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Autore: Heyale    15/12/2014    3 recensioni
Una nuova vita sta per iniziare per Daffodil Harvey e Michael Clifford, amici da sempre, quando finalmente ricevono la lettera di ammissione alla Sydney Arts Academy. Solo in pochissimi vengono convocati, e loro vengono scelti rispettivamente per i corsi di teatro e chitarra.
 
Ma non saranno da soli. Infatti, Michael ha due amici già iscritti: Luke Hemmings e Calum Hood. Daffy si ritroverà così a dover fare i conti con un biondino bipolare, a tratti cinico e chiuso e a tratti amichevole e spensierato, convocato nel suo stesso indirizzo e in quello di chitarra; e con un ragazzo dalla risata facile, con un carattere gentile che è stato convocato per i corsi di basso. Conoscerà poi Agatha Knight, iscritta nel corso di pittura, che si rivelerà essere davvero una buona amica. Infine conoscerà Ashton Irwin, un batterista dal carattere particolarmente solare con cui farà presto amicizia.
 
Ma cosa succede quando la recitazione va dietro le quinte e i sentimenti veri salgono sul palco?
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=25GZFZxR0Pc
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Save me from this hell of Arts cap.17 "Epilogo"
CAPITOLO DICIASSETTE
EPILOGO



Non è vero che le amicizie non possono durare in eterno. Non è nemmeno vero il fatto che non ci si possa innamorare nel giro di pochissimi giorni. E infine non è assolutamente vero il fatto che anche la persona che più odiavi, all'inizio magari, non possa diventare chi amare in un futuro.
Da piccola pensavo che avrei perso Michael, prima o poi, ma una volta cresciuta mi resi conto che era impossibile.
Avevamo condiviso dieci anni di amicizia, avevamo troppo da perdere per lasciarci andare. Ero sicura che un altro come lui non ci fosse. Un altro ragazzo con cui poter fare la scema tutto il tempo, un ragazzo che riusciva a vedere oltre le apparenze, un ragazzo che ti avrebbe dato tutto, di sicuro non c'era.
Come era chiaro che un altro come Luke, o come Calum, o come Ashton, non ne avrei mai più trovati. O anche come Agatha, lei era una ragazza davvero speciale.
Solo cinque mesi erano bastati per stravolgere la mia vita: partendo da quel giorno di settembre in cui presi l'aereo e arrivai in Australia per iniziare gli studi alla Sydney Arts Academy, per arrivare a quel giorno di giugno che volai nuovamente a Liverpool, e lì rimasi per tre mesi finché non iniziarono di nuovo i corsi.
Michael e Agatha rimasero insieme fino all'estate del terzo anno di Agatha, poi convennero che era meglio per loro se fossero rimasti amici, invece che magari continuare a litigare, anche se tale decisione portò ad un brusco cambiamento nella loro quotidianità, e se erano insieme si vedeva che non erano i soliti.
Ashton si concentrò unicamente sulla musica, cercando anche di mettere su una band, e quando arrivò l'ultimo giorno del mio primo anno e del suo terzo diciamo che ci furono abbastanza lacrime la riempire una cisterna. Ovvio che non ci saremmo persi, ma naturalmente non avremmo più potuto vederci tutti i giorni.
Calum alla fine accettò di andare alla Miami Bass Academy, anche se ritardò di un anno, e così riuscì a finire la Sydney Arts Academy insieme a Luke, che non poteva essere più felice della situazione. Inoltre Calum ottenne una borsa di studio per essere uscito col massimo dei voti nell'esame finale, il che portò un grande vantaggio.
Agatha invece all'inizio del terzo anno decise di concentrarsi solo su cinematografia, chiedendo di essere esclusa dai corsi di pittura, e così riuscimmo anche a stare insieme molte più ore dato che i corsi di teatro e quelli di cinematografia spesso e volentieri coincidevano. Alla fine del terzo anno lei e Calum affrontarono un esame insieme, producendo un loro video, che guadagnò novantasette punti su cento.
Michael stava per lasciare l'accademia alla fine del secondo anno data la rottura con Agatha, e lo preoccupava parecchio il pensiero che durante il terzo anno non ci sarebbe stato più nessuno del gruppo, ma per fortuna Luke e Calum lo aiutarono a recuperare il senno e alla fine proseguimmo insieme gli studi.
Luke finì il terzo anno con ottanta punti, ma dichiarò apertamente di poter tranquillamente uscire col massimo dei voti, se non fosse stato per il fatto che gli mancasse la voglia di impegnarsi. Del resto gli fu offerto di diventare professore per i corsi di chitarra elettrica, ma lui rimandò l'invito per il futuro, dato che doveva cominciare a cercare casa.
E poi, casa per chi?
La nostra relazione era veramente complicata. Litigavamo sempre, spesso ci urlavamo contro, sembrava che nulla fosse cambiato dall'inizio. Ma sapevamo che non potevamo stare distanti, e questo ci costringeva a far durare le litigate al massimo per un'ora.
Ma le sue mani, i suoi abbracci, le sue carezze e i suoi baci lasciavano sempre dei lividi dentro di me di cui non mi sarei mai voluta liberare. I suoi sorrisi erano ciò che mi rallegrava la giornata, non aspettavo altri momenti se non quelli da poter passare con lui. Tutte le notti che, dopo essere stati arrabbiati tutto il giorno, dormivamo insieme ritrovandoci poi la mattina stretti l'un l'altra, erano forse ciò che preferivo di più di quella sottospecie di relazione che avevamo.
Nessuno era mai riuscito a capire veramente ciò che c'era tra me e Luke, perché non era semplice "amore". Io e lui non ci amavamo, quello che c'era tra di noi andava ben oltre il "ti amo". Il nostro ti amo voleva dire "cazzo, voglio prenderti a schiaffi ma per te darei la vita".
Quindi sì, all'alba dei miei vent'anni e dei suoi ventuno, con solo due anni di relazione, io e Luke andavamo a convivere in una piccola casa nella periferia di Sydney. Anche Michael si trasferì in Australia, e lì conobbe una ragazza che riuscì a far battere nuovamente il suo cuore, solo che decise semplicemente di acquistare una casa vicina a quella mia e di Luke, e dopo aver diviso le spese con Calum, ci ritrovammo di nuovo tutti insieme, anche perché Ashton e Agatha, quando potevano, venivano e si fermavano un paio di giorni.
Quell'avventura che sarebbe dovuta durare solo tre anni, alla fine durò fino al calare del sipario.



"Sempre in ritardo devi essere! Questa cosa non l'ho mica capita."
"Devi solo tacere, tu, coso biondo!" diedi una leggera spinta a Luke perché si spostasse, mentre io correvo disperatamente ai camerini.
"Sei un'idiota con tanto di patente, cara mia!" Luke apparve dalla tendina, mentre io mi infilavo il vestito medievale.
"Chiudi subito!" sbottai, cercando di spingerlo con la mano, anche se finii solamente per finire spiaccicata allo specchio.
Lui mi fissò seccato: "Ti ho già vista nuda."
"Dettagli." lo apostrofai, contrariata, mentre cercavo di far entrare le braccia nelle maniche enormi. "Aiutami invece di stare lì a cazzeggiare!"
"Io non sto cazzeggiando, sono impegnato a contare quante cazzate stai dicendo." fece un sorrisetto, mentre entrò del tutto in camerino e chiuse il vestito con i lacci sulla mia schiena, facendomi mancare il fiato ogni qualvolta che stringeva.
"E se mi dimentico le battute?"
"Non le dimentichi." sbuffò lui, annodando il laccio in cima. "Voltati, sei messa male lì davanti."
Mi girai verso di lui, e le sue mani andarono a sistemare tutte le pieghe sulla gonna.
"Tu pensa se non fossi venuto a vederti."
"Solo perché hai finito l'anno scorso non vuol dire che tu non possa più farmi visita." lo guardai male, mentre sistemava anche i capelli, però lo vidi sbiancare quando spostò i ciuffi di destra dietro alla schiena.
"Che c'è?" gli chiesi, non capendo la sue espressione.
"Tieniti i capelli davanti ad ogni costo." sibilò, imbarazzato.
Buttai la testa all'indietro, capendo subito che si trattava di uno dei suoi tanti morsi.
"Quante volte ti ho detto di non farlo?!" sbottai, picchiando un leggero schiaffo sulla sua spalla.
Lui arrossì leggermente, odiava quando parlavamo di cose che lo mettevano a disagio.
"E' più forte di me." si giustificò solamente, e io non potei fare a meno di sorridere. In fondo era una cosa dolce.
"Okay, dai, sono pronta. Vado."
Uscii di corsa dal camerino, ma la sua mano afferrò il mio polso, bloccandomi quasi all'entrata del palco. Mi guardò con i suoi occhioni celesti, mordendosi leggermente il labbro prima di prendermi il viso tra le mani e posare un bacio sulle mie labbra.
"Non fare cazzate, là sopra. E' la tua ultima occasione per far vedere chi sei, chiaro?"
"Chiaro." annuii, sorridendo, e dopo aver ricambiato il bacio salii sul palco, iniziando a recitare ciò che avevo studiato per tutta la seconda metà del mio ultimo anno. Furono quasi tutti sorpresi di vedermi piombare in scena con solo due secondi di ritardo, anche se in realtà dovevo entrare due scene prima, ma per fortuna i miei compagni avevano saputo improvvisare.
E l'applauso che alla fine riempì l'atrio mi fece piangere come una cretina davanti a tutti, mentre tra il pubblico spiccò la voce di Michael gridare "fatti forza, inglesina!".




"E adesso, Daf? Dove si va?"
"Forse andremo dritti. O forse gireremo. Chi lo sa."
Guardai il mio migliore amico negli occhi, stringendogli la mano in quell'alba di giugno. La cerimonia dei diplomi era stata festeggiata in grande, e io e Michael, seduti sulla spiaggia alle cinque e venti di mattina, ancora mezzi ubriachi, cercavamo di resistere per vedere l'alba.
"Torniamo a casa?"
"Solo per prendere le valigie. Il mese prossimo ci sono i traslochi, lo sai."
Michael annuì, facendo oscillare i capelli tinti di azzurro: "Non rivedremo più le nostre famiglie. Tu starai con Luke, io con Calum. Si prospetta la parte migliore della nostra vita."
"E se qualcosa dovesse andare storto?"
"Lo raddrizzeremo." si portò una mano alla fronte, facendosi ombra sugli occhi a causa dei primi raggi che oltrepassavano l'orizzonte del mare. "E poi-"
"Guarda chi c'è qui!"
Ci voltammo a fatica dietro di noi, anche se avevamo già riconosciuto la voce. La Volvo era parcheggiata all'entrata della spiaggia, e Calum, Luke, Ashton e Agatha ci stavano raggiungendo barcollando su loro stessi, dato che comunque avevano partecipato alla festa dei diplomi.
Luke si lasciò cadere pesantemente di fianco a me, finendomi addosso, Ashton si sedette accanto a Michael e Agatha e Calum di fronte a noi quattro.
"Ce l'avete fatta anche voi." sorrise il moro, lasciando cadere la testa all'indietro. "Complimenti, ragazzi. Sono fiero di voi."
"Sembri mio padre." lo riprese Michael, sorridendo. "Il merito è anche vostro."
"Chi l'avrebbe mai detto che saremmo finiti qui." sospirò Ashton, accennando ad una risata. "Mezzi ubriachi, con la strada per il futuro spianata, dopo aver concluso gli anni più belli della nostra vita. Ufficialmente siamo adulti, adesso."
"Non dirlo nemmeno." scherzai io. "Credo che anche tra dieci anni mi ricorderò di te, Ash, come quel ragazzo che entrava nell'aula inciampando sui gradini, venendo definito come l'eccezione della classe."
"Vogliamo parlare di te, Harvey?" mi riprese il riccio, sorridendo. "Chi era quella che non voleva neanche bere un goccio d'alcool? E guardati ora."
"Ehi, ero più razionale tre anni fa. Poi ho conosciuto voi." gli feci l'occhiolino, sentendo Luke sghignazzare.
"Come se fosse colpa nostra se tu sei rincoglionita."
Gli lanciai un pugno di sabbia fredda addosso, e lui si stese completamente a terra, seguito da me, che appoggiai la testa sul suo petto.
"Potrei anche addormentarmi, adesso." mormorò Michael, portando le mani dietro la testa e stendendosi, e anche gli altri tre lo imitarono.
"Tanto domani mattina ci risveglieremmo ancora qui. E non abbiamo più scuola." ribatté Agatha, ridendo appena. "Credo di essere ubriaca, ragazzi."
"Lo sei." le fece notare Luke, mentre la sua mano vagava tra i miei capelli.
"Il venti luglio tutti a casa nostra." disse Calum di punto in bianco dopo alcuni istanti di silenzio.
Ognuno di noi acconsentì e ci mettemmo d'accordo perché Agatha restasse a dormire da me e Luke e Ashton da Michael e Calum.
"Ragazzi, vi voglio bene." disse Ashton, portando le mani dietro la testa.
"Cos'è questa dolcezza?" lo riprese Michael.
"Ci stava. E' uno di quei momenti coccole e affetto."
Luke si schiarì la voce: "Quelli che lavorano con gli affettati sono molto cordiali...salutano tutti con affetto."
Tutti noi mugugnammo, riprendendolo per la battuta di merda.
"Questa non ci stava." abbassai poi la voce. "Ti detesto, razza di lunatico."
"Anche io. Ti detesto nel peggiore dei modi." mi sorrise appena, attento a non farsi vedere da nessuno. "Ti stringerò come non ho mai fatto prima, e tu non te ne andrai mai."
"Amnesia?"
"Amnesia." confermò lui, sorridendo. Era la canzone che mi aveva scritto dopo uno dei nostri tanti litigi. "Per me, Daffy, resterai sempre la rompicoglioni che cercava di farmi innamorare di ogni suo piccolo gesto."
"E tu sempre quel lunatico che cambiava umore ogni trenta secondi."
"Perché hai voluto diventare la mia vita? Non ti bastava esserci solo dentro, vero?"
Sorrisi leggermente, alzandomi per guardarlo negli occhi: "Tu l'hai semplicemente sconvolta, la mia vita."
"Mi rivedo mentre cerco di allontanarti da me, e dio, mi sento così stupido." sospirò, posando una mano sulla mia schiena. "Ti ho fatto male, tante volte, e non lo meritavi."
"Nemmeno tu meritavi di essere ferito dagli altri, e ciò ti ha portato a ferire me. Non è stata colpa tua, Luke."
"Invece sì, non voglio che tu mi scusi." accennò un piccolo sorriso. "So che è veramente troppo presto per convivere, perché so che io e te litigheremo ancora tante volte. Ma voglio passare il resto della mia vita con te, e quindi voglio che il resto della mia vita cominci subito."
Sorrisi ampiamente, baciandolo sulle labbra fredde: "Grazie di tutto."
"Grazie a te per avermi salvato da quell'inferno delle arti, Daffy."





E' UFFICIALMENTE FINITA.
Scrivo l'angolo autrice a distanza di quasi un mese da quando ho concluso questo capitolo, dato che volevo essere ben lucida per ringraziare chi di dovere.
Allora, per prima voglio ringraziare le tre persone che, nella realtà, mi hanno aiutata nei momenti di crisi con la storia: mia sorella, la mia migliore amica e la mia quasi-sorella.
Ringrazio anche mia cugina per avermi spronata ad aggiornare ogni santo lunedì, tranne questo capitolo, pubblicato appositamente in ritardo.
Ringrazio chi ha sempre recensito, specialmente ogni capitolo, pochi ma buoni ahaha, grazie davvero tanto ♥
Ringrazio il mio diario per avermi insegnato la battuta dell'affetto, citata da Luke.
E per ultimi ringrazio i personaggi della storia, che mi hanno permesso di occupare le ore nel pomeriggio e di vivere, per un po', la vita che vorrei.
Se volete passare, ho pubblicato da poco un'altra storia. Si tratta di una commedia a rating rosso, trovo un bell'abbinamento il rosso e le risate ;), vi lascio il link-->Share the same bed, sharing the same feelings.


Love ya!
Ale xx
Lou xx
Ash xx
  
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