Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: gleebrittanastories    15/12/2014    4 recensioni
Argentina-1979
Dal testo: "Avete presente nei film, quando il protagonista va a sbattere contro una donna bellissima che puntualmente ha seimila cose in mano che si spargono nei cinque metri circostanti? E, nel mentre raccolgono il tutto, hanno il tempo di parlare e di innamorarsi e tutto sembra così facile e bello e destinato ad essere facile e bello per sempre? Beh, per me e Santana non è stato neanche lontanamente così. Nella nostra storia d'amore non c'è stato tempo per l'amore anche se è quello che ci ha fatto andare avanti."
Genere: Azione, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avete presente quando hai la netta sensazione che stia per accadere qualcosa di brutto e puntualmente accade, ed è anche più brutto di quanto temessi? Benissimo, io avevo quella sensazione. Ma ripartiamo da dove eravamo rimasti.

Avevo ritrovato Blaine e anche abbastanza intero, con qualche cicatrice nuova ma non era rimasto coinvolto come me. Mi scusai con lui talmente tante volte da dimenticare il motivo per cui mi scusavo. Lui naturalmente cercò di rassicurarmi e ricambiò sorridente tutti i miei abbracci. Smisi di piangere solo dopo parecchi minuti, soprattutto perché mi ricordai della persone che ci stavano guardando. Eravamo in una sorta di salotto in quella che era una specie di succursale dell'associazione di Santana. Era un appartamento con le finestre al livello della strada e, per forza di cose, oscurate. Mi feci raccontare tutta la storia, di come il mio migliore amico fosse finito lì.

"Quando mi sono accorto di averti persa stavo per tornare indietro ma in quel momento ho sentito la granata, o quello che era, esplodere. Per fortuna una colonna portante mi ha fatto da scudo. Ho aspettato a vedere se succedeva ancora qualcosa ma la situazione sembrava essere tornata tranquilla e sono tornato indietro a cercarti"

"Non l'avresti mai trovata. Dopo tutti questi anni ho un certo colpo d'occhio ma Brittany era talmente coperta di macerie che probabilmente ci saresti passato accanto senza vederla" intervenne Santana, seduta accanto a me su un divanetto che aveva visto giorni migliori.

Non lo disse per darsi delle arie, quella era la pura verità. Pensai a quanto fossi stata fortunata. Ad essere stata salvata da lei, e ad averla conosciuta.

Feci segno a Blaine di proseguire.

"Ho vagato un po' e poi ho trovato l'uscita. Non mi rimaneva altro che sperare che tu fossi viva, se fossi rimasto lì  probabilmente mi avrebbero preso e non avrei avuto più speranze di ritrovarti. Tutti i negozi e i portoni erano chiusi e non c'era anima viva in giro. In quella zona sapevo abbastanza orientarmi, dato che avevamo fatto un sopralluogo in quella parte di città il giorno prima, ma non sapevo dove andare. Trovai una specie di locale con la saracinesca mezza aperta e decisi di rischiare, bussai" bevve un sorso d'acqua dal bicchiere. Approfittai di quella pausa per appoggiare la testa sulla spalla della latina che non sembrò avere nulla in contrario. Sorrisi vedendo Kurt che guardò Mike, così si chiamava il ragazzo orientale, come a dire "te l'avevo detto". Probabilmente quest'ultimo non gli aveva creduto riguardo al cambiamento di Santana di cui mi aveva parlato Quinn.

O forse avevo frainteso tutto.

"Per fortuna sbucò Will da lì sotto, un uomo gentilissimo a cui decisi di raccontare la mia storia. Lui mi disse di non conoscere i propri genitori e di essere stato adottato da una coppia argentina. Abbiamo fatto una passeggiata fino a quando un uomo l'ha visto e ha cominciato ad urlare. Ci ha inseguiti e dopo un po' ha aperto il fuoco su Will colpendolo alla schiena per poi scappare. Non so perché l'abbia fatto, Will prima di perdere conoscenza ha fatto solo in tempo a dirmi di portarlo all'ospedale abbandonato. Non capii come portarlo in un ospedale abbandonato avrebbe migliorato la situazione ma obbedii"

"Non mi stupirei se quell'uomo avesse sparato senza motivo, o per una sciocchezza. Ormai è questa la routine" commentò amara Santana, la quale mi aveva passato nel frattempo un braccio intorno alle spalle. Blaine annuì e riprese a raccontare. Dovevo ammettere che tra lui e Quinn se la giocavano come narratori.

"Arrivato non seppi bene cosa fare. Optai per lasciare Will in vista e provare a chiedere aiuto urlando da dietro un muretto. Arrivò una ragazza asiatica che portò subito il mio amico dentro. Sperai di averlo lasciato in buone mani e stavo per andarmene quando Mike, che stava uscendo in quel momento, mi vide. Aveva una faccia affidabile e non scappai. Gli dissi come erano andate le cose e lui mi offrì un posto sicuro dove stare" mentre concluse allargò le braccia come ad indicare l'appartamento.

"Qualche giorno dopo Mike mi avvertì che un certo Blaine era nostro ospite e dato che non è un nome molto frequente a Buenos Aires, ho fatto due più due" aggiunse la latina.

"E Will è quell'uomo che sarebbe morto dissanguato se fosse stato per te, Tina mi ha raccontato della tua propensione per la chirurgia" disse Kurt, facendomi l'occhiolino. Sorrisi, un po' in imbarazzo.

"Per fortuna che c'è Santana Lopez" disse la ragazza facendomi ridere.

"Metà di questa città ti deve la vita San" le risposi e senza guardarla seppi che stava sorridendo un po' imbarazzata. Incredibile quanto si possa conoscere una persona in così poco tempo.

"Sarà quasi buio, è il momento di tornare alla base" ruppe il momento di silenzio lei, alzandosi. Uff. Provai una sensazione di vuoto, sarei potuta stare seduta tra le sua braccia per tutta la vita. Ok, Brittany, stai esagerando. Mi riscossi dai miei dialoghi interiori e mi venne in mente che avrei dovuto separarmi un'altra volta da Blaine.

"Posso rimanere qui, oppure Blaine vieni con noi" proposi.

"No Britt, è meglio se tu tieni d'occhio Santana e io ormai sono sistemato qui" mi fece sorridere il mio migliore amico, guardai Santana. Anche lei se la ridacchiava.

"Se la situazione domani è tranquilla magari veniamo lì per pranzo, altrimenti il prima possibile senza rischiare" parlò Mike, forse per la prima volta.

Annuii e saltai al collo di Blaine, se lo doveva aspettare perché mi prese al volo. Lui e Mike ci accompagnarono alla porta.

Uscii affiancata da Santana e mi voltai in tempo per vedere Kurt che lasciava un piccolo bacio a Blaine prima di seguirci, la porta si richiuse dietro di lui.

"Mi sa che manca una parte della storia" commentai, ridendo con Santana. Nonostante la penombra, vidi le guance di Kurt diventare rossissime.

 

Non c'era stato bisogno di parole. Non parlo di Kurt che, borbottando qualcosa in modo buffo, si era congedato appena arrivati a quella che in quel periodo consideravo casa. Mi riferisco al fatto che né io né Santana avevamo sonno, così capii che non dovevo fare altro che seguirla. Non che non sapessi quale fosse la meta, che infatti indovinai. O quasi.

Infatti mi aspettavo che mi portasse nel terrazzo del secondo piano, ormai il nostro rifugio, ma non ci fermammo lì. Quell'incosciente di una latina mi fece arrampicare nel buio quasi completo su una scaletta appoggiata al muro, vicino alla porta a vetri. Inutile dire che ne valse la pena.

"Qui vengo sempre nelle notti serene" spiegò brevemente, non mi sfuggì il luccichio del suo sorriso nella penombra.

Ci trovavamo sul tetto dell'ala più bassa dell'ospedale. Santana prese quello che identificai come materasso da sotto un telone, probabilmente lo teneva lì affinché non si bagnasse, e lo ribaltò per terra.

"Usalo tu, io mi metto in terra"

Mi avvicinai per vedere quanto fosse grosso, in effetti era singolo ma non ci pensavo proprio a lasciarla sdraiare sul cemento.

"Ma no, ci stiamo benissimo" mi sdraiai e battei la mano sul materasso invitandola ad imitarmi.

Lei sembrò un po' titubante ma poi si sedette vicino a me e si sdraiò incastrando le nostre curve alla perfezione. Buenos Aires all'epoca non era ancora luminosa come ora e le stelle da lì erano uno spettacolo. Quasi mi dimenticai di avere Santana al mio fianco, quasi appunto. Decisi di dover agire perché ormai da un bel po' di tempo la mia vita era stata sconvolta dalla sua presenza. Nessuno mi aveva mai fatto sentire così solo standomi accanto, uomo o donna. Alzai il braccio sinistro e iniziai ad accarezzarle i capelli. Ero talmente concentrata in quell'azione che dopo un po' mi resi conto che non stavo respirando e dovetti prendere l'aria tutta insieme rumorosamente. O almeno così sembrò a me, sperai che lei non si fosse accorta di nulla. Ecco, vedete? Quello è l'effetto che mi fa Santana ancora adesso, mi toglie il fiato. Comunque, tornando a noi, lei non sembrò infastidita così continuai. Inutile dire che i suoi capelli erano decisamente i più morbidi che io avessi mai toccato. Una volta che mi fui tranquillizzata e che i miei polmoni sembrarono obbedire, tornai alla contemplazione del cielo. Dovevano essere passati pochi minuti, che a me erano sembrati un'eternità.

"Raccontami qualcosa di casa tua, Britt" mi chiese senza preavviso. Concentrati, Brittany, casa tua.

"Ehm, non saprei. Blaine è il mio coinquilino,abbiamo un appartamento vicino alla redazione"

"Vi volete molto bene" sorrisi pensando a quanto fosse vero.

"Sì ci siamo conosciuti al liceo, quando io ero un po' emarginata e lui gay dichiarato in una scuola non troppo aperta di periferia"

"Tu, emarginata? Ma se saranno stati tutti in coda per uscire con te"

L'ha detto davvero o l'ho solo immaginato? Sperai fosse la prima.

"Decisamente no. Tutti mi consideravano strana" risposi mentre le mie guance non accennavano a tornare della temperatura normale.

"Allora non capivano nulla"

"Tocca a te raccontare ora" le dissi, ancora un po' lusingata dalla sua affermazione.

"Quinn e Puck non ti hanno raccontato nulla?" tipico di lei, eludere le domande personali.

"Qualcosa, ma preferirei sentirlo da te"

"Scusa se non ti ho detto subito di Blaine" cambiò argomento per l'ennesima volta. Perché non si apriva con me non lo riuscivo a capire. Da una parte capivo che solo essere sdraiata accanto a lei fosse un onore, qualcosa che non avrebbe concesso a molti. Forse a nessuno, chiusa a riccio com'era. La conoscevo da poco ma più mi avvicinavo a lei, più mi rendevo conto dell'enormità dei suoi complessi. Probabilmente il muro, o meglio, i muri non si sarebbero mai abbattuti. Non potevo permettermi di pensarla così, se davvero fossi stata la prescelta come diceva Quinn dovevo riuscire in quella missione.

"Tranquilla, sei ufficialmente la mia eroina" sdrammatizzai, magari così avrei sciolto la tensione.

Lei ridacchiò ma non rispose.

"Voglio aiutarvi, San. Voglio fare qualcosa di utile per l'organizzazione, per la città"

"Di solito non faccio coppia con nessuno. Appostamenti e salvataggi li faccio sempre da sola, però se vuoi qualche volta puoi accompagnarmi. Naturalmente quando non è una situazione rischiosa" sorrisi, la sua preoccupazione era qualcosa di tenerissimo.

"In ogni caso, sarai più produttiva se ti lascio andare a dormire" aggiunse poi, mi sembrò più disinvolta rispetto a prima. Forse perché non avevo più insistito per tirarle fuori qualcosa su di lei.

"Ma si sta così bene qui, San" ed era vero, non solo l'aria era appena appena fresca ma pensai di non volermi mai più muovere da lì. Senza vederla mi accorsi che sorrise a quel capriccio.

Poi, con un movimento fluido, si alzò e mi porse la mano per tirarmi su. Senza preavviso mi trovai faccia a faccia con la latina, a una manciata di centimetri dal suo viso. Sentii il suo respiro sulla mia pelle e i suoi occhi sbarrarsi quasi nella penombra.

Sentii il mio cuore accelerare a tal punto che doveva per forza sentirlo anche lei. Nessuna delle due si mosse. Non saprei ben definire quello che successe in quel momento, quello che provai. Forse consapevolezza, forse in quel preciso istante tutte le riflessioni sconclusionate fatte in quelle settimane da quando avevo conosciuto Santana avevano trovato una logica.

E, sempre forse, fu quell'improvvisa conspevolezza che mi spinse a fare quel gesto. Baciai quelle labbra immobili, soffici, piene e calde con una dolcezza che pensavo di non possedere. Sentii un brivido che scese fino a farmi tremare le gambe. Vidi i suoi occhi aprirsi, se possibile, ancora di più. Tutto ciò avvenne in un paio di secondi ma ricordo ancora tutto, a distanza di anni. E non mi sono mai pentita di averlo fatto. Quello di cui mi sono pentita, e mi pentirò per sempre, è quello che ho fatto dopo.

Infatti, subito dopo averla guardata negli occhi, scappai. Letteralmente. Mi volta nel panico, la consapevolezza improvvisamente svanita. Scesi le scalette miracolosamente in piedi, spalancai la porta e corsi.

 

Certo, era stato uno sbaglio. E io ero stata una cogliona. Le avevo passato la palla metaforica del nostro rapporto senza darle neanche il tempo di giocarla. Ma non fu quella la catastrofe di cui vi parlavo prima. Quella notte rientra ancora nella quiete prima della tempesta. Forse parlandovi quasi costantemente di Santana vi ho distolto dalla situazione generale, dal fatto che ci trovavamo in una città in guerra. O meglio, in una nazione in guerra.

La mattina dopo mi ero svegliata, cioè mi ero alzata dato che non avevo praticamente chiuso occhio, e avevo capito di dover parlare con lei. Sicuramente dovevo scusarmi per quella cazzata, per essere scappata soprattutto. Ero scesa nel salone praticamente a tentoni, stranamente affamata. Sam mi diede qualcosa in un piatto ma ero troppo scoinvolta per capire cosa fosse, così lo ingurgitai senza molte cerimonie. Doveva essere qualcosa di particolare perché quando gli diedi in dietro il piatto ringraziandolo senza entusiasmo sembrò offeso. Ma, a dirla tutta, non me ne poteva importare di meno di lui in quel momento. Io volevo vedere Santana. Decisi di tornare di sopra, non avevo voglia di parlare con nessun'altro, ma naturalmente incontrai Quinn. Chiaro. Ogni, ma dico ogni, volta che succedeva qualcosa di cui non volevo parlare con nessuno, Quinn era lì.

Le sorrisi poco convinta e continuai per la mia strada.

"Ma cosa avete tutte oggi? Ho visto prima Santana che usciva ed era messa peggio di te. A cosa giocate, a chi ha più occhiaie?"

La sua allegria mi infastidì, non vedeva che ero disperata?

"Non ho dormito molto bene in effetti" le dissi con un tono piatto mentre svoltavo nella mia camera.

Lei mi seguì e si appoggiò allo stipide, osservandomi con quegli occhi indagatori tipici di lei.

"E va bene, siediti che è una storia lunghetta" sbuffai arresa. Avevo seriamente bisogno di parlare con qualcuno, perché non la saggia Quinn? Le dissi tutto, non tralasciai neanche le sensazioni che provavo. Lei non sembrò particolarmente stupita, mi lasciò finire e fece un'espressione quasi felice.

"Non so se dovrei dirtelo ma… Hai presente il primo giorno che sei scesa nel salone? Puck si era presentato come il fidanzato di Santana e tutti noi avevamo riso, il motivo non è solo che non lo è mai stato ma che non lo sarà mai. Diciamo che nessun ragazzo lo sarà mai" disse con tono eloquente. Naturalmente io non capii, non mi erano mai piaciuti i giri di parole.

"Santana è lesbica"

"Oh" dissi solo.

"Questo non cambia granchè ma vedi… Se tu per caso le piacessi come lei piace a te forse potrebbe finalmente trovare un motivo per cambiare, per uscire dal guscio e riprovare ad essere felice"

"Devo trovarla" dissi più a me stessa che a lei.

In quel momento arrivò Sam che fece segno a Quinn di andare con lui, lo sentii bisbiglarle qualcosa nel corridoio e poi andarsene.

Quinn tornò da me con uno sguardo strano, si sedette sul letto vicino a me e mi abbracciò.

"L'hanno presa" disse soltanto, cominciando a singhiozzare. Fu quello il momento in cui mi cadde il mondo addosso.



/ Ehy c:
Lo so, sono in ritardo, il capitolo non è particolarmente lungo ed è finito pure male. Il fatto è che un po' manca il tempo e un po' l'ispirazione. L'ultimo capitolo non ha ricevuto recensioni e la cosa mi ha reso un po' triste. Grazie comunque a tutti quelli che seguono la storia, a cui dedico tutto l'impegno possibile. Alla prossima /

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: gleebrittanastories