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Autore: Ninox    14/12/2014    1 recensioni
[Storia partecipante al contest 'Left Behind - Storie di Ruggine e di Abbandono' indetto da -Tsunade- e Ino;Chan]
Con una lettera ingiallita Anne racconta alla sorella Katherine di Centralia, dell'incendio sotterraneo, di Nicholas, dell'infenzione. Salutandola, forse, per l'ultima volta.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giugno, 1962. Centralia, Pennsylvania.


È passato un mese da quando è cominciato tutto. L'incendio, le voragini, le crepe, la cenere, il fumo, l'infezione. L'hanno chiamata così, come una malattia, ma no, non lo è : è di più. 
L'ho vista tante volte, anche troppe forse. Comincia tutto quando si comincia a sputare talmente tanto di quel sangue da poter morire dissanguati, ma quella è la parte migliore. Dopo, come se un animale la stesse divorando, la carne al centro del petto scompare fino a vedere il cuore che pulsa. 
Non si muore, no, o almeno non completamente. Quando gli occhi dell'infetto si rovesciano, del fumo bianco come quello delle nubi che circondano la città gli esce dalla bocca. Gli occhi scarlatti sono l'unica cosa che li distingue dal fumo. 
Si creano delle entità dal nulla. Non sappiamo cosa sono o cosa vogliono. Sappiamo solo che sono diventate talmente tante che ormai dell'intera popolazione restano solo vittime. Mamma, papà, tutti morti, infetti.
Il mio unico sollievo è che tu sei salva, Katherine, fuori da questa città che ormai è più una trappola mortale. 
Sono venute delle persone, per cercare di aiutarci, ma non sono più usciti di qui. 
Sembra che io ed un ragazzo, Nicholas, siamo immuni a questa "infezione".
Stiamo nascosti dentro la casa del sindaco da circa due settimane, ma ormai il cibo è finito e moriremo di fame a breve. 
Le entità girano per la città di giorno, e seppur immuni a questa cosa, abbiamo preferito non uscire. Non sappiamo se possono attaccarci in qualche modo. 
Eravamo in tre, prima, di immuni. Siamo usciti di notte, certi che le entità girassero solo di giorno, ma ci sbagliavamo.
Stavamo per entrare dentro ad una casa, quando Derek, il terzo immune, è stato afferato per i collo da qualcosa. Era un'entità, ma non come quelle di fumo bianco, queste erano fatte di un fumo nero. 
Quella che aveva preso Derek lo ha "baciato", e lui è diventato come loro. 
Io e Nicholas siamo costretti ad uscire, ed ho paura. 
Abbiamo cominciato a camminare. L'aria era irresponsabile per il troppo fumo. 
Mi sono aggrappata al braccio di Nicholas quando ho visto il corpo di papà giacere a terra, con l'abito elegante che indossava solo per il compleanno della mamma al posto della tuta da meccanico. Ho tenuto gli occhi chiusi fino a quando non lo abbiamo superato. 
Ad un certo punto Nicholas si è fermato di colpo. L'ho guardato non capendo, incitandolo a camminare, ma lui rimaneva immobile a fissare davanti a sé. Mi sono voltata per vedere cosa stesse guardando. Erano loro. Il fumo nero e gli occhi rossi. Credo che il mio cuore si sia fermato in quel preciso istante. 
-Andiamo via- ho bisbigliato a Nicholas, ma lui non si muoveva. Poteva essere il panico, ma non mi era sembrato un tipo che si immobilizzava dalla paura. 
L'ho chiamato diverse volte, e quando si è voltato verso di me il mio cuore si è fermato di nuovo. Aveva gli occhi rossi.
Era un di loro e non me ne ero mai accorta. Ho vissuto sotto lo stesso tetto della cosa che temevo di più.
Il problema è che era così convincente, ed anche maledettamente attraente. Mi ero anche presa un cotta, ed avevo sperato di riuscire ad uscire da Centralia insieme a lui. Magari ti avrei rivisto. 
Poi Nicholas mi ha baciata. Ho sentito il fumo entrare dentro la mia bocca e scivolarmi giù per la gola. 
Ho cominciato a piangere, e quando Nicholas si è staccato ho comunicato a sputare sangue. Forse non c'è una parte migliore nell'infezione.
La lettera è piena di sangue, è non credo che la leggerai mai.
Ti voglio bene, 
La tua piccol


La lettera si interrompeva così. Prima che Anne riuscisse a completarla.
Katherine la ripiegò per poi stringerla al petto. Le lacrime scendevano lungo le lacrime rugose. Accarezzò la lettera rovinata ed ingiallita della sorella come se ne sentisse il tocco leggero di Anne. Sul retro, scritto a caratteri cubitali e un pò tremolanti vi era scritto : per Katherine Amanda Monroe, mia sorella.  
Rimpiangeva di essere scappata da Centralia con un uomo che poi aveva scoperto essere spregevole, odiando la propria famiglia che le ripeteva che il suo fidanzato le mentisse soltanto. Però lei ed i suoi pensieri confusi da adolescente l'avevano portata lontano dai suoi genitori e da Anne, togliendole la possibilità di dirle addio. 
Katherine Monroe morì sulla sua vecchia sedia a dondolo con la lettera della sorella stretta al petto, e, forse, riuscì finalmente a rivedere i suoi genitori e la sua piccola peste Anne. 
   
 
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