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Autore: imperfectjosie    14/12/2014    1 recensioni
Le persone vivono, sperando di poterli realizzare, quei sogni così improbabili e appena visibili, poi c'è chi, come me, riesce ad afferrarne uno e a stringerlo forte al petto.
Quel sogno si chiamava Jack.
Nome piuttosto comune, vero?

| Jack/Carrie | - Update 12/12/2014; plus!Alex/Carrie.
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap. VIII - Backseat serenade

Carrie


 
Kiss the pain away
 
 

« Carrie? Carrie, coraggio, devi mangiare qualcosa! Pensa a tuo figlio! »
Perché i rumori in questa stanza sono così assordanti?
Ricordo che Alex mi ha portata qui, ricordo anche il volto preoccupato di Charlotte e le mie parole che la investivano come un fiume in piena. Sì, ricordo di averle detto ogni cosa. Poi, il vuoto totale.
Sono ancora sdraiata sul letto, ma l'unica cosa che riesco a vedere è un'immagine sfocata del soffitto. Non ne sono sicura, credo però di essere rimasta in questa posizione per tanto, troppo tempo. In genere Charlotte non è così pedante, ho avuto il cuore a pezzi più di una volta e prima di adesso non l'ho mai vista così angosciata.
Mi sfioro il pancione, provando a voltarmi, ma subito un atroce crampo al polpaccio mi impedisce qualsiasi altro movimento. Digrigno i denti, rimanendo impassibile per pochi secondi, prima di scoppiare a piangere, di nuovo.
Con gli occhi appannati dalle lacrime, riesco ad osservare l'espressione triste sul volto della mia migliore amica, che adesso sospira, facendosi posto per avere una piccola porzione di letto. Si stende accanto a me, accarezzandomi i capelli e, ovviamente, la pancia.
« Tesoro, mi dispiace così tanto, credimi! Vorrei cancellare il dolore in un secondo, farti tornare a ridere, però non so come fare, mi sento dannatamente impotente! » quasi ringhia, aumentando la presa e ignorando la macchia di muco e lacrime che si è appena formata sulla sua maglietta dei Green Day.
Sto per ribattere, riuscendo a tornare nella realtà che tanto mi fa male, quando la porta si apre, rivelando il volto furioso di Alex.
Charlotte scatta seduta, senza smettere di tenermi la mano.
« E tu come diavolo hai fatto ad entrare? »
« Rilassati, o ti verrà un colpo! » è il commento ironico del chitarrista « Ho chiesto alla reception una copia della chiave magnetica! Non volevo disturbare nel caso Carrie stesse riposando. Con un bel sorriso, un autografo e un bacino a fior di labbra, sono riuscito ad averne una! » termina poi, sollevando gli angoli della bocca in un ghigno furbesco, mostrandoci il suo compenso e sventolandolo davanti agli occhi increduli di Charlotte.
« Gesù, sei una puttana, Gaskarth! »
Il tono di finto disgusto della mia migliore amica, mi fa sghignazzare. Dopo tanto dolore, uno spiraglio di luce. Alex replica con un'alzata di spalle e un mezzo sorriso stanco.
« Come stai? » mi domanda, avvicinandosi al letto, per sporgersi in avanti e potermi così guardare meglio.
« Secondo te, genio? »
« Charlotte, smettila. » ribatto pacata, ricordandomi dell'abbraccio nel vicolo e di quel velo negli occhi che gridava preoccupazione e dispiacere. Quasi come se la colpa fosse sua!
Stranamente, Alex si era sentito responsabile per come Jack mi aveva gettata via.
« Ma Carrie! » protesta, indicandolo con un gesto secco del braccio che alla vista dei miei occhi decisi, è andato a finire contro al piumone.
« Fai un po' come ti pare. »
Detto questo, incrocia le braccia al petto, spostando lo sguardo infastidito verso destra, mentre io mi volto, cercando gli occhi di Alex. Questo nocciola profondo, lo stesso di ieri. Mi rendo conto, non avendo più Jack a rubarmi ogni briciolo d'attenzione, di quanto sia bello il colore che sto osservando.
Gli prendo un polso con la mano, trascinandomelo quasi addosso e abbracciandolo d'istinto. Dopo il primo mugolio di sorpresa, si lascia andare, soffiandomi un sorriso sul collo e circondandomi la vita con il braccio libero.
Rimaniamo così per un po', almeno finché la voce disgustata di Charlotte non ci costringe a separarci.
« Siete davvero nauseanti voi due! » commenta, storcendo il naso e spostandosi per riuscire a rimettersi in piedi.
« Dove vai? »
Il tono mi esce preoccupato. Ho bisogno di lei, ho bisogno di entrambi. L'odore che emana la pelle di Alex è quasi un sedativo naturale. Mi aggrappo al suo petto, stringendo la maglietta grigia tra le dita.
« A prendere qualcosa da mangiare! DEVI mangiare, Carrie. Cerca di non farmi incazzare o il cibo te lo ficco nella gola io personalmente! » replica, sistemandosi il cappotto e agguantando il protafoglio sul tavolo.
Prima di uscire, rivolge piena attenzione ad Alex.
« Torno tra mezz'oretta, stalle vicino! »
Dopo un breve scambio d'occhiate allusive che non mi sono sfuggite, lascia la stanza, salutandoci con la mano e chiudendosi la porta alle spalle.
Nella camera cala il silenzio, almeno finché non decido di spezzarlo per prima.
« Dovresti salire sul letto, Lex! Così ti rompi una gamba. » gli faccio notare, ostentando un'ironia che in questo momento proprio non mi appartiene.
Lui sghignazza, spostandosi per fare il giro del lettone e sistemandosi dall'altro lato libero, proprio accanto a me.
Rimaniamo a fissarci per un po', poi sento il suo tocco caldo e lieve sulla tempia, scendere lentamente verso la guancia e sfiorarmi le labbra. Chiudo gli occhi, dimenticando ogni cosa.
Il dolore, la paura di crescere un figlio completamente sola, un vuoto atroce all'altezza del cuore e tanti sogni infranti.
« Ho tirato un pugno a Jack. »
« Cosa? » chiedo distrattamente, tornando nella stanza e abbandonando ogni pensiero.
« Gli ho tirato un pugno in faccia! » ribatte, alzando un po' il tono di voce, quasi come se lui per primo se ne rendesse conto solo ora.
Ci fissiamo ancora, finché alla scena che mi si para davanti, non comincio a ridere di gusto, tenendomi il pancione e piegandomi in avanti.
Uno sbuffo divertito mi fa compagnia, prima di trasformarsi in una chiara e cristallina risata.
« Non era necessario, Alex! » riesco a dire, dopo essermi ricomposta e asciugata gli occhi dalle poche lacrime.
« Lo era, invece. » ribatte, tornando serio « Ascolta Carrie, io lo conosco più di chiunque altro. Probabilmente, più di quanto lui conosca se stesso... Jack è migliore di così! Non... so che ti è difficile crederlo dopo quello che è successo, ma è una persona eccezionale! A volte esagera, è impulsivo e privo di tatto, egoista, un po'. D'accordo, un bel po'! » si corregge subito, notando il mio sguardo di pura disapprovazione e soffocando una risata. « Però è buono. Credimi! » termina infine, incrinando la voce in un tono quasi esasperato.
Sospiro pesantemente, ricordandomi quelle mani grandi che mi stringevano, i suoi sorrisi ampi, occhi sproporzionati, ma stupendi. Spalancati al mondo, vispi e sempre pronti a far danno!
Jack è migliore di così. Jack è... Jack non c'è.
« Prima gli spacchi la faccia e poi gli pari il culo? » chiedo retorica, sollevando un sopracciglio ironico e facendolo sorridere appena.
« E' complicato! Voglio solo che cresca un po'! Deve capire quali sono le sue priorità. Non può più fare il cazzo che vuole, ed è ora che se ne renda conto. » ribatte, avvicinandosi con il corpo al mio e tornando a toccarmi il pancione.
Un brivido mi attraversa la spina dorsale, fermandosi sul collo. E qui me ne rendo conto: Alex ha le mani più piccole di Jack, ma più grandi, in un certo senso. Come se qualcuno lassù avesse fatto confusione con le dita!
« Già, ma io potrei non esserci più, Lex. Capisci? »
« Capisco, non ti chiedo di aspettarlo in eterno, ti chiedo di dargli una seconda possibilità e, magari, un po' di tempo! » ribatte stanco, lasciandomi un bacio sulla fronte e tornando al suo posto.
Non so per quale assurdo motivo, ma gli occhi mi finiscono in basso, troppo in basso. Sopprimo una risatina nervosa e allo stesso tempo parecchio divertita, puntellandogli il petto con l'indice e richiamando la sua attenzione.
« E me lo stai chiedendo con un'erezione? »
Scrolla le spalle, ghignando e piegando la testa di lato in un gesto davvero infantile che mi fa sorridere subito!
« Chissà, magari funziona! »
« Stupido! » rimbecco, spintonandolo un po', per poi tornare ad abbracciarlo.
Lascio andare ogni muscolo del corpo, sopra al suo. Mi sento leggera, incredibilmente leggera. “Weightless”, la prima parola che mi balena in testa, ma decido di tenerla per me. Sarebbe troppo patetico! Insomma, cerchiamo di non rendere questa situazione ancora più strana.
Percepisco l'asta rigida di Alex contro la coscia, so che dovrei, eppure non mi sposto. Magari è colpa degli ormoni della gravidanza, magari del calore che emana, provo una lieve sensazione di piacere. Non fisico, non c'entra nulla con il sesso, è più un massaggio psicologico.
Cristo, ne devo avere parecchi di problemi irrisolti, se l'erezione di un uomo riesce a tranquillizzarmi! Rimuginandoci sopra un attimo, chiedo a me stessa quanto possa influire il fatto che l'erezione in questione, appartenga ad Alex.
Sono ancora immersa nei miei pensieri e non mi accorgo del suo corpo in movimento, non mi chiedo neppure cosa stia sognando, dopo essersi addormentato come un bambino al Nido, so solo che le sue labbra sono incollate alle mie e che la presa sui miei fianchi si è rafforzata.
Sgrano gli occhi, battendo le palpebre più volte. Provo anche a tirarmi indietro, con l'intenzione di mettere fine al contatto, ma il suo corpo risponde alimentando la pressione sulle mie labbra. Non può chiedere il permesso per entrare, sta dormendo. Credo stia sognando Lisa.
Mi rendo conto solo adesso che in questa stanza ci sono due cuori spezzati.
Perdo una lacrima, che il cuscino raccoglie quasi subito, poi mi stringo ancora a lui, rimanendo così, semplicemente a saggiare la consistenza di due labbra calde e morbide. L'accenno di barba incolta mi pizzica il labbro superiore, ma non mi importa.
Urlerei al fanservice che la bocca di Alex Gaskarth ha lo stesso gusto delle arance rosse mature! Reprimo la voglia di ridere per l'assurdo pensiero, poi mi addormento anche io, dimenticandomi di Charlotte e, per un po', persino di Jack.

 

E' un urlo a svegliarmi. Uno di quelli graffianti, insopportabilmente acuti.
Mi stacco da Alex come se scottasse, voltandomi di colpo per guardare il viso sconvolto della mia migliore amica, che in mano stringe due pacchetti di patatine e un sandwich davvero poco invitante.
Le faccio segno di tacere, notando con la coda dell'occhio il chitarrista stropicciarsi i pantaloni sulle chiappe, per poi voltarsi e ficcare la testa disordinata sotto al cuscino. Come diavolo faccia a dormire, dopo l'urlo disumano che mi ha appena sfondato i timpani, è un vero mistero!
Charlotte sibila un chiaro insulto, chiudendo la porta con un calcio per raggiungermi e lanciarmi addosso i due pacchetti di chips.
« Vi stavate baciando! » commenta a bassa voce, indicando il corpo – credo ormai deceduto – di Alex proprio accanto a me.
Arrossisco di botto, tirandomi a sedere e spostando i pacchi dal pancione. Mio figlio tira un calcio alla vescica, ricordandomi di dover andare in bagno. Perciò mi alzo, superando lo sguardo sconvolto di Charlotte e tenendomi allo stipite della porta per non cadere.
« Non so cosa hai visto, ma non era un bacio quello! Lui stava provando a baciare Lisa, io ero solo nella traiettoria dei suoi sogni erotici! » commento, voltandomi per regalarle un sorrisetto ironico.
Ma lei ringhia, pestando il piede a terra. Per evitare di svegliare il diretto interessato, la trascino nel cesso insieme a me, sperando che un muro a dividerci da Alex, possa bastare a limitare i danni.
« Non sono ancora diventata cieca, cara. Quello era un bacio! Senza lingua, ma un bacio. Un bel bacio, oserei dire! » ribatte ironica, strizzandomi l'occhio con fare allusivo.
Un gemito di frustrazione mi esce dalle labbra.
« Fammi capire bene una cosa, adesso tifi per lui? » chiedo retorica, e anche abbastanza sarcastica, devo ammetterlo.
Charlotte a volte ragiona proprio con il culo! Quello ti ha rotto il cuore? Avanti il suo migliore amico!
Ma che razza di gente frequenta?
« Cosa c'è di male, scusa? E' bello, è dolce, di certo molto più portato per i legami di quanto non sia quella pertica decolorata! » commenta, storcendo il naso.
Pertica decolo- ? Oh, Cristo santo!
Mi schiaffo una mano sul viso, spostandola dalla porta ancora aperta per farla sedere sul bordo della vasca da bagno. Nel frattempo, decido di fare ciò che mi ha portata qui. Quindi mi siedo sul WC, tenendomi il pancione e accarezzandolo distrattamente.
« Stai facendo tutto da sola, Charlotte, te ne rendi conto? Io non ho intenzione di mettermi con Alex, lui non ha intenzione di mettersi con me, noi non... porca merda, non so nemmeno perché ti sto rispondendo! » commento, allucinata per l'assurdo monologo che mi ero preparata e tenendomi la fronte con la mano libera.
« Oh, piantala! Lo vedo come ti guarda, sai? Sareste proprio una coppia fantastica! » è il suo commento trasognato. Per renderlo più veritiero, batte le palpebre come una povera stupida, facendomi ringhiare di disappunto.
« Tu vaneggi! »
« Io cerco solo di essere pratica, amore. »
« “Amore” i miei coglioni, passami la carta igienica! » rimbecco, sibilando alla sua risatina divertita e agguantando con stizza il rotolo bianco che mi sta porgendo.
« In ogni caso, non credo tu gli sia indifferente! Ho visto un bel bozzetto sotto ai jeans... » comincia, facendosi il segno sul proprio cavallo dei pantaloni.
« Piantala. » scandisco in un ringhio, serrando la mascella e imponendomi calma per non alzarmi con ancora le mutande calate e strozzarla qui.
Sghignazza, muovendo la gamba a ritmo di chissà quale canzone si sta cantando nella sua piccola mente perversa.
E' davvero senza speranze!
« Sai quando la pianterò, Carrie? Quando prenderai in mano la tua vita, manderai a fanculo il padre di tuo figlio e ti scoperai il suo migliore amico, tipo per sempre. Che ne dici, ti piace? » ribatte, indicandomi ironica con un dito e reclamando attenzione.
Attenzione che, al momento, è rivolta alle piastrelle del pavimento. Mi mordo un labbro quasi a sangue, per evitare accuratamente di darle ragione.
Le cose potrebbero essere molto più semplici di così. Potrei avere questo bambino, dedicarmi ad Alex e guarirgli le ferite che ha sul cuore... guarirle insieme alle mie. In effetti è un quadro che mi piace molto.
Sistemo i pantaloni con una mano, sollevando piano lo sguardo e provando a guardarla in faccia per ribattere. Ma quando lo faccio, per poco non cado a terra. Il sangue nelle vene mi si gela all'istante.
Alex, in tutta la sua assonnata bellezza, se ne sta appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto e un sorriso fin troppo divertito stampato sulle labbra.
« Carrie? »
La voce preoccupata di Charlotte mi raggiunge. Si avvicina, posandomi un palmo sulla fronte e inarcando un sopracciglio confusa.
« Tesoro, stai bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma! Anzi, peggio... Tom DeLonge in tutù rosa! » commenta, ridendo come una cretina alla sua stupida battuta.
Non riesco ancora a parlare, ma per farle capire di chiudere il becco, le afferro la faccia con entrambe le mani, voltandola in direzione dell'uscio.
« Oh. » è tutto ciò che riesce a dire, osservando con un mezzo sorriso la figura sghignazzante di Alex.
« Ma non fate caso a me, continuate pure! » ribatte serafico, scostandosi una ciocca di capelli dal viso e staccandosi dallo stipite per entrare in bagno.
« L-Lex... non devi badare a quello che dice questa cogliona » comincio, spostandomi per evitare persino di sfiorargli il braccio.
« EHI! » protesta Charlotte, pestando un piede per terra.
La ignoro, senza degnarla neppure di uno sguardo. Alex non accenna a mutare l'espressione compiaciuta del volto, rilassato e sorridente.
« Non è che la versione di Charlotte non mi piaccia, ma onestamente di ficcare il mio amichetto dove Jack ha lasciato il suo dolce ricordo » inizia, puntandomi il pancione con lo spazzolino « non mi va' molto! » detto questo, se lo rificca in bocca, piegandosi sul lavabo per sputare una copiosa quantità di dentifricio ormai inutile.
Sono sconvolta.
E' ubriaco, per caso? No, peggio, si è appena svegliato!
« Cosa vuoi dire con questo? »
« Voglio dire che al momento voglio starti accanto. Non so cosa succederà, però mi piace averti intorno. Mi sento me stesso quando sono con te! Ed è una cosa che mi capita con poche persone. Sono quattro, in tutto. E poi, penso che la cosa scuoterà parecchio l'animo insensibile di Bassam. E questa prospettiva, devo ammetterlo, mi piace molto! » scandisce, abbozzando un piccolo sorriso furbesco allo specchio e continuando a fissarmi.
Deglutisco. Sta parlando della sua band, è ovvio. Quindi è anche ovvio supporre che la quarta persona, sia Lisa. Dovrei essere la sostituta della sua ex? Non esiste.
A conti fatti però, lui potrebbe pensare la stessa cosa su Jack. No, è più plausibile che stia cercando di aiutare sia me, che il suo migliore amico, ricavandoci un po' di calore e affetto.
Puoi farlo. Guariscigli il cuore, Carrie. E fattelo sistemare a tua volta. Le più grandi storie d'amore cominciano così.
Dannata coscienza, fai silenzio!
Mi schiarisco la voce, iniziando il discorso con un argomento che in genere evito come la peste. Ma bisogna discuterne.
Charlotte sposta velocemente lo sguardo dalla mia espressione spaesata, a quella decisa e attenta di Alex, poi si defila, usando un caffè da Starbucks come scusa.
« Sono incinta, io... Alex, sono incinta! » esclamo, allargando le braccia come per farlo tornare con i piedi per terra.
Ascoltando le sue canzoni, perdendomi tra strofe di metafore amorose e strazio sentimentale, ho compreso fin da subito l'anima del ragazzo che mi sta di fronte.
Alex è quello che mia madre definiva un “Affamato d'amore”. Ce ne sono tanti in giro, di solito si nascondono dietro facciate fragili di durezza e ironia. Ripensandoci a fondo, questi aggettivi si legano ad Alex con minuziosa precisione.
« Ci vedo benissimo, Carrie. Ma grazie per la dritta! » è la sua risposta sarcastica.
Poi si pulisce la bocca con l'asciugamano e per un secondo, ritorno alla sensazione delle sue labbra sulle mie. Arance rosse mature. Alex Gaskarth.
Jack.
No, Alex.
« Sono innamorata di Jack. »
Poco più di un sussurro, ma lui lo sente benissimo. Sospira, avvicinandosi per sollevarmi il mento con due dita e posare un piccolo bacio sopra al labbro inferiore. Leggero, casto.
Così diverso da quelli di Jack, così dolce.
Reprimo la voglia di piangere, ancorando le mani ai suoi avambracci e chiudendo gli occhi, per godere a fondo di questo contatto.
« Non ti ho chiesto di amarmi, ti ho chiesto di starmi vicino. Come ho intenzione di fare io, con te. » risponde, senza staccare le labbra dalle mie.
Non posso fare a meno di annuire, rapita dai suoi gesti, dalle parole, da qualsiasi cosa riesca a trascinarmi lontano dal ricordo di un ragazzo magro, alto, con un'improponibile capigliatura bicolore e il sorriso più bastardo del mondo.
Respiro il suo profumo, finché la sua voce ancora roca per il sonno, non mi sfiora l'orecchio sinistro, facendomi rabbrividire.
« Oh God, i'm sick of sleeping alone »
Note appena accentuate, tono troppo assonnato per riuscire a rendere l'idea, ma sorrido quasi senza volerlo, e lui se ne accorge. Soffia una breve risatina, prima di incastrare il viso nell'incavo del mio collo.
Anche io Alex, anche io.

  
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