Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
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Autore: shesallie    14/12/2014    0 recensioni
scegliere [scé-glie-re] v. (irr.: ind.pres. scélgo, scégli ecc., pass.rem. scélsi, scegliésti ecc., fut. sceglierò ecc.; congiunt.pres. scélga ecc.; cond. sceglierèi ecc.; part.pass. scélto)
• v.tr. [sogg-v-arg]
1. Prendere, tra due o più cose o persone attentamente vagliate, quella più confacente ai gusti o alle necessità
2. Prendere la parte migliore di un insieme di cose, dopo averla separata da quella peggiore
3. Preferire una certa cosa SIN optare
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Calum Hood era in ritardo, era riuscito ad ottenere un ''appuntamento'' con una ragazza, se così poteva definirlo, ed era in ritardo. Cretino, si ripeté prendendo una maglietta a caso dall'armadio e infilandosi gli stretti pantaloni neri. Una mano tra i capelli e l'altra occupata a spazzolarsi i denti. Cretino, si continuò a ripetere. Prese al volo le chiavi della macchina e si precipitò a casa Irwin, scese dalla macchina quasi correndo e si bloccò davanti la grande porta marrone. Aggiustò la maglietta e prese un lungo respiro, guardò l'orologio. 11:00. "Cazzo" imprecò sottovoce prima di suonare il campanello e iniziando a pensare a qualche scusa che reggesse, ma prima che riuscisse a pensare a qualcosa di sensato Alexis aprì la porta ritrovandosi davanti un Calum troppo impegnato a pensare cosa dire per accorgersi di lei. Alexis finse un colpo di tosse riportando l'attenzione del ragazzo su di se. "Oh, sei qui, buongiorno!" sorrise Calum accorgendosi della ragazza davanti a lui. La osservò e non riuscì a non pensare a quanto fosse carina con la sua camicetta a quadri e i suoi jeans chiari, i capelli perfettamente arricciati e la frangetta senza neanche un capello fuori posto, le labbra carnose erano colorate di rosso e i grandi occhi azzurri non erano coperti dai buffi occhiali neri. "Sei in ritardo" puntualizzò Alexis osservando il ragazzo. Si chiese se gli strappi alle ginocchia servissero per far respirare le sue gambe strette nei pantaloni neri.  "Mi dispiace, possiamo fare una passeggiata se ti va, sempre se non hai deciso di-" Alexis scoppiò a ridere notando Calum in difficoltà. ''Stavo scherzando, non fa nulla, andiamo dove vuoi'' Calum le sorrise e fece strada verso la macchina.  "Allora c'è questa caffetteria che fa i migliori cornetti di Sydney e non vedo l'ora di potertene offrire uno" Alexis alla parola cornetti sentì il suo stomaco brontolare e annuì con foga pensando ad un buon cornetto alla nutella. "E cornetto sia!" affermò salendo in macchina.

**

La camera di Clare era il riflesso della sua personalità, i quadri ben appesi riprendevano il suo essere perfezionista, le pareti chiare la sua tranquillità e i libri perfettamente posizionati sulla scrivania le ricordavano che era lì per un solo motivo: studiare. E lei studiava, studiava il lunedì, il martedì, il mercoledì, studiava persino il sabato ma quella mattina non aveva proprio voglia di farlo ed esisteva anche un motivo. Quel motivo si chiamava Michael. O meglio, la musica di Michael.Il ragazzo che ormai era costretta a vedere ogni giorno per il prossimo anno quella mattina aveva deciso di riempire casa Clifford con note di qualche canzone che a Clare non piacevano proprio, anzi detestava. Tutto quel casino la distraeva dal suo studio e le causava un forte mal di testa, così senza pensarci due volte aprì la porta della propria camera ed entrò con furia in quella di Michael "Potresti abbassare il volume? Non riesco a studiare!" Clare urlò per sovrastare il volume della musica. Non avrebbe mai dovuto mettere piede in quella stanza, quello che si ritrovò davanti era una scena tanto imbarazzante quanto divertente. Michael era intento a fare chissà cosa sotto le coperte e Clare lo aveva proprio beccato. La guardò spalancando gli occhi e uscendo immediatamente le mani da sotto il lenzuolo bianco, aprì la bocca cercando di dar fiato a qualche parola ma prima che una singola parola potesse essere pronunciata Clare arrossì e scappò a rintanarsi in camera sua. Michael guardò sotto il lenzuolo e sospirò sprofondando la testa nel cuscino. Sono un coglionePensò alzandosi e iniziando a cercare i boxer che aveva lanciato da qualche parte. Passò in bagno per lavarsi le mani e corse in camera di Clare. Bussò prima di entrare, proprio come avrebbe dovuto fare Clare, ed entrò trovandola ancora rossa dall'imbarazzo intenta a far finta di studiare. "Clare ascolta, posso spiegare, non è come sembra" disse Michael cercando di trovare una scusa per quello che la ragazza aveva appena visto. "Michael esci fuori per favore, sto provando a studiare" rispose Clare tenendo gli occhi puntati sul libro. Michael si avvicinò toccandole una spalla e Clare saltò quasi in aria dallo spavento. "Michael, non toccarmi, non dopo quello che hai fatto con quelle mani" Clare guardò Michael con un espressione quasi di disprezzo. "Oh andiamo" Michael continuò a guardarla per poi arrendersi e uscire dalla stanza sbattendo la porta, una volta uscito abbassò il volume dello stereo e Clare tornò al suo studio.

**

Calum aveva ragione quelli erano proprio i cornetti migliori di Sydney, Alexis aveva appena finito di gustare il suo (fantastico) cornetto alla nutella quando vide Calum alzarsi e avviarsi verso la cassa, non fiatò, non pensava fosse giusto che Calum pagasse la sua parte ma non valeva la pena iniziare una discussione su chi dovesse pagare cosa, non quando la mattinata stava procedendo così bene. Calum tornò da lei in un baleno rivolgendole uno dei suoi migliori sorrisi. "Quindi cosa vogliamo fare adesso?" Chiese curioso non vedendo l'ora di riuscire a passare ancora del tempo con lei. Alexis alzò le spalle non sapendo cosa rispondere, c'erano tanti posti che voleva visitare, così tanti che non sapeva da dove iniziare. "Ho deciso ti porto in un posto!" Esordì Calum quasi urlando, prendendole una mano e trascinandola verso la macchina. Alexis ridacchiò alla reazione del ragazzo e si precipitò in auto. Calum partì immediatamente e non appena schiacciò l'acceleratore in un lampo la curiosità di Alexis si accese. "Dove mi porti?" Chiese abbassando il volume della radio facendo smettere di canticchiare Calum. "Uff questa canzone non me la farete mai ascoltare per bene!" Rispose mettendo su un adorabile broncio che fece ridere Alexis. "È un segreto" rispose subito dopo ri-alzando il volume della radio e iniziando a cantare a squarciagola la canzone. Il tragitto non durò molto, dopo 20 minuti erano già arrivati, Alexis scese dalla macchina in fretta curiosa di vedere dove l'avesse portata e Calum raggiunse il suo fianco in pochi secondi. Alexis si guardò in giro meravigliata, non si ricordava di aver segnato questo posto nella sua cartina ma non appena tornata a casa avrebbe dovuto assolutamente farlo. Intorno c'erano solo alberi, tanti alberi, grandi e alti alberi e il verde. Un prato immenso con qualche panchina sparsa qua e là. Il tutto era completo di un adorabile stagno con qualche piccola rana che saltellava di foglia in foglia.  Calum guardò con la coda degli occhi Alexis e fu felice di essere stato lui la cause di quel sorriso. "Alloooora, ti va se ci sediamo e chiacchieriamo?" Propose imbarazzato Calum, Alexis annuì e si avviarono verso la panchina più vicina. "Facciamo un gioco" propose Alexis lasciando Calum sbalordito dalla proposta insolita di Alexis. "Non so come funziona qui in Australia, ma noi a Londra di solito facciamo questo gioco che consiste in farsi 20 domande, così possiamo conoscerci meglio" spiegò Alexis guardandosi le mani imbarazzata. Calum annuì ridendo."Sai siamo in Australia, non in un altro pianeta, conosco questo gioco" "Non prendermi in giro e inizia tu!" Calum pensò qualche secondo a cosa chiederle per poi domandarle la cosa più banale di tutte.  "Quanti anni hai?" Alexis rise per la scelta della domanda "19, tu?" "19. Cosa ti piace fare?" "Oh, mi piace dormire, mi piace tantissimo dormire" Calum rise scuotendo la testa. Era il turno di Alexis. "Sei asiatico?" Chiese Alexis, era una domanda che la tormentava dal primo momento in cui lo vide.  "Cosa? Oh dio, cazzo, no, voglio dire niente contro gli Asiatici, sono dei grandi con le loro invenzioni e tutto ma no, non sono asiatico" rispose Calum trattenendo una piccola risata. "Come mai sei qui?" Chiese Calum, la sua curiosità stava aumentando e non vedeva l'ora di sapere ogni piccola cosa di quella ragazza. "Au pair! Sono qui per prendermi cura del piccolo Harry" Calum annuì, aveva capito che in qualche modo era qualcosa legata ad Harry.  "Cibo preferito?" Chiese Alexis aggiustandosi la frangetta. "Semplice, pizza!" Affermò Calum, Alexis annuì concordando la scelta. "Okay adesso passiamo ad una domanda seria, una di quelle che segnano l'inizio o la fine di una relazione" iniziò Calum con tono serio. "Football o calcio?" finì guardando seriamente Alexis che con fare deciso rispose prontamente "assolutamente calcio!" accompagnando la risposta con una piccola e adorabile risata. Calum le schiacciò un occhiolino per poi stringere la ragazza in un piccolo ma soprattutto imbarazzante abbraccio. La mattinata proseguì così, tra domande stupide e risate.  Erano le 14.00 quando Alexis tornò a casa con un sorriso stampato sulle labbra e un nuovo numero in rubrica che non smetteva di fissare.

   
 
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