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Autore: YlariaJongIn    12/12/2014    1 recensioni
"L’unica cosa che potei fare in quel momento, era quello di andarsene a gambe elevate, sperando di arrivare in tempo, anche se ci voleva qualche minuto. Eppure, proprio quando decisi di farlo, sentì un forte dolore alla nuca, che mi fece cadere ancora una volta.
Mckenna si accucciò disponendosi di fronte a me.
Il solo ricordo che ho di quell’attimo di secondo, era il sasso che teneva stretto nel pugno e il suo atteggiamento da omicida psicopatica.
Subito dopo non vidi più nulla..."
~Tratto dal 3 capitolo~
Una ragazza di nome Hyllary, decide di fare un'escursione in un bosco con la sua migliore amica Mckenna, alla quale fa grande affidamento. Improvvisamente, qualcosa di terribile accade alla giovane, ritrovandosi da sola in una grotta particolarmente misteriosa e inquietante, che metterà alla prova le sue più grandi fobie.
~Personaggi~
LAY-KAI-MINHO(Shinee)-TAO-KIM JAEJOONG-MAX CHANGMIN-ZELO-SUNGJAE (Btob)-KIM MYUNGSOO- VIXX (N)
Genere: Avventura, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kai, Kai, Lay, Lay, Nuovo personaggio, Tao, Tao
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 41
The Bloody Kiss
 
 
Words of Hyllary:
 
Non avrei voluto proseguire queste parole esponendo la realtà dell’accaduto,
ma la scena con cui ho terminato il capitolo precedente ha fatto susseguire molti avvenimenti avvincenti che non voglio tralasciare.
 
§§§
 
Un sogno che non sarebbe mai potuto morire.
Meraviglioso, quanto una carezza rassicurante
e Melodico quanto la canzone che porta il ricordo della voce più dolce.
Un ricordo dal sapore molto vicino alla realtà dalle
sensazioni piccole e brevi che apparentemente non hanno valore,
ma che per me in quel preciso istante contavano più della mia vita.  
 
L’aria fresca e appena umida che sfiorava la pelle,
seguita da una folata di vento rappresentata
da una varietà di aromi, tra cui quello delle foglie
che mano a mano cadevano lentamente nel ruscello,
trasportandole con sé
.” (Chapter 1)
 
 Non riuscivo a scorgere ancora nulla di simile,
ma bastava solamente assaporarne il profumo,
per almeno avere la possibilità di immaginarlo.
Anche in quel momento, con quella poca luce che accarezzava le mie mani,
non smettevo di sperare che presto sarebbe finita.
Il buio soffocante, l’energia quasi esaurita e la schiena massacrata…
            Eppure il mio cuore non smetteva di cercare la vittoria.
 
“Ma pensi davvero di andartene così?”
 
Una domanda che risultò priva di senso, assurda e del tutto illogica.
Non sarebbe dovuto concludersi in questo modo,
ormai mancava così poco per assaggiare il sole.
Perché me lo stava impedendo?
Non riuscivo a far altro che fissare il vuoto, seccata,
la mano tremolante che accompagnava i battiti sorpresi del mio cuore.
Lì, con le dita sospese in aria alla ricerca di quello che non potevo avere.
Poi una spinta contro una delle due pareti che ci stava circondando,
che suonò come una richiesta d’attenzione, un obbligo che non potevo ignorare:
Quegli occhi dorati, a pochi centimetri dai miei, con un’espressione curiosa
con la quale riusciva a farmi aumentare il battito cardiaco.
Pretendeva la massima attenzione.
E per me ignorarlo non fu facile.
 
 
“Che fai adesso? Non mi rispondi?!”
Una spinta. Un'altra ancora. Le sue iridi gialle penetranti che continuavano quasi a illuminarsi,
ed una strana sensazione che iniziò a farsi presente.
Stargli così vicino, non mi faceva star male come avrei potuto pensare.
In quell’attimo di silenzio si fece presente un lato di me che rispondeva in modo differente.
Ero infastidita, davanti a tale mostro.
Ma stupita, appena compreso il motivo per il quale il mio cuore batteva all’impazzata.
Bloccata dalle sue forti braccia, la poca luce che filtrava che intensificava quel pizzico d’inquietudine, mi resi conto di provare una forte attrazione fisica per quel ragazzo.
Provai a meditarci su ancora una volta, una seconda,
ma era tutto inutile visto che la risposta me la ero già data.
Perciò ascoltai per almeno una volta ciò che il mio corpo voleva che facessi.
La presa ai polsi che mi stava imponendo, ormai, stava cominciando a divenire insopportabile.
Probabilmente stavo esagerando,
ormai avrei dovuto dargli una risposta:
Un attimo d’incertezza; prima che i nostri sguardi si potessero incontrare ancora una volta.
Subito dopo, feci insinuare la mia mano tra i capelli adiacenti alla sua nuca,
per poi mordermi prepotentemente il labbro inferiore,
avvicinandomi in un secondo alle sue labbra.
Per un momento si fece distaccato,
rimanendone quasi sorpreso.
Ma poco dopo le nostre labbra iniziarono a sfiorarsi appena,
percependone in pochissimi secondi il contatto.
Probabilmente non fu una mossa che si aspettava da una persona spaventata,
proprio per questo motivo non comprese immediatamente le mie intenzioni.
Forse mi avrebbe rigettata, ma sinceramente non me ne importava.
 
Successivamente, il leggero contatto delle nostre labbra tramutò molto presto in una vera e propria ventosa calda impossibile da staccare.
Cominciammo a prenderci davvero gusto,
tanto che anche lui si lasciò trasportare dal piacere,
 allungando le sue mani verso le mie gambe
 percorrendone delicatamente la lunghezza.
A quel punto, abbassai leggermente la mia mano,
continuando a solleticargli la pelle del suo collo,
per poi adagiarla al suo torace.
Riuscivo addirittura a percepire il suo respiro,
che si fece sempre più profondo e affannoso.
Ed ecco che in un attimo afferrò pesantemente le mie cosce,
provocandomi un piccolo dolore che mi fece morsicare il suo labbro inferiore.
   Come se potesse essere sufficiente a farlo sottomettere ad una donna.
Umana precisamente, che pareva non avere la sua stessa forza.
Anche se insistevo nel farlo mio,
 il ragazzo non aveva nessuna intenzione di lasciarmi governare.
Scaraventò una seconda volta la mia schiena contro la parete,
avventandosi nuovamente sul mio corpo,
rinfacciandomi un mezzo sorriso malvagio e affaticato,
per poi proseguire il suo velenoso tocco.
 
Non mi lasciò nemmeno uno spiraglio,
non mi concesse nulla di più che il respiro.
Difatti, non risultò abbastanza per poterlo fermare.
Ero innamorata delle sue attenzioni,
ma come poteva soffocarmi in questa maniera?
Volevo trovare un modo per affrontarlo,
ma tutto ciò non lo faceva altro che divertire.
Ancora una volta, le sue mani si insinuarono al di sotto della mia canottiera,
mentre le nostre labbra assunsero un sapore strano.
Qualunque cosa fosse, aveva una consistenza liquida e calda.
 Liquido e caldo. Un pensiero la paralizzò gettandola in mezzo al gelo e al disgusto.
Quell’orrore, insopportabile e tremendo che gli fece ritornare in mente
il motivo per cui precedentemente si sentiva spaventata da quegli esseri.
Il sangue.
Apparve, così, in un momento diverso,
massacrandola per bene.
Lui è la mia distruzione, la mia rovina, il diavolo…
 
“Kai”
 
E fu la fine. Essere a conoscenza del suo nome.
Un piatto di emozioni forti, talmente potenti che formarono un nodo in gola.
Il corpo tremolante, sconvolto e schiacciato da pensieri agghiaccianti,
che violentavano il mio cuore come nulla fosse.
Quanto avrei voluto aprire gli occhi e avere la forza di poterlo combattere,
ma il suo  persuadermi me lo stava impedendo.
Si trattavano di minuti interminabili.
Momenti in cui il nervosismo e la rabbia presero il sopravvento,
ma che terminarono poco dopo,
visto che tutto d’un tratto decisi di porre fine alla sofferenza.
Aprì gli occhi, proiettandoli immediatamente su me stessa.
E poi quella scoperta, nuova, che non ero sicura fosse realtà.
 La superfice cutanea ricoperta da altri esseri viventi.
Kai mi aveva presa in pugno. Tarantole.
  
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