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Autore: TheDarkLightInsideMe    15/12/2014    2 recensioni
Anno 2003.
Protagoniste: tre ragazzine incaute con uno spiccato senso di giustizia.
Egle Sasaki dice di aver girato il mondo insieme ai suoi fin quando non è nata Helen. Da allora la loro famiglia si è stabilita in Giappone.
Federica Capuano è italiana, ma vive nella Terra del Sol Levante da sei anni, ormai.
La loro storia è parecchio conosciuta nel mio mondo, c'è stato un passaparola generale che è arrivato perfino ai piani alti. E per questo voglio farla conoscere anche a voi.
Piacere, il mio nome è Yuryu, e sono uno Shinigami.
(Aggiornamento mesile!)
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Passato





Ci mancò poco che Federica non prendesse a testate il muro. Tutti i suoi piani distrutti da un maledetto Shinigami! Certo, anche loro tre non erano state molto intelligenti nel toccare il quaderno e nel non ignorarlo, ma…
<< Mi spieghi dov’è questo grande problema? Possiamo semplicemente rinunciare al possesso del quaderno e… >>
<> urlò la ragazza, prendendo l’altra per il colletto della camicia. << Se dovessimo rinunciare, perderemmo tutti i ricordi associati al Death Note, dunque anche quelli che riguardano Light, L, Near, Mello e tutti gli altri, e non potremmo fare più nulla per cambiare la storia! >>
Bastò quella frase a far sbiancare la più grande e a provocare un tremito al corpo di Helen.
<< Dannazione, Fede, hai ragione. >>
<< Come sempre, purtroppo. >> sbottò la diretta interessata all’amica più piccola, lanciando poi un’occhiataccia alla Shinigami, che continuava a fissarle confusa.
<< Dato che dovrò rimanere con voi fin quando non morirete tutte e tre, non vi sembra il caso di rivelarmi la vostra storia? >> chiese, come una bambina di tre anni che supplica i genitori affinché le raccontino la favola della buona notte. E, di solito, i genitori acconsentono.
Helen stessa guardò con occhi imploranti Federica, al fine di farla cedere e di rivelare finalmente quel segreto che le tre si portavano dentro da un tempo interminabile. E, nonostante gli occhi dalla pupilla felina di Shuyo la inquietassero leggermente, perfino la razionale Egle prese a guardare l’amica con insistenza, mettendosi dalla parte della Shinigami.
E a questo punto, se succede qualcosa, non è colpa mia pensò Federica, lasciandosi cadere all’indietro sul suo amato e comodo letto e mormorando un “e sia” tirato fuori con le pinze.
Però c’era ancora quell’orribile presentimento, quella sensazione che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa di irrimediabile, e che sarebbe stata tutta colpa loro e della loro storia.
Oh, al diavolo questa specie di sesto senso, tanto ormai ci siamo dentro fino al collo!
<< Shuyo, diamo per scontato che tu sappia già dell’esistenza di numerosi universi alternativi; o no? >> domandò Egle a nome di tutti, iniziando un discorso che non sarebbe finito poi tanto in fretta. Come previsto, la Shinigami annuì. << Ebbene, noi proveniamo da uno di quegli universi. Nel quale, oltretutto, i Quaderni della Morte, il detective L, il killer di Los Angeles e tutto il resto sono storie narrate da un manga. >>
<< Da cui hanno tratto anche un anime, diversi film e pure qualche videogioco, per la gioia di Matt. >> ci tenne a precisare Federica, senza neppure alzarsi dal letto, concia del fatto che Shuyo non poteva neppure minimamente sapere CHI DIAVOLO FOSSE MATT.
Comunque sia, nella stanza scese un silenzio di tomba (no, non è una battuta legata al fatto che le tre stiano parlando con una Dea della Morte).
Dopo pochi minuti di imbarazzante e pesante quiete, Helen si decise a continuare la narrazione:
<< Tutte e tre siamo rimaste davvero sconcertate dal finale del suddetto manga, e dunque ci siamo messe a fantasticare su come sarebbero potute andare invece le cose. E la mattina dopo –BUM!– ci ritroviamo in Giappone, in una data molto precedente a quella in cui vivevamo, e per di più in un universo alternativo, per la precisione l’universo in cui, cinque anni dopo, avverrà ciò che avverrà tra pochi giorni: un umano della regione del Kanto giapponese troverà un Death Note e inizierà a giustiziare i criminali, dando vita ad una specie di regime del terrore. Cosa che noi siamo qui per evitare, supponiamo.
<< La persona –o più probabilmente, l’essere– che ci ha mandate qui ha anche fatto in modo che, secondo il resto del mondo, noi fossimo davvero esistite, che avessimo una storia, un passato da raccontare, e che non fossimo costrette a vivere nascondendoci, ma con delle vere e proprie famiglie. Certo, non sappiamo come stiano le persone del nostro universo, e neppure se riusciremo mai a tornarvi, però… >> e qui la ragazzina si voltò verso la sorella e la loro migliore amica << …però sono certa che tutto si risolverà per il meglio, e che stavolta la giustizia prevarrà. >> concluse.
Shuyo rimase per un attimo con la bocca aperta, mostrando un paio di canini sporgenti degni di un vampiro; poi si ricompose, scrutando le tre con sguardo indagatorio, molto probabilmente pensando di aver ceduto il proprio Death Note a tre pazze squilibrate.
<< Smettila di fissarci così, non siamo alieni! Se tu fossi umana potrei dire qualcosa tipo “siamo come te!”, ma dato che sei una dannatissima Shinigami che ha appena, involontariamente, distrutto i nostri piani, allora… >>
Bastò un solo sguardo dritto negli occhi della Dea per far morire le parole nella gola di Federica e per farle smettere di ingurgitare patatine come il detective più famoso al mondo –di cui solo le tre e il suo maggiordomo conoscevano volto, nome e ossessioni varie– avrebbe fatto con dei dolci.
Che finalmente si sia resa conto di trovarsi davanti ad una Dea della Morte e non ad un teppistello di scuola? si domandò Egle, osservando attentamente l’amica. Helen stava, chiaramente, pensando lo stesso.
Fu però la più grande a rendersi conto per prima di ciò che stava succedendo, una volta che Federica ebbe parlato.
<< G-gli Shinigami possono avere legami… legami di parentela? >> chiese –o meglio, balbettò– la ragazza, scrutando da capo a piedi l’essere che aveva di fronte, seguita a ruota da Egle.
<< Non capisco cosa c’entri la tua domanda con quella specie di ramanzina che mi stavi facendo prima, ma sì, alcuni Shinigami sono stati creati insieme, come quelli che voi chiamate gemelli. D’altra parte, anche io ho una gemella. >>
Stavolta fu Helen a raggiungere il colorito di L e a girarsi, tremante, verso Federica. L’esclamazione le uscì istintiva, così come negli anni passati, pur sapendo che da lì a qualche giorno non avrebbe più potuto pronunciare liberamente quel nome. << Oh, porco Kira… >>
Mentre le tre si guardavano a vicenda, finendo sempre per far tornare lo sguardo ad ogni particolare del corpo della Shinigami –cosa che la innervosì non poco– fuori alla finestra aveva ormai cessato di piovere e, anzi, si preannunciava uno splendido pomeriggio. Se solo non fosse stato per quell’essere di tre metri dall’apertura alare di cinque, magari, sarebbe stato un bel pomeriggio anche per le tre ragazzine che accorrevano ad aprire il balcone per vedere cosa diavolo era quella… cosa che volteggiava decisa verso la casa in cui si trovavano.
Al contrario, Shuyo sorrideva felice a quella vista.
Dei, no, vi prego, no! Farò tutto ciò che volete, diventerò io stessa Kira, se necessario, ma fate in modo che Lei non sia coinvolta in questa missione! pregarono le tre mentalmente, sentendosi minuscole di fronte alla catena di eventi.
La figura bianca planò delicata verso la finestra aperta, non degnando di uno sguardo Federica, Egle ed Helen, che stavano probabilmente per perdere i sensi. Si diresse, invece, verso l’essere bianco vestito di nero, parandolesi a pochi centimetri di distanza.
<< Mi spieghi perché sei scappata dal nostro mondo, sorella? >>
Shuyo sbuffò sonoramente, senza perdere il solito sorrisetto sornione. << Te l’ho detto: mi annoiavo. Questi umani sono davvero divertentissimi! >>
L’altro essere la squadrò con sufficienza, tramutando poi il volto in un’espressione preoccupata. << Per favore, dimmi che non l’hai fatto sul serio! >>
<< Cos’è, ora fai l’apprensiva? >>
<< Tu non hai idea dell’errore che hai commesso! >>
<< Ah, ecco, volevi solo sgridarmi. Ora quadra tutto. >>
<< Non hai mai neppure osservato dall’alto il mondo degli umani, e adesso addirittura cedi il tuo Death Note ad uno di loro?! Sai benissimo che è contro le regole cedere il proprio Death Note agli umani! >>
<< Non l’ho ceduto, l’ho perso. >> replicò Shuyo in tutta calma, mentre si godeva la paura delle tre ragazze da dietro alle spalle della gemella.
<< E dovrei crederti? Solo perché Ryuk si comporta da irresponsabile e ti sfida a fare lo stesso, allora tu fai queste stupidaggini?! >>
Il silenzio si fece improvvisamente pesante e colpevole, andandosi a poggiare anche sui cuori delle tre adolescenti che osservavano il litigio fra Shuyo e sua sorella.
Una sorella con delle ali candide. Una sorella dai capelli bianchi con le punte viola. Una sorella con le stesse labbra e le stesse linee purpuree al di sotto di esse. Una sorella che assomigliava più ad uno scheletro che ad altro, con una cicatrice sul collo stile “Frankenstein”. Una sorella che disprezzava gli umani e lo Shinigami Ryuk.
Una sorella che era inequivocabilmente Rem.
Shuyo indicò le ragazze con una mano all’altra Dea della Morte. << Se l’hanno toccato contemporaneamente l’ho ceduto a tutte e tre, vero? >>
<< Ovviamente sì, sorella… che devo fare per farti stare buona e tranquilla nel nostro mondo, eh? Costringerle a rinunciare al quaderno…? >> propose Rem con rassegnazione, tirando fuori dal nulla il suo Death Note.
Siamo nella merda più totale inveì Federica mentalmente, tentando di rimanere calma. Ma si sa, quando ti dicono che devi scegliere fra il morire e il lasciar morire, è un po’ complicato restare calmi.
Egle stava, con tutta probabilità, pregando silenziosamente in tutte le lingue che conosceva, sperando in un atto di pietà da parte degli dei; atto che sembrava non arrivare.
Helen, piuttosto, si chiedeva cosa fosse questo fantomatico Nulla di cui Ryuk aveva parlato (o è meglio dire “parlerà”?) a Light. E rifletteva su come poter influire sulla vita di quel bastardo da lì.
<< Calma, Rem. Questa è stata una mia decisione, e io ne affronterò le conseguenze. So che odi gli umani, ma stavolta loro non hanno nessuna colpa. Anzi, stanno addirittura cercando di salvare una persona! >>
Persona che la tua amata sorella ucciderà, Shuyo pensò la più piccola, ma si astenne dal dirlo. C’erano cose più importanti, al momento, quali salvarsi la pelle e trovare il modo di sfruttare il Death Note a scopo pacifico. Sì, l’oggetto dei suoi pensieri era diverso ogni minuto che passava.
Rem fece una faccia stranita, come se stentasse a credere che esistessero persone buone su questo pianeta. Per tutta risposta, Shuyo le spiegò la storia dei viaggi nei vari universi; storia a cui, ovviamente, la Shinigami non credette.
<< Ritieni davvero che tutto questo sia reale, sorella? Non credevo fossi così stupida! >> e, scuotendo la testa, estrasse dal nulla anche una penna con cui scrivere i nomi delle tre sul Death Note.
Shuyo era immobilizzata, stava tentando di autoconvincersi che le ragazzine non le avessero davvero mentito e che Rem se ne sarebbe accorta il prima possibile e avrebbe riparato all’imminente errore già prima di commetterlo.
<< Vuoi una dimostrazione, Shinigami Rem? >> la chiamò Egle, ostentando un coraggio che nessuno, se non forse Light o Beyond Birthday o Mello, avrebbe avuto in quella situazione. << Il Death Note dello Shinigami Ryuk cadrà nelle mani del diciassettenne Light Yagami, mentre un altro Dio della Morte –Jealous, se non erro –morirà fra breve, salvando una idol di nome Misa Amane da un suo fan pazzo che tenterà di farla fuori. So che questo potrà sembrarti impossibile, dato che voi Dei della Morte siete praticamente immortali, ma potrai verificare tu stessa tra poco tempo; quindi ti prego, non commettere l’errore di ucciderci. Te lo posso giurare anche sulla mia stessa vita: siamo dalla stessa parte. >>
Rem tacque, la penna e il quaderno ancora stretti in mano. Passarono svariati secondi prima che si decidesse ad aprire bocca: << Se ciò che stai dicendo è falso, tu e le tue amiche ci rimetterete la pelle. >> esclamò, per poi voltarsi verso la sorella. << Anche tu, Shuyo. Ricorda che ti osservo dall’alto. >> concluse, poi aprì le ali e spiccò il volo oltre la finestra.
<< Co-come facciamo noi a vedere tua sorella? Non abbiamo… non abbiamo neppure sfiorato il suo Quaderno della Morte! >> incespicò Helen, gli occhi umidi per l’imminente pianto di felicità causato dal non dover scoprire come fosse il Nulla (benché, dopotutto, fosse curiosa).
La Shinigami scosse la testa, osservando Rem sbattere stancamente le ali nel cielo. << Non lo so, credo che sia perché siamo sorelle. Credo sia scritto fra le regole degli Shinigami, ma vi sembra che io sia tipo da imparare tutte le regole? >>
Dopo aver scoperto che tu sei la sorella di Rem, magari sì rifletté Federica, stendendosi sul letto.
<< Dopo questa giornata, pretendo almeno cinque giorni di riposo! >>
<< Te ne concedo quattro, Fede-chan! >> la prese in giro Helen, beccandosi una merendina confezionata in pieno viso.
<< Sì, sì, si fa per dire! Tranquilla, che il tuo Yagami-kun non scappa! >>
<< Ahh?! Io con “I’m a gay”?! Ti sei mangiata il cervello insieme a quelle patatine? >>
<< Ma dai, dico sul serio! Tu e Light stareste così bene, insieme… >>
<< Che cosa?! Azzardati a ripeterlo e sei una donna morta! >>
<< Certo, ti credo sulla parola, guarda! >>
In men che non si dica, davanti agli occhi increduli di Egle e di Shuyo, le due ragazze cominciarono a prendersi a cuscinate e a lanciarsi addosso i pacchetti vari che erano sparsi sul letto.
<< Fa-fanno sempre così? Rischiano di morire e poi si mettono a ridere e a scherzare? >>
Egle fece spallucce. << È la prima volta che rischiamo di morire, ma deduco con il 47% di probabilità che sì, faranno così ogni volta. D’altra parte, ora siamo noi i personaggi di quel manga che tanto adoriamo, no? >> più parlava, più la ragazza si rendeva conto di star rivolgendosi solo a se stessa.
Vabbé, sempre meglio che tirarsi addosso merendine dopo essere quasi morte concluse, aprendo un pacchetto di patatine e godendosi le risate delle amiche. E ora prendo una patatina… e me la mangio!
Sì, alla fine Egle scoppiò a ridere completamente da sola. Sono strani davvero, questi umani…





Angolino autrice.
Alcune citazioni erano obbligatorie, scusatemi XD
Allora, iniziamo un po' a vedere che diavolo ho scritto in questo capitolo: la storia delle tre ragazze, principalmente, e poi l'arrivo del/della mio/a Shinigami preferito/a (Mi meraviglio se fra 40 secondi sarò ancora viva XD) Coomunque, dicevo: questo è il capitolo 2, con i suoi alti e bassi, il suo nonsense acuto e le sue volgarità (ehm, sì, sono così anche nella realtà).
Spero vi sia piaciuto e, sia se così fosse, sia in caso contrario, recensite, mi raccomando!
Alla prossima,

DarkLight.

P.S.: ah, e nel caso in cui non dovessi pubblicare più nulla fino a Natale e feste varie: augurissimi, fandom! :D
   
 
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