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Autore: Sebs    15/12/2014    1 recensioni
In The Flesh AU!
Kieren è un ragazzo comune, che lavora in una piccola libreria impolverata e ignorata di Roarton. Le sue giornate sono scandite dal lavoro, la lettura e la pittura.
Fino a quando un ragazzo con un leggero accento irlandese, un fuggitivo secondo Kieren, arriva nella piccola città.
E, come prima cosa, entra nella più piccola ed impolverata libreria di Roarton
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Amy Dyer, Kieren Walker, Simon Monroe, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La famiglia
Kieren non era mai stato un bambino socievole.
Quando era piccolo, parlava con solo due bambini, il suo migliore amico e Jem. Non ricordava neanche come era diventato amico di Amy. Probabilmente, piaceva ad Amy, e lei aveva deciso di tenerlo.
Jem era sua sorella. Aveva tre anni quando Jem nacque, e ricordava appena come fosse la vita da figlio unico, per il resto, ogni cosa che faceva, Jem era sempre con lo sguardo fisso perso su di lui.
Di certo, ricordava come era preoccuparsi di una sorellina così minuta.
I parenti dicevano che doveva tenerla d'occhio, e che quando meno se lo aspettava, sarebbe diventata una bella signorina e avrebbe avuto un sacco di fidanzati. Così la situazione si capovolse: da Jem che guardava rapita Kieren, ora c'era Kieren che correva dietro di lei, dai suoi primi passi fino ad accompagnarla agli appuntamenti con la sua comitiva. Ma ora che Jem era all'ultimo anno di liceo, le cose si erano complicate.
Jem aveva questa mezza idea, adesso, di entrare nell'esercito; ed era tutta colpa dell'idiota che frequentava al tempo.
Il suo nome era Gary, ed era tutto ciò che Jem non era: alto, stupido, irritante, con la voce nasale. Jem invece era piccina, con i capelli lunghi e aveva questa vocina un po' acuta, ma non stridula, che faceva tanto ridere Kieren quando erano bambini.
E poi, Kieren ce l'aveva con lui perché, oltre ad essere uno stupido poliziotto che vantava di essere stato in guerra quando invece non aveva mai tenuto un fucile in mano, lo aveva preso in giro per tutte le medie e i primi anni del liceo, fino a quando aveva scoperto che stare insieme a Jem avrebbe irritato Kieren ancora di più.
Kieren ogni tanto se lo ritrovava in casa, soprattutto a cena, quando i loro genitori avevano delle riunioni o dei turni di notte.
-Ehi, Walker,- iniziava sempre così, a volte prima, a volte dopo aver tolto le scarpe e incrociato le gambe sul loro divano. -Come sta il tuo amichetto?
-Kendal, non rompere.
-Avanti, fratellone. Non essere sempre così nervoso. Vedi Gary come è tranquillo?
Kieren pensò che Gary era davvero molto tranquillo, stravaccato sul divano a fare zapping perché era troppo pigro per aggiustare la tv del suo bugigattolo.
-Walker, lo prendi tu il telefono?
-Pronto?
-BFF! Cosa stai facendo? Perché non sei a lavoro?
-Ho chiuso un po' prima, oggi.
-Ti avevo chiamato lì e non hai risposto, e temevo che avrebbe risposto quella irritante di tua sorella. Sapevi che mi odia?
-Jem non ti odia, Amy.
-Sì che la odio!
-Jem, non complicare la vita, okay?
-C'è il tizio puzzolente, ci scommetto la paga di questo mese.
-Già.
-Che ne dici di venire qui? Noi ci si annoiava.
-Il tempo di arrivare.
-Sai, Kier,- sussurrò Amy. -Credo che Simon sia innamorato perso di me.
-Mi fa piacere, Amy.
-Lo so, sono stupenda.
 
Amy salutò Kieren e uscì dalla sua camera. Simon stava aspettando sull'uscio della sua, e vedendo Amy così entusiasta capì che Kieren sarebbe arrivato a minuti. Ciò lo fece sentire meglio.
Kieren aveva l'aspetto di un folletto, di quelli delle storie che gli raccontava sua madre. Aveva anche i capelli rossicci come i suoi. Simon aveva preso i capelli da suo padre, purtroppo. Non aveva neanche quel dettaglio a ricordargli sua madre.
-Sta arrivando. Vado a mettere un'aranciata in frigo.
Simon si fece da parte, e Amy scese le scale, dirigendosi in cucina.
La sua camera era un disastro, nonostante fosse lì da un paio di giorni. Stava cercando un lavoro, quindi c'era il giornale di Roarton sparpagliato per la stanza, degli appunti sui libri di Salinger e Whitman (Amy aveva tantissime matite, sebbene non sapesse disegnare come Kieren, come ammetteva lei stessa) e i pochi spartiti che aveva comprato in America.
Perché nel grande zaino di Simon c'era anche una chitarra.
Era sul punto di accartocciare le pagine di giornale inutili, quando sentì un tonfo al piano di sotto.
-Amy? Tutto bene?
Scese di sotto, ma Amy non era lì. Andò in cucina, e scorse del liquido arancione che scorreva sul pavimento. Aranciata.
-Amy?
Amy boccheggiava, immobile e con il viso in fiamme.
Indicava un punto sul pavimento, e Simon precipitò sul cilindro verde, lo raccolse e lo passò ad Amy. Lei afferrò il broncodilatatore e inspirò. Iniziò a respirare di nuovo. Simon aspettava, massaggiandole la schiena.
-Meglio così? Amy?
-Grazie. Il mio fantastico cavaliere con l'armatura lucente.
Simon prese il viso di Amy tra le mani. -Va meglio?
-Sì. Ti occupi di pulire, mentre vado a comprare l'aranciata?
-Tu non vai da nessuna parte.  Stenditi sul divano.
Prese una sua mano e l'accompagnò in sala. Tra i bracciali scorse uno di plastica, sottile, mezzo nascosto dagli altri, fatti di perline. Un bracciale da ospedale.
 
Kieren arrivò a casa di Amy e non suonò neanche il campanello che la porta si aprì davanti a lui.
-Sei già qui! Io vado a comprare da bere. Tu fai amicizia con Simon, okay?
Simon arrivò subito dopo di lei.
-Amy, sicura di stare bene?
-Sto benissimo!
-Cosa è successo?
-Credo sia stato un attacco d'asma, ma ci siamo spaventati un po'.
-Hai ancora il broncodilatatore in ogni camera?
-Sì, certo.
Amy si allontanò salutandoli, e Kieren chiuse la porta.
-Soffre d'asma da quando era bambina, dovrebbe essersi abituata, ma si spaventa ancora quando capita.
-Ma... sta bene?
-Sì... insomma, sì, non è grave. Finché ha quel coso, va bene.
-Mi dispiace.
A Simon tremavano le mani. Si sentì in colpa. Amy si era preoccupata per lui, appena arrivato lì, e lui non aveva neanche chiesto se poteva fare lui qualcosa per lei.
-Ci vuole tempo. Ti sembra di conoscere Amy, ma a volte non è così. Devi entrare a far parte della sua famiglia per sapere tutto.
-Chiaro.
Kieren lo guardò fiducioso, e Simon sorrise d'istinto, guardando le fossette appena accennate sulle guance di Kieren.
-Ci sei vicino, però, -lo rassicurò Kieren, dondolandosi e spingendo appena Simon sulla spalla con la sua. Simon si accorse che le sue mani non tremavano più, e i palmi erano rossi e un po' sudati.
 
Amy stava per uscire dal supermercato, quando l'allarme antifurto iniziò a suonare.
-Andiamo, ho anche lo scontrino!
Il cassiere riprese la bustina, e chiese scusa ad Amy per averla spaventata.
-Tranquillo, è giornata.
-C'è qualche problema, per caso?
-Ciao, Philip. No, è stato un errore mio. La signorina è in regola.
-Sentito, Wilson? Tutto regolare.
Amy uscì, urtando una spalla contro la sua.
Uscì in strada, ma Wilson la seguì.
-Dyer! Ti ho visto con un cane oggi pomeriggio o sbaglio?
-Sbagli. Sono uscita a passeggiare con diversi cani.
-Sai che non puoi?
-Non mi interessa.
Wilson prese il braccio di Amy, per fermarla. Casa sua era a pochi passi di distanza.
Quasi come la distanza tra loro. Poche decine di centimetri.
-Potrei farti una multa. Farti licenziare.
Amy si avvicinò. -Devi solo provarci, -gli sussurrò. -Toby sarà felice di poterti finalmente mangiare la testa.
Liberò il braccio ed entrò nel vialetto di casa. -Visto che ti fanno tanta paura i cani rabbiosi, buuu!
  
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