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Autore: Tsuki 96    07/12/2014    5 recensioni
Mary non solo non ha ancora trovato pace al suo animo travagliato da eventi passati e un posto a cui sentire di appartenere: Laito è impazzito e se inizialmente era riuscita a moderare la sua preoccupazione, dopo più di tre mesi di coma da parte del vampiro non sa più che pesci pigliare; e i fratelli non sono altro che insensibili scansafatiche.
Yui fa del suo meglio per rallegrarla e aiutarla, ma non sa che sotto lo sguardo pensieroso e ansioso della nuova amica si cela ancora quello spirito che non si arrende di fronte a nulla.
Mary infatti nutre ancora speranza, non si dà per vinta; ma i problemi non finiscono lì: altri avvenimenti stanno per accadere, e c'entrano quattro vampiri già incontrati mesi prima.
E incubi, fantasmi del passato non le danno tregua, continuando a torturarla nel profondo.
(NdA: Presenza di personaggi appartenenti al seguito del videogioco, Diabolik Lovers More Blood.)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 1

 

Mary fissava intensamente il soffitto da un’ora; tra le tante cose che odiava, lo svegliarsi irrimediabilmente molto tempo prima del previsto si trovava ai primi posti. E non era la prima volta che succedeva, da quando viveva sotto lo stesso dei tetto con i Sakamaki.

Da metà luglio aveva passato delle notti tumultuose, spesso senza addormentarsi per lunghi periodi, e gli incubi si erano presentati più prepotenti; tutto ciò contribuiva a peggiorarle l’umore, e di conseguenza non si sentiva in vena di scambiare qualche parola con i vampiri o Yui: pensava troppo a Laito, e non era riuscita a contenere la sua preoccupazione.

Distratta, si era pure un po’ indebolita fisicamente e un giorno, affacciandosi allo specchio del bagno prima di una calda e (sperava) rilassante doccia, aveva sgranato gli occhi di fronte al suo pallido e smorto aspetto; solo allora aveva capito il motivo delle occhiate ansiose di Subaru e quelle rattristite di Yui: aveva quindi cercato di riprendersi, riottenendo il controllo delle emozioni e moderando la loro influenza sul suo portamento.

Ma i sogni, quelli come poteva fermarli?

Mary si rigirò nel letto, sospirando, e adocchiò l’orologio sul comodino: mancavano ancora mezz’ora al momento di alzarsi, cambiarsi e prepararsi per il ritorno a scuola; e non sentiva alcuna pietà da parte del proprio corpo a rassicurarle un’ultima dormitina.

- Uffa – bofonchiò, spostando una ciocca di capelli dal viso e assumendo la posizione supina; il fianco si scontrò con un corpo più robusto e, annusando istintivamente l’aria, percepì quel profumo di pulito che la faceva arrossire, lievemente dopo averci fatto un poco l’abitudine.

- Shuu-san? – mormorò, paziente, senza guardarlo; il biondo si mosse per adagiarsi sul su di un lato, in tal modo riducendo al minimo la distanza tra essi.

- Sono qui da più tempo – borbottò a occhi chiusi, con voce impastata dal sonno, e appoggiò la fronte contro la testa della ragazza; aggrottò poi le sopracciglia, imbronciato – avresti dovuto accorgertene.

Vero, pensò la fanciulla, Ari-sensei non approverebbe questa mia distrazione… e Mark mi darebbe una di quelle micidiali testate che solo noi gemelli possiamo rendere…

Il vampiro socchiuse un occhio, osservando cupamente l’espressione pensierosa di lei che lo stava ignorando involontariamente, e grugnì irritato, certo che c’entrasse il pseudo-coma di Laito; avvicinò le labbra al suo orecchio e lo morse con foga.

Mary sussultò, scostandosi bruscamente dal giovane, e balbettò di non ricominciare con i suoi capricciosi tentativi di trattenerla per se stesso: gli effetti collaterali degli ormoni di lui non giovavano al suo cuoricino, essendo troppo timida e pudica; ciò nonostante, Shuu cominciò a “coccolarsela” a modo suo, talvolta mordendole il collo o il braccio per dissetarsi con piccole quantità di sangue.

Infatti, da un paio di mesi il bel biondo era sembrato preferire di gran lunga i baci ai sorsi di quell’aromatico liquido scarlatto, suscitandole un imbarazzo tanto immenso da ridurla spesso in punto di svenimento; ma niente di estremo aveva possibilità di susseguire alla serie di attenzioni rivolte dal vampiro alla ragazza: non appena le mani vagavano troppo vicino al petto oppure al fondoschiena, prontamente la sedia davanti alla scrivania gli volava dritto in testa.

Il giovane si limitò a toglierle il respiro a suon di baci; finché non la udì mugugnare proteste da sotto e, finalmente alzandosi con la schiena, la esaminò: era rossissima in volto, nascosto a malapena dalle mani tremanti di vergogna, e il pigiama scomposto lasciava un po’ scoperto l’ombelico e il décolleté, dove era ben visibile l’unica cicatrice che le era rimasta impressa sulla pelle, risalente al piccolo incidente che aveva subito circa sei anni prima.

Mary respirò profondamente, sussurrandogli che se avesse continuato a dedicarle trattamenti simili prima o poi il suo cuore avrebbe fatto le valigie, lasciandola in balia della sua travolgente persona; il vampiro sghignazzò.

- E che problema c’è, eh~? Non sei stata tu a confessarti? – ribatté con un tono tra lo scherzoso e il provocante, solleticandole i fianchi.

- N-Non significa che tu debba continuare a-a-a… - balbettò lei, fissandolo incredula mentre si ritraeva da quella fastidiosa presa e corrugava la fronte.

- Oooh Shuu~, ti amo così tanto~ Voglio essere tua, Shuu~ - la canzonò lui, sogghignando; la ragazza sentì un nervo pulsare sulla fronte e, sebbene desiderasse abbracciare il materasso e fondersi in tutt’uno con esso, sbatté le mani sulle guance del vampiro, fissandolo accigliata, e intimandogli di piantarla.

Ovviamente il biondo, leggermente seccato da quella reazione, non le diede retta e riprese a stuzzicarla, stringendole la vita con le braccia e avvicinandola a sé in una gelosa morsa; appoggiò le labbra sull’orecchio di lei, soffiandole fredde parole di sadica ironia. La fanciulla, prossima al punto d’ebollizione, rifletté se fosse il caso di lanciargli addosso un armadio e rischiare contemporaneamente la propria incolumità.

- Basta così – la voce gelida di Reiji raggelò la giovane e fece sbuffare il fratello – È ora di prepararsi… non tollero più i vostri clamori, disturbate la quiete altrui, santo cielo! – rimproverò aspramente e, prima di volatilizzarsi, raccomandò di non perdere altro tempo.

Mary si era nel frattempo messa seduta e scambiò un’occhiata d’intesa con Shuu, il quale si sdraiò con le braccia conserte dietro il capo per sonnecchiare, dopo averle rubato un altro bacio piuttosto intenso; come se Reiji avesse parlato con il muro. Ella si alzò, strofinando la bocca sulla manica del pigiama con una smorfia imbarazzata, e si diresse verso l’armadio per recuperare la divisa, chiedendogli di uscire mentre si cambiava.

Ripeté la domanda nel percepire ancora la sua presenza e, appoggiando intanto la giacca e la camicia sulla sedia, si voltò verso di lui e lo richiamò severamente; dopo un sospiro annoiato, il vampiro sogghignò, lanciandole un’occhiata maliziosa.

- E perché non restare a godersi lo spettacolo?

L’armadio piombò impietosamente sul letto.

 

 

Reiji era di pessimo umore e a Mary non sfuggiva il motivo di tanta ostilità nei suoi confronti: certamente, nonostante non avesse un debole per lei, non apprezzava la relazione condivisa con il fratello di cui era profondamente e palesemente invidioso.

E mentre si alzavano, inchinavano e risedevano ai rispettivi banchi, la ragazza si chiese se non avesse potuto fare qualcosa al fine di migliorare quel rapporto fraterno; non pretendeva chissà drastici cambiamenti, manifestazioni d’affetto (addirittura! Sarebbe stato sconvolgente!) o quant’altro, ma almeno di rinstaurare quella reciproca intesa che tutti i fratelli dovrebbero avere.

L’insegnante nel frattempo stava procedendo con un discorso di bentornato dalle vacanze estive e aveva appena annunciato l’arrivo di un nuovo studente nella loro classe; Mary, troppo distratta dai suoi pensieri, non si accorse del secco rumore causato dal solito nervo spezzato di Reiji, che se non fosse stato un vampiro avrebbe dovuto pagare un’astronomica cifra per tutte quelle operazioni che gli avrebbero riassestato suddetto nervo.

Non appena il nuovo compagno mise piede nell’aula, una fulminante sensazione familiare le percorse la colonna vertebrale; la fanciulla alzò lentamente lo sguardo dal foglio do stava scarabocchiando degli spiritelli e lo indirizzò verso il ragazzo che stava scrivendo il proprio nome alla lavagna.

- Mukami Ruki. Yoroshiku1 – disse con voce penetrante e celante un tono di mistero, dopo essersi voltato verso la classe, ignorando i versi gioiosi e soffocati della maggior parte della popolazione femminile; i suoi occhi blu impreziositi da striature grigiastre incrociarono per primi le iridi scure della ragazza, che aggrottò le sopracciglia, riconoscendolo: era uno di quei quattro vampiri con cui si era scontrata in un corridoio della scuola mesi prima…

- Ah, ragazzi, prima che il vostro nuovo compagno si accomodi, vorrei fare un cambio di posti…

Reiji-san sarà mooolto contento, pensò la ragazza, sudando freddo alle vibrazioni negative che percepiva, provenienti dal retro della classe.

Ogni alunno aveva estratto il proprio numero, mentre l’insegnante li disponeva casualmente alla lavagna in una griglia rappresentate la collocazione dei banchi; prima di sistemarsi nella nuova posizione, Mary scambiò due parole con alcune compagne che si lamentavano di quanto fosse faticoso spostare i banchi, adocchiando di tanto in tanto i vampiri: si trovavano vicino alla finestra, Reiji davanti e il nuovo studente dietro; in mezzo doveva posizionarsi ancora un altro alunno, che sarebbe stato vittima di una pesante e tetra atmosfera per tutto il resto dell’anno scolastico che rimaneva.

So già come andrà a finire, fu la sarcastica considerazione tra sé e sé, spostando lo sguardo dal tre (il suo numero preferito – da quel momento il numero traditore!) impresso sul foglio a quello nella griglia sulla lavagna, cercandolo con ansia.

- Meraviglia – commentò con un fil di voce, stressata ma con espressione impassibile, e alzò il banco dirigendosi verso quella trappola; era sicura di aver scorto un ghigno sul volto del nuovo compagno, una smorfia nervosa sul viso di Reiji e, infine, sul vetro della finestra aveva intravisto il proprio riflesso: era davvero felice, come una pasqua.




1Yoroshiku: signfica presumibilmente "Piacere di conoscervi". Penso.

  
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