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Autore: ImMargoSpiegelman    14/12/2014    0 recensioni
Dal testo: "Vi rivedi tutti e quattro. [...] Prima, pensi ancora a Lei. Perché ci speri."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei lì, pieno di tristezza, nel vostro appartamento, dove lei non tornerà più.
Ma un po’ ci speri ancora.
Sei, per la precisione, nella cameretta dove fino a pochi giorni fa dormivano Alice e Jacopo.
Ripensi con malinconia a quante volte li hai fatti addormentare, a quante volte li hai portati, già addormentati, o forse no, dal divano del vostro piccolo salottino ai loro lettini, caldi e comodi, a quante volte li hai guardati dormire.
Sei sempre stato allegro e spensierato.
Ora sei pieno di tristezza e malinconia.
Una lacrima, dall’occhio destro, ti scende lungo la guancia, mentre sei seduto sul letto dove fino a pochi giorni fa dormiva Alice, la tua principessa, tua figlia, la tua bambina.
Ti sposti.
Vai sul letto di Jacopo, il tuo ometto. Accarezzi il cuscino, e ricordi quante volte lo hai osservato mentre dormiva, beato e tranquillo. Troppi ricordi, troppo dolorosi.
Te ne vai. Entri in un’altra stanza.
La vostra.
La tua, ti correggi con una fitta di dolore al cuore. Ricordi, anche qui. Ricordi quante volte tu e Francesca avete fatto l’amore, in quello stesso letto, dove adesso dormi da solo.
Ma sei speranzoso.
Vai in cucina. Ti appoggi allo stipite della porta, e rivedi davanti a te delle scene famigliari; Francesca che cucina, tu, con Alice, che prepari il tavolo. Jacopo che vi guarda tutti e tre.
Vi rivedi seduti a tavola tutti e quattro, i bimbi da un lato e voi due dall’altra parte. Ti siedi nel salotto su uno dei due divani biposto che avevate scelto insieme. Ricordi che affiorano, sempre di più, e sempre più dolorosi, nella tua mente. Ripensi anche a quante volte hai sgridato, magari insieme a Francesca, entrambi i tuoi bambini perché avevano litigato tra di loro, o Alice per un brutto voto a scuola, o magari Jacopo perché aveva fatto a botte con un altro bambino, forse perché l’altro lo prendeva in giro. O viceversa.
Un’altra lacrima, dopo le precedenti, cominciate sul letto di Alice, ti rotola lentamente sulla guancia, lasciando dietro di sé una scia bagnata.
Raggiunge il mento.
Cade.
Si sbriciola, schiantandosi contro il pavimento. Molte altre la seguono. Le guardi, ad una ad una, rompersi, così come ha fatto il tuo cuore, ridotto ormai in briciole.
Ti porti le mani sul viso, tentando di frenare il fiume di lacrime che ti cade dagli occhi come una cascata. Non ci riesci.
Lasci che cadano, finché non finiscono perché sei disidratato.
Poi, un po’ per la stanchezza, un po’ per la tristezza, un po’ per tutto, ti addormenti. Ma prima di addormentarti del tutto, pensi ancora a Lei. A Francesca.
Perché ci speri.
 
 
  
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