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Autore: Chinaski    16/12/2014    0 recensioni
Non è adatto altro nome se non quello di riflessione. Più che altro ho cercato di catturare un piccolo sprazzo di realtà, o meglio, ho riportato la mia soggettiva interpretazione su questo piccolo sprazzo di realtà. Il mio unico intento è quello di farvi porre domande sul clima di continua ipocrisia che trapassa le nostre giornate. Spero ne valga la pena.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Richiamo all’Umiltà
 
Questa è l’era della sicurezza. Funziona più o meno così:
ognuno ha dei talenti che vanno scoperti, conosciuti, poi messi in frutto, concretizzati, e utilizzati per trarre esperienza e poter dare un insegnamento; questo è, in teoria, il giusto processo.
Ma l’uomo, se crede in un Dio, non per niente spesso gli attribuisce il fondamentale pregio dell’Umiltà. A quanto pare, è abitudine dell’uomo associare alla perfezione divina pregi che vorrebbe raggiungere,  ma che puntualmente gli mancano. Ed è anche una particolare abitudine di questi ultimi anni fingere così tanto di possedere questi pregi da cadere trappola di un autoinganno, finendo nel credere effettivamente in una propria personalità del tutto irreale.
Osservate il mondo, osservate le persone: tutti presi dalla frenesia di mettere sempre parola su qualunque cosa, su qualunque argomento, conosciuto e non.
Tutti che pretendono di scommettere su se stessi, cosa buona e giusta, ma senza conoscere nemmeno chi diavolo sia questo se stessi. Com’è possibile riservare così tanta fiducia verso qualcuno che non si conosce, verso un’immagine ideale della propria persona, in realtà inesistente? Questo è il problema universale del nuovo secolo (oltre a buona parte del secolo scorso).
Chissà, potrebbe essere questa la ragione per cui attorno ad ogni piccola notizia si trovano immediatamente migliaia di pareri fondati sul nulla, spesso colpevoli della disinformazione dilagante.
Ma se qualcuno mettesse in dubbio queste pseudo – opinioni e provassero la loro stoltezza? I diretti interessati, cosa potrebbero mai rispondere?  Beh, paradossalmente, ostenterebbero insicurezza.
“Ah, si, hai ragione! ma son proprio un idiota!
Ovviamente ho sbagliato! Me lo aspettavo, sono un soggetto..
Ahahaha, scusami, l’ennesima figuraccia!”
Vi sono nuove queste frasi?
No? Indovinate perché. Sembra uno scioglilingua, ma effettivamente l’insicurezza di questi ultimi tempi nasconde una finta sicurezza creata per nascondere una reale insicurezza più profonda, dettata spesso e volentieri dall’ignoranza. Questa insicurezza di base viene ritenuta così vergognosa, talmente letale dal singolo individuo, che fingersi consapevoli di se stessi è ormai l’unico modo per passare inosservati! E nella frase precedente ho usato scritto “ritenuta” vergognosa e letale poiché se ci soffermassimo a riflettere su questi paradossi, comprenderemmo quanto sia effettivamente inutile portare strati su strati di maschere, e quanto sia contrario alla vera natura umana!
Infatti, è stata la società a imporci simili modelli, fornendoci strumenti per nascondere la nostra vera identità, in cambio permettendoci di gonfiare a dismisura il nostro ego.
Ma attenzione, non facciamo l’ennesimo errore di questa generazione, non nascondiamo le nostre colpe dietro il termine “società”: questo è un termine che ha il potere di nasconde nessuno o mille significati. In effetti, dobbiamo ricordarci che il vero significato di “società” racchiude la mentalità di una moltitudine di individui durante un preciso arco temporale. E, miei cari, gli individui di questo arco temporale siamo noi. Noi, infine, siamo i membri della “società”. I nostri errori dipendono solo ed esclusivamente da noi stessi, da come noi leggiamo il mondo e dal nostro comportamento al suo interno. Se volete cambiare una società che ritenete opprimente, cambiate prima voi stessi. La società è conseguente a voi. Perciò, vorrei farvi una richiesta: Non fingetevi sicuri, dimostrate la vostra fragilità; apprendete le lezioni che il mondo vi offre quotidianamente con umiltà, poiché essa è l’unico mezzo con cui potete imparare qualcosa. Siatene fieri: questo è ciò che vi rende umani.
 
Le ere passate ci hanno donato il loro sangue pur di tramandarci la libertà della curiosità, una curiosità democratica, fatta per tutti. Tutti hanno il potere di chiedere, di far domande, di  soddisfare la propria curiosità. Abbiamo la libertà di ostentare la nostra Umiltà. Questa è l’era della libertà di pensiero.
La prima era senza Umiltà.
 
  
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