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Autore: SonSara    07/11/2008    5 recensioni
[Raccolta di shot varie con coppie canon e crack]
- A me, gli occhi
[One Shot]
[InoKiba]
1° classificata al Contest "One song for.. one moment" indetto da Bimba_Chic_Aiko
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Premessa: questa raccolta non avrà un filo logico.
Non aggiornerò in tempi precisi, aggiungerò solo le storie che partecipano ai vari concorsi senza intasare il sito ogni volta con one shot postate a caso. Quindi il tipo di scrittura cambierà ogni volta - questa storia è scritta in century, ad esempio - e tratterrà di coppie crack o canon, magari le stesse anche due volte di seguito.
Insomma, l'unica raccolta senza senso di tutto il sito presumo xD Bene, vi lascio, con la speranza di non postare tante schifezze^^]


3° Classificata a pari merito
Contest Naruto Around the world




Hollywood è, come tutti sanno, la città dell’esteriorità.

Mostra un bel sorriso, comportati da diva, salva le apparenze.
Niente ti può scalfire se ti nascondi dietro a una maschera.
Niente, e nessuno.
Sei quel tipo di persona? Sicuro?
Allora, benvenuto a casa.





La Città Perfetta





Sonset Boulevard, Hollywood, California
18 Febbraio 2009, ore 16:07


«Buona sera, Signorina Yamanaka.»

Ossequioso, un uomo dai capelli biondo scuro e vestito di tutto punto, si chinò davanti a una cliente appena entrata nella sua gioielleria.
Questa si tolse con un gesto teatrale gli occhiali da sole, e sbatacchiò le lunghe ciglia nere.
«Oh, Deidara, mi pareva di avertelo detto. Ormai sono una Signora
Deidara, trotterellando immediatamente vicino alla bella bionda che aveva parlato, notò – e come poteva non farlo – un enorme diamante incastonato in un anello di oro bianco.
«Ooooh
Strillò lui, facendosi aria come pronto a uno svenimento.
La bionda ghignò, mostrando una fila diritta di denti più bianchi del normale.
«Sarò presto la Signora Ino Yamanaka in Hyuuga. Vedi di non scordartelo. E adesso, su, fammi vedere qualche bella collana nuova.»



Beverly Hills, Hollywood, California

19 Febbraio 2009, ore 8:15

«Passami il giornale.»
«Certo, caro!»
Cinguettò Ino, afferrando il quotidiano e porgendoglielo come se avesse in mano una gemma preziosa.
«Neji, tesoro,  stasera c’è la cena di beneficenza a casa di Karin: che dici se ci facciamo un passo?»
Anche se la voce di Ino era serena come l’espressione del suo viso, la tensione e l’imbarazzo nel soggiorno erano palpabili e pesanti come una coltre di nebbia avvolgente.
Neji Hyuuga alzò lo sguardo dalle pagine del giornale, incatenando le iridi azzurre della fidanzata con le sue, color del vetro: un paio di occhi particolari quanti affascinanti che passavano nella sua famiglia da generazione, forse provenienti da qualche avo nel Nord Europa.
Un brivido freddo attraversò la spina dorsale di Ino.
Neji ritornò a concentrarsi sulle news.
«No.»
E Ino, seduta dall’altra capo del lungo tavolo bianco, seppe che non avrebbe mai cambiato idea.
Senza farsi vedere, allungò il the mattutino con della grappa.
Poi sorseggiò dalla tazzina di ceramica sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.
 


Santa Monica, Hollywood, California
20 Febbraio 2009, ore 11:27

«Kakuzu, dammi il tempo di cambiarmi!»
«Sì, ma muoviti. Siamo già in ritardo con le riprese.»
Ino sbuffò, roteando gli occhi.
 Il regista la guardò a lungo, poi si leccò le labbra mentre l’altra sosteneva il suo sguardo, appena infastidita.
Ancora la storia di quella scopata di due settimane fa.
Kakuzu pensa che adesso stiamo insieme, come minimo – pensò scocciata, salutandolo con la manina aperta e sorridendo mielosa.
Indossò velocemente il vestito di scena, e si lasciò truccare e pettinare da mani abili ed esperti.
In meno di venti minuti diventò una quindicenne cheerleader con lunghe trecce bionde e un completino estivo rosso fuoco.
Faceva la classica ragazzina petulante in un altro di quei filmetti per adolescenti.
Anche se la paga era abbondante, Ino non ne poteva più di queste trame tutte uguali. Inoltre il regista era un tirchio terribile, perciò risparmiava su tutto. Anche sul caffè.
«Complimenti Kakuzu! Ottimo film, come sempre. E il copione, ah, fantastico! Non che io ne capisca molto di queste cose!»
Ino esplose in una risatina fanciullesca, mentre il regista si scioglieva davanti ai complimenti di una delle donne più belle del mondo.
Si passò una mano fra i capelli scompigliati, orgoglioso di se.
«Beh, è un talento che avevo fin da bambino. Certo che non ne capisci di queste cose, tu devi solo recitare, sono gli altri che si fanno un mazzo assurdo.»
Avrebbe voluto essere battuta.
Ino rise a scoppio ritardato.
«Dai, smettila o mi farai morire dal ridere. Devo tornare a casa ora, a cucinare per il mio maritino.»
Trillò, ruotando una mano per sottolineare quelle parole.
Kakuzu l’afferrò per i fianchi.
«Dov’è che pensi di andare, tu?»
Nella sala prove non c’era più nessuno, e la voce di Kakuzu era intrisa di ironia e malizia.
Ino valutò le opzioni: dare due di picche al suo attuale datore di lavoro, oppure fare del sano sesso (con Neji non lo facevano praticamente mai) e continuare a professare per lui.
Sorrise, socchiudendo gli occhi.
«Io?» Chiese con il suo tono più innocente. «Da nessuna parte.»



Wiltshire Boulevard, Hollywood, California
21 Febbraio 2009, ore 17: 16

Ino Yamanaka camminava per la famosa via di Hollywood colma di negozi rimanendo in equilibrio sulle scarpe tacco nove verde smeraldo.
L’immagine di sé stessa con un naso rosso e un trucco da clown che camminava su alti trampoli le passò davanti agli occhi come fosse un flashback. Lo scacciò immediatamente.
Rivolse un tenero sguardo alle decine di sacchetti portate dal facchino appena due passi dietro di lei, e strattonò appena il guinzaglio del suo chihuahua a pelo corto, che cercava di raggiungere un barboncino dall’altro lato della strada.
Ino si compiacque di se stessa, sentendo quasi i pensieri dei passanti accanto a lei.
Perfetta. Lei era perfetta.
La bella ragazza bionda che fa carriera, diventa un’attrice hollywoodiana e fa shopping con facchino e un cane vestito da Roberto Cavalli.
Non gli importava che fosse sola.
Nessuna amica a fare compere con lei.
Nessuna famiglia a cui chiedere aiuto.
Nessun uomo adorante ad aspettarla a casa.
Lei andava bene così, con gambe snelle e chilometriche, un sedere sodo, due tette che sfidavano le leggi mondiali sulla gravità e pelle delicata come quella di un bambino.
Afferrò il cellulare dalla borsetta e digitò la chiamata veloce.
«Amore!»
Squittì. Dall’altra parte, silenzio. Ma sapeva che Neji era in ascolto.
«Volevo ricordarti che siamo a pranzo dai tuoi, domani. Sono sicura che tuo padre finanzierà i tuoi fantastici progetti sui nuovi grattacieli a New York! E poi bisogna parlare del matrimonio… bisogna ancora fare la lista degli invitati, ricordi?»
Nessuna risposta.
Idiota! Stronzo! Che figura di merda mi fai fare, eh? Parlo da sola, io? Se non ti degni di rispondere a quel cazzo di cellulare, allora non rispondere neanche, deficiente! – Ino sorrise a denti stretti.
«Allora a stasera, tesoro mio!»
Schioccò le labbra simulando il rumore di un bacio.
La donna perfetta. La vita perfetta.



Sears Tower, Chicago, Illinois
22 Febbraio 2009, ore 13:11

«Hinata, puoi passarmi il sale?»
Una ragazza, con una frangetta scura che le arrivava fino agli occhi, porse silenziosamente il sale ad Ino.
La famiglia Hyuuga al completo mangiava nel più completo mutismo.
 Ino sparse il sale sulla carne calda e fumante.
Hiashi Hyuuga, padre di Hinata e zio di Neji, sedeva capo tavola, mentre il suo fidanzato e la sorella minore di Hinata, Hanabi, erano ai due lati accanto a lui.
Per ultime, venivano lei e la primogenita Hyuuga.
«Caro Hiashi» disse Ino, poggiando entrambe le mani sul tavolo «Neji voleva parlarvi di alcuni progetti… sa quanto sia un bravo architetto suo nipote! Le costruzioni a Hollywood devono a lui la loro bellezza e…»
Hiashi non alzò nemmeno lo sguardo dal piatto.
«Ne parlerò con lui in ufficio.»
Scese di nuovo il silenzio.
Hinata guardò Ino a lungo: poi, quando questa se ne accorse, arrossì e nascose il viso dietro i lunghi capelli corvini.
Il pranzo finì presto.
Neji e suo zio si diressero subito in ufficio, Hiashi due passi avanti al nipote.
Hanabi sparì anche lei dalla vista, invisibile come un’ombra.
Ino si avviò allora in salotto con Hinata, aspettando che il fidanzato finisse di parlare di affari.
Si sedette sull’elegante divano di pelle, notando due tazzine di caffè già pronto sul tavolino di vetro. Allungò un braccio per prenderne una, quando la corvina la bloccò, afferrando con forza le spalle della Yamanaka; Ino sussultò, ma Hinata non la lasciò, anzi, ora la fissava senza pudore nelle pupille.
Anche se le sue mani tremavano come foglie al vento, la sua voce era ferma e sicura.
«Scappa. Tu puoi ancora farlo. Non sposarlo solo per i soldi. È un inferno, non credergli, scappa, ti prego!»
Ino aveva gli occhi spalancati dallo stupore e dallo spavento.
«Ino, andiamo a casa.»
La bionda si alzò di scatto, non appena udì la voce di Neji provenire dall’ingresso.
 «Addio, Hinata. Grazie per il caffè.»
Appena vide il fidanzato, si aggrappò al suo braccio.
Ancora fremeva. Ma lui continuò dritto per la sua strada.
«Che adorabile famiglia hai, tesoro!»



Culver City, Hollywood, California
23 Febbraio 2009, ore 22.07

Ino fece ondeggiare lo champagne nella coppa di cristallo.
Gli uomini nella sala – tutti sposati o fidanzati – le lanciavano occhiate maliziose, soprattutto all’ampia scollatura del vestito blu e alle gambe che lasciava scoperte.
Scappa. Tu puoi ancora farlo.
«Voi dovete essere la splendida Ino Yamanaka, fidanzata del qui presente e fortunatissimo Neji Hyuuga!»
Una voce veemente e profonda la ridestò dai suoi pensieri.
Davanti a lei e a Neji – bellissimo nel suo smoking firmato – era comparso un uomo alto e possente, dalle spalle larghe e dai capelli bruni scompigliati.
Le rivolgeva un sorriso incredibilmente caldo mentre le prendeva la mano, per poi baciarla lievemente.
«Ino, lui è Kankuro Sabaku, il famoso scrittore emergente.»
«Che piacere, Signor Sabaku! Ho sentito molto parlare dei suoi libri.»
«Mi chiami Kankuro, per piacere.»
Le labbra di Ino si sollevarono da sole, come per magia.
«Andiamo. Bisogna che ti presenti altra gente, cara. È stato un piacere, Signor Sabaku.»
Non sposarlo solo per i soldi.
Neji strinse freddamente la mano al regista, poi si allontanò.
Ino gli rivolse un’ultima occhiata, mentre ingollava un sorso di champagne.
«Salve… Kankuro.»
Lo scrittore si avvicinò a lei, baciandole entrambe le guance.
«Arrivederci, Miss Yamanaka.»
Ino, fremente d’eccitazione per quel calore inusuale che le imporporava le gote altrimenti pallide, sorrise di nuovo.
«Mi chiami Ino, per piacere.»
Poi raggiunse Neji, posizionandosi al suo fianco come una cagna fedele.
Lui non sembrò accorgersi della sua presenza, né la presentò a nessuno.
È un inferno, non credergli, scappa, ti prego!



Hollywood Boulevard, Hollywood, California
24 Febbraio 2009, ore 14:27

«Guarda che magnifico Martedì grasso stanno facendo, amore! Perché non ci andiamo?»
Domandò Ino, indicando lo schermo della televisione, dove una calca di persone si affollavano per guardare da vicino i meravigliosi carri divertenti o meno che sfoggiavano in mezzo alla strada.
Neji non le rispose, seduto composto sulla poltrona di pelle bianca.
Teneva nella mano destra un documento, mentre con la sinistra vi scriveva qualcosa sopra, completamente assorto.
«Allora, cosa facciamo oggi se non andiamo a New Orleans?»
Riprovò Ino, spegnendo l’enorme TV a cristalli liquidi.
Lo Hyuuga premette con forza la penna sul foglio, bucandolo.
Era evidentemente arrabbiato.
 Incazzato come una iena – pensò letteralmente Ino.
La ragazza si morse le labbra, accarezzando la corta sottoveste di seta bianca.
 Si alzò dal divano e trottò fino alla poltrona del fidanzato, chinandosi davanti a lui, poggiando il visino sulle sue ginocchia.
Gli rivolse un’occhiata apprensiva, mentre prendeva la mano di Neji e la portava sui suoi lunghi capelli sciolti, in una carezza forzata.
«Dimmi, Neji, c’è qualcosa che non và?» il fidanzato alzò gli occhi dai documenti. Il famigliare brivido freddo non impedì a Ino di continuare: «siamo quasi sposati, ormai. Se c’è qualsiasi, dico qualsiasi, cosa che ti preoccupa puoi tranquillamen…»
Un gesto brusco da parte di Neji la bloccò a metà parola. Il ragazzo la fece alzare, poi la spinse sul divano e si buttò su di lei.
«Zitta, sta zitta.»
Le sibilò all’orecchio in tono gelido, mentre si tirava giù i pantaloni.
«Asp-aspetta, un secondo…»
«Ti ho detto di stare zitta!»
Un’unica mossa, ed era dentro di lei.
Non ricordava facesse così male.
E mentre il fidanzato abusava di lei, nessuna lacrima solcò il bel viso di Ino.
Finse gridi.
Finse eccitamento.
Finse l’orgasmo.
Niente poteva scalfire la sua maschera. Niente, e nessuno.
La sua vita – un perenne Carnevale – non sarebbe mai finita.
«On, Neji, di più! Più forte!»
E mai, lei avrebbe gettato la maschera, ammettendo di aver sbagliato.



Benvenuti a Hollywood.

La città perfetta.


©SonSara




*
Eccomi qui **
Terza classificata a pari merito con la bravissima Kaho_chan nel contest indetto da Wishful Thinking e Milly Malfoy, che ringrazio caldamente e a cui faccio i miei più sinceri complimenti per la loro idea e la loro puntualità.
Saluto anche le altre partecipanti, soprattutto Sakurina che si è classificata prima^^

Piccole note aggiuntive sulla ficcy appena letta: Neji e Ino non sono della serie Shippuden, e le piccole particine di cui è composta la storia rappresentano i sei giorni del Carnevale che poi sfociano nel Martedì Grasso.
Ino è sboccata perchè ha origini molto modeste.
Vostra, SonSara.

Ps: presto arriverà anche il nuovo capitolo di Quella primavera al profumo di giglio!




  
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