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Autore: Tsuki 96    14/12/2014    5 recensioni
Mary non solo non ha ancora trovato pace al suo animo travagliato da eventi passati e un posto a cui sentire di appartenere: Laito è impazzito e se inizialmente era riuscita a moderare la sua preoccupazione, dopo più di tre mesi di coma da parte del vampiro non sa più che pesci pigliare; e i fratelli non sono altro che insensibili scansafatiche.
Yui fa del suo meglio per rallegrarla e aiutarla, ma non sa che sotto lo sguardo pensieroso e ansioso della nuova amica si cela ancora quello spirito che non si arrende di fronte a nulla.
Mary infatti nutre ancora speranza, non si dà per vinta; ma i problemi non finiscono lì: altri avvenimenti stanno per accadere, e c'entrano quattro vampiri già incontrati mesi prima.
E incubi, fantasmi del passato non le danno tregua, continuando a torturarla nel profondo.
(NdA: Presenza di personaggi appartenenti al seguito del videogioco, Diabolik Lovers More Blood.)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 2

 

Reiji continuava a tartassarla, mentre lei passava il solito panno umido sulla fronte imperlata di sudore di Laito, ancora sdraiato sul letto, assente e mormorante monosillabi apparentemente privi di senso; Mary sospirò e alla ventesima raccomandazione che doveva stare lontano dai fratelli Mukami, la sua pazienza traboccò, già prossima al limite da prima, in quanto il vampiro in coma aveva avuto una violenta crisi di convulsioni e singhiozzi.

- URUSE1! – la sua voce echeggiò per una buona parte della villa; il vampiro, dinnanzi a quella reazione, rimase a bocca aperta, incapace di formulare frasi o qualsiasi parola di sorpresa o indignazione – Reiji-san, per quale motivo dovrei evitare quei ragazzi? Ruki-san è un compagno di classe, non è razionalmente possibile ignorare la sua presenza o eventuali approcci!

Il giovane ammutolì e s’irrigidì, fissandola sconcertato mentre ella ritornava a prendersi cura del fratello minore; nemmeno si accorse di essere rimasto solo nella stanza, abbandonato cinque minuti dopo dalla ragazza che era uscita in fretta e furia, rischiando di versarsi addosso l’acqua della bacinella: inutile dilungarsi nella descrizione del suo stato d’animo.

Era totalmente sotto stress.

Percorse quell’intricata serie di corridoi come d’abitudine, fermandosi a versare l’acqua nel lavandino di un bagno e risciacquando il contenitore, poi riposto in un ripostiglio più avanti; infine, con l’espressione ancora frustrata, rientrò nella propria camera e si sdraiò esausta sul letto, a pancia in giù, sperando di cadere in un sonno profondo tale da o portarla via da quella situazione o semplicemente migliorarle l’umore.

- Niente sangue oggi, Subaru-kun; non sono in forma…

L’albino si alzò dalla sedia dove si era seduto aspettando che ritornasse, nel frattempo dando un’occhiata ai suoi disegni ordinatamente distribuiti in buste accatastate sulla scrivania; incupitosi, si avvicinò affondando sul bordo del materasso, alla sua destra.

- Daijoubu ka2? – chiese, sfiorando con le dita le punte di alcune sparse ciocche di quei lunghi, scuri capelli.

Ultimamente la fanciulla non raccoglieva più la chioma in quell’elaborata acconciatura con la quale tutti erano abituati a vederla: spesso si limitava a legarli in una coda alta e imprecisa, oppure li lasciava sciolti, mantenendo le due treccine sul lato sinistro e infilando alcune forcine per non avere impedimenti alla vista o ai movimenti; una volta si erano inviluppati in un bottone del cardigan di Shuu, e Mary solo sapeva cosa ne era conseguito…

- Solo stress, non preoccuparti. Starò meglio non appena scorgerò dei miglioramenti – bofonchiò, girandosi in posizione supina; gli occhi erano chiusi, ma non rilassati, e la bocca era contratta in una smorfia di forzata concentrazione.

Poco convinto, Subaru inarcò un sopracciglio, mormorando ironicamente che avrebbero dovuto aspettare secoli purché si verificassero dei minimi progressi; subito aggiunse balbettando che non fosse preoccupato per lei, con un tono tra l’imbarazzato e l’irritato. Mary lo ignorò, aprendo gli occhi per fissare i due cigni sul soffitto: nei suoi pensieri chiamò il gemello; un calore nostalgico la confortò un poco, dopo aver percepito la pacata voce del fratello che le rispondeva rassicurante, lontana.

- Andrà tutto bene – asserì, abbozzando un sorriso rincuorante e più fiducioso; l’albino ammutolì e, nascondendo una lieve incurvatura delle labbra si alzò, teletrasportandosi altrove.

- Fuori uno; Kanato-kun? – esclamò la ragazza, sedendosi e dondolando un poco le gambe, mentre gli occhi si soffermavano sulla finestra sul bancone: una minuta figura era ferma davanti alle vetrate e un secondo dopo si trovava accanto a lei, il peluche stretto al petto e lo sguardo puntato sul pavimento; Mary intese che il trigemino di mezzo non fosse di umore migliore rispetto al proprio (non che fosse una novità…).

- Mary-san, non mi piacciono quei quattro – sussurrò il vampiro, evidenziando le ultime due parole con un timbro di voce particolarmente gelide e sprezzante.

Mi ricorda tanto le reazione di mia madre quando sente parlare di Karl Heinz, pensò lei, cercando di non ridere; ma perché la maggior parte dei fratelli Sakamaki, se non tutti, non vedeva di buon occhio quei benedetti Mukami? Persino Subaru aveva storto il naso e Ayato, figurarsi, si era promesso di stare appiccicato a Yui ventiquattro ore su ventiquattro; ciò nonostante Reiji le aveva confermato che non avessero mai avuto a che fare con loro prima di allora; forse in verità erano a conoscenza di qualcosa oppure l’istinto suggeriva loro che non fossero dei personaggi affidabili? Eppure le vibrazioni che percepiva non erano completamente negative…

Kanato inclinò la testa, osservandola attentamente (tanto da farla deglutire); le domandò a cosa stesse pensando e Mary scelse saggiamente di non commentare e piuttosto soffermarsi su un altro argomento: insieme a Teddy c’era un altro peluche, di dimensioni più piccole e a forma di coniglio; era color panna con il ventre e l’interno delle orecchie foderate da una sintetica stoffa dorata, il collo era ornato da un fiocco bordeaux e due bottoni azzurri per gli occhi, cuciti l’uno con il filo bianco, l’altro con quello nero.

È dannatamente tetro, considerò tra sé e sé la ragazza, sudando freddo nel costatare che il peluche fosse privo di un arto; non negava che fosse comunque un buon lavoro, eccellentemente curato nei dettagli: queste furono le parole riferite al vampiro, che reagì freddamente sbottando di non aver chiesto la sua opinione e voltò la testa dall’altra parte; a Mary non sfuggì la sua espressione soddisfatta.

 

 

La sera seguente, durante quelle decine di minuti concessi per l’intervallo, Mary stava rimuginando sulla pessima sensazione che l’aveva accompagnata generosamente nelle prime ore di lezione, come se la persona dietro di lei l’avesse fissata per tutto il tempo; si massaggiò il collo, punto da quel presunto sguardo, e assaporò per consolazione quel tè al limone che si era procurata alle macchinette in compagnia di Subaru; Reiji aveva severamente raccomandato di non lasciare mai sole le ragazze, eccetto logicamente dentro il bagno (Shuu ovviamente era stato esonerato da tale compito, prigo com’era non gli sarebbe importato granché).

Eppure era convinta che quella stessa sera qualcosa sarebbe andato storto: Ruki Mukami aveva l’aria di essere molto arguto, calcolatore e, se davvero fossero stati interessati a loro, avrebbe previsto l’atteggiamento dei fratelli Sakamaki nei confronti di lei e Yui; quindi, in tal caso, avrebbe dovuto avere un asso nella manica da giocare.

Ebbe presto conferma alla sua ipotesi quando, girando distrattamente gli occhi verso l’esterno dalla finestra, scorse una minuta fanciulla dai capelli chiari e lo sguardo spaurito indietreggiare in un angolo del porticato; davanti aveva quattro figure maschili ben familiari. Dov’era finito Ayato? Li aveva notati precedentemente insieme, mentre si dirigevano verso i bagni; geloso e protettivo com’era, il vampiro in questione non avrebbe mai abbandonata la ragazza in balia dei Mukami.

Si alzò di scatto e, dopo aver lanciato il cartoccio del tè con mira precisa nel cestino, si avviò rapidamente verso quella zona della scuola, borbottando imprecazioni contro gli accorgimenti escogitati da Reiji per “proteggerle”.

 

 

Due occhi color oceano intanto si aprivano assonnati nell’aula di musica: il biondo aveva percepito un profumo di lavanda passare accanto alla porta della stanza e aveva riconosciuto i movimenti affrettati e decisi che l’avevano portato.

- Mendokuse3… - sbadigliò seccato, alzandosi e uscendo con una lentezza invidiabile da parte di una lumaca. Appena fuori, si scontrò con il fratello albino.

- Sai dov’è andata la stregaccia? – gli chiese bruscamente Subaru, con un’espressione infastidita – L’ho persa di vista e non mi sembra molto saggio teletrasportarsi a scuola durante la ricreazione…

Shuu sbuffò, annoiato, negando.

- No. So solo che è passata di qui… Agh, Reiji ci romperà le scatole se lo scopre…

- L’ho incrociato pochi minuti prima, non sospetta ancora di niente… finché Kanato non farà la spia.

- Eh? – fu il verso atono e impassibile di Shuu per chiedere delucidazioni, grattandosi il retro del collo; l’altro vampiro spiegò, irritato.

- Gli ho fracassato la camera! Sai quanto è vendicativo quell’isterico… Non ridere, idiota!

Shuu continuò a sghignazzare.

 

 


1 Uruse: taci, stai zitto
Daijoubu ka?: stai bene?
3 Mendokuse: che seccatura

 

  
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