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Autore: Wanttofly_    14/12/2014    1 recensioni
Peccatori, bugiardi, amanti.
Quanto possono far male le bugie?
Quanto scavano a fondo in una ferita che non si può rimarginare?
{Ziam}
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Take me to Church.

 
Londra era invasa da clacson infuriati ed insistenti, che incessantemente non smettevano di suonare da più di due giorni.
Le ragazze impazzite urlavano chi di gioia e chi di rabbia sui marciapiedi, ancora sotto shock per aver respirato per qualche secondo la stessa aria dei loro idoli.
C’è chi affermava di sentirsi male, chi tremava e chi addirittura diceva di aver sentito il loro odore. Inutile dire che solo parte di tutto ciò era vera.
I One Direction a Londra non erano poi così una novità, carne cotta e ricotta sulla stessa brace: notizie già sentite, personaggi già visti. Ma nonostante la quotidianità imponesse che tutto ciò fosse ormai, dopo quattro anni, diventato noioso e sorpassato, l’onda di fama di questi ragazzi non li lasciava mai, rompendo ogni regola logica che fino ad allora aveva accompagnato quella città.
Da circa due ore infatti Louis, Harry, Niall, Liam e Zayn erano seduti stretti stretti sullo stesso divano bianco, annuendo, ridendo di gusto e sorridendo falsamente quando si richiedeva l’occasione.
Ellen DeGeneres sorrideva davanti ai volti giovani ma ormai esperti di quei cinque ragazzi.
A loro volta loro sorridevano verso di lei. L’unico con gli occhi spenti e persi era Zayn che al contrario degli altri non reggeva più tutti quei castelli di bugie su cui continuavano a vivere. Non perché fossero scomodi o cosa, al contrario ci avrebbe continuato a vivere per anni se il destino lo avesse voluto, solo che negli ultimi tempi avevano iniziato ad essere spigolosi e appuntiti.
Una regola ferrea che non gli permetteva di essere se stesso. Vedeva i suoi migliori amici subire le conseguenze di quella “legge” e lui stesso poteva contare quante ferite avesse su tutto il corpo, per non parlare poi del cuore.
-Allora Zayn!- esultò sorridente Ellen prendendo in causa il ragazzo che si impose di sorridere e sembrare il più disponibile possibile, -Ho saputo che purtroppo le nozze con la tua bella fidanzata, che per altro è stata qua qualche settimana fa, sono state posticipate-
Sentì le vene diventare più strette, la bocca secca e la voglia di scappare cresce dentro di lui, -Si, siamo entrambi molto impegnati-
-L’importante è l’amore non il giorno, giusto?- replicò lei causando l’ennesimo colpo a quel ragazzo così fragile.
I suoi occhi passarono a quelli di Liam in un secondo, un secondo ricco di significato. Liam strinse le labbra, probabilmente tenendo stretta la lingua fra i denti, gli occhi più cupi, persi, spenti.
Lo guardò senza alcun problema, favorito dal fatto che per le telecamere sembrava che stesse guardando la conduttrice e non il ragazzo.
Secondi insignificanti, non sentiti, ma che per loro due erano l’ennesima sconfitta.
-Giusto- rispose, non c’era alcunché nella sua voce che potesse anche solo avvicinarsi al sentimento di cui Ellen aveva parlato.
-Bene, signori e signori questi erano i One Direction! Un grande applauso!- e così come tutto era iniziato con gran frastuono e confusione era anche finito.
Aspettarono che il programma entrasse in pubblicità e poi si fiondarono fuori dagli studi.


L’aria era sempre quella di qualche ora prima, nulla era cambiato: le grida ancora accese e gli automobilisti ancora adirati per tutto quel traffico insensato.
I ragazzi salirono veloci in auto e poco dopo iniziò la lunga marcia verso l’hotel in cui avrebbero dormito.
-Tutto bene?- domandò Niall a Zayn che aveva appoggiato la testa al sedile e con gli occhi aveva preso a guardare fuori dal vetro oscurato.
Sorrise al biondo, per quanto gli fosse possibile, e poi tornò a guardare Londra sfuggire veloce sotto i suoi occhi.
L’albergo era molto lussuoso, come del resto tutto ciò che la casa discografica gli offriva, ma a loro poco importava. Avrebbero pagato oro per poter avere un affetto diverso da quello che si poteva ricevere con soldi e contratti.
Zayn si assicurò che nessuno di indiscreto li stesse guardando e non appena fu sicuro di non correre alcun pericolo sfiorò la mano di Liam.
Era tutto il giorno che desiderava stringerla.
Il moro si voltò verso di lui, insicuro o spaventato da quella ricerca di affetto da parte del ragazzo.
Ma quando gli occhi si incontrarono non c’era nulla che li ferisse di più della loro lontananza. Ad un manciata di millimetri, stretti uno affianco all’altro in quel corridoio, erano lontani.
Zayn emise un lamento gutturale, uno di quelli che assomigliano al verso di un animale in gabbia, poi preso da un attimo di foga superò tutti gli altri.
-Zayn!- provò a chiamarlo Liam. Mentre il senso di colpa aumentava.
Si sentiva minuscolo in confronto a Zayn, non era lui che cercava di rompere gli schemi, non era lui che ogni volta rischiava qualcosa.
E quando era il momento delle bugie, si lasciava morire dentro in silenzio. Troppo educato, troppo timoroso, per tentare davvero di ribellarsi.
Niall semplicemente si passò una mano fra i capelli biondi, mentre Louis e Harry che si tenevano per mano da quando avevano svoltato l’angolo del corridoio, si voltarono a guardarlo preoccupati e forse un pizzico accusatori.
Liam abbassò lo sguardo, non gli serviva qualcuno che gli ricordasse quanto fosse codardo.
-Buonanotte ragazzi- disse solo, prima di superarli e cercare di raggiungere Zayn.
Aumentò il passo man mano che la camera del moro si avvicinava, così come aumentava il battito del cuore ad ogni centimetro in meno.
Arrivò alla numero 340 e senza nemmeno bussare entrò. Esitò un secondo quando trovò la camera a luci spente.
-Zayn?- tentò. Ma ciò che sentì fu solo la sua voce che riempiva la camera, -Sei qui?- provò ancora.
Silenzio.
Ciò che si meritava.
Abbassò gli occhi a terra, dove la luce del corridoio illuminava la moquette scura, affranto, deluso, triste.
Fece un passo indietro, ma prima che potesse chiudere dietro di se la porta bianca, -Sono qui- disse quella voce che avrebbe riconosciuto tra mille e mille.
Deglutì un paio di volte e poi rientrò, questa volta chiudendo per bene la porta. Prese un respiro profondo e poi si avvicinò a letto, lo superò e trovò il corpo snello e slanciato di Zayn seduto a gambe incrociate accanto al comodino con la testa appoggiata sul materasso e una sigaretta fra le labbra.
Stupidamente lo trovò incredibilmente attraente, ma quello non era il momento giusto.
-Scusa- si sentì in dovere di dire.
Silenzio.
-Di cosa? Di seguire quelle stupide regole? Di non provarci nemmeno o per qualcos’altro?- domandò allora Zayn facendo vacillare la stecca di tabacco sulla bocca.
-Di tutto...- sospirò Liam, -Credimi ci sto provando, sto davvero cercando di fare la cosa giusta-
-Mentire a tutto il mondo non è la cosa giusta-
lo interruppe l’altro, -Dimmi solo qual è il problema-
-Non c’è un prob-

-Si che c’è, perché altrimenti non staremmo litigando, un’altra volta; perché adesso saremmo sul letto insieme a dormire, o a tenerti per mano, e invece no, quindi dimmelo-
bruciò nel posacenere l’ultima parte della sigaretta e poi si alzò in piedi, -Sono io? Liam dimmelo. Sono io il problema?-
-Cosa?-
si sorprese l’altro, -No, no no, tu.. tu sei perfetto-
-E allora cosa?-
-Io non ci riesco a sentirti parlare di Perrie così, o parlare di amore quando nemmeno la sopporti, non ci riesco- disse tutto d’un fiato, -Non riesco a guardarti e vederti come un amico, e non riesco a sopportare l’idea che potrebbero obbligarti davvero a sposarla un giorno-
-Non lo farei mai, lo sai- rispose Zayn avvicinandosi.
-Si ma lei è-
-No- lo interruppe avvicinandosi ancora e accarezzandogli dolcemente una guancia, -Non voglio nessun’altro se non te-
Liam lo guardò dritto dritto negli occhi senza più fiatare.
-Promettimi che ci saremo io e te in quella chiesa-
-Ti prometto che ti poterò in chiesa e ti sposerò davanti a tutto il mondo-
respirò sulle sue labbra per un secondo.
Poi Liam cedette perché  non avrebbe potuto fare altro, cedere all’amore, cedere a Zayn; poggiò le sue labbra calde sopra quelle screpolate del moro e per la prima vera volta decise di crederci: si sarebbero concessi una vita insieme, davanti a dio, davanti al mondo, come peccatori e come amanti, magari all’inferno ma liberi di amare ed essere amati
Take me to church”. 
   
 
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