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Autore: lapoetastra    13/12/2014    1 recensioni
La storia di Paul, un boia, e di Jennifer, una carcerata condannata alla pena di morte, i cui destini si incroceranno inevitabilmente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sono qui.
Il tempo sembra correre via veloce da me, irrefrenabile, inarrestabile, e io farei di tutto perchè si fermasse un solo momento.
I secondi che passano si portano via momenti della mia vita.
Non riesco a trattenerli, mi sfuggono tra le dita come granelli di sabbia.
Ma sono stanca, dopotutto.
Stanca, di questa cella in cui il mondo non passa, che costringe il mio pensiero a fuggire, per essere libero, come non io potrò mai più essere.
Non da viva, almeno.
Non piango, anche se avrei tutte le ragioni di farlo, perchè non ho più lacrime.
Attendo il momento in cui tutto finirà, e cerco di convincermi che in fondo è meglio così.
Non capisco se ci sto riuscendo o meno.
La porta della mia cella si apre di colpo, distogliendomi dai miei tristi pensieri, ed entra un uomo, alto, giovane, bello.
Avrà la mia età, più o meno.
Mi stupisco di pensare queste cose di lui, che è la persona che dovrei più temere.
 L'ho riconosciuto, è il boia, ed è venuto per me.
So che non posso fuggire.
Ma invece di farmi pesare ciò che mi farà tra poco, si siede sul letto accanto a me.
Noto che ha uno sguardo triste, sembra profondamente turbato, più di quanto lo sono io, forse.
< Come ti chiami? >, mi chiede, e io mi sorprendo di sentire il suono depresso che ha la sua voce, come se fosse lui il condannato a morte.
< Jennifer >, rispondo, piano.
Quando vedo che non parla più, intervengo.
Ho appena capito di aver bisogno di scambiare due parole con qualcuno, almeno un po', almeno prima della fine, dove regnerà il silenzio assoluto, e non importa con chi.
< E tu? >, gli chiedo.
< Oh. Io... Percy >, dice, quasi sorpreso della mia domanda.
Forse è convinto che io lo odi, ma non è così.
Percy...
Sorrido. È il nome che avrei voluto dare a mio figlio se mai ne avessi avuto uno.
< C'è qualcosa che desideri prima di... ? >, si interrompe, ed io provo d'improvviso un moto di tenerezza e simpatia incondizionato per quel giovane uomo sensibile che non sta cercando di spaventarmi, come farebbe chiunque altro, ma di essere gentile, nonostante io appaia ai suoi occhi una criminale.
Perchè lui non è come gli altri, e non riesco a capire come possa essere finito a fare un lavoro del genere.
Forse il suo aspetto dolce e gentile nasconde in realtà un animo sadico e cattivo.
Forse, o forse è solo perchè ha bisogno di denaro per poter sopravvivere.
< No, grazie >, rispondo, e vorrei dirgli tante altre cose, vorrei chiedergli di rimanere con me per spiegarmi le motivazioni della sua presenza qui, per chiacchierare un po', ma rimango zitta, e lui se ne va, in silenzio, evitando il mio sguardo, lasciandomi sola con le mie ultime tre ore di vita.

   
 
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