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Autore: softkitty    16/12/2014    3 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In metro con amore

 

Capitolo 11

 

Dovevano incontrarsi alle 9 di mattina. Come cazzarola doveva vestirsi?

Era anche il suo giorno libero, perciò dopo il caffè con Daniel, si sarebbe diretta a fare la spesa. Certamente niente di scomodo, altrimenti come avrebbe fatto a portare le borse?

Indossò un paio di pantaloni beige attillati e una camicetta bianca come le ballerine che aveva ai piedi. Si guardò allo specchio e sbuffò, spogliandosi. Non doveva andare ad un colloquio di lavoro. Sembrava troppo professionale.

Passò in rassegna l'armadio, alla ricerca di qualcosa di adatto da indossare, poi si fermò e si diede dell'idiota. Doveva solo bere un caffè con Daniel.

Si infilò un paio di jeans a sigaretta, mise una maglietta azzurra svasata e svolazzante e un paio di ballerine dello stesso colore. Si truccò leggermente e legò i capelli in una morbida treccia.

Alle 9 in punto, Daniel arrivò sotto casa sua.

«Buongiorno Dom»

«Ciao Daniel». Si sporse a lasciargli un bacio sulla guancia. «Sei puntuale»

«Come un orologio svizzero». Le sorrise. «Ti senti in colpa se non andiamo da Missy?»

«Assolutamente no! Almeno nel mio giorno libero non voglio entrare in quel locale». Ridacchiò. «Non fraintendermi, adoro Missy e il mio lavoro, solo che ogni tanto è bello staccare»

«Concordo con te». Mise in moto e le lanciò uno sguardo curioso. «Non mi chiedi dove ti porto?»

«Assolutamente no!»

«Ti piacciono le sorprese?»

«No, non le sopporto. Ma immagino che tu non mi voglia dire dove stiamo andando, perciò non te lo chiederò, per non darti soddisfazione».

Daniel sorrise, soddisfatto. «Sei diabolica»

«Solo un pochino!». Nicky ridacchiò. «Non devi andare in ufficio oggi?»

«Mi sono preso mezza giornata libera».

Nicky si accigliò. «Non ti sei messo nei casini per un caffè, vero? Avremmo potuto ved...»

«Tranquilla Dom, è tutto sotto controllo! Non verrò licenziato».

Le fece l'occhiolino e la giovane sbuffò. «Non porti gli occhiali»

«Non sono cieco, di solito li metto quando devo lavorare per evitare di sforzare gli occhi, sai tra pc e documenti». Nicky si morse la lingua per evitare che il pensiero che si era formato nella sua testa prendesse forma ed uscisse dalle sue labbra. Quegli occhiali davano a Daniel un'aria molto seria e professionale. Molto molto affascinante. Ma non lo avrebbe sicuramente ammesso con lui. Mai.

«Come stanno Colin e Finn?»

«Quei due stronzi? Benissimo!».

Nicky rise. «Stronzi? Perché mai?»

«Hanno scommesso su quanto tempo avremmo impiegato per uscire insieme». La giovane spalancò la bocca. «Lo so, sono due...».

Ma fu interrotto. «Non ci posso credere! Diane e Benny hanno fatto la stessa identica cosa!»

«Magnifico. Diane e Benny non dovranno mai incontrare Colin e Finn. Assolutamente mai. Non voglio pensare a cosa sarebbero in grado di ideare, insieme».

Nicky annuì convinta. «Dovremo allearci per evitare che si alleino».

Pochi secondi dopo, Daniel parcheggiò l'auto e i due scesero per poi entrare in un piccolo e accogliente bar dall'insegna luminosa e vintage.

«Cosa vi porto ragazzi?». A parlare era stata una signora sui 40 anni, sorridente e dall'aria gentile.

«Per me un caffè nero, grazie»

«Per me un cappuccino e un muffin al cioccolato, per favore». Daniel sorrise sorpreso e Nicky rispose con un sorriso soddisfatto. «Non guardarmi così. Ti aspettavi una schizzinosa che mangia quanto un passerotto?»

«Assolutamente sì! Se già al primo appuntamento non ti sprechi a fingere di essere un tenero uccellino, chissà cosa mangerai quando ti inviterò a cena! Dovrò fare gli straordinari per offrirtela!». Si finse inorridito ed entrambi scoppiarono a ridere.

Daniel si perse un istante ad osservarla. I capelli morbidamente acconciati in una treccia imperfetta, gli occhi luccicanti a causa del troppo ridere, la bocca coperta da una mano per arginare le risate. Era bella.

«Hey, ti sei incantato?». Nicky gli sventolò una mano davanti agli occhi e Daniel scosse il capo, riprendendosi.

«Sei bella».

La giovane storse le labbra in una smorfia, ma non poté evitare alle sue guance di arrossire lievemente. «Ahm...».

Daniel ghignò, soddisfatto. «Ti ho messa in imbarazzo?».

Nicky sbuffò. «È solo che non so mai come rispondere». Daniel inarcò le sopracciglia, così la ragazza proseguì. «Se rispondo con un semplice 'grazie', sembra che io pensi veramente di essere bella, quando secondo me non ho niente di speciale. Se rispondo 'non è vero', sembra che io sia così piena di me da voler ricevere ulteriori complimenti. Se rispondo con qualcosa come 'anche tu', sembra che lo dica solo per pareggiare il conto. Se scrollo le spalle e non dico niente sembro una menefreghista che non risponde ai complimenti».

Daniel sorrise. «Il tuo cervello fa mai qualche pausa? Intendo, tra l'ipotesi di una catastrofe e l'altra».

Nicky lo guardò, fingendosi inorridita per quella domanda. «Assolutamente no, ti pare?»

«In effetti non saresti tu»

«Mi stai dando della cervellotica?»

«Solo un pochino».

Nicky aprì la bocca per rispondere, ma l'arrivo della cameriera con il loro ordine la bloccò. «Salvato dal muffin!».

Daniel unì le mani davanti al viso, in un gesto di preghiera. «Siano benedetti i muffin al cioccolato!». Nicky ne prese un morso e sospirò. «Buono?»

«Divino, provalo!».

Glielo porse e il giovane avvocato diede un morso esattamente nello stesso punto. «Mmmh, sensazionale». Si leccò le labbra, osservandola con malizia.

Nicky inarcò le sopracciglia, fissandolo con studiata indifferenza. «Bevi il tuo caffè, Dongiovanni!».

«Agli ordini!». I due rimasero in silenzio per un po'. «Posso chiederti una cosa? Non sei obbligata a rispondermi»

«Se stai per chiedermi un rene, la risposta è no». Daniel la guardò inorridito. «Stavo scherzando! Cioè, non proprio, vorrei tenermeli entrambi, i reni, non si sa mai!». Si morse il labbro per bloccare il suo delirio. «Chiedi!»

«Mi chiedevo come mai non hai un'auto»

«Oh, questa è facile». Sorseggiò il suo cappuccino, prima di riprendere. «Nel periodo in cui avrei dovuto iniziare a frequentare la scuola guida, mio padre ha iniziato a stare poco bene. A quel punto tutto il resto è passato in secondo piano». Si strinse nelle spalle. «Poi tutte le mie energie e anche parecchi risparmi sono stati convogliati nello studio per laurearmi».

«E i tuoi tutori...?»

«Peter ed Elizabeth si sono offerti più volte di darmi una mano, ma io ho sempre rifiutato». Fece un debole sorriso. «Mio padre mi ha sempre insegnato a non fare il passo più lungo della gamba e io volevo farcela con le mie forze, volevo che lui e mia madre fossero orgogliosi di me». Nicky fece una pausa, durante la quale Daniel si chiese se fosse quello il momento giusto per dirle la verità su se stesso e il suo ingombrante cognome, ma la ragazza parlò prima che il cervello del giovane potesse decidere. «Ma ora basta argomenti seri, per favore! Parliamo di qualche stronzata!»

«Ho un paio di boxer a fantasia muffin».

Nicky rischiò di soffocarsi con il cappuccino. «Giura!»

«Parola d'onore!»

«Voglio assolutamente vederli».

Daniel le fece un sorriso malizioso. «La tua è una proposta indecente?»

«I tuoi boxer sono indecenti!».

Il giovane ridacchiò. «Touché!». Guardò l'orologio: purtroppo era già quasi ora per lui di rientrare in ufficio. «Cazzo»

«Cosa c'è?». Nicky seguì il suo sguardo. «Sei in ritardo per colpa mia? Lo sapevo che non dovevamo vederci in set...».

Daniel sovrastò la sua predica. «Non sono in ritardo. Ho solo sbuffato perché è quasi ora di andare, ma io vorrei passare ancora del tempo qui con te»

«Oh». La giovane scrollò la testa. «Sarà il caso di andarcene, allora».

Il giovane avvocato le sorrise, mentre si alzavano e pagavano, prima di uscire dal piccolo bar. «Ti hanno mai detto che sembri un cane quando scuoti la testa così?»

«No – rispose, inarcando le sopracciglia – questa è la prima volta, grazie del complimento!»

«Figurati! È un piacere»

«A titolo informativo, sono stata vaccinata, non ho la rabbia e non ho né pulci, né zecche»

«Allora posso farlo a cuor leggero!»

«Fare co...?».

La domanda di Nicky si perse sulle labbra di Daniel. Il giovane la colse di sorpresa, posando la bocca sulla sua, in un dolce e intenso bacio a stampo. Si allontanò di pochi millimetri, lasciando che i loro nasi si accarezzassero. Nicky schiuse le labbra per sospirare, sorpresa da quell'assalto e Daniel ne approfittò per baciarla di nuovo, insinuando la lingua nella sua bocca.

Sentiva il sapore del cappuccino e del cioccolato del muffin che aveva appena mangiato, era dolcissima e deliziosa.

Nicky, dal canto suo, accantonò la sorpresa e rispose al bacio sporgendosi verso di lui e assaporando il gusto di quelle labbra che la stavano reclamando con una dolcezza infinita, facendola sciogliere.

Avrebbe anche voluto abbracciarlo, ma l'assalto improvviso di Daniel l'aveva colta totalmente impreparata. Una mano era occupata dal cellulare, mentre l'altra era impegnata a reggere la borsa. Rimase con le mani a mezz'aria, senza sapere come fare ad uscire da quell'impasse.

Daniel si separò con dolcezza da lei e riaprì gli occhi lentamente, trovandola imbarazzata di fronte a sé. «Stai bene?». Fece un ghignò malizioso. «Ti ho stordita così tanto?»

«Dammi un secondo». Sotto lo sguardo incuriosito ed attento del ragazzo, Nicky mise il cellulare nella borsa e la borsa sulla spalla sinistra, poi tornò a guardarlo negli occhi. «Ora va meglio». Prese la mano destra di Daniel e se la posò sul fianco, afferrò la sinistra e se la mise sulla guancia, stringendogli delicatamente il polso. La sua mano libera gli accarezzò il collo con una lieve pressione per invitarlo ad abbassarsi.

Daniel sorrise trionfante e si avvicinò di nuovo alle labbra della giovane che questa volta poté rispondere al bacio come voleva e accarezzarlo senza nessun intralcio.

Finalmente poté sentirla partecipare al bacio e toccarlo. Gli strinse la mano sul fianco per spingerla ad avvicinarsi ancora di più e Nicky si trovò dolcemente premuta contro di lui; gli accarezzò la nuca e sorrise sulle sue labbra.

«Dom». Daniel si aprì in un sorriso mozzafiato, che non aveva nulla a che fare con i sorrisi – mezzi ghigni – strafottenti e pieni di sé che le dedicava per farla innervosire.

«Dan». Si scostò da lui con lentezza. «Se ti azzardi a fare un'uscita da film romanticone, sappi che ti mollo qui e me ne vado».

Il giovane scoppiò a ridere. «Sei sempre la solita». Le passò un braccio attorno alle spalle, stringendosela addosso. «Andiamo, ti riaccompagno a casa».

«Non serve che mi riaccompagni, devo passare a pagare le bollette, dal fiorista e poi credo farò un salto da Peter ed Elizabeth»

«Omaggio floreale per i padroni di casa?»

«Oh, no. Sono per i miei genitori, vado tutte le settimane al cimitero».

Daniel si diede mentalmente dell'idiota, possibile che non ci potesse arrivare da solo? «Vuoi che ti accompagni?»

«No». Entrambi rimasero sorpresi dal tono secco che usò. «Non fraintendermi, ma... è una cosa privata, ho bisogno di tempo prima di...». Si interruppe, cercando di fare ordine nella sua testa. «Lo so che non sarebbe una vera presentazione, ma...»

«Tu la vedresti come tale. Tranquilla, Dom, ti capisco, non sono offeso!».

Nicky espirò, sollevata. «Per fortuna!». Gli passò la mano attorno alla vita per abbracciarlo meglio. «Ora però fila al lavoro! Non voglio che ti strapazzino per colpa mia».

Daniel si chinò a baciarla di nuovo. «Se il risultato è questo, mi farei strapazzare tutti i gior... Ahia! Perché mi hai dato un pizzicotto?»

«Frase da film, Danny». Gli fece la linguaccia. «Vai ora»

«Ti va se stasera ci vediamo?»

«Ti chiamo appena mi libero. Questa sera sono a cena da Peter ed Elizabeth»

«Fammi uno squillo, così passo a prenderti».

Nicky si trattenne dal declinare il passaggio. «Ti chiamo io». Daniel si sporse di nuovo a baciarla, stringendola a sé. «Ciao Danny, buona giornata».

 

 

Il mio angolo.

Buonasera!

Mi scuso per il forfait di settimana scorsa, sono stata imperdonabile.

Comunico a quanti desiderano continuare a leggere, che purtroppo (o per fortuna), sono costretta a postare a settimane alterne.

Ringrazio chi continua a seguire la storia, vorrei dilungarmi, ma non ne ho il tempo.

Un caloroso abbraccio a tutti e Buon Natale!

Softkitty

  
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