e vedo Sam che i viene incontro. Le sorrido:

- Ciao. Come va? È da un po' che non ci si sente.

Lei sembra non fare caso alle mie ultime parole e mi dice:

- Guarda che cosa ho!- e sguaina una spada.

- Wow!- esclamo. È di un colore strano, tra il grigio, il verde e il blu. Come i suoi occhi!, penso. L'elsa sembra fatta di radici il cui tronco è l'elsa.

- Il legno è di tiglio, sai?- mi dice Sam.

- Ah.- è tutto quello che riesco a dire. La spada è a dir poco fantastica.

- Vedi, noi di Demetra ci facciamo le spade da soli. Scegliamo il legno e il ferro, poi impariamo a costruirle. E ta- daan! Eccola qua!

- Veramente impressionante! Brava, Sam!

- Grazie!- mi sorride. - Oh, ho da fare. Ci si vede!

Non faccio neanche in tempo a salutarla che è già schizzata via. È destino i noi semidei lenti rimanere sempre indietro?

Sospiro e mi incammino verso la mia meta. Entro nel boschetto e si sta facendo già sera. Una brezza fresca mi scompiglia i capelli.

Vago senza meta per una ventina di minuti, quando mi accorgo che i miei piedi mi hanno portato in riga ad un laghetto. Quasi non avevo notato il leggerissimo pizzicore alle mani. Di solito mi mordo le labbra quando sento la vicinanza con l'acqua, fino a farle sanguinare molto vistosamente (non che ci voglia molto, visto che sono sottilissime e perennemente martoriate) e infatti sono già uscite un paio di goccioline di sangue che mi vanno a sporcare la mano. Diavoli, ma ho la pelle quasi cadaverica, per quanto è bianca!

Mi siedo in riva al piccolo laghetto e metto un piede a mollo, decidendo di bagnarmi. L'acqua gelata (nonostante la serata di fine giugno) inizia a bagnarmi i calzetti e poi il bordo dei jeans, sempre più su. Lentamente.

È difficile spiegare la mia sensazione in questo momento. Mi sembra che tutto il lago sia come una mia terza mano, completamente attaccato al mio corpo. Distendendo il braccio le chiedo gentilmente di salire più velocemente per curarmi gli “acciacchi”. Ci mette più o meno cinque secondi a coprirmi anche la testa. Che figata assurda! Smetto di essere bagnata e mi alzo in piedi per andarmene, ma distrattamente il mio sguardo cade sull'anello di vetro che mi ha regalato... ehm... papà in sogno. Tredici brillanti. Dodici bianchi, quello centrale verde. Li tasto con il polpastrello e sento che sono ruvidi. Poggiano tutti in una specie di collinetta. La osservo bene. Sembra mobile. Provo a girarla e... diamine!

Mi compare un arco tra le mani e una faretra con una, due, tre, quattro, cinque, sei, SETTE, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici frecce! E sono pure messe a cerchio! Ne prendo una a caso e vedo che è fatta di un legno chiaro, pieno di venature, ma che ha una specie di venatura a spirale che la attraversa tutta chiarissima, bianca. Sembra cristallo. Ah bho. Faccio scorrere la mano per tutta la sua lunghezza e arrivo alla punta. Oh mio Dio! È stupenda! È bianca, fatta in modo perfetto. Ma di che materiale è?

Diamante, il minerale più duro in natura dice una voce nella mia testa. Una voce che ormai conosco bene.

Vorrei dirgli due parole sul fatto che la mia testa sembra essere diventata una sala relax per lui, ma preferisco evitare e ringraziarlo per il regalo.

Grazie papà.

Mammamia che fantasia che ho.

Di niente cara. E comunque, anche la venatura che hai visto prima è di diamante. Serve per... vabè diciamo che è utile. E guarda i pennacchi! Sai cosa sono? Delle piume di Fenice! Durissime e anche molto taglienti, ma morbide più di un peluche quando serve. Non sono per niente facili da trovare.

Si vede lontano un chilometro che è più che soddisfatto di quest'arco. E non ha torto. Mentre liscio con le mani l'arco, noto che anche lì c'è una grossa venatura di diamante. Poi noto delle intaccature. Scopro che è un nome. Aρχή. Inizio. Un nome stupendo (comunque se ve lo satte chiedendo si legge "arché"). Continuando il mio tour dell'arma sfilo la freccia in mezzo e la osservo. Non ha niente di speciale rispetto alla prima. Sembra identica. Eppure sono sicura che deve essere diversa, in qualche modo. Lo chiedo a papà e lui mi risponde vago:

Ogni cosa a suo tempo. Per ora ti basta sapere che è una freccia come un'altra.

Ah, un'altra cosa: per quante frecce tu possa tirare, nella faretra ne rimarranno sempre e solo tredici. Dopo un giorno quelle in eccesso si sgretoleranno, a meno che non glielo chieda tu.

Ehm, scusa? Dovrei iniziare a parlare anche con il legno oltre che con gli squali e gli scimpanzé?

Scimpanzé?

Percy.

Capisco. E comunque no. Ogni cosa a suo tempo.

Ciao padre.

E chiudo qui la “connessione” con la mia testa. Per qualche strana ragione se io decido di chiudere la mia testa, né Percy né mio padre riescono più ad entrare, mentre io in quella di Percy sbircio spesso (a parte ovviamente quando è da solo con Annabeth) anche contro la sua volontà (eh eh).

Pensando a mio padre mi viene in mente stamattina la fontanella. Mi viene un'idea: io, il laghetto, e il fatto che sia sera e non mi va di andare a letto. Basta fare 2+2 (o 2+2+2). Mi viene un'irrefrenabile voglia di scoprire cosa è capace di fare un po' d'acqua nelle mani di una figlia di Poseidone. All'inizio penso di provare con una cosa semplice, tipo un'onda (ma abbastanza grossa), ma poi ci penso su. È quello che farebbe chiunque, e sono anche piuttosto sicura di esserne in grado. Ci vorrebbe qualcosa di diverso.

Un pesciolino fa un salto fuori dall'acqua. Ma certo!

Inizio a “staccare” delle piccole parti d'acqua, più o meno uguali e a farle volteggiare a un palmo dalla superficie del lago. Ne faccio una decina. Poi contemporaneamente inizio a dare loro una forma ben definita: forma allungata ad ovale, due specie di triangolini ai lati, davanti arrotondato, dietro con due piccole punte... ed ecco pronti dieci pesciolini! Inizio a farli muovere prima nell'aria, poi anche a farli immergere, facendoli saltare come quel pesciolino di prima. Scopro che è difficilissimo far mantenere loro la forma dentro l'acqua, così, la metà cerco di mantenerla, mentre gli altri cinque li riformo appena faccio volare per aria le “gocciolone” e poi, tornate in acqua faccio muovere soltanto un po' di corrente. Purtroppo è difficile anche trasformare una gocciolina in un pesce in un decimo di secondo, eppure sono convinta che è un buon allenamento. Continuo così per un'ora e più (anche se a me paiono appena cinque minuti) e mi diverto a far cascate e piccole isolette d'acqua per i pesciolini. Quando mi accorgo dell'ora, mi prende un colpo. Tutta la magia di quel lago animato cade giù e non si rialza più. Solo in questo momento mi rendo conto di quanto sono stanca. Sono a corto di energie. Mi faccio cadere una cascata di acqua addosso giusto per riprendere le forze, poi corro a “casa”.

 

______________________________________***_______________________________________

 

E passa un mese senza che succedessero cose degne di nota. Chirone non torna neanche a pagamento, mio padre ascolta almeno cento volte tutti gli album dei miei cantanti preferiti e si lamenta sempre di più. Io, dal canto mio, mi alleno tutti i giorni con l'arco e con Percy e la sera me ne sto sul lago. Sto diventando sempre più amica con Ethan e un po' anche con Annabeth. Summer, dal canto suo, mi considera pochissimo e passa quasi tutto il tempo con i suoi amici. Cambiando discorso, una decina di volte Annabeth è venuta a dormire da noi e io, senza dare nell'occhio me ne sono andata a dormire fuori. Non ho idea di cosa facessero loro (o forse ce l'ho ma preferisco non esporla).

Fatto sta che poco prima della metà di luglio torna Chirone. Me lo ha detto Percy, e lo stiamo cercando da un po' per tutto il campo. Finalmente lo troviamo.

- Chirone!- urliamo- Ti dobbiamo parlare!

Lui volta la testa verso di noi e noto che ha due occhiaie pazzesche.

- Ragazzi è un mese che non faccio un riposino come si deve...

- Ma è urgente!

Lui ci guarda supplichevole, ma poi acconsentisce e ci fa accomodare su una scrivania sotto ad un ghepardo (non ne voglio sapere niente).

- Sentiamo allora. Che cosa c'è?

Percy racconta dalla morte di Frank alla profezia tutto d'un fiato e Chirone non pronuncia una sola domanda. Finché non arriva alla profezia, almeno.

- Cosa?!- esclama- Non doveva essere così presto!- e inizia ad andare su e giù nervoso per la stanza. Poi posa il suo sguardo su di me e si ferma. Sono sempre stata brava a sostenere gli occhi degli altri, ma questa volta è quasi impossibile.

- Che idiota che sono- mormora poi- Questo biennio, una figlia di Poseidone, italiana... Alice, ascoltami bene.

Sono tutta orecchi.

- C'è una profezia, più antica di quella dei sette, più antica di quella contro Crono. Parla di una mezzosangue che proviene dalle terre antiche figlia di uno dei tre dei maggiori, poi non posso dire altro, poiché ho giurato sullo Stige di non rivelarlo. Però posso rivelarvi che vi può aiutare a trovare Frank e forse anche a... accidenti ai giuramenti!- impreca. Non l'ho mai visto così. Poi grazie a Dio si calma e prosegue:

- Nessuno sa dove sia conservata però. Ma una sua traccia c'è. In un foglio c'è scritto un indovinello e chi lo risolve può trovare la pergamena con l'Antica Profezia.

Ma che originalità con i nomi.

- Ed è cotrollatissimo e nascosto molto bene nel posto in cui è più difficile trovare un foglio.

- Una libreria?- chiede Percy. Quasi mi ero dimenticata che ci fosse.

- Una libreria di una scuola prestigiosa. Se volete Frank dovete trovarlo. Intrufolatevi nella scuola e cercate di raccogliere qualche indizio nelle classi, se potete. In quanti dovevate essere? Nove? Vi dividerete in piccoli gruppetti andrete a scuola come studenti normali. Trovato il foglio, ve ne andrete subito a trovare prima la profezia e poi Frank. È l'unico modo che avete.

Come fa a sapere tutte queste cose? Ah, giusto, lui è Chirone.

- E c'è un'ultima cosa. Alice, parlo con te. Vedi, non ci sono molti italiani figli degli dei maggiori in circolazione, anzi, ci sei solo tu. Perciò stammi a sentire: nessuno deve sapere chi sei veramente.

- Tranquillo, nessun nemico lo saprà mai.- rispondo io, ferma.

Lui sorride amaramente:

- Ma io non mi preoccupo per i nemici, ma per gli amici. Alice, dovrai nasconderti, mimetizzarti in un'altra casa. So che può sembrarti folle, ma dammi retta, se sapessi quello che so io... diciamo che moriresti nel giro di due secondi fuori dal campo. Intendo resettare tutti i ricordi dei mezzosangue e spedirti in un'altra casa.

E' un colpo basso, non me l'aspettavo. Cosa diavolo sta dicendo? Mi stavo giusto abituando a tutti quei mormorii “è la sorella di Percy” che la gente mi diceva alle spalle. E soprattutto ho iniziato a voler bene a Percy. Non avevo mai avuto un fratello, e non ne ho mai avuto bisogno. Ma ora, non posso più farne a meno.

- Se vuoi posso lasciare fuori Percy e al limite Annabeth- dice lui, intuendo i miei pensieri- ma sicuramente non l'altra figlia del Mediterraneo. È fuori discussione. Se vuoi si può anche far credere che sei imparentata con Percy da parte di Madre e che quindi ci tieni a passare del tempo con lui. È tutto quello che posso fare. Mi dispiace tantissimo, ma lo faccio per il tuo bene.

Chirone è gentile, ma mi salgono lo stesso le lacrime agli occhi. Niente più cuscinate. Niente più scherzi notturni. Niente più nottate al lago.

- Fallo.- dico solo.

Lui mi mette una mano sulla spalla per confortarmi e mi informa:

- Metterò una pozione nell'acqua del pranzo. Non appena lo saprà anche Annabeth, potrai andare a salutare i tuoi nuovi coinquilini figli di Atena.





Spazio personale di Greece Lee <3

Non infuriatevi con me se aggiorno dopo due mesi! Mi dispiace tantissimo, ma il mio computer si è rotto seriamente e io per scrivere questo capitolo ho impiegato 8 ore non-stop (e con il liceo non è facile).
Comunque vi ringrazio tantissimo per non aver demorso!
Scusate se non vi elenco o dovrei aspettare ancora un giorno per aggiornare (storia lunga).
Grazie mille ancora a tutti e vi prego, date una piccola recensione in carità alla povera Greece! Ne ha tanto bisogno!
Un bacio,  strasuperfighi lettori di Efp!

Γρηεχε <3
  
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