Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: PaleMagnolia    07/11/2008    4 recensioni
Avete presente la femme fatale degli anni Cinquanta - Marilyn, l'elegantissima Grace Kelly, Veronica Lake? Con biondi capelli sempre in ordine, classe e fascino da vendere, labbra color del corallo, e bellissimi abiti da sera?
Ecco, Evelyn Cleve non ci assomiglia neanche un po'. Ma non perché non ci provi, sia chiaro: anzi, le piacerebbe tanto, ma tanto tanto tanto, essere una di loro... Ma, ehi!, voi avete mai provato a essere impeccabili, quando un gatto vi osserva (appollaiato in cima al mobiletto del bagno come un piccolo avvoltoio peloso) mentre vi infilate le calze, la vostra migliore amica è in pieno delirio amoroso, vi sospira nelle orecchie tutto il giorno e mangia solo mele, e la vostra vecchia zia vi rimpinza di focaccine sciroppose?!
Io non so, ma Evelyn assicura che non è facile... No, non è facile neanche un po'! Seguite Eve Cleve attraverso (letteralmente) sandwiches con il tonno (e la maionese, e le cipolline), gatti mangia-calze, pasticcio di rognone e amiche logorroiche: ne vedrete delle belle, e soprattutto assaggerete un po' di tutto.
Genere: Commedia, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Millenovecentocinquantatré' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Due capitolo, no, dico, due capitoli. Vi vizio, o no?
Gioco multimediale del capitolo corrente: "Disegna Gli Abiti Di Merry Senza Chiedere Aiuto A Fred Il Gatto".
Per tacere dell'indovinello, riferito al prossimo capitolo in lavorazione: "Scopri Quali Violenze Dovrà Subire Il Vestito Di Merry Per Poter Diventare Della Taglia Di Evelyn".

“Merry mi ucciderà”, gemette Evelyn, entrando in casa

“Merry mi ucciderà”, gemette Evelyn, entrando in casa. Chiuse la porta e si lasciò scivolare con la schiena lungo di essa, fino a sedersi sul pavimento.

“Come dici, cara?”, chiese zia Libby, spuntando dalla cucina con un grembiulino di sangallo e un cucchiaio di legno in mano. Evelyn sentì odore di stufato.

“Niente, zia. Che c’è per cena?”, chiese, tenendo gli occhi chiusi.

“Guanciale brasato al vino rosso con purè di patate novelle e anelli di cipolle fritte”, rispose la zia, d’un fiato.

Sempre a occhi chiusi, Evelyn sorrise.

Hmmm. Brasato.

Merry l’avrebbe uccisa lo stesso, ma almeno lei avrebbe avuto il brasato nello stomaco. Cara zia Libby, pensò.

“Cara? Non è scomodo, sedere in quel modo sul pavimento?”, chiese Libby.

“Mi alzo subito, zia”, rispose Evelyn, diligente. La zia, soddisfatta, scomparve di nuovo in cucina, sventolando il cucchiaio di legno.

Evelyn sentì che qualcosa di morbido e voluminoso balzava sulle sue gambe.

“Devo trovare una soluzione, Fred”, mormorò, grattandogli distrattamente le orecchie.

Il gatto fece le fusa.

“Che dici? Forse è meglio se chiedo consiglio a qualcuno…”

Fred cominciò a farsi le unghie sulle sue calze, con suono di grattugia.

Evelyn lo sloggiò dalle sue ginocchia, con un certo sforzo. Il micio si stiracchiò voluttuosamente e poi si diresse con passo ondeggiante verso la cucina. La pancia voluminosa rollava e beccheggiava a destra e a sinsitra. Entrò in cucina con un miagolio insistente.

“Vuoi un pezzettino di brasato, piccolo mio?”, Evelyn sentì dire a Libby, con voce zuccherosa.

Evelyn si trascinò a tavola con meno entusiasmo del solito. Non chiese nemmeno doppia porzione di cipolle fritte, e questo denotava quanto fosse sconvolta.

Dopo cena, andò in camera sua, mogia mogia. Scacciò di malavoglia due gatti tigrati dal copriletto.

Uno di essi si leccava i baffi, soddisfatto. Evelyn sollevò una calza umida e bucherellata, poi la gettò da una parte, rassegnata.

Si buttò sul letto, riflettendo sul da farsi.

Si stava appisolando – non era mai stata brava a ragionare a lungo – quando sentì squillare il campanello. Si riscosse: zia Libby non riceveva mai visite di sera.

Tranne il venerdì, quando giocava a canasta con la moglie del pastore, la vedova Fountain e… ma quel giorno non era venerdì.

Si avvicinò in punta di piedi alla porta per sbirciare chi fosse il visitatore… E venne colpita in pieno dalla porta suddetta, che le venne spalancata sul naso.

“Ahia!”, si lamentò, massaggiandosi il naso.

“Oh! Scusa, Evelyn, non volevo”, si dolse Cathy, entrando nella stanza di Evelyn.

Seguita a ruota da un mucchio di vestiti.

Evelyn guardò meglio.

Ah, ecco. Era Merry che reggeva un mucchio di vestiti.

Oh, maledizione!

Merry!

Evelyn dimenticò istantaneamente il dolore al naso. Si chiese come si sarebbe giustificata davanti a lai di averle soffiato il pretendente. Si chiese anche se avrebbe dovuto domandarle cosa diavolo ci facesse sulla bicicletta di Damian.

Ma non riuscì a fare nessuna delle due cose, perché Merry gettò l’involto di abiti vaporosi sul letto e si sedette.

“Ciao, Evelyn. Siamo venute a fare le prove del tuo vestito per il ballo”, disse.

Evelyn la guardò, esterrefatta. “Ma…”, iniziò.

Lo sguardo di Merry la bloccò. Diceva chiaramente “ne parliamo dopo”. Merry fece un cenno con la testa verso Cathy, impegnata a spostare al centro della stanza la valigia di Evelyn. “Non lo sa?”, sillabò Evelyn senza parlare, alle sue spalle. Merry scosse la testa.

“Questi sono vecchi abiti che erano miei: io ne porterò uno di mia madre, che ho rimodernato proprio per il ballo.” disse Merry a voce alta, a beneficio di Cathy. “Naturalmente, nessuna di noi può permettersi un vestito nuovo di zecca, di questi tempi. Però io so cucire molto bene, e sono sicura che riuscirò a ricavare una toilette elegante per tutte noi”,

Evelyn si chiese cosa c’entrasse la toilette con l’eleganza. Il bagno della zia Libby era grazioso, ma da qui a dire che fosse elegante…

“È vero, Evelyn, Merry ha le mani d’oro, per il cucito”, assentì Cathy. “Pensa che ha modificato un vecchio abito di mia zia Wanda, un orrore di taffettà rigido, coperto di balze di tulle, e ne ha ricavato un vestitino delizioso. Lo metterò al ballo. Chissà cosa riuscirà a fare per te”, continuò, eccitata.

“Vediamo subito” Merry sollevò un abito azzurro dalla pila sul letto e lo appoggiò al corpo di Evelyn.

“No, proprio no”, disse subito. Lo scartò e ne prese un altro.

“Che dici di questo?”, chiese, rivolta a Cathy. Lei lo guardò con aria critica.

“Naah, prova questo qui.” Prese un vestito di raso lucido, di una tenue sfumatura malva, e lo accostò al viso di Evelyn.

“No, fa a pugni col colore dei suoi capelli”, affermò Merry.

Evelyn era terribilmente confusa. Nubi di tulle le vorticavano davanti agli occhi.

Facendo a pugni coi suoi capelli.

Si agitò, a disagio.

Merry rovistò ancora fra gli abiti. Afferrò una spallina verde acqua e tirò, facendo emergere un abito di un delicato color pastello dal cumulo di stoffa. Cathy lanciò un gridolino.

“Questo sì”, fece Merry, trionfante.

Cathy battè le mani, deliziata.

“Oh, quel colore ti sta d’incanto, Evelyn!”, esclamò.

“Su, provalo”, la incoraggiò Merry. “Così prendo le misure per metterlo a posto”.

Evelyn esitò.

“Su, avanti!”, esortò Cathy, che si stava divertendo un mondo.

Evelyn corse in bagno, euforica.

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: PaleMagnolia